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L’altra America in marcia per la pace

Publie le domenica 25 settembre 2005 par Open-Publishing

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di red

Il mondo si mobilita contro la guerra in Iraq. Da Londra, Washington, Roma, Parigi, Berlino, Copenhagen, Helsinki un unico appello: stop alle armi. I pacifisti hanno invaso le strade di Washington per marciare verso la Casa Bianca, per protestare contro Bush, la sua politica, la sua guerra. E in miglaia nella capitale britannica - 100mila secondo gli organizzatori- hanno risposto all’appello della coalizioneStop The War, del movimento per il Disarmo nucleare e dell’associazione musulmana della Gran Bretagna. Si sono dati appuntamento davanti al Parlamento di Westminster, zona off limits con le nuove regole antiterrorismo, proprio in gesto di sfida e per far risuonare la loro accusa:"Blair sei un bugiardo". Gli scontri di questi giorni a Bassora, che hanno portato all’incriminazione di due soldati britannici da parte di un giudice della città irachena, hanno dato nuovo alimento al fuoco della protesta.

Ma la protesta americana non è solo contro la guerra. Migliaia di persone si sono riversate sui prati del Mall, di fronte alla Casa Bianca a Washington, e il loro messaggio di pace si accompagna alle denunce nei confronti della gestione incompetente e criminale della crisi di New Orleans dopo l’uragano Katrina. «Da New Orleans all’Iraq, fermiamo la guerra alla povertà», è uno degli slogan lanciati da una folla che riunisce attivisti di molteplici provenienze, compresi no-global arrivati a Washington per manifestare contro i leader della finanza mondiale riuniti per il vertice del Fondo Monetario. Come a dire siamo tutti vittime dell’amministrazione Bush.

Una manifestazione organizzata da «Act Now to Stop the War» e «End Racism», il cui coordinamento raccoglie centinaia di piccoli e medi gruppi pacifisti in tutto il Paese. A guidare il popolo della pace Cindy Sheehan, la madre coraggio che ha perso il figlio in Iraq, il simbolo del nuovo pacifismo americano. Dopo essersi accampata per 25 giorni in agosto davanti al ranch del presidente Bush a Crawford, la «Peace Mom» più famosa d’America è ora a pochi isolati dalla Casa Bianca dove insieme alle altre attiviste di «Gold Star Mothers for Peace» ha riallestito Camp Casey - dal nome del figlio 24enne della Sheehan ucciso in Iraq l’anno scorso. «Arriveranno più di 100mila persone», si è detta fiduciosa la Sheehan. Con lei, sul palco, numerosi protagonisti del fronte anti-Bush, come il reverendo nero Jesse Jackson. «Occorrono sempre più manifestazioni come questa, anche in Italia, anche in Europa - ha detto Jackson - perché la guerra in Iraq è costruita su totali bugie, le uniche armi di distruzione di massa le ha portate là Donald Rumsfeld. Dobbiamo chiudere questa avventura e lanciarci in una guerra vera, quella contro la povertà». E dopo la marcia per le strade della città un grande concerto che vede tra gli artisti sul palco anche la cantante Joan Baez. Ma quella di Washington non è l’unica manifestazione: cortei pacifisti anche a Los Angeles, San Francisco e Seattle.

E si è marciato per la pace anche a Parigi dove associazioni francesi, americane e franco irachene si sono riunite in Piazza della Concordia, davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, per unirsi all’appello mentre a Roma i cittadini americani di «U.S. Citizens for Peace Justice» che vivono nella capitale hanno indetto un sit-in davanti all’ambasciata americana di via Veneto.

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