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Voto su voto

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Voto su voto

di Andrea Scarchilli

Presentati i documenti, quello della mozione 1 (su cui convergono anche le minoranze) e quello della 2. Ora si procede alla votazione con chiamata nominale. Si aspetta la commissione elettorale che eleggerà il Cpn a cui spetta il compito di nominare il segretario

Il mezzogiorno è stato di fuoco. Quanto filtrato nella tarda serata di ieri e confermato nella mattinata è stato sancito poco prima dell’ora di pranzo. La relazione della commissione politica, con l’annuncio dell’aumento dei componenti del Comitato politico nazionale da 240 a 280 membri (sarà eletta dalla commissione elettorale), è finita in contestazione e in un’affrettata assise rinnovata. L’aumento eventuale è caldeggiato dalle mozioni 1, 3 e 4: un’estensione numerica maggiore del Cpn restringerebbe le manovre di eventuali franchi tiratori che potrebbero andare a convergere su Nichi Vendola.

Perché, ormai è ufficiale, si va alla conta. Ci sono due documenti contrapposti. Su uno hanno trovato l’intesa le mozioni 1, 3, 4 e 5 (con la specificazione di Walter De Cesaris che il suo gruppo non vuole eleggere un segretario), il secondo è quello del raggruppamento del governatore della Puglia. Sono stati letti, nell’ordine, da Giovanni Russo Spena e Gennaro Migliore, i due capigruppo del partito in Parlamento nella scorsa legislatura. Migliore, e prima di lui Graziella Mascia, hanno denunciato l’indisponibilità delle mozioni di minoranza a trovare un’intesa.

Significativa la conclusione dell’intervento di Migliore: "Chi si prende la responsabilità di spaccare il partito lo fa contro gli interessi della nostra comunità politica". Non sono bastate le aperture, ribadite da Migliore nella lettura del documento: critica all’esperienza della sinistra arcobaleno ed impegno a presentarsi alle europee con un simbolo autonomo. Nelle successive dichiarazioni di voto (c’è l’appello nominale) Vendola ha attaccato il documento letto da Russo Spena, che considera "la sanzione della fine della storia del partito per come l’abbiamo conosciuto in questi diciotto anni" e fatto riferimento a una manovra tesa alla "composizione di una maggioranza fondata sulle alchimie ricercate pazientemente che non hanno respiro e prospettiva". Chiusura nello schiamazzo generale: "Sono sconfitto e sono sereno, perché da comunista ho imparato a stare con gli sconfitti".

Il documento che fa capo a Paolo Ferrero (insiste a dire di essersi ritirato dalla corsa alla segreteria) e Claudio Grassi si distingue da quello dei vendoliani innanzitutto nella lettura del rapporto tra politica e società. Ferrero e gli altri hanno calcato più le parole sulle necessità di ripartire dalla società, a cominciare dal recupero del percorso intrapreso a Genova e nella partecipazione in prima linea alla contestazione contro il neoliberismo globale. La posizione della mozione due è riassunta così da Migliore: "Il politicismo è un difetto, ma deve essere la politica guidare i nostri passi".

C’è poi la questione del rapporto con la Sinistra europea. La dicitura scelta dal gruppo delle mozioni "minori" ha fatto sobbalzare Migliore, che ha esclamato: "Si fa un passo indietro di almeno quattro anni". Russo Spena ha fatto riferimento a una generica unità delle forze alternative al socialismo europeo, che Rifondazione comunista intraprenderà sulla base di un percorso da decidere in autunno. Secondo Migliore si tralascerebbe un cammino che avrebbe dovuto portare alla costruzione di un vero e proprio partito transnazionale.

Diversa anche la lettura dei rapporti con le altre forze di opposizione. Per quanto riguarda il Partito democratico, i ferreriani sono tranchant e intendono lavorare per una Rifondazione che "sappia ricostruire il conflitto sociale" valorizzandone tutte le forme. Il documento 2, pur essendo molto critico, "Il Partito democratico è nato per il governo" e non ha i fondamenti per fare l’opposizione, parla più di alternativa fondata "sulla questione morale e il contrasto alle politiche neoliberiste" e valorizza le alleanze con il Pd nel governo degli enti locali.

Per quanto riguarda l’attesa posizione sulla riunificazione della sinistra, Russo Spena ha fatto cenno alla "svolta a sinistra" accogliendo le richieste della mozione 4 (quella di Falce e martello) ma chiuso le porte a ogni tipo di costituente. Migliore ha invece di ribadito che il documento della seconda mozione punta "alla ricostruzione della sinistra" (si chiama "Rifondazione per la sinistra") pur tenendo ferma l’obbligata autocritica sull’esperienza dell’arcobaleno. Sul sindacato, Russo Spena ha parlato esplicitamente di alleanze con il sindacalismo di base, mentre la mozione due nel passaggio di riferimento "ad alleanze con soggetti sociali organizzati" è più per un rapporto lineare con la Cgil.

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