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Lettera aperta di Cindy Sheehan a Barbara Bush : Signora Bush, io accuso

Publie le venerdì 25 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Guerre-Conflitti USA medio-oriente Cindy Sheehan

di Cindy Sheehan

Cara Barbara,
il 4 aprile 2004 suo figlio maggiore ha ucciso mio figlio maggiore, Casey Austin Sheehan.

A differenza del suo figlio maggiore, il mio era una persona meravigliosa e si era arruolato per servire il suo Paese e per cercare di rendere il mondo migliore. Casey non voleva andare in Iraq, ma conosceva il suo dovere.

Suo figlio si assentò senza permesso dalla sua unità speciale.

George non riusciva nemmeno a sopportare l’Alabama Air National Guard. Casey si è arruolato nell’esercito prima che suo figlio ne diventasse il comandante in capo. Sappiamo tutti che suo figlio pensava di invadere l’Iraq già nel 1999. Casey era un uomo morto ancor prima che George diventasse presidente e ancor prima di arruolarsi nell’esercito nel maggio 2000.

Ho educato Casey e gli altri miei figli ad usare le parole per risolvere i problemi e i conflitti. Fin da quando erano molto piccoli ho detto ai miei quattro figli che è SEMPRE sbagliato tirare calci, mordere, picchiare, graffiare, tirare i capelli ecc. Se i più piccoli non riuscivano a trovare le parole per risolvere i loro conflitti senza fare ricorso alla violenza, li ho sempre incoraggiati a ricorrere ad un mediatore come, ad esempio, un genitore, un compagno più grande o un insegnante che li aiutasse a trovare le parole adatte.

Lei ha insegnato a George ad usare le parole e non la violenza per risolvere i problemi? Le ha insegnato che uccidere altre persone per ricavarne dei profitti e per il petrolio è SEMPRE sbagliato? Ovviamente no. Ero anche solita lavare la bocca dei miei figli con il sapone nelle rare occasioni in cui mentivano... ha fatto la stessa cosa con George? Può farlo ora? Ha mentito e continua a mentire. Saddam non aveva né armi di distruzione di massa né legami con Al Qaeda e i promemoria di Downing Street provano che suo figlio lo sapeva benissimo prima di invadere l’Iraq.

Il 3 agosto 2005 suo figlio ha dichiarato di aver ucciso mio figlio e altri coraggiosi e onesti americani per una "nobile causa". Ebbene, Barbara, da madre a madre, questa dichiarazione mi ha mandato su tutte le furie. Invadere e occupare un altro Paese che, come è stato dimostrato, non costituiva una minaccia per gli Stati Uniti non la considero una "nobile causa". Non credo che invadere un Paese, ucciderne i cittadini innocenti e distruggerne le infrastrutture per far arricchire i profittatori di guerra della sua famiglia e degli amici della sua famiglia sia una nobile causa.

Così ad agosto sono andata a Crawford per chiedere a suo figlio per quale nobile causa ha ucciso mio figlio. Non ha voluto parlarmi. È stato un gesto di incredibile maleducazione. Ritiene che un presidente, si tratti pure di suo figlio, debba essere così inaccessibile ai suoi datori di lavoro? In particolare se si tratta di una persona la cui vita George ha completamente devastato?

Da agosto sono stata diverse volte alla Casa Bianca per cercare di incontrare George e la settimana prossima sarò nuovamente a Crawford. Pensa di poterlo chiamare e chiedergli di fare ciò che è giusto ritirando le truppe da questa guerra illegale e immorale da lui insensatamente iniziata? Mi dicono che lei è una delle poche persone con cui ancora parla. Non parla con suo padre che ben conosceva le difficoltà e l’impossibilità di invadere l’Iraq e per questa ragione decise di non farlo in occasione della prima guerra del Golfo. Se non può dirle di ritirare le truppe può almeno sollecitarlo ad incontrarmi?

Ecco quanto lei stessa disse nel 2003, poco più di un anno prima che il mio caro, dolce Casey fosse assassinato dalle politiche di suo figlio: «Perché dovremmo sentir parlare di sacchi di plastica con dentro i cadaveri e di morti? Intendo dire che non è rilevante. Perché dovrei sprecare il mio prezioso cervello per occuparmi di cose del genere?» (Good Morning America, 18 marzo 2003).

Debbo dirle qualcosa, Barbara. Nemmeno io volevo sentire parlare di morti e di sacchi di plastica con dentro i cadaveri. Il 4 aprile 2004 tre ufficiali dell’esercito sono venuti a casa mia per dirmi che Casey era morto in Iraq. Sono caduta a terra urlando e pregando il crudele Angelo della Morte di prendere anche me. Ma l’Angelo della Morte che ha preso mio figlio è suo figlio.

Casey è tornato a casa il 10 aprile in una bara avvolta da una bandiera. La mia mente è piena di immagini del suo corpo bellissimo in un feretro e del ricordo di aver sepolto il mio coraggioso e onesto figliolo ancor prima che la sua vita avesse inizio. La mente meravigliosa di Casey è stata spenta dal proiettile di un insorto che lo ha colpito al capo, ma a tirare il grilletto avrebbe potuto essere benissimo suo figlio.

Oltre che incoraggiare suo figlio a mostrare un po’ di onestà e di coraggio facendo finalmente ciò che è giusto, non crede di dovere a me e a tutti gli altri genitori della Gold Star Families for Peace (N.d.T. Organizzazione che riunisce i parenti di soldati morti in Iraq) delle scuse per il suo crudele e avventato commento?
Le politiche sorprendentemente ignoranti, arroganti e sconsiderate di suo figlio in Iraq sono responsabili di molto dolore e di molti problemi in tutto il mondo.

Può farlo fermare? Lo faccia prima che altre madri abbiano a soffrire in modo insensato e crudele. Ce ne sono già state molte in tutto il mondo.

Traduzione di Carlo Antonio Biscotto

http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=45925