BELLACIAO

Haidi Giuliani

Da quasi un anno e mezzo, ormai, viaggio di città in città, di iniziativa in iniziativa, da un dibattito organizzato dal Social Forum ad una festa di Liberazione o ad una di Legambiente, passando da qualche centro sociale, messaggera di nulla, rappresentando solo me stessa.

Spesso mi vengono poste domande alle quali non so o non posso rispondere, a volte vengo caricata di una responsabilità, di un'importanza che non ho, che non riconosco. E' un pellegrinaggio al quale fino ad ora non ho saputo o voluto sottrarmi, spinta dall'urgenza delle cose da dire, da denunciare, dalla necessità di fare memoria per prevenire.

A volte i miei itinerari passano i confini, le occasioni sono sempre diverse: una campagna per la partecipazione al Forum Sociale Europeo di Firenze mi ha portato in Gran Bretagna; una conferenza stampa di un gruppo ribelle ad Atene e a Salonicco; un convegno di magistrati democratici a Barcellona; il G8 ad Evian.

En In Francia mi ha portato il cinema. Già un anno fa, al Festival di Cannes, avrei dovuto andare con Francesca Comencini a presentare il suo lavoro: "Carlo Giuliani, ragazzo". Ma non ce l'ho fatta, mi vergognavo, non capivo perché sullo schermo ci dovesse essere la mia faccia, e ho detto di no. Poi ho capito: quel film è riuscito ad arrivare, nel nostro paese, dove tante parole erano state rifiutate, è riuscito ad aprire molte porte chiuse. Quante volte mi sono sentita dire "ho cambiato idea, dopo averlo visto, ho capito che ci avevano raccontato un sacco di bugie"! Grazie a Francesca, alla sua pulizia morale, al suo linguaggio essenziale.

Un giorno è arrivato un messaggio all'indirizzo del comitato: era di un gruppo, anzi, di un collettivo parigino; parlava di Carlo, abbiamo risposto. Dopo qualche tempo ci eravamo talmente affezionati alle loro "lettere di informazione" che ne sentivamo la mancanza quando tardavano ad arrivare. Ed è stato proprio il Collectif Bellaciao ad invitarmi a Parigi insieme a Les Films d'Ici, quando quest'ultimo, acquistati i diritti, ha programmato la proiezione del filmato di Francesca in alcune sale.

Al mio arrivo in aeroporto trovo un "comitato d'accoglienza" composto da Roberto e Giustiniano, del collettivo, e da Samuel, della casa cinematografica di distribuzione. A loro si aggiungono presto altre persone e tutti insieme ci avviamo verso la sala dove, di lì a poco, si sarebbe tenuto il dibattito. Nell'attesa ci sediamo fuori, ai tavolini di un bar: c'è un angolo di Italia su questo marciapiede parigino; le domande, le notizie, le informazioni, i ricordi si intrecciano in forma bilingue e la sensazione è quella di ritrovarsi tra amici che non si vedono da un po'. Samuel, che si era allontanato in perlustrazione, ritorna con un largo sorriso: la sala è piena, molta gente sarebbe venuta alla seconda proiezione; oltre alla soddisfazione personale, e una risposta alla passione umana e politica, c'è il giusto riconoscimento per un lavoro svolto.

Anche durante il dibattito, tra le persone sedute nella saletta, lungo la scala o sul ballatoio, molti parlano italiano; alcuni portano la loro testimonianza diretta sulle giornate genovesi: è sempre drammatico sentir raccontare dei lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo, dell'accanimento con cui venivano rincorsi e picchiati i manifestanti, dell'incredulità di fronte alla violenza immotivata, dei soprusi, dell'illegalità. Drammatico, in qualsiasi lingua venga raccontato, dopo un giorno, dopo un anno o dopo due. Il mattino seguente avrei ripetuto l'esperienza in un'altra sala: qui saranno pochi a parlare italiano, saranno quasi tutti francesi, molti i professori. Ma l'indignazione sarà la stessa.

La sera mi regalano qualche ora vicino a Belville, il quartiere teatro dei romanzi di Pennac. In realtà il regalo è multiplo: perché dentro di me sento le risate di Carlo ragazzino, mentre legge Il paradiso degli orchi o Monsieur Malaussène. Perché attorno a me ci sono i compagni e le compagne del Cinema, del Collettivo e gli altri amici. Infine perché siamo al Babel caffè, il bar dove è "nato" Manu Chao e dove continuano ad incontrarsi i suoi amici per suonare liberamente. Infatti arriva B-Roy con la sua incredibile fisarmonica e subito Thomas, webmaster del sito insieme a Roberto, e Bruno si alzano e lo accompagnano con le chitarre, mentre Johnny va e viene tra i tavoli regalando a tutti una battuta, una stretta di mano, una smorfia…

Mentre volo tra le nuvole, tornando a Genova, penso al lavoro di questo piccolo gruppo che dedica il suo tempo libero a fare informazione, spesso finendo le traduzioni a notte fonda; penso a tutti gli attivisti che ci garantiscono la circolazione delle notizie e delle idee; un lavoro generoso che permette a tutti noi di stabilire rapporti, di mantenere collegamenti. E tanto più prezioso è il loro lavoro quanto minore è lo spazio che i grandi media concedono alla gente comune, a chi fa politica "dal basso", al movimento.

Grazie, Bellaciao!
La mamma di Carlo


10.07.2003
Collettivo Bellaciao

"Les Films d'ici" con il sostegno del Collettivo Bellaciao vi ricordano dell'uscita in sala del film "CARLO GIULIANI RAGAZZO" in esclusività a l'Espace Saint Michel 7, place Saint-Michel PARIS e in altre città di Francia vedere www.lesfilmsdici.fr