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LA SINISTRA ANALIZZATA SU PIANI INTRECCIATI

Publie le mercoledì 18 giugno 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

LA SINISTRA ANALIZZATA SU PIANI INTRECCIATI

di Imma Barbarossa

Sono davvero contenta dell’attenzione di Rossana Rossanda alle mozioni congressuali del Prc (il manifesto 7 giugno), riconoscendo che si tratta di documenti veri, con posizioni politiche differenti. Non sono d’accordo sulla valutazione che dà della mozione Vendola, e mi dispiace che non abbia colto nella candidatura «irrituale» di Niki una «incompatibilità» politica tra la sua posizione di punto di equilibrio in Puglia di una coalizione in cui il Pd fa la parte del leone e quella necessaria autonomia dal Pd che Rc dovrebbe ri-costruire. Come firmataria della mozione 1, ricordo che non abbiamo nessun candidato segretario/a, per rispetto alla posizione politica che si affermerà al congresso.

Voglio sottolineare due questioni: nel nostro documento la contraddizione capitale/lavoro non appare come primaria ma alla pari con la contraddizione di genere e quella tra specie umana e natura. E’ vero, come scrive poi Rossanda (il manifesto 14 giugno), che le altre contraddizioni non sono né alla pari né gerarchicamente disposte ma si pongono su un altro piano, tuttavia i piani si intrecciano ed è sul loro intreccio che dovrebbe rivolgersi un rovello conoscitivo.

Marx ci ha insegnato a criticare tutti gli assoluti e gli universali, in primis l’universalismo dell’uomo, che - a suo dire - occultava la distinzione tra economia e politica, tra citoyen e bourgeois, ma non aveva avuto il sospetto che quell’universalismo occultasse anche la differenza sessuale. Ci sono arrivate le femministe, a partire dalla loro parzialità. Un po’ più di attenzione, infatti, avrebbe forse meritato da parte di Rossanda la terza parte del nostro documento (i soggetti del conflitto e le culture della trasformazione), in cui si parla anche del femminismo.

La seconda questione riguarda la mancata «unità» delle femministe del Forum delle donne. Fin dall’emergere della questione del «superamento del Prc», il Forum si è espresso nel partito e fuori in maniera molto critica. Dopo la sconfitta elettorale qualcuna ha rivisto le sue posizioni, ed è comprensibile che ciascuna viva pratica e modalità di intreccio tra comunismo e femminismo. C’è chi ritiene il comunismo un retaggio del ‘900 da superare, chi non prende posizione, chi - come me ed altre - ritiene che il punto di vista comunista sia elemento importante della soggettivazione politica e che la Costituente di sinistra - come l’Arcobaleno - sia una scorciatoia per superare la sconfitta sociale e la devastazione culturale in cui ci troviamo. Ora, ricomporci in una «sesta» mozione «in quanto donne» e persino «in quanto femministe» ci è sembrata una posizione debole.

Sono impegnata praticare il conflitto di genere anche per trasformare la forma-partito e intendo continuare con altre/altri a criticare il carattere patriarcale della tradizione (del movimento, delle forme statuali) del comunismo novecentesco, ma sono altrettanto impegnata a scandagliare (e contestare) l’intreccio micidiale tra capitalismo neo-liberista e patriarcato. Qui ed ora. In Occidente. Con un percorso senza scorciatoie, giacché queste tendono ad occultare quello di cui oggi abbiamo disperatamente bisogno, la critica pratica del potere che oggi si alimenta dell’intreccio pervasivo tra neo-liberismo e patriarcato, dell’esaltazione del familismo e del macabro ritorno del sacro.

da “il Manifesto” del 17-06-2008