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«Ricominciamo» Oggi il Prc a congresso

Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

«Ricominciamo» Oggi il Prc a congresso

di Angela Mauro

I numeri sono ancora ufficiosi perchè la commissione nazionale per il congresso, nel marasma di discussioni durate settimane su ricorsi e annullamenti di voti, non ha ancora terminato il suo lavoro di conteggio sulla platea congressuale del Prc (lo farà oggi, a Chianciano).

Comunque, grosso modo (secondo i calcoli della mozione 2 di Nichi Vendola) al VII congresso nazionale di Rifondazione, quello forse più delicato della sua storia dopo la batosta elettorale di aprile, dovrebbero partecipare 650 delegati.

Dei quali: 307 vendoliani, 262 per la mozione 1 Ferrero-Grassi-Mantovani, 50 per la 3 Giannini-Pegolo, 21 per la 4 di Bellotti, 10 per la 5 Russo-De Cesaris.

Naufragato il tentativo di Vendola di definire una soluzione prima dell’assise nazionale, auspicando un dialogo con le altre mozioni, si arriva a Chianciano di fatto senza rete.

In un quadro nel quale nessuno dei documenti congressuali spicca per la maggioranza assoluta dei consensi, tutte le vie d’uscita restano aperte, fuorchè quella della scissione che, almeno nelle parole, nessuno agita più.

Il rissoso percorso congressuale ha ribaltato l’esito dell’ultimo comitato politico nazionale, quello dopo la debacle di aprile, che consegnò la maggioranza negli organismi dirigenti all’area dell’ex ministro Paolo Ferrero, di Ramon Mantovani e Maurizio Acerbo, di Essere Comunisti, tutti coalizzati nella mozione 1 "Rifondazione in movimento". Ora, in testa, ci sono i vendoliani, con il loro documento numero 2 "Manifesto per la Rifondazione". Ma è una maggioranza relativa: poco più del 47 per cento contro il 40 per cento e passa della 1. Segue la mozione 3 (tra il 7.7 e il 7.5, a seconda di chi dà i numeri) con "Rifondare un partito comunista per rilanciare la sinistra", ragionamento che guarda anche abbastanza esplicitamente all’alleanza con il Pdci alle europee del 2009 (per cominciare). "Falce e martello" è al 3.2 (documento 4, "Una svolta operaia per una nuova Rifondazione Comunista"), il quinto documento ("Disarmare, innovare, rifondare") è all’1.5 per cento. Numeri piccoli, quelli delle ultime tre mozioni, ma che evidentemente saranno determinanti nel dibattito che parte oggi a Chianciano e, in ultima analisi, al comitato politico nazionale che domenica chiuderà l’assise con l’elezione del segretario.

La costituente della sinistra non ha la maggioranza assoluta dei consensi, dunque non ha vinto, dunque la mozione 2 non può pretendere di poggiare su queste basi qualsiasi ipotesi di ricomposizione unitaria del partito. E’ la risposta inviata a più riprese da tutte le altre mozioni ai vendoliani che, dall’alto della loro maggioranza relativa, auspicavano una sintesi che tenesse conto delle posizioni di ognuno e traghettasse il partito fuori dai rischi di implosione. Il filo di interlocuzione stabilito con l’area Essere Comunisti di Claudio Grassi è stato risucchiato dal ricompattamento della mozione 1 due giorni fa. Ora tutto verrà discusso nella commissione politica che sarà eletta dal congresso e in commissione tutta la mozione dell’ex ministro si presenta con una proposta per tutto il partito: nessuna costituente della sinistra, ricostruire Rifondazione a partire dalle tesi di Carrara, dal basso e con l’opposizione sociale a Berlusconi in autonomia dal Pd, correre alle europee con il simbolo del Prc. «Non è una piattaforma da votare», spiega Alfio Nicotra della 1 che ieri ha avuto un incontro bilaterale con Graziella Mascia della 2, faccia a faccia che però non ha spostato alcunchè nelle posizioni iniziali. «Discuteremo in commissione per capire se è possibile una confluenza unitaria su un programma per gestire il partito e non può essere la costituente», aggiunge Nicotra. Inutile dunque, per la 1, che il leader di Sd Claudio Fava bussi alla porta del Prc insistendo con la «costituente» e correndo tanto da auspicare una «lista unitaria» già alle prossime amministrative del dopo-Del Turco in Abruzzo.

Alla fine dei prossimi tre giorni di discussione, al nodo vero si arriverà domenica. E anche se, tranne la 2 che candida Vendola, nessuna delle altre mozioni ha indicato un proprio nome per la segreteria, è difficile eludere il tema, legatissimo alla linea politica. Per i vendoliani "Nichi segretario" è cosa irrinunciabile, a costo di andare in minoranza. Sanno che con un cpn in numero legale (la metà più uno dei presenti) possono arrivare ad eleggerselo da soli il segretario. Confidano infatti nella "improbabilità" che gli altri convergano su un nome alternativo. E a quel punto sarebbe fatta. Uno come Giannini, per esempio, che chiede l’unità con i comunisti del Pdci, è lontanissimo da Vendola, ma anche da Ferrero. Con chi staranno i suoi delegati? Altra domanda: nel caso non si giungesse ad un’intesa politica (date le diverse linee in campo) e si dovesse optare per un accordo programmatico per un anno (come chiede per esempio Grassi), il nome di "Vendola segretario" verrebbe digerito da tutti? O qualcuno chiederebbe un nome più "neutrale"? Alla vigilia della prima giornata congressuale, Grassi trova «indelicato parlare del toto-segretario, una questione che discuterò alla fine». A sentire Nicotra: «Non poniamo veti su nessuno, sarà il cpn a indicarlo. Certo, tutto diventa più facile se si raggiunge un’intesa prima».

Prima di parlare al congresso, Vendola lancia un appello. «Ricominciamo da Rifondazione. Ricominciamo non solo dal rimettere insieme pezzi di partito ma anche dalla capacità di schiudere orizzonti nuovi», spiega il governatore pugliese in un video diffuso sul web (www.nichivendola.it). Il confronto congressuale «ha superato talvolta i limiti della decenza. Ma un congresso così appassionato dice che Rifondazione è una risorsa - continua - C’è bisogno di Rifondazione, di un partito che è un pilastro per la costruzione della sinistra. Ci siamo anche fatti del male, ma questo è il momento in cui deve prevalere il senso politico. Rifondazione non è un nostro giocattolo, è una necessità della società italiana. Per questo è un dovere, e speriamo anche un piacere, ricominciare tutti insieme».

A proposito: se il programma di un congresso-tutto-da-vedere è ancora abbastanza scarno, è stata decisa almeno la scaletta degli interventi per mozione. La prima a parlare sarà la 2 con Vendola. Poi, interverrà Acerbo per la 1, Pegolo per la 3, Bellotti per la 4, Mercedes Frias per la 5. Pochi (e non "big") gli ospiti in rappresentanza degli altri partiti in Parlamento, ma ci saranno i leader della sinistra extraparlamentare. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio, lo stesso ha fatto il presidente della Camera Gianfranco Fini. A Chianciano ci sarà Fausto Bertinotti, «da semplice delegato», dice. Interverrà nella giornata di sabato.