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Cgil, l’unità scricchiola. Epifani: inaccettabili misure del governo

Publie le martedì 24 giugno 2008 par Open-Publishing

Cgil, l’unità scricchiola. Epifani: inaccettabili misure del governo

Invito a Cisl e Uil a rivedere le posizioni, La sinistra sindacale attacca

Un mandato per «avviare» un confronto con Cisl e Uil sulle valutazioni da dare ai provvedimenti del governo

di Fabio Sebastiani

Un mandato per «avviare» un confronto con Cisl e Uil sulle valutazioni da dare ai provvedimenti del governo. Quanto il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha chiesto ieri al Comitato direttivo nazionale della Cgil appare come un segnale di difficoltà sullo stato dei rapporti unitari con Cisl e Uil. Non c’è quindi solo la "cattiveria" del ministro Sacconi di voler far credere a una Cgil isolata. La tensione di questi giorni su "finanziaria" e "deregulation del lavoro" rimette in pista il fantasma dell’accordo separato sul "Patto per l’Italia" di qualche anno fa.

Il progetto della "grande Flm", evocato a ogni direttivo unitario dal segretario della Cisl Raffaele Bonanni in toni propagandistici, sembra dover patire proprio in queste ore qualche seria incrinatura.

«E’ necessario chiedere a Cisl e Uil un confronto unitario su questi temi (i provvedimenti del governo, ndr) - ha detto Epifani ieri nel corso della sua relazione introduttiva - se ci sono valutazioni differenti su questioni importanti come quelle su cui abbiamo chiamato al voto i lavoratori non possiamo far finta di nulla, bisogna affrontare con trasparenza il confronto». Il giudizio della Cgil sui provvedimenti del governo in materia di conti pubblici, e non solo, resta fortemente negativo. «Se confermate - ha aggiunto Epifani - sono misure inaccettabili che cancellano quasi del tutto l’accordo del 23 luglio firmato dalle parti sociali con l’obiettivo di una sistematica riduzione di diritti e tutele».

E’ chiaro che in queste condizioni, per la Cgil diventa fondamentale arrivare al più presto a un accordo sul rinnovo dei modelli contrattuali. Ieri i "buoni" di Confindustria hanno fatto a gara per sottolineare l’urgenza di affrontare il nucleo centrale del confronto. Per oggi è convocato un nuovo round del confronto.

A chiudere un accordo "a prescindere" che ha sull’aumento effettivo dei salari proprio il suo punto più debole, la sinistra della Cgil, ovviamente, non ci sta. Per oggi è atteso l’intervento del leader di Lavoro e Società Nicola Nicolosi. Per Gianni Rinaldini, «più che preoccupazione, non ci siamo proprio». «In Italia i salari devono aumentare», ha detto il segretario della Fiom rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla preoccupazione, espressa dal leader Cgil Guglielmo Epifani sui riflessi sui salari delle stime sull’inflazione fatte dal governo. Rinaldini ha osservato che «siamo, tra i Paesi europei, quelli che hanno le retribuzioni più basse. In questi anni ci sono stati strati sociali che si sono arricchiti, mentre il lavoro dipendente ha perso. C’è un problema di aumento delle retribuzioni che deve essere affrontato, sia dal punto di vista delle imprese, che da quello dell’intervento fiscale».

Per Giorgio Cremaschi, portavoce nazionale dell’area "Rete 28 aprile", la situazione «vacilla e adesso si punta tutto sull’accordo». «Mi sembra un po’ di rivivere la fase della Sinistra Arcobaleno, in cui si propagandavano cose in cui in realtà non si credeva», aggiunge. «L’idea che si possa distinguere tra una Confindustria buona e un governo cattivo è una pura illusione». La sinistra della Cgil ha spinto molto, ma sempre con estrema discrezione, perché questa fase venisse affrontata a partire da una decisa azione generale di lotta. Ma Cgil, Cisl e Uil non si sono trovate d’accordo nel farla nemmeno di fronte a un tema così delicato come la sicurezza sul lavoro.

Morena Piccinini, della segreteria nazionale della Cgil, crede che, al di là di tutto, il ragionamento "post-elettorale" sia da calibrare sul medio periodo. «Qualcuno trae dai risultati elettorali la facile equazione che i lavoratori che hanno votato a destra siano pronti a bersi qualsiasi provvedimento. In realtà non è così. E come sindacato abbiamo la responsabilità di far crescere nei luoghi di lavoro una cultura che torni a far interiorizzare la pericolosità dei provvedimenti del governo».

Completato, intanto, il riassetto al vertice per la Cgil. Dopo l’azzeramento ed il rinnovo della segreteria confederale ieri sono state assegnati gli incarichi operativi. A Susanna Camusso va la delega per le politiche dei Settori produttivi: Piccola, Media e Grande Impresa, Cooperazione, Artigianato, Agricoltura; a Fabrizio Solari quella delle politiche delle Reti e del Terziario; a Vera Lamonica, Politiche di Coesione Economica e Sociale del Mezzogiorno, Politiche delle Riforme Istituzionali e del Federalismo oltre che legalità e sicurezza. E ancora: ad Agostino Megale la delega per le politiche Macroeconomiche di Bilancio dello Stato, dei Bilanci Locali, dei Prezzi e delle Tariffe; a Enrico Panini quella sulle politiche organizzative, di insediamento; le politiche finanziarie e amministrative; la formazione sindacale e informatica. Restano al leader della Cgil, Guglielmo Epifani, invece, le competenze in materia di politiche dei settori pubblici e le politiche per le pari opportunità.

A Paola Agnello Modica, invece, va la delega alle politiche dell’Ambiente e del Territorio, alle politiche abitative, alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La segreteria inoltre ha assegnato a Fulvio Fammoni la delega sulle politiche attive del lavoro, formative e della ricerca, dell’informazione e della comunicazione oltre all’ufficio handicap, le politiche culturali e le politiche giovanili. A Morena Piccinini va invece la delega alle politiche della previdenza, della salute, dell’assistenza e dell’immigrazione oltre al terzo settore e volontariato, nuovi diritti; promozione della contrattazione sociale e territoriale e infine sport e tempo libero. E infine Nicoletta Rocchi a cui sono stati affidati i temi di politica internazionale e della cooperazione, del segretariato per l’Europa e del Commercio internazionale.

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