“Reporters
Sans Frontieres: Bob Menard perde le staffe”
Al guru della "libertà di stampa" non si può dire che
i suoi soci della Freedom House prendono il loro budget dalle
medesime fonti che orientano, finanziano e controllano la
sua ossessiva campagna contro Cuba. Ha minacciato un universitario
che lo ha intervistato: "Lei si sbaglia! attenzione!" La
sua paranoia verso Cuba corrisponde completamente al ruolo
che gli ha assegnato la Cia.
Di JEAN-GUY ALLARD
PARE che Robert "Bob" Menard, il segretario generale vitalizio
dei Reporters Senza Frontiere, non sopporta che vengano criticati
coloro che forniscono la parte segreta dei suoi finanziamenti.
Il maniaco guru della "libertà di stampa" (in versione neoliberale)
di recente ha perso le staffe quando un ricercatore universitario
gli ha segnalato nel corso di una intervista che l'organizzazione
nordamericana Freedom House, riconosciuta filiale della CIA,
aveva distribuito 775.000 dollari tra i "giornalisti indipendenti" che
alimentano le reti della disinformazione anticubana fuori
dall'lsola.
"Ho letto sul Granma, quel grande giornale, che sono un agente della CIA", ha
commentato Menard, ironico, facendo riferimento a un testo pubblicato su Granma
Internacional intitolato Menard, agente della CIA e bugiardo senza frontiere.
Tuttavia, il "leader" dei RSF ha bruscamente mostrato la sua prepotenza quando
Salim Lamrani, un ricercatore sui temi della comunità cubano-americana negli
Stati Uniti, lo ha interrogato a proposito delle azioni segrete di Frank Calzón,
il mercenario di origine cubana della CIA che maneggia le operazioni contro Cuba
della Freedom House.
L'intervista, realizzata da Lamrani nella cornice della redazione
di un ampio lavoro accademico intitolato "Il lobby cubano
negli Stati Uniti dal 1959 fino ai nostri giorni", venne
publicata in francese nel sito web di Cuba Solidarity Project.
"Sono menzogne!", ha gridato Menard, ben noto per il suo temperamento esplosivo
e la sua incapacità di accettare l'opinione altrui. "Lei si sbaglia!. Lei non
sa di che si tratta e... attenzione!".
Avendo apparentemente perso il controllo dei suoi nervi,
l'autoproclamato "segretario generale" di RSF è divenuto
minaccioso ("lei non può dire queste cose!") per poi lanciarsi
in un'incomprensibile retorica: "Io li difendo perché...
sono persone con le quali non sono d'accordo... e siccome
non sono d'accordo con loro, non accetto che si dicano cose
infamanti di loro. E' infamante dire questo... Chi le permette
di dire simili cose?"
"Il signore Shuchman, presidente della Freedom House, è un signore rispettabile,
molto dedicato ai diritti umani", ha sostenuto Menard prima di fare una strana
apologia di un'organizzazione identificata con la CIA come la torre Eiffel con
la capitale francese.
"La Freedom House da anni lotta per la libertà di tutto il mondo. Legga il loro
ultimo rapporto! Lei l'ha letto?", ha domandato Menard furibondo.
I CINQUE? NON CONOSCO QUEL CASO!
In un'altra parte dell'intervista, il difensore per antonomasia
della libertà di stampa dà una certa idea delle basi del
suo pensiero sul tema.
Quando l'universitario gli ha domandato la sua opinione sul
fatto che la stampa parigina ha ignorato le dichiarazioni
dell'ambasciata cubana dopo i gravi incidenti che egli stesso
provocò, Menard, ritrovando la sua arroganza, ha risposto: "Se
questo non interessa a nessuno, la stampa non deve parlare
del tema!" E basta.
Come mai la stampa occidentale non parla nemmeno dei cinque
patrioti cubani incarcerati negli USA?, ha continuato l'autore
dell'intervista.
"Non conosco il caso!", ha risposto Men. Incredibile.
Egli ignora tutto sui giovani patrioti cubani incarcerati
per essersi infiltrati nei settori terroristici di Miami.
Tuttavia Menard sì che conosce alcuni dei membri più distinti
di quella cupola.
Tra i suoi "contatti" in Sud Florida figura un altro personaggio
i cui vincoli con la CIA sono ben documentati: Orlando Gutiérrez-Boronat,
presidente del Direttorio Rivoluzionario Cubano, un gruppo
che nel 2000 ricevette più di 1.1 milioni di dollari per
le sue attività di disinformazione e il cui attuale obiettivo è coinvolgere
Cuba con il terrorismo internazionale per giustificare un'aggressione.
Quei fondi sono stati conferiti dalla United States Agency
for International Development (USAID) e dalla National Endowment
for Democracy (NED), i medesimi fornitori di fondi sporchi
del super agente Bob Menard.
In un eccellente articolo pubblicato nel maggio 2002 dal
quotidiano messicano La Jornada, con le firme dei corrispondenti
a Washington, Jim Cason e David Brooks, viene rivelato che
l'organizzazione di Gutiérrez-Boronat riceveva l'89% del
suo budget da questi due organi del potere imperiale, la
cui missione è destabilizzare con la propaganda i governi
dei paesi il cui orientamento politico non “conviene” agli
interessi nordamericani.
Stando all'articolo, tra il 1996 e il 2000, il governo nordamericano
distribuì 6. 419. 275 dollari a 15 ONG e 3 Università coinvolte
in attività contro Cuba. Nel 2000 quei sussidi vennero ampliati
con 5 milioni di dollari extra e quel livello si è mantenuto
nel 2002.
Il quotidiano segnala anche uno studio della ditta di auditing,
la Price Waterhouse Coopers, che ha concluso che la maggiore
parte di questo denaro restava nelle tasche di coloro che
lo manipolano.
Per illustrare le ramificazioni di questa cospirazione della
disinformazione, Gutiérrez qualche volta ha poeticamente
detto di Radio Martí (quella succursale della Voice of America
che i reporters mercenari pagati da Menard alimentano freneticamente)
che quell'organo della propaganda era divenuto "la prima
fonte d'informazione dell'opposizione" (a Cuba, si suppone).
DIETRO LA FACCIATA, IL TERRORISMO
Gutiérrez-Boronat (egli ultimamente preferisce dimenticarlo)
fu membro dell'Organizzazione per la Liberazione di Cuba
del noto terrorista Ramón Saúl Sánchez Rizo, un gruppo attivo
tra il 1980 e il 1984 che ebbe tra i suoi complici Pedro
Crispín Remón, oggi detenuto a Panama col capo della combriccola
Luis Posada Carriles.
Fu Remón, stando al FBI, ad ammazzare il diplomatico cubano
Félix Rodríguez in una strada di New York e a partecipare
all'assassinio di José Negrín nella sua casa di New Jersey,
ucciso davanti suo figlio 12enne.
Oggi, Gutiérrez-Boronat non nasconde la sua simpatia per
coloro che usano la violenza come uno strumento di lotta
politica.
Il suo braccio destro, Janisette Rivero, è della truppa che
si presenta ogni anno a Ginevra nei corridoi della Commissione
dei Diritti Umani dell'ONU. Un luogo dove i RSF di recente
sono stati dichiarati persona non grata.
R. Menard, la cui conoscenza di Cuba è più che superficiale
stando alle risposte che ha dato al ricercatore universitario
Lamrani, ha lanciato una rumorosa campagna contro Cuba a
Parigi, col proposito di convincere i francesi a non scegliere
Cuba come destinazione turistica. Questa campagna non ha
molto a che vedere con il giornalismo che egli pretende di
difendere. Però ha a che fare con gli obiettivi della CIA
di indebolire l'economia cubana che continua a svilupparsi,
nonostante tutti i danni del blocco nordamericano.
L'ossessione che ha Menard verso Cuba non è, in nessun modo,
frutto di una sua iniziativa. Corrisponde completamente al
ruolo che gli ha assegnato la centrale dei servizi segreti
nordamericani - CIA.
In modo chiaro egli segue passo a passo il metodo della CIA
ormai tante volte osservato in casi come quello della Freedom
House e del suo vero capo, il veterano super agente Frank
Calzon. (Sarà così ingenuo Menard che ignora che il suo amico
F. Calzon è un dinosauro della CIA che all'inizio degli anni
'70 reclutò personalmente Otto Reich, l'attuale cervello
della politica latino americana della Casa Bianca, malgardo
la protesta del Senato? E che i fondi di destabilizzazione
dell'USAID stanno nelle mani di un altro cubano-americano,
il ben nominato Adolfo Franco, un cucciolo della congressista
Ileana Ros-Lehtinen?)
UNA PROFONDA IGNORANZA
D'altra parte, "l'uomo forte" dei RSF ignora molte cose della
realtà cubana. Ed è stato dimostrato quando egli venne a
portare il salario di mercenario a Néstor Baguer Sánchez
Galarraga, allora presidente dell'Associazione di Giornalisti
Indipendenti, che ha rivelato di essere l'agente Octavio
della Sicurezza dello Stato cubano. Menard ha mostrato a
Baguer non solo tutta l'ampiezza della sua ignoranza, ma
anche il suo ruolo di agente al soldo della compagnia.
Nel libro appena pubblicato, I Dissidenti, di Rosa Miriam
Elizalde e Luis Báez, l'agente Octavio racconta che Menard
gli consegnò "fogli, carta da lettere, nastri dattilografici,
una dozzina di penne e 1000 dollari". Un procedimento usato
da tutti gli "onorabili corrispondenti" della CIA coinvolti
in questa operazione di rifornimento di mercenari, il cui
orientamento e controllo viene zelantemente assicurato dal
Capo della Sezione di Interesse nordamericana all'Avana.
Si sa che Bob Menard ha confessato in qualche opportunità,
nel corso di un'altra intervista rilasciata a Calvo Ospina
e Katlijn Declercq e poi pubblicata nel libro Dissidenti
o mercenari?, che si dedicava a pagare "onorari" a un numero
di presumibili giornalisti che gli avevano assegnato.
Per quanto disonesto sia, egli non può fingere di ignorare
i vincoli terroristici delle sue conoscenze di Miami e Washigton
e le vere intenzioni dei suoi patrocinatori di Langley.
... CON UNA TRAIETTORIA RIVELATRICE
E' vero che, alla fin fine, la traiettoria politica di Menard
nel giro degli anni è estremamente rivelatrice. In un'altra
epoca, il medesimo personaggio fu militante comunista e degli
irriducibili. Fece parte di una delle più intransigenti tendenze
dell'estrema sinistra francese.
Davanti alle sue alterazioni di oggi è inevitabile domandarsi...
a che cosa si dedicava realmente Menard allora?
Quando oggi il medesimo individuo non esita a lottare a favore
dell'esistenza di una stampa neofascista, a ricorrere alla
menzogna più grossolana per attaccare il giornalismo popolare
del Venezuela o a difendere i suoi soci della Freedom House
con angoscia e disperazione, mentre attacca Cuba e la sua
Rivoluzione con una furia ossessiva, c'è ancora dubbio sulla
sua vera identità?
R.N.
27.07.2003
Collettivo Bellaciao