Lettera ai compagni/e che sono colpiti dalla retata giudiziaria lanciata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, che accusa la rete Sud-ribelle d'aver "costituito un'associazione sovversiva che mira a sabotare i processi di globalizzazione, ad impedire la governabilita' di questo processo e l'attivita' del governo, a portare pregiudizio all'economia e all'ordine pubblico, a distruggere la legalita' dello stato".
Occupiamo gli uffici parigini della RAI afinche' le nostre parole attraversino le sbarre delle loro galere.

Cari compagni e compagne care,
Questo "ratto legale", questi uomini armati che vi hanno tirato fuori dal letto all'alba, evoca per noi dei cattivi ricordi.
Non abbiamo bisogno di disturbare la Storia, alla fine dell'estate gli stessi sbirri ci hanno strappato Paolo Persichetti.
Che non vi accusi di fatti precisi, circonstanziati localizati e datati non ci rassicura. L'inconsistenza di questa procedura non ci tranquillizza perche' sottolinea che non si e' ormai giudicati per quello che si fa, ma per quello che si e'.
Questa giustizia che presume delle nostre intenzioni malevole non ammette l'innocenza che nel migliore dei casi sarebbe un incidente puramente fattuale, insignificante, piccolo scrupolo fastidioso che si e' saputo eradicare.
Il pensiero del sospetto e' arrivato al suo complimento naturale, che gli da' tutto il suo senso : la certezza della colpevolezza, la penalizzazione preventiva di tutti i ribelli, di chiunque e' suscettibile di divenirlo e la cui sofferenza e' sacrificata alla razionalita' economica...

Noi speriamo che la potenza della solidarieta' che e' sorta intorno a voi possa far vacillare il mostro che e' lo stato penale.
Per quanto ci riguarda, noi presunti complici, il nostro rammarico e' di non esserlo stati di piu', di non aver potuto aiutarvi a sostrarvi alla forza della legge, la costrizione.

Onorati, noi altri, d'essere sospettati di disponibilita' permanente alla ricettazione, non possiamo che aggiungere la nostra voce all'umile e tenace, fragile e potente cospirazione che intreccia le mani, le voci, le urla, le raggioni critiche e passionali per contribuire a far della vostra carcerazione, intanto n'aventura che sara' durata lo spazio di un'istante e poi un occasione di disordine vivo, in modo che il loro colpo sara' stato come il morso di un cane su una pietra.

Con affetto, i vostri corrispondenti di Parigi.