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Non pago di leggere - campagna europea in difesa del prestito gratuito in biblioteca

Publie le giovedì 4 marzo 2004 par Open-Publishing
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Movimenti Libri-Letteratura Ida Sconzo

di Ida Sconzo

Un segnale stradale di divieto d’accesso con la scritta "Non pago di leggere" è il logo della "Campagna Europea in Difesa del Prestito Gratuito in Biblioteca" promossa dalla Biblioteca Civica di Cologno Monzese, www.biblioteca.colognomonzese.mi.it, con il patrocinio del Sistema Bibliotecario NordEst Milano e dell’Associazione Italiana Biblioteche.

Causa della mobilitazione l’iniziativa della Commissione Europea, che il 16 gennaio scorso, ha deciso di chiedere formalmente informazioni a Spagna, Francia, Italia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, riguardo l’applicazione della direttiva CEE 92/100 che armonizza il diritto di noleggio, prestito pubblico e alcuni aspetti del diritto d’autore. I sei paesi che hanno ricevuto le lettere di costituzione in mora, (prima tappa della procedura d’infrazione), secondo la Commissione non hanno recepito in modo corretto alcuni articoli della direttiva che avrebbe dovuto essere interamente applicata entro il 1° luglio 1994.

In base ai primi cinque articoli della direttiva, gli autori godono del diritto di "prestito esclusivo" e hanno la facoltà di autorizzare o vietare il prestito pubblico delle proprie opere.
La stessa direttiva CEE concede agli Stati la possibilità di derogare alle disposizioni, con l’esonero di alcune tipologie di istituzioni o con la trasformazione del "diritto di prestito esclusivo" in semplice diritto a una giusta remunerazione da pagare almeno agli autori.

I paesi in regola con la direttiva hanno risolto il problema in vari modi. In Danimarca dal 1946 le biblioteche pubbliche e private pagano una quota in base al patrimonio disponibile, tenendo conto del numero di pagine, ma la spesa è a carico dello Stato che spende quasi 17 mila euro l’anno. Anche in Islanda, Regno Unito, Svezia, Francia e Germania la spesa è a carico dello Stato, mentre la quota da pagare viene calcolata soltanto sul numero dei prestiti. In Francia le biblioteche pagano il 6% della cifra destinata all’acquisto di libri, ma lo Stato spende 22 milioni di euro l’anno.

In Italia esistono 12 mila biblioteche pubbliche (statali e comunali) e circa tremila private. Ogni anno acquistano sette milioni di libri ed effettuano complessivamente 65 milioni di prestiti. La SIAE si è candidata per la riscossione e la ripartizione dei relativi diritti.
La preoccupazione espressa dai bibliotecari italiani si basa sul fatto che, nel nostro paese, alla cultura non vengono destinate grandi risorse finanziarie. Nella migliore delle ipotesi si potrà evitare il pagamento del ticket ai lettori, come ha preannunciato il ministro per i Beni e le attività culturali, Giuliano Urbani, ma, in ogni caso, le biblioteche temono la conseguente riduzione dei già limitati budget. Gli autori, dal canto loro, potrebbero chiedere ai propri editori di inserire nei contratti e sui libri, una clausola per autorizzare il prestito gratuito.

Contro il provvedimento della commissione Europea in Spagna è subito esplosa la protesta di intellettuali e bibliotecari http://www.maratondeloscuentos.org/....

Quasi contemporaneamente in Italia bibliotecari, operatori culturali, semplici cittadini, si sono mobilitati. Il 21 febbraio, la Biblioteca Civica di Cologno Monzese ha indetto la "Giornata contro il prestito a pagamento" che si è presto trasformata in una Campagna Europea, "Non pago di leggere" in Italia, "NO AL PR€STAMO D€ PAGO €N BIBLIOT€CAS" (con il simbolo dell’euro al posto delle "e") in Spagna.
Il "Manifesto per il Prestito Gratuito in Biblioteca", elaborato dall’Associazione spagnola di Archivistica, Biblioteconomia, Documentazione e Musei, è stato adottato a Cologno nella "Giornata contro il prestito a pagamento".

Il Manifesto in difesa del Prestito Gratuito nelle Biblioteche

"Considerato che:

Le biblioteche, musei, archivi, emeroteche, fonoteche e cineteche di enti pubblici e quelle che appartengono ad istituzioni di interesse della colletività di carattere culturale, scientifico o educativo senza scopo di lucro, o ad altre istituzioni educative riconosciute

1. GARANTISCONO ai cittadini e alle cittadine l’accesso libero e senza limiti allo studio, alla cultura e all’informazione.

2. ESERCITANO una funzione importante nello sviluppo e mantenimento di una società democratica che faciliti l’accesso ad un’ampia e vasta gamma di pensieri, idee e opinioni.

3. AIUTANO l’acquisizione e lo sviluppo delle abitudini di lettura, specialmente tra la popolazione infantile e giovanile

4. REALIZZANO un lavoro fondamentale nello sviluppo dei sistemi educativi fornendo gli strumenti necessari per acquisire conoscenze in tutti e in ciascuno dei diversi stadi della formazione.

5. REALIZZANO un lavoro indispensabile di appoggio alla ricerca che si realizza attraverso tutti i tipi di istituzioni, mettendo a disposizione degli/delle utenti le opere e le creazioni necessarie per il progresso del loro lavoro.

6. FUNGONO da vetrina della produzione culturale esistente, comprendendo nel loro patrimonio, e mettendolo a disposizione del pubblico, le opere create da intellettuali, scienziati, ed artisti. Questi ultimi beneficiano così dell’uso gratuito di un canale di pubblicità e diffusione delle loro idee.

7. ASSICURANO la diffusione, la conservazione, l’accessibilità delle opere di tutti i tipi, superando gli interessi commerciali di singoli, i limiti nella distribuzione delle opere, e le imposizione del mercato.

8. OFFRONO servizi nel rispetto dei diritti d’autore, funzionando, inoltre, come canale per diffondere tra i/le propri/ie utenti una conoscenza della materia e indirizzandoli/e verso un uso rispettoso delle opere protette e dei servizi riservati.

9. MANCANO di finalità lucrative, economiche o commerciali, dirette o indirette, ricercando come unico beneficio lo sviluppo culturale, educativo e professionale di coloro ai quali forniscono detti servizi, e, quindi, perseguendo il miglioramento del livello educativo e della competitività della società nel suo complesso.

10. APPARTENGONO a tutti/e e a ciascuno/a dei/delle cittadini/e, visto che si finanziano con il denaro che tutti apportano attraverso le tasse.
Manifestiamo quindi la nostra convinzione sulla necessità di:

1. GARANTIRE il giusto equilibro tra gli interessi degli autori, editori e della società in generale mediante il quadro legislativo in materia di diritto d’autore.

2. GARANTIRE gli interessi culturali della società, visto che questa progredisce e si sviluppa mediante la promozione della ricerca e l’accesso libero alle creazioni intellettuali. Questa e non altra rappresenta la base della legge che regola il diritto d’autore.

3. MANTENERE gli attuali limiti sul prestito in biblioteca, ed altri istituti, stabilti dall’articolo 69 Legge del 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche, come uno strumento efficente per una politica di promozione della Cultura e della lettura in Italia, che è in perfetta rispondenza con quanto stabilito dalla Direttiva 92/100/CEE sul prestito.
La Direttiva non solo stabilisce nell’articolo 5 la possibilità che ogni Stato Membro determini la remunerazione per il prestito delle opere in funzione delle sue politiche di promozione culturale, ma concede anche la possibilità di esonerare determinate istituzioni dal pagamento di questa remunerazione.

4. INSISTERE nel valore del servizio di prestito che le suddette istituzioni offrono, visto che sono un elemento che reca benefici anche ai titolari del diritto d’autore in quanto cittadini e creatori. I servizi di prestito sono uno strumento indispensabile per la creazione di nuovi lettori e, pertanto, di consumatori delle opere di tali soggetti.

5. SOTTOLINEARE l’importanza del servizio di prestito che offrono dette istituzioni, come strumenti indispensabili nell’appoggio alla educazione e ricerca.

6. INSISTERE nel dare rilievo all’importanza dell’investimento che gli enti pubblici realizzano nell’acquisizione di fondi per questi tipi di servizi, che rappresenta un beneficio diretto a favore degli autori e del settore editoriale in genere, essendo le biblioteche i clienti piu’ grandi nell’acquisto di libri ed altre opere. Questo investimento rappresenta anche il riconoscimento esplicito della societˆ all’importanza del contributo degli autori ed editori allo sviluppo culturale.

7. RICONOSCERE che per determinati tipi di opere, l’acquisizione realizzata da queste istituzioni è indispensabile per garantire la loro edizione e circolazione, visto il mercato ristretto di alcune opere.

8. EVITARE qualunque tipo di penalizzazione nei confronti dei servizi di prestito pubblico visto che andrebbe a discapito degli obbiettivi che si perseguono, che altro non sono che beneficiare ed agevolare il progresso della società.

Per tutto quanto ora esposto, manifestiamo il nostro parere CONTRARIO alla possibilità che il prestito pubblico realizzato dalle biblioteche ed altre istituzioni, che attualmente godono delle eccezioni previste nella legge sul diritto d’autore, possa essere assoggettato al pagamento di una remunerazione; inoltre sollecitiamo le Istituzioni Pubbliche, ed il Governo in primo luogo, a difendere il prestito nelle biblioteche, con le caratteristiche definite dall’attuale legislazione sul diritto d’autore".

Il testo della Petizione

"Il 16 gennaio la Commissione europea ha avviato un procedimento di infrazione contro Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda affinché siano modificate le legislazioni di questi paesi che prevedono la gratuità del prestito pubblico effettuato da biblioteche e altri enti pubblici. Dinanzi alla conseguente eventuale introduzione anche in Italia di norme per cui siano percepiti diritti economici dai prestiti di libri effettuati nelle biblioteche pubbliche, noi sottoscritti firmatari vogliamo esprimere la nostra più energica opposizione a una misura che snaturerebbe un presidio fondamentale della libera circolazione della conoscenza e ricadrebbe di per sé e inevitabilmente sui già esigui bilanci delle biblioteche (già stremati dai tagli alla spesa pubblica in cultura) che lo garantiscono. Che gli autori, per il fatto che i loro libri si possono leggere gratuitamente nelle biblioteche, perdano acquirenti, è una pura bugia.

E’ vero il contrario: le biblioteche fanno conoscere i loro libri, li promuovono e permettono che rimangano in circolazione per anni, quando nelle librerie - nel migliore dei casi - durano soltanto alcuni mesi. Ed è proprio questo che permette di mantenere viva la presenza di molti autori che altrimenti scomparirebbero dal panorama letterario quasi completamente!

D’altra parte, le biblioteche, tanto con la loro attività principale quanto con le loro molte attività secondarie (organizzazione e seguito di gruppi di lettura, seminari, presentazioni, conferenze, mostre, incontri con autori, ecc.), favoriscono e sostengono l’amore per la lettura più di qualsiasi altra istituzione pubblica o privata, e tutto ciò va direttamente a vantaggio degli autori. Quando una biblioteca compera un libro, non soltanto corrisponde i relativi diritti d’autore, ma in aggiunta investe spazio, tempo e risorse nel catalogare, accudire al prestito e alla vita del libro, trasformandosi in questo modo nel migliore alleato di autori ed editori. Imporre ora alle biblioteche di pagare una tariffa per prestare i libri - cioè a dire per rendere un servizio pubblico di prim’ordine - è, più che un’assurdità, un’indecenza". (Questo testo segue nello spirito e nella lettera quello dei bibliotecari spagnoli che per primi si sono mobilitati sullo stesso tema costituendo un comitato indipendente).

La mobilitazione prosegue in rete con la raccolta di firme www.biblioteca.colognomonzese.mi.it....

Appello del presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, Miriam Scarabò

"Un altro servizio pubblico è minacciato: è ora la volta delle biblioteche. Il prestito dei libri, da sempre inserito tra i servizi di base diffusi in tutto il paese tra tutte le categorie di cittadini, sta per diventare un servizio a pagamento. La Commissione Europea ha giudicato alcuni paesi della comunità, tra i quali l’Italia, inadempienti nei riguardi della direttiva del 1992 sul diritto di noleggio e di prestito. Con questo provvedimento, emanato per armonizzare le norme sul diritto d’autore, è stato introdotto il principio dell’autorizzazione e della remunerazione per ottenere opere in prestito, ma è stata anche prevista la facoltà da parte degli stati di stabilire eccezioni a questo diritto a favore di istituzioni pubbliche.

Dopo l’applicazione della direttiva nelle leggi nazionali, un’indagine della commissione ha evidenziato che troppo estese sono state le eccezioni perché comprendono la quasi totalità delle biblioteche: in Italia le biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici. Da qui la procedura d’infrazione inviata dalla Commissione ai paesi giudicati inadempienti e la richiesta di giustificazione sulle scelte fatte.

Siamo molto preoccupati sull’esito finale, che potrebbe essere molto negativo per il servizio del prestito.
Se finiremo per pagare per ogni libro che richiederemo ad una biblioteca, saranno pesantemente intaccati i compiti istituzionali di promozione del libro e della lettura, più volte affermati e propagandati nei programmi di governo, di ogni governo. Questa imposizione appare fortemente in contrasto, d’altra parte, con i molteplici progetti culturali promossi e realizzati dagli stessi organismi dell’Unione europea per sviluppare ed ampliare le possibilità di accesso all’informazione ed alla conoscenza, specialmente da parte delle categorie dei cittadini più svantaggiate.

Viene negata inoltre la forte opera di promozione e l’impegno delle organizzazioni internazionali , come l’UNESCO, che ha recentemente diffuso un manifesto sui servizi delle biblioteche pubbliche, e l’IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) che raccoglie tutte le associazioni di biblioteche del mondo. In Italia, in particolare, sarà colpita la rete capillare delle biblioteche comunali e gli utenti più deboli, quali i ragazzi, gli studenti,gli anziani. Chiediamo perciò per sventare questa minaccia la mobilitazione non solo delle biblioteche e degli utenti, ma anche delle forze politiche, sociali, delle associazioni culturali perché venga reso evidente il problema alle istituzioni, alle autorità politiche, agli organi di informazione. Il nostro obiettivo è di ottenere un intervento deciso dell’Italia, in accordo con gli altri paesi, contro il pagamento del prestito nelle biblioteche pubbliche".

Appello a Romano Prodi

"Signor Presidente della Commissione Europea Romano Prodi,
Come Lei certamente saprà, dopo la condanna del Belgio, il 16 gennaio la Commissione europea ha avviato un procedimento di infrazione contro Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda affinché siano modificate le legislazioni di questi paesi che prevedono la gratuità del prestito pubblico effettuato da biblioteche e altri enti pubblici. Saprà anche che in Spagna e in Italia è cominciata la mobilitazione in difesa del mantenimento dell’esenzione del prestito bibliotecario da qualsiasi tipo di "tassazione".

Non sappiamo a quale idea di Europa risponda l’intenzione di introdurre il pagamento di una tariffa per il servizio di prestito: certo non a un’idea di Europa della libertà e della promozione della cultura. Le biblioteche pubbliche e quelle che appartengono a istituzioni d’interesse collettivo di carattere culturale, scientifico o educativo operano per garantire ai cittadini l’accesso libero e senza limiti allo studio, alla cultura e all’informazione; esercitano una funzione importante nello sviluppo e mantenimento di una società democratica permettendo l’accesso a tutti i cittadini, anche meno abbienti, a una vasta gamma di pensieri, idee e opinioni (Direttiva IFLA/UNESCO per lo sviluppo dei servizi delle biblioteche pubbliche, 2001); aiutano ad acquisire e migliorare le abitudini di lettura, specialmente tra la popolazione infantile e i giovani.

Esse assicurano diffusione, conservazione e accessibilità alle opere di tutti i tipi, superando gli interessi commerciali, i limiti alla capacità di distribuzione delle opere e le imposizioni del mercato. Svolgono le loro attività senza finalità di lucro, economiche o commerciali, ricercando come unico beneficio lo sviluppo culturale, educativo e umano di coloro ai quali forniscono detti servizi, e, quindi operano per il miglioramento del livello educativo della società.

Per questo ci sembra che l’intenzione della Commissione di attivare il procedimento di infrazione per imporre il prestito a pagamento rischi di costituire un attacco ai diritti di cittadinanza e di togliere spazio civile a chi ha meno diritti e viene escluso nei modi più diversi dall’accesso alla cultura e all’informazione.

Costringere le biblioteche a riservare parte del loro budget al pagamento dei "diritti di prestito" significa inoltre ridurre gli stanziamenti, in molti casi già insufficienti, per l’acquisto di libri o per organizzare altri importanti servizi offerti al cittadino. In Italia poi, l’introduzione della tariffazione sui prestiti aggraverebbe sicuramente una situazione in cui la lettura e il possesso di libri coinvolgono purtroppo una minoranza della popolazione.

Che poi gli autori, per il fatto che i loro libri si possono leggere gratuitamente nelle biblioteche, perdano acquirenti, è una pura bugia. E’ vero il contrario: le biblioteche fanno conoscere i loro libri, li promuovono e permettono che rimangano in circolazione per anni, quando nelle librerie, nel migliore dei casi, durano pochi mesi. Ed è proprio questo che permette di mantenere viva la presenza culturale di molti autori che altrimenti scomparirebbero dal panorama letterario quasi completamente!

D’altra parte, le biblioteche, tanto con la loro attività principale quanto con le loro attività secondarie (organizzazione e raccordo di gruppi di lettura, seminari, presentazioni, conferenze, mostre, incontri con autori, ecc.), favoriscono e sostengono l’amore per la lettura più di qualsiasi altra istituzione pubblica o privata, e tutto ciò va direttamente a vantaggio degli autori.

Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei perché la Commissione non assuma in materia una visione ottusamente burocratica ma cerchi di assicurare il giusto equilibrio tra gli interessi di autori, editori, e quelli della società in generale. Ci rivolgiamo a Lei perché la Commissione non imponga ai paesi membri dell’Europa il pagamento del prestito effettuato nelle biblioteche e nelle istituzioni pubbliche e di ricerca ma mantenga e promuova quanto stabilito dall’articolo 5 della Direttiva 92/100/CEE sul prestito: lasciando cioè invariata la possibilità che ogni Stato Membro ha di esimere determinate istituzioni dal pagamento di questa remunerazione.

Dovrebbe essere preoccupazione della Commissione la preservazione del valore del servizio di prestito offerto da biblioteche e altre istituzioni, visto che recano benefici all’autore come cittadino e creatore. I servizi di prestito sono uno strumento indispensabile per la creazione di nuovi lettori e, pertanto, consumatori della sua opera nonché strumento indispensabile a supporto dell’istruzione e della ricerca.
Per tutti i motivi sopra esposti, manifestiamo il nostro parere CONTRARIO alla possibilità che il prestito pubblico realizzato dalle biblioteche e altre istituzioni di ricerca, che attualmente godono delle eccezioni previste nella legge sul diritto d’autore, possa essere assoggettato al pagamento di una remunerazione e La sollecitiamo a operare in seno alla Commissione europea in questa direzione".

La posizione dell’Associazione Italiana Editori

Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Federico Motta, dopo il dibattito nato sulla direttiva comunitaria, prende posizione:
"Certo, la cultura è gratis. Ma il processo di elaborazione ed anche di necessaria selezione di ciò che vale la pena diffondere non è mai gratuito per nessuno, e per nessuna manifestazione culturale, ivi compreso il libro".

"Certo la funzione delle biblioteche è soprattutto quella di agevolare l’accesso alla cultura - prosegue il presidente degli editori - E questa è anche la funzione dell’editoria, che raggiunge i propri potenziali destinatari anche per il tramite delle biblioteche. E’ però vero, se si pensa al sistema delle biblioteche, che senza un’editoria coraggiosa, intelligente, dotata di spirito imprenditoriale, che proponga con tempestività quanto la cultura, nel mondo, viene elaborando, il patrimonio culturale delle biblioteche stesse sarebbe condannato ad un progressivo, rapido invecchiamento. E questa non è una bella prospettiva per nessuno perché la cultura vive di continui apporti e si alimenta quotidianamente di nuove riflessioni, esperienze, ricerche espressive, conquiste".

"La politica di promozione della lettura, e quindi della cultura - chiarisce - è - o dovrebbe essere - una priorità per un Paese civile. E ciò equivale in concreto ad avere a cuore il destino dell’editoria e dei suoi autori da un lato e dei luoghi di diffusione del libro dall’altro. Ridurre la cultura a uno scontro, fra chi la vuole "gratis" e chi si rende conto che ha anch’essa un valore nella gamma dei beni disponibili, non le rende un buon servizio".

"Nel confronto con altre offerte culturali - conclude Motta - il libro resta un bene ragionevolmente accessibile e durevole, ma soprattutto molto meno pilotabile. L’azione politica e le leggi dovrebbero tener d’occhio questa sua peculiarità e con provvedimenti oculati testimoniarne il "valore", che non è mai senza prezzo. Anche se ciò che può darci non ha davvero prezzo".

Il Collettivo Bibl’aria, composto da bibliotecari, giornalisti, docenti, informatici "professionisti dell’informazione", convinto del fatto che qualsiasi tipo di "tassazione" non arrecherebbe nessun beneficio a nessuno, ma colpirebbe pesantemente le biblioteche minacciando la loro funzione di garantire il diritto alla lettura e alla libera circolazione delle opere, sostiene la Campagna "Non pago di leggere" alla quale tutti possono aderire scrivendo anche a biblaria@virgilio.it.

La campagna è partita con numerose iniziative: la Biblioteca Civica di Cologno Monzese ha lanciato sul suo sito la diffusione di loghi, segnalibri, cartoline, volantini ed ha promosso uno spot trasmesso da Radio Popolare. Tutto il materiale da utilizzare e diffondere si trova anche sull’URL www.nopago.org. Hanno già aderito all’iniziativa circa tremila persone, autori, editori e numerose associazioni.

Oltre alla Biblioteca di Cologno Monzese, sostengono la campagna anche l’Associazione Italiana Biblioteche, Qunto Stato, Guadalajara, Maratona de los cuentos, La B.E.L.L.A. Catena (Associazione di Bibliotecari, Editori, Librai, Lettori, Autori), Wu Ming, Carmen Covito, Guaraldi editore, Minimum Fax, Gruppo di Lettura Biblioteche, l’Arcilettore, il Collettivo Bibl’aria, l’Associazione Amici della Biblioteca, Luciano Simonelli Editore, Andrea Giannasi Editore.