Home > MORTI DI SERIE B

MORTI DI SERIE B

Publie le domenica 30 luglio 2006 par Open-Publishing
4 commenti

Vincenzo Andraous

di Vincenzo Andraous

Ci sono guerre dimenticate, alcune sottilmente retrocesse, altre spettacolarmente pubblicizzate.

Guerre appena fuori l’uscio, ma lontane dalle nostre tavole ben imbandite di sapori e di colori vivaci.

Eppure c’è un’altra guerra con la residenza a fianco della nostra dimora, che deruba vite, che recide esistenze, che rapina umanità nel silenzio più malato di illegalità.
Morti accatastati uno sull’altro, morti insignificanti di ieri, di oggi e di domani, morti che non parlano, che non possono dettare i tempi alla giustizia disattenta.

Sono morti e basta.

Morti meno importanti di quelli dell’emergenza mafia, terrorismo, criminalità, infatti quelli, sebbene con il ritardo assassino della storia, sono stati morti che hanno imposto il risveglio delle coscienze.

Questi altri invece sono morti che vengono da prima della vittoria su ogni mafia, e continuano a dispetto di ogni tragedia, di ogni solitudine, soprattutto a causa di ogni smemorata ingiustizia.

Sono i morti che ogni giorno inzuppano di lacrime di coccodrillo i tanti contratti di lavoro fantasma, nei tanti cantieri edili, nei luoghi destinati alla fatica ma privi di ogni sicurezza.

Sono troppi questi morti che gridano vendetta, lo fanno senza armi, ma con la richiesta feroce di ingerenza umanitaria, dal momento che quella sindacale rimane inevasa alla coscienza.

Sono questi i morti che indicano una tradizione, diventata infame malcostume, quale accondiscendenza della sciagura già prossima.

Nel bel paese si ode il corpo a corpo con la mafia, il terrorismo, la politica corrotta, la corruzione capillare, c’è frastuono di colpi, c’è lotta, c’è vita, c’è speranza.
Invece per questi morti senza lode né medaglie scintillanti, c’è a attendere il prossimo sventurato, la postura composta del giuda di turno, di quello e di quell’altro che racconterà una verità disconnessa dall’altra, da quella che è per davvero causa di tante dipartite sconosciute.

Italia, Italia, è sempre Italia, quella del pallone d’oro mondiale e quella per l’inciucio nazionale, è Italia che si barrica, che si offende, che carica a testa bassa, che marcia per le strade ancor meglio di tanti girotondini, che prende le botte e le restituisce, è Italia che rimbrotta e si intestardisce per non avere Cannavaro e Zambrotta in serie cadetta, ma non si impunta per l’ennesimo innocente caduto dall’impalcatura perché sprovvisto della necessaria imbracatura.

C’è chi imputa questa cecità diffusa alla strategia furba e alla pressione opulenta esercitata dagli interessi di categoria, dalle lobby solitamente ignote.

Sono tante le inefficienze, altrettante le inefficaci soluzioni mostrate alla fiera degli stolti, esse inciampano sovente con la disonestà intellettuale insita nel profitto quale fine, che inventa e costruisce il potere della politica, quella politica che non fa servizio, perché opera per alcuni, e non per tutti, tanto meno per quei morti in lista di attesa, e comunque tutti finiti in serie B.

Messaggi

  • Se molti ( e soprattutto molte) frequentatori/frequentatrici di questo sito, quelli/quelle che si indignano tanto per l’indulto per capirci, conoscessero la storia personale di Vincenzo Andraous, probabilmente si scatenerebbe qua sotto una sequela di maledizioni ed anatemi come nei commenti di questi giorni ad altri articoli ....

    Vincenzo Andraous, già feroce rapinatore quando era in liberta’, all’interno delle carceri speciali nei primi anni ottanta si guadagnò il soprannome di "boia delle carceri" per il suo ruolo di spietato esecutore delle sentenze di morte di mafie e camorre ai danni di altri detenuti.

    Tra l’altro, insieme al notissimo Pasquale Barra detto "o animale", fu esecutore materiale dell’ uccisione di Francis Turatello nel carcere di Nuoro.

    Turatello fu letteramente squartato e entrambi gli assassini vollelo margiagli un pezzetto di fegato quando era ancora caldo .....così, tanto per gradire .....

    Oggi Vincenzo Andraous, formalmente ancora detenuto in semilibertà, è un tranquillo signore orientato a sinistra che svolge opera di "educatore" di giovani carcerati e/o tossicodipendenti, scrive libri sul carcere e sui problemi dell’ immigrazione e manda in rete anche ottimi articoli, come quello qua sopra, sulla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro .....

    La domanda è questa ; se non fosse stata applicata, sia pure in altre forme, una qualche "clemenza" nei confronti di un ex pluriassassino come Andraous, avremmo oggi questo brillante e prezioso "opinionista di sinistra" o avremmo invece ancora uno spietato killer che si aggira per le carceri col coltello fra i denti ?

    La domanda la pongo ovviamente soprattutto ai "girotondini", ma dovrebbe far riflettere un pò tutti noi che ci diciamo "di sinistra" ......

    Magari per cercare di ricordare cosa vuole dire .......

    Keoma

    • Signor Keoma,

      la ringrazio per avermi ricordato di essere pur sempre un detenuto da 33 anni, inoltre non sapevo di essere di sinistra, tanto meno di dover camminare in ginocchio sempre e comunqe.
      oltre al fatto che i miei inciampi sono già di per sè assai gravi, dunque è inutile arricchirli di cannibalismo inventato da un giornalismo da quattro soldi.
      Detto ciò la ringrazio ancora per la sua attenzione.
      Vincenzo

    • Caro Vincenzo, mi permetto di darti del tu.

      Evidentemente non ci siamo capiti ed in ogni caso ho preferito risponderti in privato inviandoti una mail all’indirizzo degli educatori della Casa del Giovane, che non mi è stato difficile reperire in rete.

      Qualcosa mi sembra giusto però dirtela anche in pubblico.

      Prendo atto del fatto che attribuisci a "giornalismo cannibale" un certo particolare relativo alla vicenda del carcere di Nuoro ; non ho motivo per non crederti anche se sicuramente sei cosciente del fatto che quella storia - particolare compreso - viene purtroppo considerata nell’immaginario comune come cosa scontata ed inappellabile, per cui anche io, sicuramente sbagliando, ho finito in oltre 20 anni per introiettarla come tale.

      Ti ho definito "di sinistra" perchè non posso non considerare come tale chi si occupa degli "ultimi" e, visto anche l’articolo da cui parte questa discussione, non mi riferisco solo allo specifico "carcerario" .....mi rendo conto che ciò può essere uno stereotipo ma francamente avrei difficoltà anche solo ad immaginare articoli come i tuoi in un sito di Forza Italia o peggio ancora di AN o della Lega.

      Per concludere, non penso affatto che tu debba "camminare in ginocchio sempre e comunque".

      Penso, al contrario, che tu debba andare orgoglioso di quanto stai facendo di prezioso e di utile per la società, ancora di più tenendo conto del tuo lontano "vissuto".

      Con affetto e cordialmente,

      Keoma

    • Vincenzo, è un onore essere di sinistra, dai. riscatta una moltitudine di peccati.. ;)
      (lisa)