Home > Isolare i fautori dello "sfascio"

Isolare i fautori dello "sfascio"

Publie le venerdì 18 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Isolare i fautori dello "sfascio"

di Davide Pappalardo

Intervista ad Aurelio Crippa

Fase finale dei congressi di circolo, avvio di quelli di Federazione.
Pare mutarsi in positivo lo “scenario” nei quali si tengono, pur tra contraddizioni e “bastian contrari”, come si evince dalle pagine di Liberazione ed in alcuni congressi di Federazione. E’ così oppure no?
Ne parliamo con l’On. Aurelio Crippa co-firmatario del documento 1, di Valorizzare il Saper Fare.

D Possiamo dire che in questi ultimi giorni a prevalere sono le voci che chiedono di superare la “contesa” in corso, facendo sì che a prevalere non sia la dissoluzione ma la ricostruzione.

R Pur in presenza di una contraddizione, credo che così sia.

Vi ha contribuito da una parte un sempre maggior numero di congressi di circoli che ha respinto l’appello alla contesa, dall’altro che a prevalere nettamente e trasversalmente nei primi congressi di Federazione, sono gli interventi di compagne/i di base che chiedono di dar vita ad una gestione unitaria del Partito, tornare alla politica, contribuendo così a dar vita ad un movimento unitario di massa, di opposizione politica e sociale al Governo delle destre.

Non è un caso, che, pressoché unanimemente viene rivendicata l’attuazione dei deliberati della Conferenza d’Organizzazione di Massa Carrara.

D Parli di una contraddittorietà. A cosa di riferisci?

R Leggo nell’articolo di Nichi Vendola che “i nostri compagni si chiedono e ci chiedono se arriveremo a Cianciano”. Significa che c’è chi pensa di far “saltare” il Congresso Nazionale e questo è di assoluta gravità, in netto contrasto con quanto viene avanti dai congressi di circolo e di Federazione, con le dichiarate volontà di porre fine alla contesa.

Vuol dire che c’è chi vuole giocare la carta dello “sfascio” del Partito e, vedendo certi atteggiamenti e leggendo alcuni articoli, ho maturato l’idea che così è, anche se volontà minoritaria nel Partito (alberga, al contrario in una parte di dirigenti).

D Nell’articolo a cui ti riferisci Nichi Vendola afferma: “Bisogna dire con chiarezza che andremo a Chianciano per ricominciare, per ricostruire questo nostro Partito, questa nostra comunità e la sua efficacia come strumento di rappresentanza politica e di interessi oscurati ed esclusi: per riaprire il cantiere dell’innovazione”.

R Sono d’accordo con Lui e gli chiedo, coerentemente, di battersi contro questa tesi dello sfascio, da qualunque parte sia attivata.

Mi troverà al suo fianco insieme, certamente con la stragrande maggioranza del Partito, quella che a Massa Carrara ha scelto di rilanciare “il Partito che si fa società”.

D E’ indubbio che la voce più consistente che viene dalla base del Partito sia quella di dar vita ad una sua gestione unitaria, per una rapida ripresa del nostro far politica.

R Fortunatamente, e non avevo alcun dubbio, è portatrice di una volontà politica e non di una “caricatura” dell’unità come fa Gennaro Migliore nel suo articolo su Liberazione, con argomenti più appropriati per la “contesa” di ieri e lo “sfascio” di oggi, che per la parola “ricostruzione”.

Vedo tutte le difficoltà, ma non l’impossibilità: l’importante è crederci, riattivare l’ascolto reciproco, avere di mira non la “parte” ma l’insieme (il Partito) con le sue differenti opinioni (pluralismo) da considerarsi una ricchezza per tutte/i.

D Che percorso ti immagini per raggiungere questo obiettivo?
R Il risultato che si prefigura è che nessun documento ottiene la maggioranza assoluta.

A fronte di ciò, sarebbe bene non attivare una nuova contesa su chi ha vinto, ma prendere atto di un partito plurale, che non nasconde gli orientamenti più consistenti, ma che fa i conti con questo pluralismo.
Se si deve rivendicare una vittoria politica, questa è della Conferenza d’Organizzazione: oggi (Congresso) come ieri (Conferenza d’Organizzazione) la stragrande maggioranza del Partito si riconosce nei suoi deliberati e ne chiede la rapida attuazione (“la rifondazione originaria”, il “Partito che si fa società”).

Questo è il punto di partenza della ricostruzione, per il quale dar corpo e vita ad una gestione unitaria del Partito, nel pieno riconoscimento dei “pesi” congressuali (è del tutto ovvio che una maggioranza relativa non può essere riconosciuta né rivendicata come assoluta, sia dal punto di vista numerico che politico).

Si cimenti in questo, da subito il Comitato di Gestione, mettendo in campo tutte le condizioni e gli apporti perché questo obiettivo si concretizzi a Chianciano.

Si abbia coscienza che se così sarà – quindi la ricostruzione che vince sulla dissoluzione – il messaggio che arriverà al Partito non potrà che essere estremamente positivo, importante e decisivo per il suo rilancio.
D E per una rapida ripresa del nostro far politica?

R Da settembre, una campagna in tutti i territori per l’aumento dei salari e delle pensioni, dando vita ad iniziative, movimenti con tutte e tutti coloro che intendono lottare per questo.

Dar corso, contestualmente alla Conferenza delle lavoratrici/ori comuniste/i, che investa l’insieme del Partito, dai circoli alle Federazioni, al Nazionale costruendo le consulte a tutti i livelli.

Si convochi un’Assemblea nazionale degli amministratori locali, in previsione dell’importante tornata elettorale dei primi mesi 2009, onde prospettare una posizione politica in merito a programmi, candidature, alleanze.

Si apra una discussione per la ricostruzione dell’organizzazione delle/dei giovani comuniste/i.