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Ring Dario Fo-Mantovano: Uno a zero.

Publie le giovedì 8 dicembre 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Incontri-Dibattiti Movimenti Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Grandioso all’Infedele: Dario Fo (Soccorso Rosso) che mette in fuga Mantovano (Autorità Nera).

Dopo che Dario Fo gli aveva mostrato un suo disegno sui poliziotti che manganellavano i valligiani, disegno che Mantovano non ha gradito, eppure era fatto bene, e il titolo era chiaro: “CONTATTO”, e si vedevano benissimo i manganelli come contattavano i crapun, è il famoso contat-TAV, e dopo che Mantovano aveva negato la presenza di duemila poliziotti dicendo che erano solo mille più di quelli che già ci stavano (ma i conti!?), Mantovano, livido e con le borsine sotto gli occhi, aveva cominciato un determinato e lento (Mantovano intacca un po’, non potrebbe parlare veloce neanche volendo) discorso populista e un po’ qualunquista, gia’ interrotto mezz’ora prima, ma evidentemente imparato a memoria e che voleva finire comunque:

“Io... pprovengo... dal... ttacco... dell’Italia - diceva imputandosi il sottosegretario degli interni- (è nato a Lecce) e mi sento, pper quanto può sembrare pparadossale (e può ben dirlo!), pprofondamente vicino alla popolazione della Val di Susa in questo momento, in quanto proveniente anche da una zona che veramente non è stata avvantaggiata dalla natura e dalla collocazione geografica (e io che credevo che i problemi della Valsusa fossero svantaggiati dal governo!). Ho sentito parlare di militarizzazione (ohibò e da chi?), ma.... al Governo, al Ministero degli Interni, alle Forze di Polizia non fa ‘nessun piacere’ distogliere mille uomini che sono adibiti in quel territorio a compiti loro propri, per esempio di prevenire le rapine nel nord o di intervenire in zone che richiedono l’intervento delle forze di polizia come la Calabria...”

A quel punto Dario Fo, che aveva lietamente e con grande interesse ascoltato proprio tutti, lo interrompe (ah, sacrilegio!) in modo concitato: “E’ falso! E’ un po’ falso! Scusi, scusi, e’ un po’ falso, scusi, signor ministro, perché giocare sul ricatto? Loro non avrebbero diritto di difendere il proprio territorio perché altrimenti portano via le forze che dovrebbero fare la guardia e soprattutto decimare i ladri?!?! Bravo! Bravo! Mooolto bravo! Sottile, soprattutto! Lo stesso discorso di Don Abbondio! Uguale, preciso!”

Allora Mantovano si arrabbia moltissimo e decide di andarsene di corsa e comincia a strapparsi convulsamente migliaia di fili che gli penzolano sotto la giacca, sotto le mutande, nelle scarpe... ma quanti gliene hanno messi? Mancano solo le lucine.. si vede che non vede l’ora di chiudere la pietosa sceneggiata e mentre si strappa via l’intera filiera sborbotta ormai nel panico che... va a fare dell’altro che e‘ “utile altrove” e la telecamera impietosa non lo molla per alcuni lunghissimi istanti mentre ciansfruglia con fili e filetti e alla fine affonda nel buio del video con un grosso respiro del pubblico affascinato e sotto sforzo... ce l’ha fatta! deo gratias! E tutti sono andati a fare pipì.

Grande Dario! Se li fulmini così alla prima battuta a Milano hai già la fascia di sindaco al collo!
Per male che ti vada ti faranno governatore della Valsusa.

Il seguito della puntata è stato ideologicamente più interessante.

Piacevolissimo un economista, Mario Ponti, mefistofelico pontiere, antiambientalista, proglobal e diretto figlio della Banca Mondiale, che sotto un tiro incrociato di interruzioni è riuscito nonostante a dire:

“Attualmente c’è qui un traffico di 8 milioni di t. di merci e questo traffico è in continua diminuzione, l’opera non è assolutamente economica, la TAV nasce in Francia come Alta Velocità per le persone, e in Francia è una linea specifica che porta solo passeggeri, poi, miracolo! visto che gli aerei costano meno, diventa di colpo per le merci. Nessuno parla di questo miracolo! Non me ne frega niente dell’ambiente (ma non è poi vero) perché pagando si può porre rimedio. Ma di lì passano su rotaia solo 8 milioni di t l’anno, si dice che con la TAV ne passeranno 40, ottimo, no! Si risolve traffico e inquinamento, ma economicamente ho dubbi rilevanti. Ora di passeggeri ce ne sono 2 milioni l’anno, cioè 12 treni, per una linea che avrà la capacità di 300 treni! Ma la velocità c’è già e si chiama linea aerea, frutto della globalizzazione che io amo molto, gli aerei sono molto inquinanti, ma possono non esserlo gli aerei ecologici che costano poco di più. A me dell’inquinamento non importa nulla, però mi importa parecchio dei denari pubblici che saranno ben di più di quei 13 miliardi di euro. Con parte di quei soldi si può obbligare gli aerei a bruciare biocombustibile invece di kerosene e si farebbero volare aerei per secoli!

Lerner nota che anche Ciampi ha detto che è un danno grave che l’Italia resti tagliata fuori dall’Europa, isolata dal progetto europeo. Ma Ponti insiste:
“Le merci sono in diminuzione, tra vent’anni potrebbero aver preso altre strade e la tipologia potrebbe essere diversa, si spera, abiti di Armani e microchips piuttosto che merci povere e pesanti.

Lerner mostra la cartina dei valichi: Frejus, Montebianco; Gran S. Bernardo; Loetschberg; S. Gottardo; S. Bernardino; Brennero; Tarvisio.

“In Valsusa ce ne sono molti, quello del Monte Bianco sappiamo quanti guai ha provocato e sappiamo che procedono in gran carriera due lavori, tra l’altro anche molto bene, senza mortalità di chi ci opera: il raddoppio del S. Gottardo in Svizzera, e il Loetschberg, così come stanno procedendo bene i lavori del raddoppio del Brennero. Lo stesso all’estremo Est, tanto che Illy, presidente del Friuli Venezia-Giulia, è un sostenitore acceso del TAV. Ma è da vedere se nell’ambito di queste merci, per es. che partono da Milano e devono raggiungere il Corridoio 5, il percorso è strategico e richiede necessariamente questa via col traforo di un tunnel di 54 km che è molto, molto, costoso.”

Insomma lo capirebbe anche un cieco che le vie possono essere altre ed è stoltissimo incaponirsi qui.

Ponti: “ Gli investimenti, mi hanno insegnato, devono essere produttivi. Se io alla Banca Mondiale arrivavo con questi numeri, venivo buttato fuori in 30 secondi. Il che crea qualche dubbio... Qui l’opera costa troppo, 13 miliardi tutti a fondo perduto e il ritorno è molto piccolo, sotto il 10%, e se il costo del treno è alto le merci non viaggiano e preferiscono i tir, perché costano meno. Poi si dà il caso che la letteratura internazionale, il libro di Rottengarten, sulle grandi opere, che analizza una cinquantina di opere simili in giro per il mondo, abbia dedotto che le opere di questo tipo costano un terzo più del previsto e richiedono un terzo di più del tempo e il traffico è minore di quello stimato del 40%. Tutti gli interessi costituiti concorrono nel falsare i dati, diminuendo i costi e aumentando i vantaggi per spingere l’opera, ma chi risponderà tra vent’anni se quel traffico non c’è? come è accaduto per la Manica dove i costi sono doppi? Nessuno degli interessi che ora qui difendono l’opera.”

Dario Fo chiede perché non si potenzia la linea ferroviaria che c’è già e che è utilizzata al 36%.

Scarpa, economista universitario di Brescia: “Il tunnel sotto la Manica è fallito due volte, perché il traffico è risultato inferiore alle stime e perché c’era una società che si è esposta al rischio. In Italia purtroppo non sarà nemmeno così, non c’è una società che ci mette del suo o al più per un 30% di denaro privato. Poi c’è il sistema del General Contractor, per cui l’impresa deve avere dei ricavi che compensino i costi, il che non sarà, dunque interverrà lo stato e ci dobbiamo preparare ad un aumento della spesa pubblica. Tutto questo è giustificato? E non abbiamo messo in conto il rischio ambientale. I grossi vantaggi saranno solo per chi costruisce l’opera non per i cittadini. Occorre anche capire che l’industria, se sarà obbligata a spostare le merci col treno avrà un aumento dei costi.”

Realacci (Margherita) dice che per spostare le merci su rotaia non basta la TAv in Valsusa ma ci dovrebbe essere una reale volontà politica su tutto il territorio e questo richiederebbe spese enormi. Lancia anche un dubbio: dice che gli sembra una vera astuzia quella delle cariche in Val di Susa come espediente per mascherare il grosso fallimento di Berlusconi sulle grandi opere, così potrà dire che non le ha fatte per gli ostacoli posti da sabotatori di estrema sinistra. La sua legge obiettivo prevedeva 300 grandi opere in cui c’era di tutto, dal ponte di Messina che non ha alcun senso alla tangenziale di Cortina. Occorre che il governo decida le priorità di questi lavori, perché non fare prima la Salerno-Reggio Calabria o l’autostrada Bologna- Firenze che sono incompiute e con lavori bloccati per mancanza di soldi?”

L’economista Ponti nota che la TAV in Valsusa costa come 4 ponti di Messina messi in fila. Ed è inutile dire che i camion inquinano gravemente la Valsusa quando inquinano allo stesso modo tutta l’Italia. E ricorda che nessuno ha previsto nel progetto le compensazioni per i valligiani, né ambientali né personali per il danno che ne verrà.

Insomma questo progetto non ha capo né coda, hanno pensato solo agli utili personali, ma, quando si accenna a scegliere un valico più facile meno costoso sopra Milano, Chiamparino scatta a dire che così ci rimette il Piemonte. Eh, andiam bene, le regioni non sono ancora decollate e già si scannano sui fondi dei progetti. E poi li chiamano progetti nazionali! Troppe cose non sono state previste e Lerner rincara la dose osservando che ha l’impressione che molti non ne abbiano mai sentito parlare (vedi Ciampi).

Si risponde anche al quesito come mai i Francesi non manifestano. Il sindaco Mauro Russo spiega che anche in Francia c’è opposizione ma meno organizzata e messa a tacere, però la situazione del territorio è diversa, c’è una stretta valle a budello poco abitata, molto infrastrutturata con un’altra utilizzazione e le due valli non si somigliano affatto.
Insomma il problema non è la TAV ma il fatto che la TAV si faccia qui.

Un sindacalista sottolinea la vergogna di un ministro che scappa, dice “Il sottosegretario è dovuto scappare perché non sapeva che dire”, e dice della vergogna dei posti di blocco che impediscono alla gente di tornare a casa e hanno fermato anche due infermiere che andavano dai malati.

Solo la FIOM è stata dalla parte dei valsusini, la FIOM sta anche nel Torino Social Forum.

Lerner è curioso di sapere come funziona la democrazia partecipata e la valorosa e vivace sindaco Simona Pagnat risponde dice che c’è un coordinamento tra i 30 sindaci, amministratori , movimenti spontanei e comitati. Tengono i cellulari sempre accesi e sono pronti 24 ore su 24.

Determinati ma seri.

In modo assolutamente pacifico.

In 80.000 hanno sfilato e non c’e’ stato nemmeno un petardo o una scritta su un muro.

Contro l’ingiusta militarizzazione il sindaco Mauro Russo recita due articoli della Costituzione:

“La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”

”Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni poltiche”

Siamo davanti a comportamenti gravemente lesivi dei diritti di noi tutti.

Siamo di fronte a un governo che calpesta i diritti fondamentali dei cittadini, con l’aiuto di una opposizione che gli dà appoggio nel sopruso.

Questo non è sopportabile!

No pasaran!

Messaggi

  • Montovano ma come fà a negare l’uso della violenza sui manifestanti. Capisco che ce l’abbia a morte con i comunisti. Alla manifestazione c’erano donne, bambini, padri di famiglia, preti, politici, persone pacifiche. Hanno ragione i verdi quando dicono che il cetrodestra, sta provocando perchè non sogna altro che accusare il centrosinista di aver aizzato il disordine pubblico. Sono contento che ilcentrosinistra sia rimasto compatto e tranquillo senza intervenire a favore perchè questa faccenda sarebbe divenuta una patata troppo bollente da dominare. Il gioco della destra fascista che usa il manganello facilmente è esasperare i manifestanti perchè si ribellino, quando a manifestare sono i pacifici caro Montovano non alziamo le mani. La TAV si farà prima o poi ma non deve essere imporre delle scelte e decisioni con la violenza. Un stato democratico usa il dialogo, per discutere un’alternativa. La gente è scontenta. Allora bisogna ristudiare la TAV.

    RINALDO SIDOLI
    SIDOLI.ORG