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Si vota in Chiapas - Nuovi conflitti in vista

Publie le martedì 22 agosto 2006 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Elezioni-Eletti America Latina

A man walks past a campaign announcement for Juan Sabines, the PRD (Revolutionary Democratic Party) candidate for Governor of the Southern Mexican state of Chiapas in the town of Tuxtla Gutierrez, Mexico August 19, 2006. REUTERS/Daniel LeClair


Lo stato più meridionale e più povero va alle urne in una fase estremamente calda delle vicende politiche messicane. Anche lì il favorito era il Prd ma l’alleanza Pan-Prd riapre i giochi Gli elettori sono 2.6 milioni e i seggi sono stati installati senza problemi anche nelle zone sotto controllo zapatista. Il risultato sarà importante anche per i suoi effetti a livello nazionale

di Gianni Proiettis San Cristóbal de Las Casas (Chiapas)

Considerate cruciali per essere le prime votazioni dopo quelle presidenziali del 2 luglio, ancora sub judice, le elezioni che si celebrano oggi in Chiapas per il rinnovo del governatore costituiscono un’importante cartina di tornasole dei riaggiustamenti politici nazionali in corso.

L’ombra del 2 luglio, lungi dal dissiparsi, si sta condensando in grandi nuvole all’orizzonte - la maggiore è quella del crescente movimento per la trasparenza elettorale, ma ne seguono molte altre, dal conflitto di Oaxaca alle lotte dei minatori. La temperatura delle proteste cresce, la governabilità precipita e l’estrema destra cattolica, ora al potere con il Pan, cerca disperatamente nuovi alleati.

In Chiapas, a dieci giorni dalle elezioni, la rinuncia dei candidati del Pan e del Panal - un partitino appendice del Pan - a favore del candidato del Pri, José Aguilar Bodegas, si presenta come l’esordio di un nuovo patto: tutti uniti contro il Prd e la sua Coalición por el bien de todos, base di sostegno di Lopez Obrador e del movimento antifraude.

Già sei anni fa, la vittoria del governatore Pablo Salazar Mendiguchía in Chiapas, uno stato considerato fino allora roccaforte del Pri, fu frutto di un’inedita - e mai ripetuta - alleanza. In quell’occasione, il Pan, il Prd e altri partiti minori, coalizzati contro il Pri, imposero con un ampio margine il loro candidato, che si ritrovò a navigare su due sci divergenti.

Anziché spaventarsi di quell’impossibile coincidentia oppositorum - come soddisfare la destra e la sinistra con un solo governo? -, Pablo Salazar coltivò l’ambiguità: reggeva la coda al presidente Fox, poi volava a Porto Alegre al Forum Social Mundial a parlare di bilancio partecipativo. Nei sei anni da governatore, Pablo Salazar ha costruito grandi opere dimenticando la povertà ancestrale della maggioranza della popolazione. Sotto la sua amministrazione, le lotte degli insegnanti sono state represse brutalmente, le comunità devastate dagli uragani ignorate e la tortura, secondo la ong Fray Bartolomé de Las Casas, ha continuato come pratica comune.

Nell’ultimo tratto del suo mandato, Pablo Salazar, però, ha finito per inimicarsi il presidente Fox, non appoggiando abbastanza, secondo i vertici del Pan, il candidato presidenziale della destra, Felipe Calderón, e cercando di imporre a livello statale il suo delfino, Juan Sabines, candidato del Prd alla poltrona di governatore.

Il fatto che quest’ultimo provenga dalle fila del Pri e si sia registrato come candidato del Prd un giorno prima che si chiudessero le iscrizioni dà prova dell’opportunismo senza fondo della classe politica chiapaneca.

La campagna elettorale nello stato ha rappresentato una cattiva replica di quella nazionale: spot e comizi basati sull’insulto e la diffamazione, uso di programmi sociali e di regali per comprare il voto, promesse e minacce in dosi crescenti. E, soprattutto, il sospetto di una possibile frode che ripeterebbe quella delle elezioni presidenziali.

Ma, questa volta, le denunce di una «elezione di Stato» vengono dalla Alianza por México che, pur non essendo riconosciuta come coalizione elettorale per scadenza dei termini, riunisce Pan, Pri, Panal e Partito Verde. Mentre, fino a una settimana fa, il Prd era dato come favorito, l’inedita alleanza elettorale fra il Pri e il Pan accende nuove speranze: il Pri sogna di riconquistare lo stato, il Pan di spezzare l’egemonia «meridionale» del Prd. In effetti, i risultati del 2 luglio hanno rivelato un paese polarizzato anche territorialmente: il nord alla destra, il centro-sud alla sinistra.

Le elezioni che si celebrano oggi possono aprire un nuovo conflitto postelettorale. E sancire un nuovo patto fra Pri e Pan, che si estenderebbe a livello federale e inaugurerebbe, una volta insediato Felipe Calderón, una diarchia sessennale dei due partiti fondata sull’approfondimento delle politiche neolibersite e la repressione di tutti i movimenti di protesta.

Gli elettori chiamati alle urne sono 2 milioni 600mila su una popolazione di circa 4 milioni, le 4.761 sezioni elettorali hanno potuto installarsi senza alcun problema anche nei territori zapatisti. Più di 20mila osservatori ma solo 4 stranieri, di Canada e Venezuela).

www.ilmanifesto.it

Supporters of Juan Sabines, gubernatorial candidate for the Party of the Democratic Revolution (PRD), wait for election results inside the office of ’Campasinos de America’ (Farmers of America) in Tuxtla Gutierrez, Chiapas in southern Mexico August 21, 2006. REUTERS/Daniel LeClair (MEXICO)

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http://www.edoneo.org/texcoco.html


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