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PARIGI SI MILANO NO: vicino-lontano

Publie le martedì 14 marzo 2006 par Open-Publishing
24 commenti

Dazibao Movimenti Internazionale Partito della Rifondazione Comunista Parigi Doriana Goracci

di Doriana Goracci

Domenica 12 marzo 2006 ho acquistato, come spesso faccio, Liberazione e il Manifesto ma solo stamattina in treno ho potuto aprire il giornale del Prc. E guardo la prima pagina: a sinistra una foto con degli studenti francesi e la scritta Parigi SI - a destra due macchine bruciate, la gente che osserva dalle transenne Milano NO.

Mi diventano le guance rosse e non è la menopausa. Chi osa questo decalogo, chi osa a 24 ore dall’accaduto a Parigi e Milano sentenziare, schierarsi, intimidire così? Il Prc, il partito a cui sono stata iscritta per la prima volta nella mia vita dal 2001.

Il partito l’avevo conosciuto a Genova, viveva nel movimento, era sensibile alla voce delle donne, degli invisibili, dei precari, dei diversi...Ho conosciuto in questi anni tutte le lotte territoriali, europee, lotte collettive e personali che hanno attraversato l’Italia.

Me li sono pagati da sola i Sfe, le manifestazioni a Roma e fuori, i viaggi in lungo e largo ritagliati nel tempo che trovavo, il mobbing sul lavoro, la fatica di essere nel movimento e nel partito: riunioni, comitati politici, forum, convegni,assemblee sit-in,appelli, telefonate,letture, spazi occupati e da occupare.

Già dalle elezioni europee si delineò la demarcazione dei violenti e non violenti, e continuammo nelle segreterie a parlare di nomine, candidature mancate, candidature intoccabili.Poi siamo arrivati alle primarie, con i “post Voglio”, quelli a cui il Segretario rispondeva compiacente e quelli a cui non rispondeva..

Arrivò la direzione del giornale di Piero Sansonetti, avevo dei dubbi ma le prese di posizione coraggiose sui migranti, sulla Bolkestein, sulla guerra, sino all’ultimo controManifesto che mi ha visto al solito sollecita nella firma, mi avevano fatta bene sperare..

Poi si è aperta la stagione del 9 aprile: sono ricominciati convegni buonisti e dei buoni che si accorpano come le pecorelle con il Pastore, nel timore che il lupo cattivo se le mangi: e giacchè l’ora si avvicina, non si pensi che 200-400 borghesucci invasati se la passino liscia dopo le smargiassate di Milano... La normalità, il ragionare, la non violenza, la tolleranza confluiscono tutti nel “ vota se vuoi cambiar davvero l’Italia”.

Che si affronti pure la violenza della signora Mussolini oggi e dei fascisti domani, ma nei salotti televisivi, dove sono stati candidati anche i diversi,anche le donne, che si parli di me insomma e non di quelli che rompono le uova non solo nei panieri...

Che dire quando “parla” la rabbia dei giovani, la rabbia di chi non ha lavoro, casa, sanità, cittadinanza, di chi non ha più nemmeno la voglia di sperare? Che dire della rabbia violenta? Certo le banlieus francesi sono lontane e ci si può ragionare, ma questa teppaglia nostrana va stroncata.

E allora mi chiedo, chi dovrei essere io? Una no global buona? Una pacifista che agisce e media i conflitti? Fuori e dentro di me?

Quale ruolo devo assumere il 9 aprile: donna-madre-compagna-laica-esodata-donna in nero-cittadina ? Quale ruolo calza meglio il 9 aprile o forse devo ricordarmeli tutti per infilarmi nell’urna turandomi il naso, chiudendo gli occhi e tappandomi le orecchie e non odorando il lezzo di bruciato?
Voi mi dite chiaramente e con forza: come a Parigi si, come a Milano no.

Nel ’68 ero già in strada ed è vero ho pensato subito l’11 marzo ad una rinnovata primavera che partirà dagli studenti come in quel mitico maggio: ma allora le barricate, i falò di Milano sono stati atti di “cattivi”? Io dove devo stare?

No , signori Bertinotti e Sansonetti, io non "devo" niente, né tantomeno vi devo niente. Ho pagato sempre e pagato tutto, anche e soprattutto quello che non avevo consumato.

Voi non potete dare ordini di pensiero ed azione. Le lezioni sulla non violenza, sul beneficio del dubbio, sul pensiero critico non le prendo più. Gli esami invece, quelli non finiscono mai: vale per me, ma ancora di più per voi che vi prendete “la delega” e siete pagati per questo.

Quella copertina, quella prima pagina del 12 marzo rimane una vergogna.

Degli altri neanche parlo.

Io continuerò a camminare, a far girare le mie parole e a credere nel vento che porta il profumo della primavera e del bruciato, porta anche le voci di chi è lontano-vicino e di chi ci sembrava vicino-lontano.

Messaggi

  • Eh, Doriana la logica è sempre la stessa!
    la resistenza si può fare lontano, non vicino
    a casa propria poi, per carità!

    In Iraq è sacrosanto mettere bombe nei mercati
    ed io mi chiedo: e che resistenza è quella?
    infatti per me si tratta di guerra fra bande
    (ma questo è un discorso da approfondire)

    qui se piglia fuoco una macchina apriti cielo!

    Il bello è che tutti costoro tempo fa
    non facevano altro che penegirici a Marcos,
    scordandosi la cosa fondamentale e la più giusta
    che aveva detto, per me:
    se volete aiutarci veramente lottate a casa vostra.

    vittoria oliva

  • grazie Doriana per questa lettera, per tua la rabbia e per la tua speranza.
    Solo così cambieremo il mondo.
    Un abbraccio Antonietta

    • Ciao Doriana e ciao Antonietta...

      sono perplessa.
      non ho visto Liberazione, quindi vi scrivo in base a quello che avete
      scritto. Non credo si possa davvero cambiare il mondo bruciando auto.
      A che giova?

      la rabbia è SACROSANTA e guai a chi perde la capacità di indignarsi.
      ma credo anche che la rabbia vada canalizzata e usata per COSTRUIRE, non per
      distruggere...
      sennò rimane uno sfogo sterile e alla fine controproducente.

      Non sembra anche a voi?
      spiegatemi, aiutatemi a capire cosa intendete, perchè io proprio non ci
      riesco...

      grazie comunque per le vostre considerazioni, che leggo sempre e reputo preziose.

      Giusy

  • Mi dispiace, Doriana, ma non è alternativo al fascismo chi si oppone all’esaltazione fascista della violenza con altra violenza. La violenza è sempre fascista. Vedi, inoltre, come gli fa comodo.
    A destra, la violenza è coerenza, a sinistra è contraddizione. Infatti, la sinistra è nata, esiste, per superare la violenza, ogni forma di violenza: diretta, strutturale, culturale. Anche la propria.
    Se oggi la sinistra è fiacca, contagiata dall’individualismo, è perché non ha ancora imparato il satyagraha gandhiano, che è la più grande forza, antitesi di ogni violenza.
    Utilizzando le tendenze negative che sono in tutti noi, il dominio spinge i dominati alla disperazione per spingerli alla violenza che lo imita e lo conferma, e duque al fallimento della liberazione.
    I dominati cominciano a liberarsi quando smettono di lasciarsi plagiare dal dominio che li fa disperare di essere capaci di alternativa. Ma per questa liberazione occorre tanta riflessione, interiorità, cultura, e dedicare tante energie in questa ricerca.
    La sconfitta dello schiavo è diventare come il padrone.
    Se uno in mezzo a noi fa violenza non è uno di noi. La nonviolenza positiva e costruttiva è l’azione giusta contro la violenza.
    Il mito arcaico della violenza giusta e risolutiva è il cavallo di Troia introdotto dai dominatori nella città dei dominati per fermare la loro lotta di liberazione.
    "La violenza è sempre suicida", dice esattamente Gandhi.
    E’ giusto gridare che le esibizioni di fascismo sono illecite democraticamente e legalmente; tuttavia non è la proibizione legale (come capì il Pci a suo tempo) che annulla il fascismo, ma la maturazione civile e nonviolenta, a cui fatti come quelli di Milano sabato 11 marzo non contribuiscono affatto, e che anzi impediscono, perché ogni violenza ed ogni apologia della violenza sono essenzialmente fascismo.
    Mi dispiace contraddirti, Doriana, perché spesso ti leggo con interesse, ma dobbiamo pensare molto su queste cose, che sono decisive.
    Enrico Peyretti

    • BRAVO a Enrico Peyretti!!!
      Pino Canale da Reggio Calabria (dove molti mafiosi credono nella violenza e finiscono la
      loro vita in carcere o ammazzati dagli "amici", con qualche eccezione)

    • Il discorso sulla violenza è ovviamente lungo e difficile.

      Merita tempo e attenzione.

      Riguarda ognuno dentro di sé, quel momento storico e la vita. Io - ad esempio - di certo non me la sento di dire a un iracheno cosa è Resistenza e cosa no, qual è quella buona e quale no, come invece ho sentito ancora da qualcuno all’assemblea nazionale di Firenze.

      Non me la sento di dire sempre e soltanto: Nonviolenza. Proporla a tutti. Così come allo stesso modo non dico: Violenza.

      Mi sentirei di formulare un’opinione che riguarda me e che sarebbe possibile presentare come tale.

      Per quanto mi riguarda, al momento mi limito ad affermare che: chi rappresenta la città antifascista di Milano - Medaglia d’Oro - è sceso in piazza alla manifestazione di sabato 11 marzo 2006.

      14/3/6 - Leopoldo BRUNO

    • Se io e tu, Enrico Peyretti, fossimo stati a Milano, a difendere coi nostri corpi inermi, con la nostra nonviolenza bella, i principi democratici e pseudotali, in cui crediamo di credere, dalle offese portate da quel gregge di piccoletti in maglietta nera, avremmo titolo per giudicare chi, pagando di suo, si è opposto a quei fatti.
      Ma eravamo altrove e con la pancia piena.

      C’é chi il fascismo e i fascismi subisce ogni giorno e più di noi, sotto casa nostra o nel sud del mondo.
      Ha la pancia vuota, la malattia lo consuma, e il ghiaccio nel cuore.
      Può permettersi di giudicare. Noi no.

      A volte è meglio tacere.

      Sandro Martis

    • Beh allora Sandro facciamo guerriglia tutti e dappertutto...tanto, come dici
      tu...nessuno ci può giudicare...
      ....e a quel punto non avremo sicuramente la pancia piena, ma magari
      saremo invece pieni di dubbi!

      Ciao,
      Davide

    • Distruggere a sprangate una vetrina o incendiare una macchina non possono sciogliere il ghiaccio nel cuore, non possono riempire la pancia, non possono guarire la malattia di chi è sotto casa nostra o nel sud del mondo.
      Le piccole azioni nonviolente e quotidiane invece sì.
      Fatte possibilmente tacendo.

    • Di tutto ciò che non si conosce, è meglio tacere.
      Probabilmente nessuno di noi, che animiamo questa gustosa e inutile
      discussione, era a Milano e ha potuto vedere, e ha potuto capire.
      Resta la malafede poliziesca, resta la stampa asservita al potere, resta la
      strumentalizzazione di destra e di sinistra per fini di scranno, restiamo,
      noi, i buoni. Quelli che l’obbedienza è di nuovo una virtù, quelli che non
      disturbano il manovratore. Quelli sempre pronti a dover dimostrare
      all’oppressore che no, non siamo contro di lui. Quelli sempre pronti a
      bastonare l’oppresso se non si presenta gentilmente all’oppressore.
      Quelli che la questura stima. Ché non diamo fastidio
      Certo, li conosco, quei "facinorosi", e so quanto stupidamente cadano nel
      tranello della provocazione poliziesca.
      Non per questo mi schiero con la polizia.
      Non per questo mi schiero con i gattopardi della sinistra. La sinistra? La
      sinistra ideale e romantica di Peyretti? O la sinistra reale dei Bianco,
      Minniti, D’Alema?
      Vedo Fassino faticare a prender sonno, la notte, perché tormentato dal
      pensiero di non aver "ancora imparato il satyagraha gandhiano, che è la più
      grande forza".
      Intendiamoci. Condivido quanto detto da Peyretti. Solo vorrei sapessimo
      metterlo in pratica.
      La realtà è complessa.
      La divisione manichea tra violenti e nonviolenti, la presa di distanza da
      chi, pur con strumenti che non condividiamo, si oppone all’oppressione e ai
      fascismi, forse fa il gioco dei fascismi almeno quanto "pietre, incendi, e
      devastazioni sul tavolo dei mass media che avevano già pronti i commenti del
      caso".
      Il confronto è banale, ritorna sempre, ma sempre è difficile rispondere:
      come la mettiamo con la Resistenza? Era nonviolenta? Era sbagliata?
      E il fascismo di oggi è meno dannoso di quello di ieri? Meno dannono per
      noi? e per i migranti? e per i popoli oppressi? e per gli animali,
      l’ambiente?
      E quanto è giusto, per noi, giudicare lotte a cui non prendiamo parte?
      Bastano "le piccole azioni nonviolente e quotidiane" davanti alla sempre più
      evidente fascistizzazione della società?
      Esiste un sistema di valori universalmente condivisi, da difendere? e c’è un
      limite oltre il quale, per difenderli, anche la violenza ha una sua
      giustificazione?
      Chi stabilisce qual è il limite? Vogliamo stabilirlo noi, anche per gli
      altri? o è giusto lo stabilisca chi violenza subisce?
      Io, per la mia storia, per la mia cultura, per il mio relativo benessere,
      posso (permettermi di) essere nonviolento. Devo imporre la mia nonviolenza
      ad altri?
      Impariamo a porci domande.
      Impariamo a non giudicare con troppa facilità.
      Anche questa forse è nonviolenza.

      Sandro Martis

    • Ci sono delle cose semplici che si capiscono, si devono capire per forza. Altrimenti non
      vale nulla il nostro impegno.

      Occorre rifiutare la violenza da stadio - come ogni altro tipo di violenza - perche’ e’
      contro nostri ideali di nonviolenza e perche’ e’ gravemente controproducente per il
      conseguimento di qualsiasi nostro obiettivo.

      C’e’ poco da discutere, mi sembra. Questo e’un punto basilare, uno spartiacque.

      Cari saluti
      Giuseppe
      P. S. Che i fascisti, la polizia e il potere, politico e mediatico, si comportino anche
      paggio non c’entra nulla.

    • Sì, le "piccole azioni quotidiane" bastano. Possono bastare, devono bastare. E non per questo mi schiero con la polizia.

    • Gandhi Gandhi ha sconfitto un impero e la sua struttura "legale" col
      pensiero e l’azione ed una grande spiritualità. Qui da noi dove non si
      rispetta neppure la costituzione Il Gandhi italiano cosa propone?
      Vito
      _____

  • Non so doriana se sono d’accordo con te.
    Direi di no.
    Parigi e Milano sono due cose molte diverse.
    A Parigi sono tre settmane che gli studenti sono in agitazione e per
    un motivo ben preciso, il CPE, Contrat Premiere Embouche (Contratto
    di primo impiego) che il governo di destra sta cercando di imporre
    come "soluzione" alla disoccupazione e alla precarizzazione dei
    giovani, è una lotta politica ben calibrata e motivata.
    A milano non ho capito bene, ma tu forse me lo potrai spiegare, ma
    credo di aver capito che c’è stata una contro-manifestazione (senza
    il permesso della questura) ad una manifestazione di fascio-nazisti
    (permessa dalla polizia). Beh una cosa del genere, sotto elezione, mi
    sembra una chiara provocazione, forse era meglio ignorarla se non si
    era in grado di avere i nervi saldi. Mentre leggo sui giornali che
    molti sono arrivati già ben mascherati per non essere riconosciuti,
    quindi la violenza non è stata una cosa casuale sfuggita di mano. Si
    sapeva già che c’era. La si voleva. Chiaro che non parlo dei
    ragazzini sedicenni che si sono trovati in mezzo, parlo della solita
    decina che spesso sono solo grulli e ancor più spesso sono poliziotti
    mascherati (come accadde a genova).
    Io odio la violenza, ma non mi scandalizzo se c’è, a volte serve, ma
    deve essere una violenza politica, calibrata, che SERVA a qualcosa
    altrimenti è reazionaria e basta.
    In questo caso per me la violenza di milano (a differenza della
    resistenza di parigi) è stata deleteria, il povero Caruso è già li a
    doversi barcamenare e a dire che non ha giustificato nulla (il che
    tra l’altro è vero perchè l’intervista che gli attribuiscono non l’ha
    mai fatta).
    Ha ragione Liberazione: non capire che tutto era una provocazione
    elettorale è da stupidi, e, secondo me la stupidità è una forma di
    grande violenza che non possiamo sempre giustificare, perchè non
    sempre è di sinistra.
    Poi naturalmente resto qui in attesa di spiegazioni e informazioni
    che tu mi darai.
    Quello che è successo e sta succedendo a Parigi è ben altra cosa e
    non perchè sia vicino o lontano.
    georgia

  • Cara Doriana, dato che sei una ragazza intelligente,dovresti vedere senza troppo sforzo che ancora una volta a Milano abbiamo assistito ad un happening teatrale on the road programmato e recitato da attori consumati oltre a quelle comparse ignare che servono come prezzemolo per dare un po’ di gusto "vero" alla pietanza. Servito il tutto a cottura perfetta di pietre, incendi, e devastazioni sul tavolo dei mass media che avevano già pronti i commenti del caso ecco
    la tipica tragi-commedia elettorale!! Su questi avvenimenti non si possono imbastire discorsi seri:
    certo si può misurare la febbre della malafede e dell’imbecillità dei vari politici ed aggiornarne il
    grafico. Ma sappiamo già tutto! Serve per non discutere dei programmi che non esistono, delle
    "lacrime e sangue" che ambedue gli schieramenti ci hanno preparato, sul precariato, sul caporalato post-moderno che Fassino ha garantito a Montezemolo, a noi ci lasciano solo un brancata di cretini adornati di fasci o lo spinello: che conquiste!! Ammazzaò! Me raccomanno votate e votatevi il cervello!
    Lorenzo Dellacorte

  • Molto toccante. Condivido in pieno i tuoi sentimenti verso quella prima pagina e anche il resto.
    Renato Caputo

    • e invece visto che c’è chi non condivide, vi riapiccico il commento all’articlo di sotto;-)))))

      ORA E SEMPRE RESISTENZA
      Le considerazioni di Campofredo sono condivisibili.

      Tranne che nella parte finale.

      Infatti al compagno sfugge il fattore fondamentale della questione.
      In quanto il centrosinistra tutto non ha alcuna intenzione di chiamare a raccolta il popolo, sull’antifascismo poi!
      a parte che non ha intenzione di chiamarlo a raccolta su niente: la sua volontà è solo quella di pigliare il governo al posto di Berlusconi e basta.
      Si tratta quindi di mera strumentalizzazione del popolo e basta.
      Tutti sappiamo, e specialmente il popolo, per chi lo frequenta e sopratutto per chi ne fa parte, che la situazione è talmente deteriorata, la crisi economica è talmente ad un punto di non ritorno per i ceti subalterni che, il popolo dà per scontato che chi va al governo o destri o "sinistri" saranno lacrime e sangue in ogni caso.

      Del resto dal lavoro, alla sanità, alla guerra, ai Cpt, i programmi sono gli stessi,nella sostanza reale: già si è visto.
      Si è visto pure che oltre ad aver "pappalardato" i Carabinieri, il centro sinistra, quando è stato al governo non ha nemmeno risolto "il conflitto d’interessi Berlusconiano". Si è visto che ha "sussunto", come si usa dire la Lega considerata "costola di sinistra"; e certo nessuno si meraviglierà se i "sinistri" imbarcheranno un’altra volta la Lega che ha già detto che se le elezioni vanno male vuole "mani libere".Del resto per racimolare un pugno di voti di bottegai padovani,i "sinistri" si sono inventati una "questione settentrionale":

      Ora pare che questi discorsi non ci entrano un tubo col problema dei fasci, ma pare solamente.
      Perché in effetti alla base di certe scelte c’è il buttare al macero tutti i principi comunisti e marxisti e tutti i principi e le modalità rivoluzionarie.
      Il cretinismo parlamentare impera, fino all’idiozia parlamentare veramente.

      Bisogna anche dirsi chiaramente che questa non è una cosa nuova, Keoma, che forse è poco più giovane di me, dovrebbe ricordarsi che la stessa cosa è accaduta negli anni settanta con PCI:
      Il copione si ripete ora coi DS e con Rifo e con tutta l’accozzaglia di cani e porci e mortadelle che è l’unione.

      Prendiamo quello che è diventato il discrimine fondamentale LA VIOLENZA:
      Ebbene la violenza proletaria è stata sempre praticata contro la violenza dello Stato Borghese, senza alcun pudore alcuna giustificazione.
      ERA E PER ALCUNI RESTA LOTTA DI CLASSE.

      Chi ha la mia età sa che i cortei combattivi che si facevano dalla caduta del fascismo fino agli anni settanta erano cortei di massa, con donne bambini, pensionati, lavoratori e con frange militanti che erano protetti dal corteo e che contemporaneamente proteggevano il corteo.
      C’era una osmosi fra settori militanti e popolo che scendeva in massa.
      Questa osmosi è stata rotta non solo dalla ridefinizione del mercato del lavoro, dallo smantellamento della classe lavoratrice, ma anche dalla negazione di certi principi cardine che i traditori della classe degli sfruttati hanno sparso abbondantemente.

      La cosa negli ultimi tempi è diventata particolarmente spudorata e vergognosa, da Genova in poi, per dirla chiara, perché di fronte a compagni inquisiti per "devastazione e saccheggio" (veramente io sul faldone del Sud Ribelle mi sono trovata attribuita pure strage!!!").
      I "sinistri", ma sinistri sul serio, hanno incominciato ad infamare i "devastatori ed i saccheggiatori", arrivando al punto di dire che erano "provocatori", "infiltrati", fino ad arrivare a dire "ma perché non arrestate loro invece di menare noi"??!!!!.

      Questi sono i fatti, schifosi in verità.
      E’ stato messo un cordone sanitario verso i brutti sporchi e cattivi, verso cioè tutti coloro che vogliono esprimere la loro radicalità, il loro rifiuto totale al sistema del capitale.

      Di fronte a questi fatti alla parte radicale non resta altro che prendere atto che si è soli rispetto a questo ceto politico di infami.
      Attenzione però, soli rispetto a questo ceto politico, se no perché ci sono migliaia di inquisiti ed arrestati in tutta Italia?
      perché hanno paura di una saldatura tra questi teppisti e le masse sempre più sull’orlo della insopportabilità verso il sistema.
      A questo punto non resta altro che portare, con ONORE, la qualifica di teppisti, perché signori miei, pare che il mondo si sta riempiendo di teppisti, da Parigi, a Milano a Pechino.....

      LOTTA DI CLASSE
      ORA E SEMPRE RESISTENZA
      FASCISTI CAROGNE TORNATE NELLE FOGNE
      ONORE E DIGNITA’ PER TUTTI I COMPAGNI CADUTI CONTRO LO STATO E IL CAPITALE
      dai Partigiani a Lo Russo dal sindacalista Carnavale a Dax
      a TUTTI

      Vittoria Oliva
      L’avamposto degli Incompatibili
      www.controappunto.org

    • La decisione riguarda la manifestazione annunciata per sabato
      ed è stata presa considerando i gravi incidenti di 4 giorni fa
      Milano, il questore ai centri sociali
      "No al corteo, sì al presidio"

      MILANO - Il questore di Milano, Paolo Scarpis, ha vietato il corteo dei centri sociali previsto per sabato prossimo dalle colonne di San Lorenzo a piazzale Aquileia. Limitando il diritto di manifestare a un semplice "presidio statico". Una decisione presa dopo che, sabato scorso, un analogo corteo aveva provocato incidenti gravi tra i partecipanti e le forze dell’ordine, con quaranta fermati e diversi feriti.

      Ecco il testo della nota ufficiale sulla vicenda. "Il questore di Milano, in merito alla manifestazione preavvisata da alcuni centri sociali milanesi, in particolare Orso, per sabato prossimo, 18 marzo nel pomeriggio, in considerazione dei gravissimi episodi avvenuti in corso Buenos Aires sabato 11, ha vietato lo svolgimento del corteo previsto dalle colonne di San Lorenzo a piazzale Aquileia, limitando la manifestazione a un presidio statico nello stesso piazzale Aquileia".

      La decisione è stata già comunicata ai rappresentanti del centro sociale Orso. Già da ieri, sulle modalità di svolgimento della manifestazione, si sono svolti negoziati tra la Questura e i no global.

      (14 marzo 2006) www.repubblica.it

  • " La vera intolleranza è quella della società dei consumi, della
    permissività concessa dall’alto, voluta dall’alto, che è la vera, la
    peggiore, la più subdola, la più fredda e spietata forma di
    intolleranza. Perchè è intolleranza mascherata da tolleranza. Perchè
    non è vera.Perchè è revocabile ogni qualvolta il potere ne senta il
    bisogno.Perchè è il vero fascismo da cui viene poi l’antifascismo di
    maniera: inutile, ipocrita, sostanzialmente gradito al regime"
    Pier Paolo Pasolini 26 dicembre 1974
    *******************
    Le mie parole sono e saranno sicuramente sgradite da alcuni e
    gradite da altri; io vorrei dire grazie a tutt* quelli che hanno ancora
    la voglia di leggere, di commentare, e di decifrare le notizie vicine-
    lontane che spesso, sfiancati come siamo, ci rimbalzano addosso e ci
    portano a parlare per schieramenti, difese aprioristiche, o sull’onda
    dell’emozione.
    E in tempi in cui si parla di violenza, ho fatto ricorso al mio solito
    vocabolario Violenza: atto con cui si sopraffà la volontà altrui
    usando mezzi brutali, minacce e simili.
    Resistiamo, ce n’è per tutti i gusti (di violenza)...
    Doriana

  • cara compagna, grazie per il tuo scritto che costituisce un segnale di speranza, di umanità e di intelligenza politica. Se non hai nulla in contrario stasera lo pubblicheremo sul nostro sito.
    Speriamo un giorno di poterci parlare in qualche occasione!
    un abbraccio e a presto Saluti comunisti
    per l’Altra Lombardia SU LA TESTA
    ( Giorgio Riboldi)

    COMUNICATO
    Milano, 12 marzo 2006

    SOLIDARIETA’ AI 41 ANTIFASCISTI ARRESTATI : DEVONO ESSERE LIBERATI SUBITO
    DIRITTO ALLA RESISTENZA ANTIFASCISTA
    I FASCISTI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA NE’ DI MANIFESTARE

    Ieri a Milano gli antifascisti militanti sono scesi in piazza per impedire che gli epigoni del fascismo, attuali alleati di Berlusconi e del centro-destra, sfilassero impuniti.
    I fascisti della Fiamma tricolore hanno, tra l’altro violato, la costituzione antifascista (XII disposizione transitoria) e tutte le leggi (Scelba, Mancino ecc…) contro la ricostituzione del partito fascista e le norme che impediscono le esibizioni di simboli, atti e bandiere che riconducono alla “ritologia” fascista. La sfilata dei fascisti è avvenuta, nonostante tutto, senza che il questore o il prefetto di Milano intervenissero per impedirla, applicando “ le loro leggi dello stato borghese”.
    Non c’è stato nessun arresto e nemmeno un fermo tra i fascisti che, istigati dal fascista Boccacci, più volte inquisito in passato per violenze e apologia di fascismo, esibivano saluti romani, slogans e bandiere nazi-fasciste, messe anche in evidenza dalle riprese televisive.
    Gli antifascisti che giustamente tentavano di impedire il raduno fascista hanno dovuto subire e difendersi dalle selvagge cariche della polizia e dei carabinieri e dalle loro successive operazioni di rastrellamento con tutti i mezzi che si trovavano sul percorso.
    Le “forze dell’ordine” si sono scatenate contro gli antifascisti per proteggere e difendere il “diritto a sfilare” di picchiatori professionisti, di indagati per strage, di capi manipolo dei violenti da stadio, di negazionisti delle camere a gas e di esaltatori della criminale repubblica di Salò (RSI).
    In questo contesto di repressione e provocazioni politiche, se erano scontate le volgari e strumentali provocazioni della destra e del centro-destra e del plurindagato Berlusconi (egli ha dichiarato esplicitamente che ieri “si tentava di impedire una libera manifestazione di un suo alleato”), al di là di ogni aspettativa negativa sono state le prese di posizione dei partiti del centro-sinistra e degli alleati centri sociali futuro-governativi (vedere le dichiarazioni di un loro sedicente portavoce, oggi candidato nelle liste del PRC, che nel 1994 era tra gli esponenti di un centro sociale che per molto meno si scontrò con la polizia in difesa dei suoi “spazi democratici”. E’ lo stesso individuo che oggi sostiene che “il conflitto sociale si gestisce solo con il dialogo”!).
    L’Unione e i centri sociali suoi alleati fanno a gara con la destra nel denunciare l’inopportunità politica della manifestazione antifascista. Il vuoto politico e culturale fa da padrone nelle loro prese di posizione. Il “pensiero unico qualunquista” ha travolto tutti i partiti antifascisti dell’arco costituzionale. Nessuno di questa area fa lo sforzo politico di individuare il nesso esistente tra questi gruppi fascisti con l’area del centro-destra e con vaste aree dell’imprenditoria capitalista. Da atavici opportunisti e massimalisti condannano gli episodi di antifascismo militante e altre iniziative radicali contro il sistema, ma sono pronti ad esaltare l’occupazione militante della Sorbona a Parigi come qualsiasi altro episodio di antagonismo sociale, purché sia lontano dal nostro paese e non disturbi i loro interessi elettorali.
    La storia non ha loro insegnato nulla.
    Nel 1921 il liberal-democratico Giolitti candidò nelle sue liste esponenti fascisti, avendo la convinzione di controllarli e di condizionarli. Sette mesi dopo i fascisti erano al governo…chi vuol intendere intenda.
    Non c’è nessuno che ricordi che i fascisti sono fuori legge e che non possono esercitare “le prerogative democratiche” previste dalla Costituzione antifascista.
    Il responsabile nazionale di Rifondazione Comunista si è lasciato andare a dichiarazioni farneticanti al limite dell’infamità e della delazione, facendo trapelare, attraverso la stampa borghese, che esistono gruppi o centri sociali “buoni” che hanno capito la sua non disinteressata lezione sulla “non violenza”, e quelli invece che sono “cattivi”, “barbari” , “emarginati” ed “estranei al bon ton della politica” e che, quindi, possono essere colpiti tranquillamente dalla repressione!
    Gli antifascisti, i democratici e i rivoluzionari prenderanno le loro misure a seguito di queste dichiarazioni, anche sul piano elettorale, nonostante che quest’ultimo non sia un terreno di nostro prioritario interesse.
    In questa occasione noi vogliamo ricordare l’insegnamento del compagno Terracini, fondatore del Partito Comunista d’Italia e padre della nostra Costituzione repubblicana antifascista. Egli negli anni ’70, insieme a Lotta Continua e ad altre formazioni extraparlamentari, sostenne la campagna per la messa fuori legge del MSI. Su questo argomento non ebbe alcuna solidarietà ed adesione da parte dell’allora PCI. Seppur in altri termini e in un altro contesto la storia rischia di ripetersi. Ma isolare le avanguardie militanti antifasciste allora come oggi significa spianare la strada alle forze autoritarie e neo-fasciste.
    Allora come oggi in fascisti vanno messi fuori legge e messi in condizione di non nuocere. Visto che le istituzioni sono oggettivamente complici di questi rifiuti della storia spetta agli antifascisti di oggi metterli fuori legge nella pratica politica quotidiana. I fascisti non parleranno più impunemente né a Milano né altrove.
    I piagnistei del centro-sinistra milanese e nazionale che sanno solo attaccare gli antifascisti criminalizzandoli e non dicono una parola sulla illegalità della parata nazi-fascista e soprattutto sui legami pericolosi che hanno questi con il centro-destra sta a significare la loro subordinazione politica e culturale al pensiero unico dominante e questo vuoto politico deve spingere nuclei, gruppi, partiti e centri sociali non futuro-governativi ad un’ampia operazione di dibattito e di chiarificazione politica al fine di costruire almeno un’unità sul terreno dell’antifascismo.
    Difendersi, organizzarsi senza farsi intimorire

    FIAMMA TRICOLORE, FORZA NUOVA, FRONTE SOCIALE NAZIONALE, LIBERTA’ D’AZIONE(Mussolini)
    E TUTTI GLI ALTRI GRUPPI NEOFASCISTI FUORI LEGGE!
    COMBATTERE LA CASA DELLE LIBERTA’ CHE LI PROTEGGE

    NO PASARAN

    LIBERTA’ SUBITO PER GLI ANTIFASCISTI ARRESTATI

    Ringraziamo i militanti e i simpatizzanti di L’altra Lombardia, oltre naturalmente a tutti gli altri, che hanno partecipato alla manifestazione di Milano e mettiamo a disposizione degli antifascisti arrestati e dei loro familiari i nostri legali.

    Segreteria centrale di L’altra Lombardia – SU LA TESTA

  • COMUNICATO IN MERITO AI FATTI DELL’11 MARZO

    Sabato 11 marzo si è svolto a Milano un corteo a carattere nazionale, di
    neofascisti, autorizzato dalla questura e pertanto assolutamente legale.
    Evidentemente qualcuno ritiene tollerabili iniziative fasciste come la
    marcetta per le vie del centro del capoluogo lombardo (medaglia d’oro al
    valore militare alla Resistenza), dimostrando così una miopia politica tale
    da risultare dannosa e pericolosa per tutte le componenti sociali,
    sottovalutando le reali prospettive che si andranno a delineare con l’ingresso,
    legittimato, nella vita pubblica delle organizzazioni dell’estrema destra. I
    400 compagni che si sono presentati, ore prima, all’appuntamento con l’intento,
    se non di impedire fisicamente, quantomeno di disturbare la manifestazione,
    hanno cercato semplicemente di ribaltare questa logica disarmante e suicida.
    Siamo convinti (questa non è retorica) che nessuna concessione può essere
    fatta, nessuno spazio, nessun luogo, nessun tempo può essere ceduto ai
    fascisti!
    Pur trattandosi di una forza filo-governativa, democratica (?), espressione
    delle trame più torbide e insanguinate, da sempre collusa con forze armate e
    servizi segreti, padroni, governi, CIA, logge massoniche, il Movimento
    Sociale Fiamma Tricolore, il cui segretario Romagnoli sostiene di "non avere
    elementi" per affermare l’esistenza dei campi di concentramento, a quattro
    giorni di distanza dalla ricorrenza (7 marzo ’44) delle deportazioni di
    migliaia di operai in sciopero nelle fabbriche del nord Italia, non ha
    ricorso alla ricostruzione dell’imene come gli ex camerati apostati di
    Alleanza Nazionale, fonda le proprie ragioni su valori come: razzismo,
    intolleranza, discriminazione, autoritarismo misogino e tutto quel bagaglio
    di vuota retorica come patria, famiglia, onore e deliri del genere. Non ci
    stupisce affatto lo spiegamento di forze dell’ordine atto a proteggere e
    rendere possibile la provocazione fascista, né tanto meno ci stupisce la
    repressione scaturitasi e il conseguente dileggio mediatico approntato in
    merito a quella che altro non è stata se non resistenza a delle cariche
    sbirresche.
    Del resto in tempi precedenti la questura aveva informato circa le proprie
    intenzioni e cioè di impedire ai compagni di raggiungere Porta Venezia ad
    ogni costo.
    La criminalizzazione degli antifascisti è assolutamente funzionale da un
    lato a giustificare l’implementazione dell’apparato repressivo verso il
    quale non vengono certo lesinate risorse economiche che vengono puntualmente
    negate a sfrattati, pensionati, richiedenti asilo e sfruttati in genere,
    dall’altro ad ammantare di sicurezza (come se fosse ulteriormente
    necessario!) la campagna elettorale. In modo trasversale sono piovute le
    riprovazioni da tutto il mondo politico che ha manifestato la propria
    solidarietà borghese ai commercianti di Corso Buenos Aires che (poverini!)
    hanno mancato incassi per una manciata di ore. A questo proposito riteniamo
    opportuno evidenziare la composizione sociale della zona interessata dagli
    scontri, magari confrontando il reddito pro capite con quello dei quartieri
    periferici.
    Le strategie repressive nazionali sono la trasposizione di quanto viene
    praticato oltre i confini: Iraq, Afghanistan, Kosovo, Somalia e sui suoli
    occupati dove le forze armate hanno compiti di peace-keeping ovvero di
    gestione dell’ordine pubblico. Non a caso i militari italiani di stanza a
    Nassirya preposti all’addestramento delle costituente forze della
    repressione irachene ai fini di istruirle mostrano loro le immagini della
    mattanza genovese del G8.
    Ciò che ci indigna oltremodo è la denigrazione dei compagni e delle compagne
    arrestati, privati di dignità politica e sociale, frutto di percorsi
    coscienti di lotta e di anni di militanza e sacrificio, umiliati dal
    sequestro operato dallo stato, essi rappresentano una componente sociale
    omogenea composta da lavoratori precari (o precarizzati), disoccupati,
    studenti dichiaratamente nemici dello stato, del capitale e dei loro
    afferenti, alieni alla pacificazione e banditi fino all’ultimo, poiché nei
    luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri, negli spazi pubblici sono
    rivelatori di un’identità, quella rivoluzionaria, che non si concilia con il
    qualunquismo imperante né con il compromesso.

    I COMPAGNI DEL COLLETTIVO LIBERTARIO LECCHESE


    Faccio notare che è SPARITO da questo thread un altro mio intervento postato IERI in risposta a chi affermava che i manifestanti antifascisti erano i soliti professionisti del disordine. La cosa mi appare indegna e chiedo conto a Bella Ciao di questa improvvisa sparizione, nella convinzione(fondata!) che non sia SPARITO per opera di Doriana Goracci e quindi deve essere stato un qualche boss ad alti livelli di Bella Ciao.


    Aggiungo inoltre ciò che mi è pervenuto stamattina a riguardo di arresti "eccellenti" in Puglia per le trufe delle discariche abusive. Tra questi arresti vi è ilSegretario Provinciale di Rifondazione Comunista, Raffaele Crivelli(così, tanto per dimostrare come è fatta Rifonda.

    Arrestato Raffaele Crivelli, segretario provinciale di Rifondazione
    L’operazione dei carabinieri partita da illegalità nella discarica di
    Canosa Puglia, traffico illecito di rifiuti
    in manette anche dirigente del Prc
    Tra le 13 persone finite in carcere anche imprenditori di spicco

    BARI - Arresti eccellenti in Puglia in seguito a una vasta operazione
    dei carabinieri contro il traffico illecito di rifiuti. In manette sono
    finiti, tra gli altri, uno dei più grossi imprenditori pugliesi del
    settore, Dante Columella, e il segretario provinciale di Rifondazione
    comunista a Bari, Raffaele Crivelli, che è stato anche sindaco di
    Altamura ed è attualmente candidato alla Camera per il partito di
    Fausto Bertinotti.

    Il traffico criminale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti,
    riguarda rifiuti provenienti da varie parti d’Italia. Complessivamente
    i carabinieri del Noe di Bari e quelli dei comandi territoriali di Bari
    e provincia e di Roma hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare
    nei confronti di 13 persone, in gran parte noti imprenditori del
    settore. Agli indagati - per i quali sono state emesse ordinanze dalla
    magistratura di Trani (Bari) - sono contestati i reati di associazione
    per delinquere, di associazione finalizzata al traffico illecito di
    rifiuti e di inquinamento e di adulterazione della falda acquifera.

    Le indagini sono entrate nel vivo il 6 marzo scorso con il sequestro da
    parte dei militari del Noe di una discarica nel territorio di Canosa di
    Puglia, nel nord barese, gestita dalla ditta Cobema, di Altamura
    (Bari). Nella discarica - impianto del valore di 200 milioni di euro -
    i carabinieri hanno accertato, tra l’altro, che erano stati versati
    rifiuti per 400 mila metri cubi, circa il doppio rispetto alla capienza.

    Inoltre sarebbero state riscontrate alterazioni prodotte nell’impianto
    al sistema di rilevazione dell’inquinamento della falda acquifera:
    erano stati cioè fatti sparire - secondo gli accertamenti degli
    investigatori - i pozzi di monitoraggio della falda, perché dai
    prelievi di routine sarebbe emerso che essa era stata gravemente
    inquinata, e ne erano stati creati altri che non pescavano nella falda
    e non davano quindi risultati negativi.

    Dante Columella è amministratore di una grossa società del settore, la
    Tradeco srl, di Altamura (Bari) e principale azionista della società
    Cobema che gestiva la discarica di Canosa. Raffaele Crivelli, oltre
    all’attività politica con Rifondazione, è dirigente della Tradeco.

    (15 marzo 2006)

  • Cara Doriana,
    cogli proprio nel segno.
    Ti dirò di più. Per caso sabato ho visto il TG1. Su Milano c’era il
    primo servizio e ovviamente la polizia era buona. Su Parigi c’era il
    quarto o quinto servizio e il servizio simpatizzava con gli studenti
    ed attaccava velatamente la polizia. Insomma, Liberazione come il
    TG1! Siamo messi male, male, male.
    un abbraccio
    g.

  • Vorrei sottolineare...la ragione della contromanifestazione a Milano.....ovvero il tentativo di contrastare quella neofascista....
    Avendo una diretta esperienza nel movimento del 68 e in quelli successivi degli anni 70 , dovresti sapere che non tanto tempo fa si andava dritti al problema e ci si scontrava direttamente con i fascisti...magari rispondeno alla violenza con la violenza...
    A milano invece.. tutto questo non e’avvenuto le poche persone presenti...( non erano neanche presenti i centri sociali storici come il Leoncavallo) hanno preferito spaccare vetrine.
    E’stata una grandissima sconfitta politica... che ha portato all’arresto di 45 persone(tra cui dei ragazzi molto giovani),ha giustificato la repressione della polizia...ha diviso il movimento.....e allontanato sempre di piu’il popolo....cosa cé di peggio?
    un saluto
    Andrea