Home > UN APPELLO STESO AL SOLE: LIDIA COME PRESIDENTE

UN APPELLO STESO AL SOLE: LIDIA COME PRESIDENTE

Publie le lunedì 24 aprile 2006 par Open-Publishing
30 commenti

Dazibao Elezioni-Eletti Doriana Goracci Lidia Menapace

LIDIA COME PRESIDENTE - LIDIA COME PRESIDENTE - LIDIA COME PRESIDENTE

di Doriana Goracci

Era dicembre e si camminava a Roma sotto la pioggia con le sorelle e i fratelli migranti che devono nascondersi nella nostra terra e non eravamo tanti, lei c’era. Era quasi primavera e si manifestava per il pensiero laico e il rispetto della diversità e lei c’era, era estate e donne provenienti da tutta Italia si incontravano in Puglia per progettare una società fatta di uguaglianza e democrazia e lei c’era.

Lidia Menapace l’ho incontrata sempre, tenace e sorridente, arriva e
puoi scommetterci che ci sarà, di solito con un treno che la porta dal nord, dalle montagne in cui vive e che ama, arriva con le sue parole scritte e con il suo piccolo corpo.

Ci puoi contare su Lidia.

Quando scrivi a Lidia,lei risponde, sempre, anche se non ricorda chi tu sia.

Perché non sperare che possa sedere sulla poltrona della Presidenza della Repubblica, a rappresentare le donne e gli uomini che da sempre credono nella resistenza, nella non violenza, nell’uguaglianza?

Lidia è un volto e una voce, per noi tutti, nella Storia, fuori dalla guerra,dove prima del profitto esistono le persone, dove la politica si riappropria della sua dignità.
Con tutti quelli che partono da quì , subito - presto, nel nostro paese fatto di
sud centro nord, dove la pace è sconfitta della guerra, è vittoria della misura e del rispetto reciproco, del confronto e del dialogo autorevole e costante, chiedo che un sogno legittimo e propositivo divenga *realtà*: una donna, come Presidente della Repubblica, una donna come Lidia Menapace.

Chiediamolo, come sappiamo e possiamo fare.

***************

1. IL MOMENTO

Il momento e’ adesso.
Per proporre che alla Presidenza della Repubblica finalmente vada una donna,
una donna della Resistenza, una donna della nonviolenza, una donna del
femminismo; una donna della cultura e dell’impegno civile, una donna
costruttrice di pace e di democrazia, di giustizia e di solidarieta’, di
legalita’ e di misericordia, di riconoscimento di umanita’, di affermazione
di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.
Questa donna, lo abbiamo pensato in molte persone, e’ Lidia Menapace.
Perche’ questo miracolo sia possibile occorre che ogni persona che condivide
questa proposta faccia la sua parte: che la diffonda, l’argomenti, la faccia
conoscere fra tutte le cittadine e tutti i cittadini, e particolarmente la
faccia conoscere alle persone che fanno parte del Parlamento della
Repubblica Italiana e che nelle prossime settimane dovranno eleggere il
nuovo capo dello Stato.
In un momento cosi’ incerto e cosi’ decisivo per l’Italia e per il mondo,
impegnamoci affinche’ alla Presidenza della Repubblica ci sia finalmente una
donna, una donna della Resistenza, una donna della nonviolenza, una donna
del femminismo: Lidia Menapace.

2. ALCUNE PRIME PERSONE E ASSOCIAZIONI CHE HANNO ESPRESSO ATTENZIONE E
SOSTEGNO ALLA PROPOSTA

Hanno gia’ espresso in varie forme affetto, attenzione e sostegno alla
proposta dell’elezione di Lidia Menapace alla Presidenza della Repubblica:
Laura Bottai, Antonella Sapio, Marta Ghezzi, Peppe Sini, Maria Luigia
Casieri, Daniela Musumeci, Doriana Goracci, Pasquale Iannamorelli, Norma
Bertullacelli, Daniele Lugli, Antonio Bruno, Edi Rabini, Alessandro
Portelli, Riccardo Orioles, Giovanni Scotto, Dacia Maraini, Luca Kocci,
Giovanna Providenti, Giovanni Colombo, Domenico Jervolino, Daniele Vasta,
Andrea Trentini, Daniele Dal Bon, Yukari Saito, Antonio Vigilante, Angela
Dogliotti Marasso, Marcella Bravetti, Alessio Di Florio, Bruno Segre, Farid
Adly, Zenone Sovilla, Brunetto Salvarani, Isidoro D. Mortellaro, Gino
Buratti, Paola Pavese, Marco Servettini, Giuliano Falco, Giovanni Sarubbi,
Roberto Melone, Piercarlo Racca, Daniele Barbieri, Daniele Aronne, Giorgio
Montagnoli, Francesco Comina, Raffaele Mantegazza, Barbara Benini, Claudio
Debetto, Michele Meomartino, Agnese Ginocchio, Daniele Gallo, Mirella
Sartori, Maria G. Di Rienzo, Francesco Pistolato, Guido Cristini, Marisa
Mantovani, Enrico Lanza, Giacomo Alessandroni, Gerard Lutte, Claudio Ortale,
Gigi Malabarba, Flavia Neri, Enzo Piffer, Giuseppe Stoppiglia, Giorgio
Gallo, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, il Coordinamento per la
pace di Mantova, l’Associazione Lavoratori Pinerolesi aderente alla
Confederazione Unitaria di Base.

3. LIDIA MENAPACE: UNA BREVE LETTERA

[Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) per
questa - come sempre squisita per garbo e levita’ - lettera di
ringraziamento inviata a una delle persone che hanno formulato la proposta
della sua candidatura al Quirinale. Lidia Menapace e’ nata a Novara nel
1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico,
pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto";
e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle donne, dei
movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino. Nelle
elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice. La
maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa
in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi
libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968;
L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un
movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La
Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della
differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con
Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma
1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la
luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto
Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004]

Grazie, grazie!

Anche a me piacerebbe, non fare la presidente, ma sentire a quanti
sembrerebbe una cosa accettabile: significa che basterebbe guardarsi in giro
tra le persone che da tempo si occupano di politica in modo semplice
costante e pulito e si troverebbe che sono tante ancora.
Abbracci e grazie,
Lidia

4. ALCUNE PROPOSTE PRATICHE

Non abbiamo pensato a un appello strutturato e a una campagna centralizzata:
ogni persona ed ogni associazione che vorra’ esprimere il proprio impegno a
sostegno della candidatura di Lidia Menapace alla Presidenza della
Repubblica sapra’ pensare le forme piu’ congeniali al proprio modo d’essere,
di pensare, di agire: a tutte le persone e le associazioni disponibili
chiediamo naturalmente di diffondere l’informazione sulla proposta in modo
adeguato e coerente al fine.
A mero titolo d’esempio riproduciamo qui il testo che abbiamo gia’
pubblicato ieri sul supplemento domenicale del nostro foglio: "Ci piacerebbe
un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente
della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente
della Repubblica femminista. Una Presidente della Repubblica. Lidia
Menapace".
Saremo grati a tutte le persone che ci invieranno (all’indirizzo di posta
elettronica nbawac@tin.it) interventi e notizie al fine di poterli
pubblicare anche sul nostro notiziario.

==============================

KAIROS. L’ORA DI CAMBIARE:
LA RESISTENZA, LA NONVIOLENZA, IL FEMMINISMO AL QUIRINALE

==============================

Supplemento de "La nonviolenza e’ in cammino" a sostegno della candidatura
di Lidia Menapace alla Presidenza della Repubblica

Messaggi

  • Vi trasmettiamo l’appello pubblico "Nessun incarico istituzionale a Giulio Andreotti (ed agli altri ’impresentabili’)", chiedendoVi l’adesione e la diffusione massima per far sì di evitare un ennessima vergogna per il nostro Paese. Grazie
    Christian Abbondanza

    APPELLO
    NESSUN INCARICO ISTITUZIONALE A GIULIO ANDREOTTI (ed agli altri "impresentabili")

    La maggioranza parlamentare uscita dalle elezioni del 9 e 10 aprile ha la responsabilità di garantire che le cariche istituzionali e di governo siano ricoperte da persone limpide ed oneste, competenti e libere da condizionamenti che non siano quelli portati nella trasparenza democratica dai cittadini che rappresentano, dalle Istituzioni locali e dal Parlamento.
    In questo quadro chiediamo che l’Unione dichiari da subito che alla persona di Giulio Andreotti, riconosciuto colpevole di associazione mafiosa sino alla primavera del 1980 (reato prescritto ma dimostrato e confermato dal giudizio in Cassazione, con condanna al pagamento delle spese processuali), come agli altri eletti con pendenze e precedenti penali o prescrizioni giudiziarie, non venga assegnato alcun ruolo istituzionale o di governo.
    Chiediamo quindi una chiara dichiarazione di Romano Prodi in tale senso, e l’impegno di tutti gli eletti nella sua coalizione a votare in conseguenza, respingendo da subito l’ipotesi dell’elezione di Giulio Andreotti alla Presidenza del Senato o di una Commissione parlamentare.

    Promosso da:
    "Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie" - Christian Abbondanza, Simonetta Castiglion
    "Democrazia e Legalità" - Elio Veltri

    Per adesioni, individuali o collettive, associazioni, movimenti o comitati,
    inviare un e-mail all’indirizzo osservatoriomafie@genovaweb.org

    Le adesioni saranno pubblicate ed aggiornate sul sito: www.genovaweb.org

  • Sono incondizionatamente daccordo. Spero in una rapida raccolta di consensi. Alessandra Valle Din Napoli

  • Esiste gia’’ un comitato di raccolta firme per Lidia Menapace (nomen omen!) presidente?
    Se si’ come si puo’ aderire?
    grazie

  • Da ListaSinistra

    Cara Doriana, se non ti rispondo che figura ci faccio, proprio con te che dici che rispondo sempre? ti rispondo dunque un grazie grande come una casa, soprattutto perchè le tue parole mi hanno collocata in un numero dela Lista in cui si ricorda la Resistenza (Eppur bisogna andar... Resistenza è vita!) e questo è davvero un regalo, ti abbraccio
    lidia

  • ****************
    A me basterebbe che diventasse Presidente della Camera, e fosse solo per finire il penoso spettacolo della candidatura di Fausto Bertinotti che non è certo nell’interesse di chi ha votato per Rifondazione. Se a Bertinotti ed il suo partito è rimasto un po’ di intelligenza politica, ritiri la sua
    candidatura e proponga la Lidia Menapace. Farebbe un figurone.
    Susanne
    ***************
    aderisco !!!

    Mario Boccia

    ***************
    Sono molto d’accordo! Ma purtroppo nessuno ci ascolterà,...( è vero che Lidia risponde! ).
    Elisabetta
    [donneinnero]
    **************
    MI ASSOCIO A QUESTA BELLISSIMA PRESENTAZIONE DI LIDIA MENAPACE: PERCHE’ POSSA DIVENTARE
    PRESIDENTA DELLA REPUBBLICA
    Maria Caterina Cifatte
    **************

  • Dal "Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo":nbawac@tin.it (per invio adesioni e commenti)

    ******************
    Se in tutti questi anni abbiamo iniziato a costruire movimenti che, in un
    confronto serrato con le forze politiche, siano spazio e luogo di
    cittadinanza attiva, credo che non possiamo non fare una nostra proposta,
    per quanto concerne il futuro Presidente della Repubblica, nel rispetto
    delle regole e delle modalità stabilite dalla Costituzione.
    Credo inoltre che i tempi siano maturi per segnare una differenza con le
    semplici logiche, pur legittime, del bilancino politico e della visibilità.
    E’ il momento di dare visibilità a valori e che il futuro Presidente
    rappresenti e sia in sintonia con questi valori.
    Valori fondanti della nostra Repubblica sono la Resistenza, il ripudio
    della Guerra (art. 11 della Costituzione), la valorizzazione delle
    differenze e la ricerche di creare condizioni di pari opportunità... dentro
    a questi valori Lidia Menapace cammina da sempre, abbracciandoli,
    sviluppandoli, elaborandoli senza mai fossilizzarli come semplici miti, in
    un filo che tiene saldato insieme il nostro passato, il presente che
    viviamo ed il futuro che andiamo a costruire.
    Per questo motivo credo che la proposta di candidare Lidia Menapace alla
    Presidenza della Repubblica abbia un profondo significato, e non solo per
    la mia conoscenza personale di lei, che risale a più di trent’anni fa
    quando mi formavo ai corsi della Cittadella di Assisi, ma per quella sua
    capacità di sviluppare un pensiero che saldasse insieme la Resistenza, il
    percorso delle donne, la nonviolenza, la pace, la democrazia, la politica...
    Credo che, in questo nostro procedere nella costruzione di un movimento
    plurale, non possiamo relegare il dibattito per l’elezione del Capo dello
    Stato alle sole logiche interne al ceto politico, possiamo proporre una
    prospettiva diversa... in tal senso penso che possa essere importante che
    dalle cittadine e dai cittadini, dai movimenti delle donne,
    dall’associazionismo democratico, dai movimenti sociali, dai luoghi vitali
    della società civile e della cultura, dai movimenti per la pace e per i
    diritti emerga una voce corale, persuasa e persuasiva, una proposta alta
    rivolta all’inero Parlamento affinché per la Presidenza della Repubblica si
    converga su una figura dell’autorevolezza di Lidia Menapace.
    Buratti Gino
    *******************

    Mi piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza: perche’ questo paese ha dimenticato troppo in fretta le sue origini, la lunga e dolorosa lotta dei partigiani, le sue radici democratiche ed antifasciste. Perche’ poche settimane fa a Milano e’ stata autorizzata una manifestazione fascista e nelle ultime elezioni politiche ci sono stati candidati dichiaratamente fascisti. Perche’ a Bolzaneto i manifestanti arrestati sono stati accolti con le suonerie di "Faccetta nera", con saluti e canzonette fasciste e razziste, insultati e torturati per ore, minacciati di morte e di stupro, privati di sonno, cibo ed acqua, a Genova, Italia, nel mese di luglio del 2001.

    *

    Mi piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza: perche’ se coltiviamo questo mondo con il dialogo, l’ascolto e la disponibilita’ a capire, conoscere, se’ e gli altri, la capacita’ di gestire i conflitti e le differenze, l’importanza dei diritti e dei doveri propri ed altrui, possiamo sperare in un futuro di pace.

    *

    Mi piacerebbe un Presidente della Repubblica femminista: perche’ le donne in Italia sono poco o nulla rappresentate, nel Parlamento, nelle Istituzioni, nelle aziende pubbliche e private. Perche’ i diritti faticosamente conquistati dalle madri, per una sessualita’ libera ed una maternita’ consapevole, per una parita’ reale e non solo sulla carta, sono continuamente messi in discussione e spesso negati alle nostre figlie. Perche’ molte, troppe donne straniere sono ridotte a schiave sulle nostre strade, nelle nostre case, senza tutele, senza diritti.

    *

    Mi piacerebbe una Presidente della Repubblica: perche’ in Italia non abbiamo mai avuto una donna Presidente della Repubblica, o Capo del Governo, eppure da qualche decennio abbiamo diritto al voto, e da qualche secolo anche ad un’anima.

    *

    Mi piacerebbe Lidia Menapace: perche’ non e’ mai stata processata per corruzione, mafia, od altri reati. Perche’ e’ una donna onesta. Perche’ ha contribuito a costruire la parte migliore del nostro paese, che c’e’, ma si vede poco e conta ancora meno. Perche’ e’ una donna.

    Enrica Bartesaghi

    * * *

  • Cara Doriana, sono completamente d’accordo su Lidia Menapace alla Presidenza
    della Repubblica. Fammi avere per favore ulteriori notizie su come sottoscrivere
    e diffondere l’appello.Sono sommersa dalle riunioni per le amministrative, ma
    proprio per questo una boccata di aria sana non potrà farmi che bene. Ti
    abbraccio. Simonetta

  • sottoscrivo!
    Sarebbe fantastico avere per la prima volta una donna presidente della repubblica e sopratutto una donna come Lidia!!!
    Confermo quello che dici, anche a me Lidia ha risposto sulla ML !
    Paola Lori

  • Cibo, sanità e istruzione
    Ripristino delle condizioni di dialogo tra le comunità

    Sono questi gli strumenti per la pace e la democrazia
    non le bombe

    Chiediamo alla nuova maggioranza parlamentare e al futuro Governo di centrosinistra il ritiro immediato delle nostre Forze Armate dall’Iraq e dall’Afghanistan.

    Fuori La Guerra Dalla Storia

    Donne in Nero Roma

    nb. Il seguente testo sarà distribuito come volantino, oggi pomeriggio al sit in a Roma a Largo Argentina.

    • Siccome Prodi , da buon democristiano, darà le cariche col manuale Cencelli in mano e la coalizione, fragile per la sua composizione e per lo scarto di voti, richiede delle "pesature" al millimetro non credo Lidia Menapace abbia molte possibilità.

      Già è tanto se Prodi non nomina ,che so, Fisichella a presidente della repubblica, per vari motivi: il primo e per mandare quel segnale di unità in merito alla riforma costituzionale e bay-passare la spaccatura del paese;
      è ordinario di Dottrina dello Stato, ed è stato sempre contrario alla devoluzione.
      Inoltre al senato, dove c’è uno scarto veramente minimo toglie un senatore all’opposizione e di certo si porta dietro qualcun’altro, con più quelli a vita starebbe abbastanza tranquillo.
      Perchè poi se uno entra in una logica parlamentarista deve pure fare certe valutazioni!

      Io al posto suo metterei la Tina Anselimi che è stata due volte nella commissione di inchiesta sulla P2 , questo per mandare un segnale forte a Berlusconi al Polo delle cosidette libertà, perchè sappiamo tutti che queste che consideriamo pagliacciate sui brogli, sulla conta dei voti
      non sono che i prodomi di cose più trucide che vedremo nel prosieguo.Inoltre dando per scontato che con la prossima finaziaria di lacrime e sangue che sarà varata, al prossimo giro ritornerà il governo Berlusca, una figura come la Anselmi, sempre per la feccenda della commissione P2 offre un minimo di garanzia.

      Per foruna che non sto al posto suo (di Prodi) e che manco ci vorrei stare;-))))

      In ogni caso considero molto imbarazzante, se non disdicevole in una situazione come la attuale, pensare una donna ad una carica istituzionale, dove magari dovrà avvallare un nuovo intervento militare in Iran, possibile.
      In ogni caso basta e vanza avvallare la finaziaria
      vittoria
      L’avamposto degli Incompatibili.

  • La mia prima uscita "ufficiale" (dopo aver ricevuto la "proclamazione", aver scelto il collegio, avuto la convocazione per la prima seduta) è stata a Trieste, il 25 aprile; sono contenta di iniziare da questa data i miei racconti dalle istituzioni. Un bellissimo 25 aprile, devo dire, anche se i soliti incoscienti, che non possono più essere anche giudicati innocenti, ma stupidamente maliziosi, hanno rovinato un po’ la festa a Milano, dove peraltro era bellissima a quanto si vede dalle immagini televisive. Parto da qui: le persone alle quali fa meno impressione una celebrazione conflittuale siamo noi partigiani perchè la Resistenza fu una esperienza molto conflittuale al suo interno, data la differenza di pratiche prospettive tradizioni politiche locali e considerazione dei mezzi, a parte la paura patologica dei "tradimenti" tipica di tutti i movimenti clandestini (e per questo dalla clandestinità noi volevamo uscire al più presto e non rientrarci mai più, non ci apparteneva il gusto dell’agire all’oscuro e senza controlli; eravamo obbligati dal fatto che qualsiasi nostra apparizione sarebbe stata crudelmente repressa). I dibattiti tra noi erano moltissimi ferventi e anche aspri. Cito il caso più clamoroso: sull’episodio di via Rasella molto si discusse e non ci mettemmo d’accordo sul giudizio che davamo, ma questo non diminuì nè la solidarietà nè la stima tra noi e anche questo è da sottolineare, che le differenze anche gravi non erano mai legate al disprezzo. Ero e rimasi sempre dell’opinione che fu una operazione sbagliata perchè potevano essere colpiti anche degli innocenti cittadini romani. E il danno alla popolazione è sempre da evitare. So che agire in una metropoli occupata è cosa molto diversa dalla guerriglia in montagna e non giudico chi prese la decisione e la eseguì. Penso che fu sbagliata e che rispondeva più alla cultura di Longo più militarista, che a quella di Togliatti più politico: questa differenza di opinioni non leva nemmeno un pelo alla tremenda responsabilità di chi ordinò ed eseguì la strage delle Fosse Ardeatine, rappresaglia decisa senza che mai sia stato richiesto che gli autori dell’attentato di via Rasella si consegnassero. Insomma dico che tra noi c’erano discussioni anche accese, sempre appassionate e che le diversità di giudizio non escludevano dalla comune solidarietà e meta di liberarci dal fascismo e dall’occupazione nazista. E veniamo a Milano: certo è stupido attaccare la Moratti: era meglio darle un ironico e corale benvenuto, dato che pur essendoci stati tanti 25 aprile è la prima volta che si fa vedere anche in veste di brava figlia, guarda caso, quando è candidata a sindaco della città. Quanto alla faccenda di Israele: la questione è molto complicata perchè certamente Israele non è uno stato di diritto, non ha una costituzione e rappresenta, come tutti gli stati confessionali, una brutta confusione tra opzioni politiche e osservanza religiosa. Appunto per questo una manifestazione non è il luogo migliore per fare azioni clamorose, in un momento in cui la situazione è delicatissima: molto meglio chiedere che del gruppo facessero parte anche dei refusnik. Insomma l’uso della ragione è sempre meglio che l’uso della "forza". Però sono stufa di dover ogni volta rilasciare dichiarazioni su questo e su quello (generalmente su problemi grandissimi) per non essere confusa con persone con le quali non posso certo essere confusa. Diciamo una volta per tutte che partecipiamo alle manifestazioni condividendone la piattaforma su cui sono convocate e qualsiasi altra cosa non ci riguarda. E basta. Anche perchè l’attenzione sugli sconsiderati di Milano ha fatto passare sotto silenzio a Trieste una cosa molto grave e cioè che una bandiera della RSI (Repubblica sociale italiana, la Repubblica di Salò) sia stata issata su un campanile proprio il 25 aprile. Per chi non lo sapesse è una bandiera italiana, con un’aquila al centro che regge tra gli artigli un fascio littorio, una vera vergogna, anche un reato.

    Invece la ricorrenza è stata ricordata la mattina nel cortile della Risiera con una partecipazione di folla superiore al solito, simpatica, spontanea, non organizzata, non camellata, due paginette del sindaco (di destra, l’unico ballottaggio su quattro andato alla destra) che ha dovuto leggere un compitino nel quale diceva il meno che si possa dire e poi se ne è andato, erano presenti il neoeletto sindaco di Muggia (cs) e la neoeletta presidente della provincia di Trieste (cs), alcuni consiglieri regionali (non il presidente della Giunta), c’ero anch’io e ho visitato per la prima volta la Risiera una testimonianza davvero drammatica di un campo di sterminio (l’unico in Italia, mi pare) e vedere le immagini e le foto e le testimonianze in italiano e in sloveno. La ricorrenza si era conclusa con i canti del coro partigiano, molto belli, nelle due lingue, intervallati da letture di brani di poesia e di lettere di caduti, un evento di grande risonanza emotiva e di grande fermezza morale e anche di grande suggestione artistica. Mi è stato detto che quest’anno per la prima volta al coro è stato concesso l’uso di impianti di amplificazione. Gli anni precedenti il sindaco aveva rifiutato persino il cortile per i cori.

    Dopo sono andata in una Casa del popolo molto accogliente sulla collina, con un tempo meraviglioso, abbiamo pranzato all’aperto e dopo si è svolta una memoria di caduti partigiani e antifascisti del quartiere, nel corso della quale mi è stato chiesto di dire qualche parola, ho saputo da uno dei presenti della faccenda della bandiera. Tornerò per discutere appunto di questioni aperte sulla Resistenza, essendoci accordati che nessuna azione negativa o violenta altrui ne giustifica una nostra dello stesso tipo e che anche la Resistenza come qualsiasi evento storico deve essere sottoposta a giudizio critico. Adesso lascio e prometto che in futuro sarò più sintetica.

  • SI PARLA TANTO DI UOMINI - AMATO EX BETTINO CRAXI - ANDREOTTI DEMOCRAZIA CRISTIANA DI DESTRA -

    QUELLI CIOE’ che farebbero piacere alla chiesa... E’ ORA DI DIRE BASTA !... CHE LA CHIESA CI FACCIA IL PIACERE DI TOGLIERSI DALLE SCELTE DI UNO STATO.

    NOI PROPONIAMO UNA DONNA COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - SEMPRE PRESENTE... PARTIGIANA - FONDATRICE DI UNO DEI GIORNALI CHE FA ANCORA PIACERE LEGGERE - IL MANIFESTO - SEMPRE IN PIAZZA CON NOI A BATTERSI E MANIFESTARE PER IL DIRITTO DEI POPOLI DI ESSERE LIBERI E VIVERE IN PACE.

    una donna intelligente - vitale - UNA DONNA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ...SAREBBE ANCHE ORA DI AVERLA - PER QUESTO SOSTENIAMO - come possiamo - LIDIA MENAPACE - di nomi vicino alla chiesa e all’economia se ne fanno tanti - NOI COME SEMPRE PUNTIAMO ALL’UMANO E ALLA STORIA.

    per aderire - manda la tua firma a giornale@namir.it - CON NOME COGNOME PROFESSIONE E UN COMMENTO - PUBBLICHEREMO IL TUTTO COME SEMPRE.

  • Con grande piacere aderisco alla proposta, vi invito
    a sottoscrivere e a far girare l’invito a sottoscrivere lettere di adesione
    alla proposta di far eleggere LIDIA MENAPACE alla carica di PRESIDENTE DELLA
    REPUBBLICA.
    Basta sottoscrivere l’appello e inviarlo all’indirizzo indicato.
    Spero che gli uomini che continuano ad autorizzarsi a rappresentare anche le
    donne decidano finalmente di fare un buon passo indietro, affidando a una
    donna come Lidia la rappresentanza di tutti e tutte. Proviamo a
    chiederglielo in tanti e tante...

    Beppe Pavan

    > Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
    > Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
    > Numero 70 del 23 aprile 2006
    >
    > In questo numero:
    > Ci piacerebbe
    >
    > EDITORIALE. CI PIACEREBBE
    >
    > Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza.
    > Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.
    > Un Presidente della Repubblica femminista.
    > Una Presidente della Repubblica.
    > Lidia Menapace.

  • Firmo la proposta per Lidia Menapace presidente (e grazie per averci pensato!)

    Paola Canarutto

  • Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.

    Un Presidente della Repubblica femminista.

    Una Presidente della Repubblica.

    Lidia Menapace.

    Che dire di più e meglio?

    Ho imparato da Lidia che troppe parole possono diventare un abito goffo e sgraziato per una verità che si può dire con poche, ma aggiungere le mie ragioni, perfino personali, radicate in una storia di esperienze comuni, di vicinanza affettuosa, di passioni tenacemente condivise, significa continuare a praticare la politica come domicilio di tutti e tutte, luogo in cui la responsabilità e il valore della parola non dipende dagli attributi sociali del proprio nome o dalla notorietà del proprio volto e ruolo.

    So che ci vuole un coraggio senza eroismo, ma intriso di virtù quotidiane, per continuare a praticare la propria passione politica e quindi agire concretamente il terreno della ricerca di "comuni convenienze" senza sottostare al timore di perdere un posto socialmente gratificante, che sia una cattedra universitaria una sedia in parlamento o una qualsiasi lucrosa dirigenza.

    Lidia ha praticato questo coraggio con allegria e rabbia, fatica e lungimiranza, utilizzando per la politica parole possibili, proprio come convenzione e convenienza, per disegnare quel terreno di mediazione nel quale si è cittadini e cittadine non perché "migliori" ma perché interamente visibili, nella propria creatività e limite, senza sotterfugi o imbrogli.

    Siamo cresciuti, molti e molte, accanto alla sua inestinguibile saggezza imparando che sulla strada della condivisione le scelte importanti appartengono alla solitudine, così come i grandi valori diventano credibili solo nella responsabilità della testimonianza individuale.

    Voglio una presidente della Repubblica che sia attenta alle forme della politica, che abbia acquisito competenza per quel delicato passaggio tra la realtà viva dei corpi, persone con età sesso caratteri radici storie, e la loro rappresentazione nel livello istituzionale che richiede una ferma e flessibile definizione di confini per consentire le opportunità e proteggere dagli opportunismi.

    In un tempo in cui sembra astratta utopia, e perfino pericolosa eversione, la richiesta di un patto sociale in cui sia sancito il diritto che promuove l’uguaglianza delle possibilità e non tutela il privilegio, voglio una presidente che sa raccontare le molteplici e spesso misconosciute storie che conservano al tessuto sociale la memoria e la pratica di quei valori che si riassumono nelle parole: libertà, democrazia, giustizia.

    Da ragazza antifascista, attiva nella Resistenza a Novara, a senatrice oggi, grazie soprattutto all’impegno delle donne di Rifondazione Comunista, Lidia, che pure non deve la sua "carriera" politica ad appartenenze di famiglia o casta e tantomeno partito, ma alla sua straordinaria intelligenza e capacità, sa nominare e riconoscere le occasioni, opportunità, incontri che facilitano e sostengono nella vita.

    Quando elenca con puntigliosa precisione i "privilegi" che l’hanno accompagnata, pur senza ostentare il silenzio sulle molte difficoltà e ostacoli, ci aiuta a prendere misura della realtà, ognuno la propria, considerando prima di tutto la somma di privilegi che comporta il fatto di essere nati e nate in occidente oggi.

    Insieme a lei potremmo ricominciare a guardare il futuro non solo come consumatori di merci e di sogni, ma come protagonisti, donne e uomini che sanno prendersi cura della propria vita senza dimenticare che è più grande del nostro orizzonte e in buona parte ci è sconosciuta quest’unica terra che insieme abitiamo.

    Con Lidia presidente potremmo riscoprire una cittadinanza che non si esaurisce nell’esercizio di un gesto lottizzato poi nella visibilità televisiva di pochi, ma chiama in causa l’intelligenza dell’agire quotidiano costruendo rappresentazioni e rappresentanze che non consentono esclusioni.

    C’è modo in questo paese di mettere energie ed energie su questa gioiosa proposta?

    Rosangela Pesenti

    P.S.: Potrei scrivere molte e molte altre ragioni, questo testo è solo un incipit...

  • Ci sono cose che piacerebbe poter raccontare ai nostri nipoti.

    Ci piacerebbe poter raccontare che nell’anno di grazia duemilasei la cariche istituzionali in Italia sono state onorate dal fatto che una donna e’ stata eletta alla piu’ alta.

    Ci piacerebbe poter raccontare che questa donna e’ stata eletta anche perche’ donna.

    Ci piacerebbe poter raccontare che questa donna e’ stata eletta non solo perche’ donna ma perche’ donna combattente per la liberta’ e la democrazia.

    Ci piacerebbe poter raccontare che non ci bastava che fosse una donna perche’ alcune donne erano schierate dalla parte degli aguzzini e alcune portavano il cognome del capo degli aguzzini esibendolo con orgoglio e con disprezzo delle vittime.

    Ci piacerebbe poter raccontare che il primo Capo dello Stato donna in Italia non e’ stata una donna qualsiasi, non una donna in carriera, non una donna travestita da uomo, non una donna gonfiata dal silicone. Ma una donna.

    Ci piacerebbe poter raccontare che in questo modo le pari opportunita’, la differenza di genere, il rispetto per le diversita’ sono uscite dalla trappola del politically correct per entrare a sconvolgere direttamente la politica.

    Ci piacerebbe poter raccontare che gli inviti ipocriti alla riconciliazione nazionale non hanno saputo vincere la tenacia della memoria e del ricordo, che magari perdona ma non confonde, non dimentica, non fa finta che nulla sia accaduto.

    Ci piacerebbe poter raccontare che la Resistenza, l’antifascismo, la Costituzione e la democrazia sono uscite cosi’ dallo sgabuzzino buio nel quale molti le volevano relegare.

    Ci piacerebbe poter raccontare che la storia e’ tornata ad essere passione, schieramento, conflitto, tenerezza, lotta, amicizia, amore.

    Ci piacerebbe poter raccontare che per una volta le cose sono andate come dovevano andare.

    Ci piacerebbe poter raccontare che per una volta la cultura istituzionale si e’ sposata con la giustizia.

    Ci piacerebbe poter raccontare che Lidia Menepace e’ stata eletta Presidente della Repubblica.

    Raffaele Mantegazza

  • . UNA COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
    Ci stanno pervenendo centinaia e centinaia di messaggi di sostegno alla
    proposta di Lidia Menapace Presidente della Repubblica; persone provenienti
    dalle piu’ diverse esperienze, tutte desiderose che Lidia Menapace diventi
    Capo dello Stato, garante della Costituzione, prima rappresentante del
    nostro paese, punto di riferimento per l’intero popolo italiano.
    E’ commovente questa corale mobilitazione, e certo e’ frutto luminoso della
    storia di Lidia Menapace, della bellezza della sua persona: chiunque ha
    avuto modo di conoscerla ne ritiene vivissimo un ricordo.
    E naturalmente e’ anche frutto ulteriore della campagna - promossa da
    Marcella Bravetti e da tante altre - che mesi fa raccolse moltissime
    adesioni a sostegno della proposta che Lidia fosse nominata senatrice a
    vita: purtroppo il capo dello stato in carica perse quell’occasione di fare
    un dono prezioso al paese e preferi’ altre scelte, ma certo quella raccolta
    di firme ha sedimentato una persuasione e una fiducia. E naturalmente il
    fatto che Lidia sia ora comunque senatrice, in quanto eletta con
    straordinario consenso alle recenti elezioni politiche, e’ anch’esso un dato
    significativo che ha ulteriormente contribuito a far si’ che tante persone
    trovino ora di una solare evidenza che Lidia sia la persona giusta per il
    Quirinale.
    E’ con gioia profonda che sentiamo manifestarsi e crescere questa
    convinzione di tante e tanti. E si parva licet componere magnis, un piccolo
    effetto collaterale di tutto cio’ e’ che essendo cosi’ numerose le
    dichiarazioni di affetto, attenzione e sostegno a Lidia che ci stanno
    pervenendo, da oggi le presentiamo qui senza apporre le consuete notizie
    biobibliografiche sugli autori e le autrici di esse per dedicare tutto lo
    spazio alle parole delle persone amiche che si stanno impegnando per questa
    buona intrapresa; e rinunciamo altresi’ a pubblicare ancora un elenco
    completo delle adesioni, che sarebbe ormai un repertorio onomastico
    elefantiaco. Si pensi che stiamo ancora pubblicando le adesioni pervenute
    nelle prime ore da quando la proposta di Lidia presidente ha iniziato a
    circolare, e che solo domani riusciremo a cominciare a pubblicare le
    adesioni pervenute ieri.
    Naturalmente saremo grati a tutte le persone e le associazioni che
    continueranno a mandarci i loro interventi, e a darci notizia di altre
    iniziative e riscontri, sollecitando nel contempo ancora una volta tutte e
    tutti a prendere iniziative ovunque per far conoscere la proposta di Lidia
    Menapace Presidente della Repubblica, innazitutto scrivendo ad altre persone
    amiche, alle associazioni e alle istituzioni, a tutti i mezzi
    d’informazione, ai parlamentari che ben presto dovranno eleggere col loro
    voto il nuovo Presidente della Repubblica: la nuova Presidente della
    Repubblica.
    Grazie, e avanti.

    Dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo

  • Cara Doriana leggo con grande piacere ogni tuo messaggio. In riferimento a "Un appello al sole: Lidia come Presidente", accogliamo e condividiamo il tuo invito, come potremmo stendere al sole l’appello? potremmo fare ancora lenzuola col nome di Lidia? Suggeriscici modalità noi di Ivrea abbiamo meno fantasia, forse, ma anche meno forze (siamo ormai poche unità!)
    Cari saluti, aspetto il tuo prossimo messaggio Rosanna Barzan

    Cara Lidia,

    dal Canavese che ripetutamente ha avuto il privilegio di accoglierti ed ascoltarti, congratulazioni e soprattutto l’augurio che tu possa vedere realizzarsi, grazie anche al tuo grande impegno, ciò per cui hai speso energie, intelligenza e vita.
    Di tutto cuore anche le amiche del Centro Documentazione Pace di Ivrea seguiranno la tua attività di Senatrice col desiderio anche di continuare ad imparare da te.

    per il Centro Documentazione Pace Rosanna Barzan

  • Ho aderito personalmente e a nome delle Donne in Nero di Como alla proposta
    di Lidia Menapace Presidente della Repubblica.
    Celeste Grossi

  • cara Doriana,
    care tutte
    una donna presidente della repubblica
    un sogno che sappia diventare una proposta, una nostra forte richiesta!

    Le donne di usciamo dal silenzio da Milano lanciano la proposta di una donna presidente della repubblica.
    Chiedono un grande segno di discontinuità!
    Mi associo e credo che
    1. si debba con forza tutte insieme richiedere una donna presidente
    2. si possa presentare una candidatura o una rosa di candidature

    La proposta di Lidia Menapace mi trova personalmente assolutamente d’accordo.
    Lavoriamo insieme!
    Mandiamo la proposta alle donne di usciamo dal silenzio di milano che si trovano in assemblea l’8 maggio

    Mariangela Casalucci

  • D’accordo, ma come si fa a sottoscrivere l’appello? grazie
    Dario Armenio
    armenio.d@legadelfilodoro.it

    • NELLA COLONNA DI DESTRA PUOI, POTETE LEGGERE
      "ALCUNE COSE DA FARE PERCHE’ LIDIA..."
      QUESTO E’ IL LINK http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=13402

      RIPETO IO E PEPPE SINI, CHE IL NOSTRO NON E’ UN APPELLO AUTOMATICO CON LA CONTA DELLE FIRME...IN OGNI MODO, SPIEGAZIONI ESAURIENTI LE TROVATE NELL’ARTICOLO CHE HO RILEVATO E LA LETTERA DI LIDIA MENAPACE E’ UNA CONFERMA DEL NOSTRO SEMPLICE MA FORTE SENTIRE: andiamo avanti.
      GRAZIE A TE E A TUTTI!
      Doriana

  • Alla riunione di ieri della nostra Associazione (degli italiani all’estero per la sinistra "Prospettive") abbiamo deciso di sostenere la candidatura di Lidia Menapace alla Presidenza della Repubblica.
    Alexis

  • Vorrei aderire all’iniziativa, ma non riesco a trovare un appello già bello e pronto a cui aderire e anche l’operazione di trovarsi da soli la lista di deputati e senatori (ora ci saranno anche quelli nuovi e quindi alcuni indirizzi magari non ci sono o sono cambiati) mi sembra un po’ complicata e faraginosa visto anche che molti di noi potrebbero non trovare il tempo per farlo e che i tempi sono molto stretti.
    Se vogliamo che veramente qualcuno prenda in considerazione la proposta bisognerebbe organizzare la cosa un po’ meglio, altrimenti stiamo solo "giocando".
    Scusate, Giuseppe Privitera

  • Il desiderio di Lidia è realizzabile.

    Più che un desiderio mi sembra un suggerimento.
    Una repubblica senza militarismo.
    E’ un dono che potremmo farle:
    concretizzare questa visione.
    Esprimere con azioni inclusive e non violente
    la contrapposizione tra il ripudio della guerra
    e il consenso al’industria delle armi.
    Interpretare questa contrapposizione soprattutto come donne,
    nel momento in cui, da mandanti, diventiamo protagoniste di azioni di
    guerra.
    Nessuna differenza ormai tra il corpo di una donna e quello di un uomo
    coperti da una divisa.
    Restano solo 20.000 anni di storia in cui
    il corpo della donna,
    a parte le Amazzoni,
    non ha rappresentato od agito violenza fisica organizzata.
    200 secoli.
    1000 generazioni.
     
    Siamo libri di sangue...
    I nostri corpi ricordano.

    gabriella grasso

  • UNA DONNA AL QUIRINALE

    PRIME ADESIONI DI SENATORI E DEPUTATI ALL’APPELLO DI MOLTE PERSONALITA’
    DELLA SOCIETA’ CIVILE PER L’ELEZIONE DELLA SENATRICE LIDIA MENAPACE A
    PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

    All’appello promosso da personalita’ ed associazioni dell’impegno civile
    affinche’ la senatrice Lidia Menapace sia eletta Presidente della Repubblica
    sono gia’ cominciate a pervenire le prime adesioni di alcuni senatori e
    deputati.

    La senatrice Giovanna Capelli, il senatore Luigi Malabarba, l’onorevole
    Franca Bimbi sono i primi parlamentari che hanno gia’ espresso sostegno alla
    proposta.

    *

    Il testo dell’appello:

    Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza.
    Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.
    Un Presidente della Repubblica femminista.
    Una Presidente della Repubblica.
    Lidia Menapace.

    *

    Tra le prime adesioni:
     Farid Adly
     Enrica Bartesaghi
     Franca Bimbi
     Giovanna Capelli
     Giancarla Codrignani
     Giovanni Franzoni
     Domenico Gallo
     Gerard Lutte
     Anna Maffei
     Lidia Maggi
     Gigi Malabarba
     Dacia Maraini
     Ettore Masina
     Eugenio Melandri
     Lea Melandri
     Luisa Morgantini
     Giorgio Nebbia
     Riccardo Orioles
     Giuliano Pontara
     Annamaria Rivera
     Brunetto Salvarani
     Bruno Segre
     Giacomo Alessandroni, Gabriele Aquilina e Elena Dall’Acqua, Daniele
    Aronne, Barbara Bellini Benini, Simona Bernasconi, Laura Bottai, Norma
    Bertullacelli, Marcella Bravetti, Antonio Bruno, Gino Buratti, Luisa
    Carminati, Francesco Comina, Renato Corsetti, Guido Cristini e Marisa
    Mantovani, Daniele Dal Bon, Claudio Debetto, Alessio Di Florio, Pasquale
    Dioguardi, Maria G. Di Rienzo, Angela Dogliotti Marasso, Antonino Drago,
    Giovanna e Massimo Duranti, Giuliano Falco, Daniele Gallo, Nella Ginatempo,
    Pasquale Iannamorelli, Luca Kocci, Enrico Lanza, Daniele Lugli, Roberto
    Melone, Michele Meomartino, Isidoro D. Mortellaro, Flavia Neri, Claudio
    Ortale, Paola Pavese, Francesco Pistolato, Alessandro Portelli, Pasquale
    Pugliese, Piercarlo Racca, Luciana Ronchi, Yukari Saito, Nanni Salio,
    Giovanni Sarubbi, Marco Servettini, Zenone Sovilla, Giuseppe Stoppiglia,
    Silvano Tartarini, Andrea Trentini, Daniele Vasta, Antonio Vigilante,
    Marcello Vigli, Aldo Zanchetta, Franco Zunino, Associazione Macondo, Daniele
    Barbieri, Vittorio Bellavite, Luciano Benini, Rodolfo Carpigo, Maria
    Caterina Cifatte e Giuseppe Coscione, Umberto Cinalli, Giovanni Colombo,
    Giulio De la Pierre, Mario Di Marco, Claudio Di Scalzo, Eligio Galdi,
    Giorgio Gallo, Marta Ghezzi, Bruno Giaccone, Agnese Ginocchio, Doriana
    Goracci, "Italia civile", "Italia laica", Domenico Jervolino, Elena Liotta,
    Floriana Lipparini, Paola Mancinelli, Giovanni Mandorino, Raffaele
    Mantegazza, Antonio Mazzeo, Dario Mencagli, Andrea Montagner, Giorgio
    Montagnoli, Daniela Musumeci, Gigi Ontanetti, Lulu’ Ortega, Helene
    Paraskeva, Beppe Pavan, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti, Osvaldo Pieroni,
    Enzo Piffer, Paolo Predieri, Vincenzo Puggioni, Edi Rabini, Rina Redivo,
    Lucio Baraschi e Vania Baraschi, Giovanni Russotto, Antonella Sapio, Mirella
    Sartori, Evelina Savini, Davide Scaglianti, Eugenio Scardaccione, Giovanni
    Scotto, Mario Signorelli, Marco Siino, Francesco Vignarca, Normanna
    Albertini, Valeria Ando’, Serenella Angeloni, Franca Maria Bagnoli, Anna
    Baluganti, Giuliana Beltrame, Tiziana Boari, Rita Bravi, Annamaria Burani,
    Antonietta Cacciani, Igina Campus, Sandra Cangemi, Patrizia Caporossi, Elisa
    Carlaccini, Claudia Cernigoi, Nadia Cinti, Anna Maria Civico, Donatella
    Cortellini, Pia Covre, Nicoletta Crocella e l’associazione "Stelle cadenti",
    Giuliana Cupi, Michela De Santis, Francesca Fabbri, Nella Ginatempo, Marta
    Giraudo, Celeste Grossi, Raffaella Lamberti, Mimma Ianno’ Latorre, Michela
    Lipari, Sabina Longhitano, Enza Longo, Sigrid Loos, Nicoletta Manuzzato,
    Carla Mariani, Marina Martignone, Giuliana Meli, Nadia Neri, Mary Nicotra e
    "Donne in viaggio", Eleonora Parlanti, Maria Luisa Paroni, Anna Pascuzzo,
    Giovanna Providenti, Barbara Romagnoli, Paola Rossi, Lucia Salemi, Marta
    Sartini, Assunta Signorelli, Liliana Tedesco, Alessandra Valle, Gianni
    Novelli, Elena Pulcini, Letizia Tomassone, Mao Valpiana, Sergio Albesano,
    Stefano Allievi, Tiziana Andreola, Eros Berardelli, Ester Comini, Luciano
    Comini, Franca Guana, Massimo Mercuri, Miriam Saleri e La Piccola Editrice
    di Celleno, Arciragazzi di Narni, Antonio Bianciardi, Alessandro Bocchero,
    Antonio Bruno, Paolo Buffoni, Giulio Bufo, Luciano Capitini, Arnaldo Casali
    e la redazione di "Adesso", Silvio Cinque, Fausto Concer, Andrea Cozzo,
    Massimo Dalla Giovanna, Francesco de Notaris, Michele de Pasquale, Sergio Di
    Vita, Ornella D’Orazio, Carla Ermoli e Leo Piacentini, Alfredo Fagni e
    Fiamma Lolli, Carla Galetto, John Gilbert, Dario Giocondi, Antonio
    Grassedonio, "La citta’ delle dame"; Nello Margiotta; Domenico Matarozzo,
    Carmine Miccoli, Antonella Monastra, Adriano Moratto, "Narni per la pace",
    Alberto Pacelli, Fiora Pezzoli e Flavio Turolla, Guido Piovano, Rosanna
    Pirajno, Luigi Pirelli, Michele Poli, Fabio Ragaini, Claudio Riolo, Nora
    Rodriguez, Carlo Ruta, Paolo Sales, Luca Salvi, Mauro Socini, Tiziano
    Tissino, Amedeo Tosi, Gennaro Varriale, Fabio Visentin, Anna Puglisi e
    Umberto Santino, Maria Schiavo, Sergio Tanzarella, "Adesso", Daniella
    Ambrosino, Stella Bertuglia, Herminia Boncalan e Pierluigi Ricciarelli,
    Liliana Boranga, Adriana Bottini, Maria Pia Bozzo e Carlo Ferraris, Giuseppe
    Burgio, Tonino Cafeo, Rita Calabrese, Comitato per la pace "Rachel Corrie"
    di Genova, Marinella Correggia, Virginia Del Re, Alfredo Di Noia, Fabrizio
    Fassio, Anita Fisicaro, Gabriella Grasso, Celeste Grossi e le Donne in nero
    di Como, Marco Giubbani, Rosanna Labalestra, Massimo Lafronza, Marilena
    Martino, Francesca Mongelli, Mariella Sciancalepore, "La societa’ delle
    estranee" di Palermo, Pierpaolo Loi, Alessandra Mambelli, Maira Marzioni,
    Gisella Modica, Toni Peratoner, Erica Piantini, Stefano Poli, "Prospettive",
    associazione di italiani in Grecia per la sinistra, Luisa Randi, Andrea
    Maria Ricci, Nicola Sanna, Maria Pia Simonetti, Antonio Sorrentino, "Tempi
    di fraternita’", Patrizio Tressoldi, Maria Natalina Trivisano, Stefano
    Ulliana, Riccardo Dello Sbarba, Giampiero Girardi, Tarcisio Alessandrini,
    Franco Borghi, Coordinamento nazionale dell’Associazione Italia-Nicaragua,
    Versilia Dominici e Franca Nosenzo, "Donne in nero" di Alba, Teresa Ducci,
    Giuliano Falco, Rachele Farina, Laura Favro Bertrando, Fondazione "Popoli e
    Costituzioni", Angelo Gandolfi, Marzia Gelardi, Angela Giuffrida, Carlo
    Gubitosa, Gianfranco Laccone, Marco Palombo, "Peacelink", Francesco Pisano,
    Alessandro Pizzi, Antonio Revelli, Rosetta Riboldi, Yousef Salman, Angelo
    Saracini, Maria Edoarda Trillo’, Maria Chiara Tropea, Lalla Uher, Giulio
    Vittorangeli, Elisabetta Caravati, Letizia Lanza...

    *

    Tutte le dichiarazioni di adesione all’iniziativa vengono via via pubblicate
    sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e’ in cammino",
    consultabile alla pagina web:

    http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html

    *

    Aggiungiamo una breve notizia biobibliografica su Lidia Menapace:

    Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) e’ nata a Novara
    nel 1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento
    cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del
    "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle
    donne, dei movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino.
    Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice.
    La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’
    dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari;
    tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano
    1968; L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di),
    Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973;
    La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della
    differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con
    Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma
    1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la
    luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto
    Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.

    *

    Nota per la stampa a cura del Centro di ricerca per la pace di Viterbo

    Viterbo, 2 maggio 2006

    Centro di ricerca per la pace
    strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
    tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

  • Aderiamo anche noi all’appello per Lidia Menapace presidente!
    Le Donne in Nero di Torino

  • PER LIDIA CON QUALCHE SE E MA
    PER L’UNITA’ DEI NONVIOLENTI SENZA SE E
    SENZA MA

    a Peppe Sini da parte di Alfonso Navarra (risposta in forma di lettera aperta)

    Milano, 28 aprile 2006

    Caro Peppe,

    mi proponi di aderire alla tua Campagna per Lidia Menapace al Quirinale.
    Va bene, aderisco. Male certo non fa. Lidia e’ dei nostri, e’ una splendida figura, e’ "una donna rappresentativa della Resistenza, della nonviolenza, del femminismo, delle grandi esperienze di liberazione e di solidarieta’ umana, delle grandi tradizioni giuriscostituenti, per un’umanita’ di persone libere, eguali in diritti, solidali".
    Ma subito mi chiedo: ha senso oggi spendere energie per iniziative puramente simboliche, senza agganci con il contesto politico odierno, che non hanno nessuna, proprio nessuna possibilita’ pratica di innescare un cambiamento reale?Mettiamo pure il caso che la candidatura Menapace
    riesca ad essere presa in considerazione da un ceto politico che ha, come facilmente riscontrabile da chiunque, proprio tutt’altro per la testa.
    Guarda solo quello che sta succedendo per l’elezione dei presidenti della Camera e del Senato...
    Il Palazzo oggi ha il problema di decidere se far fuori definitivamente l’"anomalia" berlusconiana
    (restaurando alcune garanzie della Prima Repubblica) o se pervenire ad un nuovo inciucio con il "Caimano".
    I protagonisti di questo gioco, le oligarchie partitiche ed i poteri forti dietro le loro spalle, sono
    appesi ai fili di un delicatissimo equilibrio, nei quali enormi interessi economici attendono l’esito del loro destino.
    Oggi come oggi non c’e’ null’altro in ballo.
    Ma mettiamo tra parentesi la realta’ politica disperante dell’"Italietta", popolata di "berluschini",
    disorganizzata nelle sue fasce deboli sempre piu’ umiliate ed offese, ingabbiata in un bipolarismo di tipo americano che ha preso solo i difetti del suo modello originario.
    Ipotizziamo che Lidia Menapace venga eletta per i motivi che tu esponi: viene scelta - miracolo! -
    "una persona in cui ogni donna e ogni uomo di volonta’ buona possano riconoscere un sicuro punto di riferimento per difendere e promuovere la legalita’, la democrazia, la solidarieta’, la civile convivenza, il rispetto delle persone e della natura, la cura per gli altri e le altre, la pace, il riconoscimento e l’inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani".
    Ebbene, da pacifista conseguente, la Menapace sarebbe costretta a dimettersi il giorno dopo il suo insediamento.
    Da garante coerente della nostra Costituzione porrebbe infatti subito il problema della preparazione dello sterminio atomico cui l’Italia collabora attivamente aderendo alle strategie NATO ed ospitando le atomiche nelle basi militari usate dagli Stati Uniti.
    (Domenico Gallo ci ha spiegato a sufficienza che la condizione di "Stato atomico" ci pone sostanzialmente in una situazione di illegalità rispetto al diritto internazionale ed interno).
    La classe politica italiana ovviamente risponderebbe di no, che il nucleare militare, per
    salvaguardare buoni rapporti transatlantici, non si deve toccare: essa e’ infatti divisa, in quelli che contano, tra filoamericani di destra (Berlusconi e sodali) e filoamericani di sinistra (le forze che vanno a fare il Partito Democratico).
    Prodi e’ stato presidente della Commissione UE, ma non facciamoci illusioni: non esiste in Italia un "partito europeo" come lo troviamo in Germania, Francia o Spagna.
    Gli stessi post-comunisti hanno ripudiato il loro passato filosovietico ma mantenuto la sindrome dello Stato-guida: non c’e’ bisogno di passare un’estate a Capalbio per rendersene conto, basta vedere come si affrettano tutti a compiere pellegrinaggi in America per raccogliere il
    "consenso di Washington".
    I tempi che viviamo si stanno facendo drammatici in maniera inaudita. Il Pianeta sta diventando una vera e propria polveriera. All’orizzonte si staglia la nuova guerra - molto probabilmente atomica - con l’Iran, resasi necessaria, dal punto di vista dell’"Impero del Denaro", per completare l’opera iniziata cone le invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq.
    E’ la minaccia di un militarismo che si sta espandendo senza freni scatenando una stagione
    incontrollabile della proliferazione nucleare.
    Ma incombe anche e contemporaneamente l’ecocidio da effetto serra: secondo lo scienziato
    Lovelock (l’inventore dell’ipotesi "Gaia", la Terra come unico organismo vivente) abbiamo gia’ raggiunto il punto di non ritorno.
    Grazie, oro nero! Qualsiasi cosa facciamo, dobbiamo gia’ mettere in cantiere 3 miliardi di morti ... Hai proprio capito bene: 3 miliardi di morti comunque entro la fine di questo secolo, se cominciamo da oggi a rispettare Kyoto (magari!), qualche miliardo in piu’ se insistiamo a
    bruciare combustibili fossili con il nostro folle consumismo, imitati da Cina, India e quanti altri.
    L’altra gravissima minaccia per tutta l’umanita’ e’ l’ingiustizia sociale globale, le ineguaglianze
    crescenti. Ti cito Brzezinski, il consigliere dell’ex presidente Carter, che leggo sulla rivista "Aspenia" (n. 32- 2006). La rivoluzione demografica, con i miliardi di persone che stanno nascendo, concentrata nel Sud del mondo, è una bomba politica potenziale (ed è carne da
    macello per l’ecocidio prossimo venturo - ndr). Sta creando masse sterminate di giovani impazienti, eccitati dagli stimoli del "villaggio globale" ma irritati e delusi per cio’ che non hanno. "Questi milioni e milioni di studenti sono rivoluzionari in pectore... la loro energia
    fisica e la loro frustrazione emotiva sono li’ pronte, in attesa di essere scatenate da una causa, una fede o semplicemente dall’odio".
    Ecco, caro Peppe, di cosa dovremmo davvero occuparci, consapevoli che oggi l’alternativa, imminente, sovrastante, drammaticamente ed inesorabilmente ultimativa, e’ tra nonviolenza o barbarie.
    Lo "scontro di (in)civilta’" puo’ precipitarci nella fine della stessa specie umana. Stiamo parlando di noi e dei nostri figli, non di lontane generazioni che non vedremo mai venire alla luce. Tocca a noi e non ad altri spegnere l’incendio dandoci una mossa da subito.
    Basta con le divisioni ideologiche, basta con le monotematicita’ frammentiste, basta
    con gli orticelli!
    Dovremmo - credo - concentrare le energie non dietro i balletti della politica politicante (il toto poltrone nel Palazzo) ma per unire, costi quel che costi, i nonviolenti, le avanguardie di una
    nuova cultura politica, Lidia Menapace in testa, in modo da promuovere una opposizione popolare unitaria - la forza piu’ potente! - allo stato di cose presenti. E’ questa l’utopia concreta - costruire un accordo unitario tra le persone di buona volonta’ per rilanciare la
    lotta per la pace giusta e sostenibile - per la quale ti chiedo di mettere a disposizione anima, cuore e mente.
    E’ il tema della mia lettera aperta a Padre Alex Zanotelli, quella in cui (poveretto!) gli
    chiedo di inaugurare una nuova Resistenza al sistema di guerra prendendo l’iniziativa di aggregare i soggetti, individuali e collettivi, della "nonviolenza in cammino".
    Aderisci?

    Post scriptum.
    da www.repubblica.it 28 aprile 2006 ore 19.29

    Secondo il nuovo rapporto dell’Aiea l’Iran ha addiritturaaccelerato il programma di
    arricchimento dell’uranio Aiea: "L’Iran continua l’attività e non soddisfa le richieste Onu"
    Bolton (Usa) chiede risoluzione che non escluda l’uso della forza
    Londra: il Consiglio sicurezza aumenti la pressione su Teheran

    Dopo la pubblicazione del rapporto Aiea l’ambasciatore Usa all’Onu John Bolton ha ribadito che l’intenzione degli Stati Uniti è di ottenere una risoluzione delle Nazioni unite contro l’Iran che non escluda l’uso della forza. Il diplomatico, confermando che la parola rimane per il momento alla diplomazia, ha indicato che da un primo esame del rapporto si deduce chiaramente che
    Teheran "non ha fatto niente per rispondere alle richieste del Consiglio di Sicurezza".

  • Una richiesta urgente alle persone che hanno aderito all’appello per Lidia Menapace Presidente della Repubbica

    E per conoscenza ad alcune mailing list con preghera di ridiffondere questo messaggio

    UNA PROPOSTA DI INIZIATIVA URGENTE

    Carissime e carissimi,

    in primo luogo grazie di tutto.

    E’ stata fissata per l’8 magggio la data di inzio delle votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica da parte dei deputati, dei senatori e dei rappresentanti delle Regioni all’uopo delegati.

    Mentre preghiamo tutte e tutti di continuare a diffondere la proposta di Lidia Menapace Presidente della Repubblica a persone ed associazioni, ed ai mezzi d’informazione locali e nazionali, segnaliamo l’urgenza di far conoscere questo nostro appello a coloro che materialmente voteranno per eleggere la persona che andra’ a svolgere le funzioni di capo dello Stato.

    *

    Alcuni parlamentari hanno gia’ aderito pubblicamente al nostro appello, altri hanno espresso in forma privata una disponibilita’, altri ancora hanno dichiarato in forma privata a chi scrive queste righe il loro apprezzamento per il nostro appello ma che preferiscono non prendere una posizione personale prima che si sia svolta una riflessione collegiale nei gruppi parlamentari cui appartengono.

    Sono tutti segnali positivi, vi e’ gia’ quindi un’area di parlamentari sensibili e disponibili a recepire e promuovere ulteriormente il nostro appello per Lidia Presidente, ma naturalmente occorre informarne, e se possibile persuaderne e coinvolgerne molte e molti di piu’.

    La richiesta che vi formuliamo con urgenza e’ quella di scrivere lettere, brevi e garbate, ai membri del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati che ritenete vostri preferenziali interlocutori o interlocutrici per chiedere loro di proporre e sostenere Lidia Menapace come Presidente della Repubblica.

    *

    Gli indirizzi di posta elettronica dei senatori, delle senatrici, delle deputate e dei deputati sono assai agevolmente reperibili nei siti del Senato (www.senato.it) e della Camera (www.camera.it).

    Non forniamo qui l’elenco completo degli indirizzi, peraltro pubblici, poiche’ ci sembra evidentemente inutile un invio indiscriminato di e-mail a tutte e tutti che avrebbe il negativo effetto di cio’ che in gergo telematico si chiama "spam": sarebbe bene inviare e-mail a quelle e quei parlamentari con cui si ha qualche affinita’, o verso cui si nutre una particolare fiducia e stima; e che le lettere siano indirizzate con nome e cognome della persona destinataria, e firmate con nome e cognome della persona mittente (e/o con la denominazione dell’associazione per conto di cui si scrive), gentilmente chiedendo altresi’ un cenno di riscontro.

    *

    Chiediamo a tutte e tutti questo piccolo sforzo ulteriore: scriviamo adesso alle ed ai parlamentari, prima che eventuali accordi di vertice chiudano ogni spazio di democrazia partecipata in questa decisione cosi’ rilevante. Grazie di cuore.

    *

    Con una succesiva e-mail vi inviamo alcuni materiali forse utili:

    Con una succesiva e-mail vi inviamo alcuni materiali forse utili:

    a) il testo dell’appello:

    Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista.

    Una Presidente della Repubblica. Lidia Menapace.

    *

    b) tutte le adesioni che abbiamo fin qui pubblicato su "La nonviolenza e’ in cammino" (sono ancora solo una parte delle dichiarazioni pervenuteci, e le adesioni pervenuteci sono solo una parte di quelle che stanno pervenendo a vari siti e varie testate che sostengono l’iniziativa):

    Tra le prime adesioni:
     Farid Adly
     Enrica Bartesaghi
     Franca Bimbi
     Giovanna Capelli
     Giancarla Codrignani
     Giovanni Franzoni
     Domenico Gallo
     Gerard Lutte
     Anna Maffei
     Lidia Maggi
     Gigi Malabarba
     Dacia Maraini
     Ettore Masina
     Eugenio Melandri
     Lea Melandri
     Luisa Morgantini
     Giorgio Nebbia
     Riccardo Orioles
     Giuliano Pontara
     Lidia Ravera
     Annamaria Rivera
     Brunetto Salvarani
     Bruno Segre
     Giacomo Alessandroni, Gabriele Aquilina e Elena Dall’Acqua,

    Daniele Aronne, Barbara Bellini Benini, Simona Bernasconi, Laura Bottai, Norma Bertullacelli, Marcella Bravetti, Antonio Bruno, Gino Buratti, Luisa Carminati, Francesco Comina, Renato Corsetti, Guido Cristini e Marisa Mantovani, Daniele Dal Bon, Claudio Debetto, Alessio Di Florio, Pasquale Dioguardi, Maria G. Di Rienzo, Angela Dogliotti Marasso, Antonino Drago, Giovanna e Massimo Duranti, Giuliano Falco, Daniele Gallo, Nella Ginatempo,
    Pasquale Iannamorelli, Luca Kocci, Enrico Lanza, Daniele Lugli, Roberto Melone, Michele Meomartino, Isidoro D. Mortellaro, Flavia Neri, Claudio Ortale, Paola Pavese, Francesco Pistolato, Alessandro Portelli, Pasquale Pugliese, Piercarlo Racca, Luciana Ronchi, Yukari Saito, Nanni Salio, Giovanni Sarubbi, Marco Servettini, Zenone Sovilla, Giuseppe Stoppiglia, Silvano Tartarini, Andrea Trentini, Daniele Vasta, Antonio Vigilante,
    Marcello Vigli, Aldo Zanchetta, Franco Zunino, Associazione Macondo, Daniele Barbieri, Vittorio Bellavite, Luciano Benini, Rodolfo Carpigo, Maria Caterina Cifatte e Giuseppe Coscione, Umberto Cinalli, Giovanni Colombo, Giulio De la Pierre, Mario Di Marco, Claudio Di Scalzo, Eligio Galdi, Giorgio Gallo, Marta Ghezzi, Bruno Giaccone, Agnese Ginocchio, Doriana Goracci, "Italia civile", "Italia laica", Domenico Jervolino, Elena Liotta, Floriana Lipparini, Paola Mancinelli, Giovanni Mandorino, Raffaele
    Mantegazza, Antonio Mazzeo, Dario Mencagli, Andrea Montagner, Giorgio Montagnoli, Daniela Musumeci, Gigi Ontanetti, Lulu’ Ortega, Helene Paraskeva, Beppe Pavan, Rosangela Pesenti, Enrico Peyretti, Osvaldo Pieroni, Enzo Piffer, Paolo Predieri, Vincenzo Puggioni, Edi Rabini, Rina Redivo, Lucio Baraschi e Vania Baraschi, Giovanni Russotto, Antonella Sapio, Mirella Sartori, Evelina Savini, Davide Scaglianti, Eugenio Scardaccione, Giovanni
    Scotto, Mario Signorelli, Marco Siino, Francesco Vignarca, Normanna Albertini, Valeria Ando’, Serenella Angeloni, Franca Maria Bagnoli, Anna Baluganti, Giuliana Beltrame, Tiziana Boari, Rita Bravi, Annamaria Burani, Antonietta Cacciani, Igina Campus, Sandra Cangemi, Patrizia Caporossi, Elisa Carlaccini, Claudia Cernigoi, Nadia Cinti, Anna Maria Civico, Donatella Cortellini, Pia Covre, Nicoletta Crocella e l’associazione "Stelle cadenti",
    Giuliana Cupi, Michela De Santis, Francesca Fabbri, Nella Ginatempo, Marta Giraudo, Celeste Grossi, Raffaella Lamberti, Mimma Ianno’ Latorre, Michela Lipari, Sabina Longhitano, Enza Longo, Sigrid Loos, Nicoletta Manuzzato, Carla Mariani, Marina Martignone, Giuliana Meli, Nadia Neri, Mary Nicotra e "Donne in viaggio", Eleonora Parlanti, Maria Luisa Paroni, Anna Pascuzzo, Giovanna Providenti, Barbara Romagnoli, Paola Rossi, Lucia Salemi, Marta Sartini, Assunta Signorelli, Liliana Tedesco, Alessandra Valle, Gianni Novelli, Elena Pulcini, Letizia Tomassone, Mao Valpiana, Sergio Albesano, Stefano Allievi, Tiziana Andreola, Eros Berardelli, Ester Comini, Luciano Comini, Franca Guana, Massimo Mercuri, Miriam Saleri e La Piccola Editrice di Celleno, Arciragazzi di Narni, Antonio Bianciardi, Alessandro Bocchero,
    Antonio Bruno, Paolo Buffoni, Giulio Bufo, Luciano Capitini, Arnaldo Casali e la redazione di "Adesso", Silvio Cinque, Fausto Concer, Andrea Cozzo, Massimo Dalla Giovanna, Francesco de Notaris, Michele de Pasquale, Sergio Di Vita, Ornella D’Orazio, Carla Ermoli e Leo Piacentini, Alfredo Fagni e Fiamma Lolli, Carla Galetto, John Gilbert, Dario Giocondi, Antonio Grassedonio, "La citta’ delle dame"; Nello Margiotta; Domenico Matarozzo, Carmine Miccoli, Antonella Monastra, Adriano Moratto, "Narni per la pace",
    Alberto Pacelli, Fiora Pezzoli e Flavio Turolla, Guido Piovano, Rosanna Pirajno, Luigi Pirelli, Michele Poli, Fabio Ragaini, Claudio Riolo, Nora Rodriguez, Carlo Ruta, Paolo Sales, Luca Salvi, Mauro Socini, Tiziano Tissino, Amedeo Tosi, Gennaro Varriale, Fabio Visentin, Anna Puglisi e Umberto Santino, Maria Schiavo, Sergio Tanzarella, "Adesso", Daniella Ambrosino, Stella Bertuglia, Herminia Boncalan e Pierluigi Ricciarelli, Liliana Boranga, Adriana Bottini, Maria Pia Bozzo e Carlo Ferraris, Giuseppe Burgio, Tonino Cafeo, Rita Calabrese, Comitato per la pace "Rachel Corrie" di Genova, Marinella Correggia, Virginia Del Re, Alfredo Di Noia, Fabrizio Fassio, Anita Fisicaro, Gabriella Grasso, Celeste Grossi e le Donne in nero di Como, Marco Giubbani, Rosanna Labalestra, Massimo Lafronza, Marilena Martino, Francesca Mongelli, Mariella Sciancalepore, "La societa’ delle estranee" di Palermo, Pierpaolo Loi, Alessandra Mambelli, Maira Marzioni,
    Gisella Modica, Toni Peratoner, Erica Piantini, Stefano Poli, "Prospettive", associazione di italiani in Grecia per la sinistra, Luisa Randi, Andrea Maria Ricci, Nicola Sanna, Maria Pia Simonetti, Antonio Sorrentino, "Tempi di fraternita’", Patrizio Tressoldi, Maria Natalina Trivisano, Stefano Ulliana, Riccardo Dello Sbarba, Giampiero Girardi, Tarcisio Alessandrini, Franco Borghi, Coordinamento nazionale dell’Associazione Italia-Nicaragua, Versilia Dominici e Franca Nosenzo, "Donne in nero" di Alba, Teresa Ducci, Giuliano Falco, Rachele Farina, Laura Favro Bertrando, Fondazione "Popoli e Costituzioni", Angelo Gandolfi, Marzia Gelardi, Angela Giuffrida, Carlo Gubitosa, Gianfranco Laccone, Marco Palombo, "Peacelink", Francesco Pisano,
    Alessandro Pizzi, Antonio Revelli, Rosetta Riboldi, Yousef Salman, Angelo Saracini, Maria Edoarda Trillo’, Maria Chiara Tropea, Lalla Uher, Giulio Vittorangeli, Elisabetta Caravati, Letizia Lanza, Carlo Sansonetti, Cinzia Abramo, Simonetta Barocchi, Cristiana Basilico e Federico Marolla, Bengasi Battisti, Stefano Bona, Viola Buzzi e l’"Associazione culturale i Tusci", Paola Caenazzo, Roberto Cappellini, Misa Chiavari, Piero Coltelli e l’associazione "Antica come le montagne", Comitato per la pace Roma X, Grazia Corrente, Gianpaolo D’Errico, i giovani comunisti ed il circolo del Prc "Antonio Gramsci" di San Pietro Vernotico, Alessia Di Grigoli, Pasquale Dioguardi, Le "Donne in nero" e settantanove cittadine e cittadini di Alba, Cosetta Erinaldi, Tommaso Fattori: Per Lidia Presidente della Repubblica, Antonietta Federici, Domenico Ferraro e l’Unione civica riformatori del Piemonte, Rita Filippo, Pina Garofalo, Giorgio Guelmani, "Il battito del mondo", "La citta’ delle dame", Nunzia Mandanici, Antonietta Mariotti e
    Vitaliano Visentini, Roberto Mazzini e l’associazione "Giolli", Chiara Mellina, Silvia Montevecchi, Bruna Montorsi, Anna Moscucci, Milena Nicolini, Francesco Paolella, Patrizia Parodi, Francesco Pistolato, Francesco Quaranta, Vittoria Ravagli, Piera Rella, Mario Ricci, Giovanni e Paolo Rosa’, Katia Sacchi, Antonella Santarelli, Margherita Sestieri, Paolo Spunta, Stefano Toppi, Alberto Trevisan, Mariangela Vairo, Nicola Vallinoto, i Verdi dell’Alto Adige, Giancarlo Villa, Maria Vanna Zanini...

    *

    c) una breve notizia biobibliografica su Lidia Menapace:

    Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) e’ nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice.
    La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.

    *

    d) una proposta di "otto cose utili":

    1. Scrivere lettere ai parlamentari per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso. Ovviamente occorre che siano lettere scritte con linguaggio adeguato: non proclami o peggio ancora requisitorie. Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i parlamentari si trovano nel sito della Camera dei Deputati ( www.camera.it ) e in quello del Senato della Repubblica ( www.senato.it ).

    *

    2. Scrivere lettere ai consiglieri regionali (come e’ noto all’elezione del Presidente della Repubblica prendono parte oltre a tutti i parlamentari anche tre rappresentanti per ogni Regione) per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso. Ovviamente occorre che anche queste lettere siano scritte con linguaggio adeguato. Gli indirizzi di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano agevolmento nei siti dei relativi Consigli Regionali.

    *

    3. Scrivere lettere ai mass-media locali e nazionali per segnalare loro l’appello per l’elezione di Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che ha gia’ ottenuto, e per sollecitare che ne diano informazione. Ovviamente per i mass-media locali o settoriali e’ preferibile che vi sia
    anche una specificita’ locale o settoriale della notizia (ad esempio l’adesione di persone o associazioni del territorio o del campo di interessi di riferimento dello specifico giornale, radio, tv, rivista, sito, etc.). Ed altrettanto ovviamente occorre un linguaggio adeguato: conciso e chiaro; alle redazioni giornalistiche interessa ricevere notizie, non esercizi di retorica sia pur la piu’ alata.

    *

    4. Valorizzare le mailing list e i siti nel web per far circolare l’appello (chiedendo anche, a chi gestisce un sito, se sia possibile che nella home page di esso sia segnalato l’appello "Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica" con un rinvio ad una piu’ ampia notizia e possibilmente anche un link alla o alle pagine web in cui e’ possibile reperire maggiori informazioni (ad esempio la pagina web da cui si possono raggiungere tutti i fascicoli di questo notiziario, che e’ la seguente: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html ).

    *

    5. Laddove possibile promuovere raccolte di adesioni nei luoghi di lavoro, di studio, di incontro, di impegno: a tal fine potra’ essere utile predisporre dei volantini da affiggere ove consentito che rechino almeno:

    a) un testo sintetico dell’appello (ad esempio: "Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista. Una Presidente della Repubblica. Lidia Menapace"):

    b) una breve notizia su Lidia (ad esempio: "Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) e’ nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni
    politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L’ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento
    politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004");

    c) un punto di riferimento locale e come sia contattabile (ad esempio telefonicamente o per e-mail);

    d) l’indicazione di dove trovare ulteriori informazioni (ad esempio la pagina web - che abbiamo segnalato sopra - che ospita i fascicoli di questo notiziario, "La nonviolenza e’ in cammino", in cui si da’ notizia dell’iniziativa, delle sue ragioni, delle dichiarazioni di adesione fin qui rese pubbliche).

    *

    6. Con l’avvertenza di cercar di non sommergerla di richieste, si potrebbe anche proporre a Lidia Menapace (scrivendole alla sua casella di posta elettronica, sopra segnalata) di partecipare a iniziative pubbliche (non necessariamente centrate sulla proposta di elezione al Quirinale, e’ ovvio: con Lidia si possono fare appassionanti incontri su tanti argomenti).

    *

    7. Ma soprattutto parliamone: con le persone con cui condividiamo opinioni, esperienze, interessi, impegni; con le persone che riteniamo possano essere interessate ad avere una Presidente della Repubblica come Lidia; parliamone guardandoci nei volti e reciprocamente ascoltando le nostre voci. Una proposta come questa va "elaborata", cioe’ meditata e discussa superando anche alcune frequenti e comprensibili resistenze interiori: in tante e tanti l’abbiamo pensata come desiderabile, ma non c’e’ dubbio che forse
    molte e molti esitano ad esprimerla come proposta concreta su cui impegnarsi praticamente ritenendo che non sia sufficientemente "realistico" che persone che non appartengono alle gerarchie del palazzo propongano un ragionamento e un’indicazione per la Presidenza della Repubblica: invece proprio questa rottura culturale, questa uscita dall’apatia e dalla subalternita’, questo
    ripudio della rassegnazione, questa presa di parola per una democrazia partecipata, costituiscono uno degli aspetti piu’ interessanti della proposta.

    *

    8. Infine: saremo grati a tutte le persone che vorranno comunicarci adesioni e iniziative affinche’ anche sul nostro notiziario si possa darne notizia (il nostro indirizzo di posta elettronica e’: nbawac@tin.it).

    *

    Infine:

    Tutte le dichiarazioni di adesione all’iniziativa vengono via via pubblicate sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e’ in cammino", consultabile alla pagina web:

    http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html

    *

    Grazie di nuovo per la pazienza, e un cordiale saluto a tutte e tutti

    per il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
    Peppe Sini

    Viterbo, 3 maggio 2006

    Mittente: Centro di ricerca per la pace
    strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
    e-mail: nbawac@tin.it