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Kater I Rades l’amara sentenza di una strage di Stato

Publie le mercoledì 29 giugno 2011 par Open-Publishing
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COMUNICATO STAMPA

Kater I Rades: amara sentenza per una strage di Stato

Lecce , Corte di Appello, 29 giugno 2011 ore 02,00 del mattino: 13 ore di camera di consiglio e 14 anni di attesa per una sentenza amara per tutti coloro che speravano di avere giustizia di una strage assurda come quella del 28 marzo del 1997 nel canale d’Otranto.

Tre anni al pilota albanese della nave Xhaferi e due anni al comandante Laudadio della corvetta Sibilla, condannati per omicidio colposo, reato derubricato per lesioni colpose, un pugno di euro come risarcimento per le parti civili.

Una sentenza per la quale nessuno pagherà con il carcere o misure alternative, ma che “fortunatamente” non accoglie quanto addirittura era stato richiesto in dibattimento dalla Pubblica accusa, ovvero che di fatto Marina Militare e Stato Italiano andassero totalmente assolti, poiché “incolpevoli dello speronamento della nave albanese” nel corso di un’operazione di respingimento di profughi in acque internazionali e che di fatto criminalizzava la volontà degli albanesi di fuggire dalla Valona in piena guerra civile, a bordo di quella piccola imbarcazione.

Una sentenza che è in linea con quanto scrivemmo come associazioni antirazziste brindisine a poche ore dall’affondamento di quella nave , ovvero che a pagare, se pur lievemente, sarebbero stati solo gli ultimi di una lunga catena di responsabilità, e che conferma come noi, i superstiti del naufragio e alcuni avvocati, in quel lontano 97, avessimo ragione sull’indicare in un Tribunale Internazionale il solo soggetto a cui rivolgerci per la violazione di diritti e trattati internazionali avvenuta in quelle poche miglia che dividono l’Albania dalla costa pugliese d’Italia.

Spariti dai processi di primo grado i ministri dell’allora governo Prodi e gli ammiragli competenti che avevano dato ordine alle due navi italiane , la Zefiro e la Sibilla, di intercettare e respingere le carrette del mare albanesi; nel frattempo rese introvabili, distrutte, lacunose e tali da non essere utilizzabili come prova cardine di quelle responsabilità, le comunicazioni, radio, telefoniche, dispacci diplomatici, ecc.

Dall’altro lato, lo Stato albanese fragilmente costretto a dipendere dagli aiuti esterni e in primis dall’Italia è rimasto di fatto in disparte, forse non volendo inimicarsi la classe politica del nostro paese , non ha mai spinto affinché fosse intrapreso il percorso di un giudizio internazionale e da esso oggi, nel contesto attuale, in cui si chiede che il paese dell’Aquile entri a far parte dell’area Euro, è impensabile che ci si aspetti uno scatto di orgoglio nazionale.

Insomma un iter che ci ricorda le tante stragi di Stato, da Piazza fontana, a Bologna, Brescia, Ustica, che insanguinarono gli anni della nostra generazione .

Un processo che nonostante tutti i “sabotaggi” informativi della prima ora è riuscito ad andare avanti solo all’ostinazione di noi antirazzisti brindisini e pugliesi e dei superstiti e dei familiari delle vittime, che fecero divenire un caso politico la richiesta di recupero della Kater i Rades, affichè le versioni di Stato sull’accaduto fossero smentite attraverso l’analisi dello scafo e il recupero dei corpi.

Oggi, quella che fu una bara per un centinaio di donne e bambini albanesi, giace arrugginita in un’area dismessa della Marina e solo grazie alle proteste degli antirazzisti e degli avvocati delle parti civili, essa non è stata rottamata ma, se non si provvederà a fermare l’incuria degli uomini e il passare del tempo, di quella tragedia non rimarrà traccia.

Forse l’unico risarcimento alle vittime sarebbe quello di restaurare quella bara collettiva e riportarla a Valona per farne un monumento a tutte le tragedie del mare , ma anche monito a tutti coloro che con linguaggi xenofobi e razzisti ad ogni emergenza da flussi migratori invocano misure folli e criminali come il respingimento in mare dei profughi e misure segregazioniste antimmigrati

Noi antirazzisti pugliesi continueremo a chiedere giustizia per le vittime della Karer come quelle di tutte le tragedie dell’immigrazione e saremo sempre al fianco dei migranti, come ieri 28 marzo quando abbiamo manifestato insieme ai familiari albanesi dinanzi al Tribunale di Lecce.( vedi http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/kater_appello.htm)

Oggi il nostro cuore è ancora di più vicino al loro, vicino ai genitori e ai familiari di Basha Zhylien 3 anni, Demiri Lindita 12 anni, Greco Kristi 3 mesi, Xhavara Credenza 6 mesi , Sula Kedion 2 anni, Bestrova Dritero 10 anni e Kostantin 2 anni, Xhavara Gerald 5 anni Xhavara Kamela 10 anni e… tante altre anime di angeli gettati in un abisso del canale d’Otranto, in un giorno in cui il nostro paese fu colpito dalla follia razzista antialbanese

Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi

osservatoriobrindisi J9k libero.it

Bobo Aprile

Osservatorio permanente Italia-Albania

boboaprile J9k tiscali.it

Brindisi 29 giugno 2011

Messaggi

  • ciao Bobo
    Un ato vergognoso da parte del giudice d"Apello che nela sentenza di 29-06-2011 ha condanato due ani il komandante dela nave Sibilla , tre ani il komandante dela nave Kater i Rades.
    Il giudice si deve ricordare che il Komandante dela Sibilla Fabrizio Laudadio ha comeso un Crimine contro Umanita cosi lui deve procesare da Tribunale di Haia per le 100 vite umane che sono morte per la colpa del Comandante Laudadio,lui e oguale come Carazic in Bosnia,Miloscevic in Serbia che hanno comesso Crimini contro umanita.
    Tung da Krenar