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Fausto Bertinotti : VOGLIO... uscire dalla povertà (9)

Publie le lunedì 10 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi Fausto Bertinotti Primarie

di Fausto Bertinotti

La perdita del potere di acquisto di stipendi e pensioni è un fenomeno di tali dimensioni che, ormai, anche la grande stampa e le principali forze politiche, anche di governo, sono costrette a riconoscerlo.

Il punto dirimente è, però, il seguente: tale enorme fatto non è frutto di una catastrofe naturale o il risultato neutro di eventi oggettivi. E’ il risultato specifico delle scelte di politica economica e sociale che la ricetta del neoliberismo ha imposto ai governi. Anche qui, il governo Berlusconi, con la radicale rozzezza con la quale ha applicato una linea che ha scelto come referente la speculazione finanziaria, non rappresenta una cesura con le politiche precedenti o una anomalia con quelle praticate da chi ha voluto imporre il dominio del neoliberismo.

I dati parlano con una chiarezza estrema: negli ultimi 10 anni, la quota di reddito del lavoro dipendente sul Prodotto Interno Lordo è scesa di 10 punti. Ci troviamo di fronte a una distribuzione del reddito di tipo "sudamericano": il centile di popolazione più ricca ha un reddito di 187 volte superiore al centile della popolazione più povera.

La divaricazione tra la società in basso e la società in alto si inasprisce: diminuisce in maniera drammatica il potere di acquisto di salari e pensioni ma aumentano (nell’ultimo anno del 13%) i depositi bancari superiori a un milione di euro e la bolla speculativa immobiliare schizza ancora più in alto. La finanziarizzazione dell’economia, la rendita speculativa (favorita dai provvedimenti assunti dal governo, come il rientro dei capitali illegalmente esportati) è il cancro che divora i bilanci delle famiglie e la capacità di reggere dell’intero sistema economico.

Manca ancora la percezione reale del livello di disperazione che tale condizione di impoverimento determina in vaste aree sociali, in intere generazioni di anziani e di giovani, nella condizione di vita metropolitana. Un solo dato tra gli innumerevoli usciti in questi mesi: esclusi i mutui per l’acquisto di una casa e gli indebitamenti a breve (le carte di credito), negli ultimi due anni è ricorsa a prestiti da banche e finanziarie una famiglia su cinque.

Tradotti in numeri assoluti, il dato è impressionante, si parla di almeno un milione trecentomila famiglie che si indebitano per tentare di arrivare a fine mese.

Solo nell’ultimo anno, come hanno denunciato le associazioni dei consumatori, la perdita di potere di acquisto è stata come rinunciare ad un mese di retribuzione da stipendio o pensione.

È necessaria una terapia d’urto per l’uscita dalla condizione generale di povertà:

 un intervento per l’aumento di salari e pensioni, il superamento della "bugia di Stato" chiamata inflazione programmata e l’introduzione di un sistema di adeguamento automatico di salari e pensioni all’inflazione reale;

 il blocco dell’aumento di tariffe che lo Stato determina o controlla;

 l’introduzione del salario sociale per i disoccupati e i giovani in cerca di lavoro.

Rifondazione Comunista Parigi (Bellaciao)

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