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Congresso PRC: A Venezia, più forti per una sinistra d’alternativa

Publie le mercoledì 16 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

A Venezia, più forti per una sinistra d’alternativa.

A Venezia in un Congresso segnato da inutili provocazioni il Partito sceglie il radicamento sociale e si sposta a sinistra

UNA RIFONDAZIONE PIU’ FORTE PER UNA SINISTRA DI ALTERNATIVA

Il Congresso veneziano del PRC è stato difficile e solo il senso di responsabilità della larga maggioranza dei presenti ha evitato che si trasformasse, per scelta di una minoranza rissosa, in unA contesa muscolare.

Ciò nonostante occorre dire che, superate le violente provocazioni, il Congresso è proseguito e il dibattito si è dimostrato importante. Sia per la riflessione emersa in ordine al rilancio del PRC, sia nel merito dei nodi politici generali e, soprattutto, per gli aspetti territoriali proposti dai numerosissimi interventi. Sarà nostro impegno operare per essere all’altezza della domanda e delle aspettative delle nostre compagne e compagni.

Sulla evidente affermazione della Mozione 1 con il 66,35% dei voti ottenuti nei circoli, non abbiamo nulla da aggiungere

Non possiamo e non vogliamo però ignorare ciò che è avvenuto durante il Congresso provinciale veneziano, né tacere sul ruolo negativo avuto da Francesco Bonato. A lui è spettato il compito di voler tentare prima di delegittimare il Congresso, poi di alzare i toni degli insulti fino ad ordinare ai delegati della mozione “Vendola” di abbandonare i lavori. Il tutto con una regia premeditata, condita di ingiurie e minacce.

Che un compagno che tanto ha avuto dal PRC in termini di visibilità e prestigio si sia preso tanta responsabilità la dice lunga.

La motivazione alla base di tale comportamento dovrebbe essere, come Lui ha affermato prima di abbandonare la sala, il vulnus determinato dal non riconoscimento della validità del congresso “autoconvocato” del Circolo di San Donà, che la Commissione per il Congresso della Federazione ha dichiarato illegittimo.

Il grande “vulnus” di cui parla Bonato si riferisce di fatto ad una furbizia ridicola quanto fastidiosa. Qualcuno aveva iscritto 17 nuovi potenziali elettori al circolo di San Donà, ma aveva sbagliato i tempi previsti come limite dal regolamento nazionale. Accortosi dell’errore, provava a spostare il Congresso in avanti, per far buoni i nuovi iscritti/votanti.

Per farlo si scrive alla Commissione che non è più disponibile la sala per tenere il Congresso, ma basta un semplice curioso e si scopre che la sala è disponibile e viene prenotata. Il Congresso viene svolto regolarmente il 22 giugno, con garante e relatori di mozione.

Il 29 il circolo di San Donà riconvoca in modo autonomo il Congresso, senza garante e senza la presenza delle mozioni e si fanno votare 31 presenti, di cui almeno 15 iscritti da pochi giorni.

Una vicenda modesta, del tutto irrilevante ai fini congressuali, visto che la prima mozione avrebbe comunque avuto la maggioranza assoluta dei delegati.

Nel suo violento intervento, l’accusa ai rappresentanti della mozione 1 è stata quella di aver interpretato da burocrati il regolamento nazionale e di non averlo saputo piegare ed aggiustare in modo da renderlo del tutto inutile.

Che Francesco Bonato dirigente nazionale, ex tesoriere nazionale, ex deputato, ex vicepresidente della provincia di Venezia, ex sottosegretario al Ministero degli Interni, tutto cioè tranne che un compagno di base sprovveduto, si sia permesso di insultare le compagne e compagni è grave e la dice assai lunga sul clima.

Come dice bene il compagno Vendola, siamo di fronte ad una narrazione molto poco romantica e i nostri corpi non si sentono attraversati da pulsioni sociali irrefrenabili, ma da uno strano spiacevole retrogusto.

Comprendiamo che per molti è difficile rinunciare ad una pratica ed una idea proprietaria del partito. Ma quando figure con tanto di ruolo nazionale, si perdono a difendere i loro amici pescati con le dita immerse nel vasetto di marmellata, diventa più facile pensare ad un rapido e indispensabile rinnovamento.

Il Coordinamento veneziano della Mozione “Rifondazione Comunista in Movimento