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Prc, una settimana a Chianciano. Quali ipotesi di mediazione?

Publie le sabato 19 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Prc, una settimana a Chianciano. Quali ipotesi di mediazione?

di Angela Mauro

Congressi di circolo si può dire esauriti, una sola settimana a Chianciano. E’ fase di semi-stallo nei rapporti tra le cinque mozioni congressuali del Prc, ma sembrerebbe che per tutti ormai sia tempo di "prendere atto della realtà", alla luce delle posizioni di ognuno e anche al di là. Formula criptica, ma con una sua concretezza. E’ chiaro ai vendoliani che un partito non lo si governa con un risultato congressuale fermo al 48 (per i ferreriani, il 47,3), che sarebbe anche difficile governarlo con il 51 per cento (irraggiungibile ormai, tra annullamenti e ricorsi), che al congresso di Venezia Bertinotti vinse con il 60 per cento e ne fece di fatica per tenere saldo il timone.

La mozione 2 continua dunque a difendere la tesi secondo cui la sua linea politica di "costituente della sinistra" è uscita vincente dal percorso congressuale, ma si rende conto che negare il fatto che più della metà del partito non l’ha votata vorrebbe dire appunto "non prendere atto della realtà". Rischio che corrono anche le altre mozioni, tanto più che insistere sulla tesi "la costituente di sinistra è stata sconfitta" non le porta ad elaborare un progetto politico unitario in grado di sfidare quello di Vendola, vista la diversità delle posizioni in campo. La parola chiave è mediazione, ancora tutta da declinare.

I giochi entreranno nel vivo a Chianciano. Per ora le schermaglie escludono la possibilità di un’alleanza della mozione Ferrero-Grassi-Acerbo con la tre di Giannini-Pegolo, la quattro di Bellotti e la cinque Russo-De Cesaris in "funzione anti-Vendola" (ci si perdoni l’espressione giornalistica). Spiega per esempio Giannini: «La nostra mozione è alternativa alla mozione 1 e alla 2. Diciamo no alla costituente di Vendola ma anche alla federazione della sinistra proposta da Ferrero.

Non facciamo accordi per la gestione del potere, anzi non mi piace nemmeno la parola "accordi". Invochiamo una sintesi politica alta che recepisca segni significativi della nostra proposta. Esempio: per le europee, si lavori ad una lista comunista della sinistra anticapitalista che guardi anche al Pdci». Ramon Mantovani della mozione 1 è più ottimista sulla possibilità di «aggregare» gli altri documenti in chiave "anti" costituente della sinistra. «Sulla costituente e sulla candidatura di Vendola a segretario la loro sconfitta è innegabile.

E’ vero che le altre quattro mozioni esprimono posizioni diverse, ma possono trovare un punto di aggregazione sulla scelta di non costruire l’opposizione a Berlusconi insieme al Pd, di rompere con loro e con la passata esperienza di governo». Da parte sua, Paolo Ferrero rimarca che è «pura fantascienza parlare di sue aperture alla segreteria di Vendola», ma lo fa solo per correggere una nota di agenzia sbagliata, non per smentirsi. «Rompere col governo? Non è all’ordine del giorno, siamo all’opposizione», Claudio Grassi della mozione 1 fa il morbido.

«Quanto al Pd, con questo Pd è difficile un’intesa. Ma la politica è fatta di contraddizioni, anche il Pd è in crisi e non è escluso che negli anni le cose cambino, vedremo». Grassi invita a guardare ad un orizzonte di medio periodo. «Se loro mettono in campo la costituente di sinistra, il discorso è chiuso, ma confido nella loro intelligenza. Da Chianciano dovremmo uscire con un documento politico che difficilmente potrà essere strategico, date le differenze in campo. Perciò potremmo concentrarci sul ruolo del Prc nel prossimo anno, su questo potremmo trovare un’intesa.

Dobbiamo costruire l’opposizione». Tanto più che, aggiunge il leader di Essere Comunisti, «se la facciamo noi l’opposizione non li avremmo più i problemi segnalati da Alfonso Gianni», che in un articolo ieri su Liberazione criticava la partecipazione della mozione 1 alla manifestazione dei "girotondi" in piazza Navona la settimana scorsa. «Nell’opposizione possiamo trovare convergenze con il resto della sinistra», continua Grassi convinto che il Prc debba riprendere in mano le tesi della conferenza di organizzazione di Carrara. Centrale per lui nella ricerca della mediazione, il simbolo del partito alle Europee del 2009: «Deve essere quello di Rifondazione».

La matassa è ingarbugliata. Se Giannini pensa al Pdci per le Europee, nella mozione 2 ci si rende conto che non si può lasciare che Sd e Verdi confluiscano nel Pd, come succederebbe senza un’aggregazione a sinistra. Tuttavia, lo sforzo per il dialogo c’è. «Chi ha vinto ha l’onere di una ricomposizione unitaria che deve tener conto del punto di vista degli altri, ma dalla quale non può essere assente proprio la linea che ha ottenuto la maggioranza dei consensi - dice Graziella Mascia della mozione 2 - Su come ricomporre, le proposte in campo sono diverse, si tratta di trovare un punto di incontro. D’altronde, per ricostruire la sinistra bisogna prima ricomporre il partito e nessuno a tavolino può stabilire se fai o no l’alleanza con il Pd».

su Liberazione del 18/07/2008