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BROKEBACK MOUNTAIN

Publie le venerdì 16 settembre 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Cinema-video - foto Enrico Campofreda

di Enrico Campofreda

Ha l’aria di diventare un cult di genere il film Leone d’Oro della 62 Mostra del Cinema di Venezia, ne ha le qualità. Certamente l’originalità e la rottura di taluni miti hollywoodiani tenuti saldi dalle più differenti versioni machiste del cowboy. E seppure Ang Lee non si distacca da atmosfere conosciute: splendide immagini di natura superba, ambiente rarefatto che invoglia all’intimità, musiche che fanno socchiudere gli occhi e sognare, la sua narrazione aggiunge un impatto emotivo senza precedenti. Vincente o perdente, il cowboy era pur sempre un uomo dalla scorza dura, abituato a lottare e sopravvivere.

Poteva parteggiare per cause giuste o sbagliate ma non apriva mai il suo cuore nemmeno per una donna. Né svelava la natura dell’anima. I mandriani di Lee, travolti da passione omosessuale e dal proprio irrefrenabile coinvolgimento, toccano invece profonde corde emotive. Sono umanissimi nella diversità, che dev’essere solo capita, accettata innanzitutto da se stessi, quindi da un ambiente arcaico e ostile. Ne scaturisce una vicenda tenera e dolorosa dove il coraggio delle proprie scelte e la possibilità solo parziale di viverle pongono il desiderio di fronte all’ottusità, all’incomprensione, alle durezze della realtà.

Dovevano restare a Brokeback sulla loro montagna incantata, in quella casa sotto le stelle dove coniugare sogni e passione. Era nata per gioco fra Ennis e Jack, due cowboy anzi pastori, s’erano incontrati per un lavoro stagionale e la vita non li avrebbe più separati se non fosse sopraggiunto un tragico epilogo. Non c’entravano nulla coi successivi matrimoni, col Texas e il Wyoming, le macchine agricole e i figli da svezzare. Magari sarebbero stati dei mariti etero come tanti: sesso a scadenze stabilite, sbronze, distrazione, un po’ d’infedeltà.

Ma l’infedeltà verso le consorti i due cowboy preferivano consumarla fra loro, sotto una tenda montata in quota accanto a ruscelli guizzanti di trote, a Brokeback Mountain. Il proprio amore non era frutto soltanto di solitudine: sì chiuso e taciturno Ennis, estroverso Jack, ma i due, giovani e aitanti s’erano piaciuti e non potevano più fare a meno di quell’attrazione.

Dopo quattro anni di lontananza geografica ed esistenziale è Jack a non resistere a va a trovare l’amico. Neanche il tempo di raccontarsi cos’era accaduto e sono già avvinghiati a baciarsi.

Ne resta scioccata Alma, moglie di Ennis, che li vede da una finestra. Per un po’ resiste alle partenza “per la pesca” del suo cowboy poi non ce la fa più e chiede il divorzio. Jack economicamente sta meglio, il business della moglie Lureen lo garantisce mentre Ennis deve lavorare duro da bovaro e talvolta per questo motivo non riesce ad accondiscendere alle richieste d’incontro dell’amico. Però non cede al suo piano di mollare tutto e mettere su un ranch insieme. Conosce l’ipocrisia e i preconcetti di una parte della società e sa che due uomini che condividono lo stesso tetto finiscono male, ricorda d’averlo visto da bambino.

Jack è frustrato da questa situazione a volte fugge a cercare sesso mercenario in Messico e la cosa fa scattare gelosia e tensioni nell’amico. Però Ennis vedeva lontano, lui conosce l’anima buia e razzista di certa America, l’odio per la diversità così radicata nel mondo rurale e quest’intolleranza si riverserà sull’amato Jack, massacrato a colpi di spranga in un campo. Di lui gli resterà il giubbotto jeans, che la madre gli cede, sul quale è impresso indelebile il profumo della pelle dell’amato.

Regia: Ang Lee
Soggetto e sceneggiatura: Larry McMurtry, Diana Ossana
Direttore della fotografia: Rodrigo Prieto
Montaggio: Geraldine Peroni, Dylan Tichenor
Interpreti principali: Health Ledger, Jake Gyllenhaal, Michelle Williams, Anne Hathaway
Musica originale: xDylan Tichenor, Gustavo Santaolalla
Produzione: Focus Features, River Road Entertainment
Origine: Canada, 2004
Durata: 134’

Messaggi

  • Ho visto ieri il film in anteprima a Roma. E’ un film verabente bello, rispondente all’articolo pubblicato e in più coinvolgente sia emotivamente che culturalmente. I personaggi, al di là della loro potenza come umanità, sono descritti in maniera adeguata ai tempi in cui vivono: Jack che vorrebbe una vita col suo amato e Ellis che capisce quali siano i problemi di un’America degli anni ’60/’70 bigotta e provinciale contro l’omosessualità che li condannerebbe senza appello. Tuttavia l’amore li possiede entrambi e forse è quello che conta. Un film che parla d’amore. Bene ha fatto a vincere.

    Giovanni Croce