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Niente accordi preventivi, a Chianciano sarà «un congresso vero»

Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Niente accordi preventivi, a Chianciano sarà «un congresso vero»

di Matteo Bartocci

Nella «mozione 1» regge l’intesa tra Ferrero e Grassi. Si tratta a tutto campo ma resta il «puzzle» della segreteria

Spaccatura no, diversità di accenti sì. E domani chissà. In vista del congresso di Chianciano di Rifondazione, una riunione della «mozione 1» Ferrero-Grassi-Mantovani ha concordato una posizione unitaria da presentare alle assise. In una discussione «ampia e articolata» durata quasi sei ore vicino via Nazionale a Roma, i dirigenti della maggioranza che guida il Prc dopo il voto di aprile hanno registrato l’intesa su una posizione comune da offrire a tutto il partito e non solo alla «mozione 2» (Vendola-Giordano-Bertinotti) che ha ottenuto la maggioranza relativa tra gli iscritti nei circoli.

Una proposta politica articolata per punti che però non sarà formalizzata subito in un documento scritto alla commissione politica del congresso. Un’apertura al dialogo voluta fortemente dall’area di Claudio Grassi e sposata da Paolo Ferrero nonostante alcuni dirigenti della mozione premessero invece per la presentazione di un testo scritto su cui contarsi e cercare l’accordo delle altre mozioni di minoranza. «Abbiamo scelto di aprire un confronto con tutto il partito per ridare il primato alla politica - spiega Ferrero - vogliamo fare un congresso vero che decida una linea non provvisoria. Vedremo Nichi, che ci vuole incontrare, e discuteremo con lui: ma di linea politica, non di chi farà il segretario».

I punti della «mozione 1» parlano chiaro: la «costituente della sinistra» proposta da Vendola è stata bocciata dal partito e sconfitta dal tracollo della Sinistra arcobaleno; Rifondazione non si scioglie ma va rilanciata come deciso nel congresso di organizzazione a Carrara anche con una conferenza dei lavoratori; niente «centrosinistra di nuovo conio» come vorrebbe Sd ma costruzione di un’opposizione sociale articolata sui territori (case della sinistra); presentazione alle europee con simbolo e liste di Rifondazione-Sinistra europea; gestione unitaria e non maggioritaria negli organismi dirigenti del partito.

Fin qui tutti d’accordo o quasi. Diverso però lo stato d’animo e le preoccupazioni sul futuro. Soprattutto tra i «grassiani» è forte il timore che il partito si sfasci in uno sterile muro contro muro fino alla scissione mentre proprio Essere comunisti ha fatto della difesa del Prc la chiave della sua proposta precongressuale. «Le preoccupazioni della vigilia erano forti - ammette Alberto Burgio, dirigente vicino a Grassi - ma alla fine abbiamo trovato una quadra unitaria di tutta la mozione. Ora ci aspetta un congresso vero in cui si discuterà di politica cercando un percorso condiviso. Se vogliamo salvare questo partito bisognerà lavorare per l’unità ascoltando le varie posizioni e trovando una mediazione».

Niente alleanze precostituite dunque: si arriva a Chianciano in una situazione fluida. Anche e soprattutto per l’elezione del segretario prevista, salvo sorprese, per domenica. Alla fine del congresso i membri del comitato politico nazionale saranno eletti in proporzione al voto nei circoli sulla base del documento politico approvato e, se le mozioni rimarranno salde, sulla carta Vendola (unico candidato ufficiale) non ha i numeri dalla sua. Da statuto se il cpn è in numero legale vince il candidato che prende più voti. Di nomi alternativi per ora non parla nessuno e nessuno, come da tradizione comunista, pone pregiudiziali personali.

La trattativa è tutta politica e ancora tutta da fare. Fin qui la «mozione 1», pur proponendo una segreteria unitaria, non ha mai sciolto davvero la riserva sul nome per il dopo Giordano. Carte ben coperte in cui potrebbe essere decisivo l’atteggiamento delle altre tre mozioni minori (il 13% del partito).

su Il Manifesto del 23/07/2008