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Elezioni Regionali della Costa Caribe del Nicaragua. Per chi?

Publie le mercoledì 1 marzo 2006 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti Governi America Latina

Denunce di brogli, molta confusione, popolazioni abbandonate

di Giorgio Trucchi

"L’effervescenza dei partiti politici nel disputarsi il controllo della Costa Caribe nicaraguense nelle prossime elezioni regionali del 5 marzo 2006, contrasta con il disinteresse e l’allarmante disincanto della popolazione costeña nei confronti delle sue autorità, le quali si sono da sempre preoccupate più per il proprio arricchimento che del miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti delle Regioni Autonome della Costa Atlantica Nord (Raan) e Sud (Raas)".

Con queste parole iniziava un reportage apparso su El Nuevo Diario alcuni mesi fa, inquadrando in modo drammaticamente realistico la situazione di abbandono dell’intera zona centrale e orientale del paese.

Le elezioni della prossima settimana per rinnovare i Governi Regionali della Costa Atlantica o Caribe, hanno assunto quest’anno una grande importanza per i partiti tradizionali e per il potere politico centralizzato della Costa Pacifica.
Saranno un banco di prova in vista delle Elezioni presidenziali di novembre, ma soprattutto, serviranno per stabilire lo stato di salute dei vari partiti, soprattutto per una destra divisa e con un futuro incerto, e per la prima uscita di quelle che si propongono come alternative ai partiti tradizionali, la Alianza Herty 2006 e la Alianza Liberal Nicaraguense (ALN).

Il Frente Sandinista (Fsln) ha spiegato tutte le sue forze per poter ottenere un secondo successo elettorale dopo quello delle Elezioni Municipali del 2004 e per creare un precedente negativo alle aspirazioni dell’ex sindaco di Managua, Herty Lewites.
Dopo essere stato espulso dal Frente Sandinista, l’ex sindaco ha formato un movimento a cui hanno aderito gran parte delle figure storiche fuoriuscite dal partito durante gli anni novanta, come l’ex vicepresidente e scrittore Sergio Ramírez, l’ex Ministro della Cultura e poeta Ernesto Cardenal, la scrittrice Gioconda Belli, la ex deputata Monica Baltodano e gli ex Comandanti della Rivoluzione Luis Carrión, Henry Ruiz e Victor Tirado.
Lewites si è inoltre alleato con il Movimiento de Renovación Sandinista (Mrs), presieduto dalla Comandante guerrigliera Dora María Téllez e con Alternativa Cristiana.
L’obiettivo dell’ex sindaco é quello di contendere il voto sandinista, durante le prossime elezioni di novembre, all’eterno candidato del Frente Sandinista, Daniel Ortega e queste elezioni regionali diventano un banco di prova molto importante.

La destra nicaraguense vive una situazione abbastanza simile.
Il Partido Liberal Constitucionalista (Plc), ancora strenuamente legato alle vicissitudini del proprio leader ed ex Presidente Arnoldo Alemán, ha avuto importanti defezioni al suo interno e sembra non essere più in grado di fungere da catalizzatore di tutte le forze antisandiniste presenti in Nicaragua.
Dopo aver sofferto l’abbandono di tutte quelle persone che hanno seguito l’attuale Presidente della Repubblica, Enrique Bolaños e che si sono riunite sotto la bandiera del nuovo partito "Alianza por la República" (Apre), il Plc ha vissuto un’ulteriore scissione per mano dell’ex Ministro dell’Economia, Eduardo Montealegre.
Il famoso banchiere ha fondato la Alianza Liberal Nicaraguense (Aln), riuscendo nel giro di pochi mesi a formare un gruppo parlamentare nella Asamblea Nacional (sottraendo deputati al Plc e agli Azul y Blanco), a proporsi come reale alternativa al partito di Alemán ed a coinvolgere nel suo progetto ampi settori della Resistencia Nicaraguense (ex Contra), del Partido Conservador e del settore Evangelico.
Anche per Montealegre, le elezioni Regionali della Costa Caribe diventano quindi un vero e proprio banco di prova per misurare la stato di salute del suo partito e una prova di forza nei confronti del Plc.

La partecipazione a queste elezioni dei partiti indigenisti, come Yatama, che per la prima volta era riuscito a vincere in tre Comuni durante le elezioni municipali, rischia ora di rimanere schiacciata dalla potente macchina elettorale dei partiti del Pacifico, che si giocano una parte del proprio futuro in vista delle elezioni di novembre.

In mezzo a tanta tensione, non sono mancate le polemiche e le reciproche accuse di star preparando frodi elettorali.
Da più di un mese, i magistrati del Consejo Supremo Electoral (CSE) legati al Partido Liberal si rifiutano di partecipare alle sessioni di questa istituzione, facendo mancare il quorum di legge.
La loro posizione è motivata dal fatto che i loro colleghi magistrati, legati al Fsln e l’attuale Presidente del CSE, Roberto Rivas, stiano violando l’applicazione della Legge Elettorale, impedendo l’utilizzo degli articoli 41 e 116 della legge.
Questi articoli, creati appositamente durante la riforma alla Legge Elettorale del 2000, permettono alle persone che non figurano nei Registri Elettorali dei seggi dove risultano residenti, di poter votare ugualmente presentando due testimoni che dichiarino che effettivamente risiedono in quella circoscrizione.
Questo metodo era stato usato dal Plc durante le elezioni presidenziali del 2001.
In quell’occasione, il partito di Alemán aveva fatto un uso improprio di questi articoli e si sospetta che moltissima gente sia stata letteralmente trasportata a votare, con presunti testimoni, nelle circoscrizioni dove il Frente Sandinista avrebbe ottenuto una sicura e netta vittoria.
I registri elettorali così modificati, con la presenza quindi di tutte le persone che avevano votato con testimoni, erano poi stati confermati per le Elezioni Municipali del 2004, ma il CSE aveva di fatto proibito il voto con testimone.
Il risultato era stato estremamente negativo per il Partido Liberal, dato che molti dei suoi probabili elettori si erano ritrovati iscritti in circoscrizioni molto lontane dai loro reali luoghi di residenza (cioè dove erano stati portati a votare tre anni prima) ed alla fine, avevano rinunciato al voto.
In vista delle Elezioni regionali, i magistrati legati al Plc hanno quindi iniziato una lunga lotta per ottenere nuovamente l’applicazione dei due articoli della Legge Elettorale, anche in vista dell’utilizzo che ne potrebbero fare a novembre.

La crisi si è ulteriormente aggravata quando, grazie a una dubbia risoluzione della Sala Costituzionale della Corte Suprema de Justicia, a cui non sono stati convocati i magistrati liberali della stessa Sala, il Consejo Supremo Electoral ha formato il quorum integrando i magistrati supplenti senza il consenso dei magistrati liberali.
Con questa azione, il CSE ha di fatto sbloccato la situazione e pur con grossi dubbi sulla legalità delle decisioni prese, ha avviato il processo elettorale regionale e quello nazionale di novembre.

Dopo numerosi tentennamenti e minacce di ritirarsi dalle elezioni, i partiti della destra nicaraguense e lo stesso Herty Lewites hanno alla fine deciso di prendervi parte, accusando comunque il Frente Sandinista di aver preparato le condizioni per un grosso broglio elettorale.
Intanto, alcuni partiti (Plc, Apre e Camino Cristiano) si sono riuniti per cercare gli strumenti legali per rendere nullo l’operato del CSE.
Indipendentemente dai risultati di queste elezioni, si sono già creati i presupposti per future critiche e non riconoscimenti dei risultati elettorali.

In mezzo a tanta confusione, accuse e lotte tra partiti, il vero perdente di queste elezioni sarà proprio il popolo costeño, ancora una volta usato per interessi politici che beneficeranno solo la zona Pacifica e il potere centrale e che continua a sopravvivere nella miseria, nell’abbandono e con livelli di analfabetismo, di mancanza di assistenza sanitaria, di disoccupazione e di disperazione in continua crescita.
E’ quindi probabile che l’indice di astensionismo tocchi livelli molto alti.
Gli unici veramente interessati a queste zone sembrano continuare ad essere i cartelli del narcotraffico, le multinazionali che sfruttano le risorse minerarie e la mafia, sempre più estesa, che s’impossessa del legname pregiato, accentuando il processo di desertificazione della zona e la distruzione di una delle più grandi riserve di biodiversità della Regione.