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Militari Usa denunciano torture sui prigionieri afghani e iracheni

Publie le martedì 27 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti USA

di red

Pressato dall’imminente pubblicazione di un documento, da parte dell’organizzazione umanitaria Human Right Watch, che denuncia l’ennesima serie di torture in Iraq, l’Esercito degli Stati Uniti è stato costretto ad annunciare di avere aperto un’inchiesta interna.

Secondo dell’organizzazione umanitaria, uno o più soldati della base di Fort Bragg, in North Carolina, hanno assistito e sentito parlare di casi di tortura inferta da soldati americani a prigionieri iracheni in una base militare in Iraq. In uno dei casi in questione sarebbe stata utilizzata una mazza di baseball per far parlare uno dei prigionieri. Secondo queste testimonianze diversi prigionieri, oltre ad essere stati picchiati, sarebbero stati torturati.

Alcuni di essi sarebbero stati obbligati a tenere in braccio, per lungo tempo, pesantissime bocce di acqua minerale. Quelli che non collaboravano non avrebbero ricevuto da mangiare e sarebbe stato impedito loro di prendere sonno. Le sevizie spesso sarebbero avvenute seguendo precisi ordini o con il consenso degli ufficiali superiori. Un capitano e due soldati riferiscono di alcuni episodi espliciti. Il capitano cercò per 17 mesi di sollevare il caso dei maltrattamenti e di ricevere chiare linee di condotta dai superiori. Il militare riferisce che gli fu risposto di guardare da un’altra parte e che i suoi sforzi potevano danneggiare la sua carriera.

I tre testimoni, non identificati per nome nel rapporto, hanno raccontato che alcuni militari della 82 Divisione aerotrasportata in una base avanzata, vicino Falluja, hanno commesso torture sui prigionieri. Il portavoce dell’esercito, Paul Boyce, ha detto che esperti dell’esercito hanno parlato con il capitano e aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni da lui riportate “come possibile testimone di tortute o abusi durante la sua ferma in Afghanistan o Iraq”.

I fatti al vaglio degli inquirenti sono avvenuti tra l’estate 2003 e la primavera 2004 e sono molo simili a quelli avvenuti nella base di Abu Ghraib. Con la testimonianza, intanto, dei periti della difesa e dell’ex amante Charles Graner, si avvia alla conclusione il processo a Lynndie England, la soldatessa con l’iracheno al guinzaglio diventata il simbolo di quegli abusi ai prigionieri di guerra a Abu Ghraib.

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