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La realtà non è mai come sembra

par Lucio Garofalo

Publie le lunedì 2 gennaio 2012 par Lucio Garofalo - Open-Publishing
11 commenti

E’ assolutamente fuorviante quella congettura secondo cui l’attuale crisi economica sarebbe il risultato di occulte trame internazionali, cioè di un complotto “demo-plutocratico” ed “ebreo-massonico” ordito su scala mondiale. E’ un’interpretazione nazista molto in voga, in quanto è accreditata non solo presso settori che fanno tradizionalmente capo all’estrema destra, ma incontra consensi anche presso frange riconducibili all’antagonismo ideologico abitualmente apostrofato come “rosso-bruno”.

Capita di avere frequenti scambi di opinione con sedicenti compagni, i quali sono convinti che la crisi economica sarebbe stata causata intenzionalmente dai padroni delle grandi banche e dai signori dell’alta finanza, esponenti di comitati d’affari e di potere: si tratta di mostruose società bancarie e finanziarie come la famigerata Goldman Sachs, il turpe Club Bildeberg, l’abominevole Commissione Trilaterale e così via. Sono teorie che suggestionano un particolare tipo di utenti del web e un’ampia percentuale dell’opinione pubblica, forse perché quel genere di tesi sembra corrispondere alla realtà delle cose. Sembra, ma la realtà non è mai come risulta dalle circostanze apparenti.

Di norma, le insinuazioni dietrologiche attingono a fonti di natura fascista o cripto-fascista. Infatti, sono promosse soprattutto da parte di formazioni politiche che si richiamano apertamente all’ideologia fascio-leghista. Tuttavia, nell’attuale fase storica, la confusione ideologica è tale che simili deduzioni riscuotono simpatie anche a sinistra, in ambienti politici che si ispirano alla storia e alla cultura della “sinistra antagonista”.

Probabilmente, il motivo che spiega il successo di tali illazioni risiede nell’immediatezza e facilità di comprensione che derivano dal loro carattere semplicistico. Non a caso tali asserzioni si limitano a cogliere solo i dati esterni dei fenomeni, ma non riescono a penetrare in profondità, non vanno a ricercare le cause e scoprire l’origine dei processi.

Al contrario, la visione dialettica del materialismo storico consente di investigare al di là delle manifestazioni esteriori, oltre la fenomenologia più superficiale, cioè l’insieme degli aspetti epifenomenici, per desumere le contraddizioni nascoste sotto un cumulo di orpelli e forme artificiali e che costituiscono le cause reali di un determinato fenomeno.

Riprendendo il tema iniziale, cioè la crisi economica, il pensiero marxista non pretende di porsi in termini esaustivi, ma è in ogni caso superiore rispetto ai comodi stereotipi, alle banali percezioni e persuasioni comuni, alle teorie complottiste di matrice fascista o cripto-fascista, e rispetto alle idee ufficialmente sponsorizzate dalle élite capitaliste.

L’analisi marxista non si accontenta di registrare ed esaminare i fenomeni superficiali, ma indaga a fondo i processi, per sviscerare le dinamiche delle crisi che sono un elemento storico ricorrente. In tal senso, muovendo da informazioni e indizi rilevati costantemente, il metodo marxista permette di esplorare a fondo i fenomeni di crisi che sconvolgono periodicamente il capitalismo, fornendo una versione estremamente rigorosa e razionale che è senza dubbio più attendibile rispetto alle concezioni pseudo-scientifiche, ai luoghi comuni, alle vulgate nazional-popolari e alle ottuse dietrologie.

L’impianto teorico-scientifico di scuola marxista, più esattamente marxiana, procede a rilevare e indagare un complesso di fatti e cicli storici ricorrenti configurabili come “leggi”, intese in chiave non meccanicistica o deterministica, ma in un’ottica comprendente la totalità delle contraddizioni immanenti nella realtà storica, tra cui il fenomeno più frequente e rilevante è la “caduta tendenziale del saggio di profitto”.

Il saggio di profitto è semplicemente il valore medio deducibile dall’insieme degli utili capitalistici individuali. E’ la stessa concorrenza tra i singoli capitalisti che finisce per ottenere un esito opposto alle intenzioni, perciò invece di aumentare, i profitti crollano.

Si evince che l’eventualità della crisi è insita nell’anarchia che caratterizza il modo di produzione capitalistico. Per tale ragione profitti e salari tendono a diminuire, almeno in termini relativi, cioè in rapporto all’inflazione, non come valore monetario nominale. Ma la causa ultima delle crisi che investono periodicamente l’economia capitalista, risiede nell’impoverimento progressivo dei lavoratori, i quali formano la massa dei consumatori.

La radice nascosta delle crisi capitaliste affonda nel problema del sottoconsumo, nella contrazione crescente dei consumi di massa, che agisce in contrasto con la tendenza del mercato ad estendere l’area dei consumatori. Pertanto, anche l’attuale crisi è generata da fenomeni di sovrapproduzione e sottoconsumo che si ripetono ciclicamente nella storia del capitalismo moderno. Ciò significa che il modo di produzione capitalistico, al di là della fenomenologia superficiale, racchiude in sé le cause latenti della crisi, che si annidano nelle incongruenze irrazionali e strutturali che sono connaturate al sistema.

L’unica alternativa per scongiurare eventuali scenari catastrofici è quella di una fuoriuscita globale da un capitalismo destinato al collasso. Ciò significa restituire valore al lavoro collettivo, rilanciando la centralità del lavoro produttivo in un assetto di autogestione dei lavoratori. Non basta appropriarsi dei mezzi produttivi, né rovesciare il quadro dei rapporti di forza, ma occorre rivoluzionare il modo di organizzare e gestire la produzione stessa. Le aziende capitaliste sono nate per ricavare profitti privati, non per soddisfare le istanze vitali delle persone. E’ la loro natura intrinseca ad essere viziata.

Pertanto, bisogna riconvertire le imprese alla produzione di beni di prima necessità, cosicché il valore d’uso recuperi il primato sul valore di scambio e l’autoconsumo delle unità produttive locali, autogestite politicamente, si imponga sui falsi bisogni consumisti indotti dal mercato, evitando di subordinare i diritti umani alle aride leggi del profitto.

Messaggi

  • Recupero da Indymedia Lombardia l’intervento odierno di Raf, che qualcuno da qui ha pensato di censurare .... a mio giudizio intervento sacrosanto ...


    D’accordo sulla critica al "complottismo" esasperato, spesso di origine fascistoide.
    Ma è anche vero che oggi, come non mai, certo capitalismo bancario/finanziario ha assunto direttamente il potere politico in una serie di stati, a partire dalla Grecia ma anche, col governo Monti, in Italia.

    Basti pensare alla storia ed al ruolo oggi preponderante di personaggi - per tenerci solo agli italiani - come Draghi, Monti e Passera, tutti provenienti da importanti incarichi in banche più o meno "di affari", e tutti facenti parte di strutture tipo la Trilateral o il Bildemberg.

    E’ vero che certi ambienti fascistodi, molto particolari e storicamente minoritari anche nel "milieu" dell’estrema destra internazionale, certe cose le dicono da sempre, ma è innegabile che oggi queste cose sembrano molto più vere e credibili che non in passato.

    Ma tutto questo non vale solo per il "complottismo" fascistoide ; ad esempio la tesi BR dello "stato imperialista delle multinazionali", sia pure spostata più sulle multinazionali creditizio/finanziarie che su quelle industriali, appare oggi molto più credibile che non negli anni settanta ed ottanta del secolo scorso.

    Così come quella sugli effetti nefasti della "globalizzazione" appare oggi molto più vera di quanto potesse apparire dieci anni fa in quel di Genova.

    La verità vera è che il capitalismo è sì in crisi irreversibile, ma è pure profondamente cambiato nelle forme.

    Una volta le banche erano al servizio del capitalismo industriale, ora sono esse stesse la quintessenza del capitalismo imperante.

    E non è che se questo 60 anni fa, quando ancora non era vero, lo dicevano Pound o Celine, oggi che invece è vero bisogna negarlo.

    E di questo, a "sinistra", salvo rarissime eccezioni - tra cui il discorso "no debito" di Cremaschi e del suo omonimo comitato, quello di qualche economista tipo Guido Viale o Ugo Mattei, ma anche quello di settori degli ex Disobbedienti, come i Draghi Ribelli o quello dei torinesi di InfoAut - ben pochi hanno veramente preso atto.

    A parte i traditori neo-liberal/liberisti ( in primo luogo il PD), anche nella sinistra cosiddetta "di classe", in Italia, è rara l’analisi economico/sociale.

    In questo forse scontiamo certa origine risorgimentale e quindi "romantica" della sinistra italiana, piena da sempre di distinzioni "etiche" e non "di classe".

    Il rischio di tutto questo è appunto quello di delegare ad altri, ieri a qualche banchiere "progressista" in stile Mattioli, Nesi, Baffi o Ciampi, oggi - in tempi di magra e di "pensiero unico" - persino a qualche fascistello travestito che mastica un pò di numeri e di banche, questa analisi economico/sociale.

    Che invece per dei marxisti dovrebbe essere il pane quotidiano.

    Raf

    • Sono perfettamente d’accordo con Raf sul salto di qualità compiuto a livello politico-organizzativo dal capitale finanziario internazionale, che non a caso è salito direttamente al governo di Paesi come l’Italia e la Grecia. Su questo punto non si discute. Concordo sul fatto che banche, agenzie di rating e altri comitati d’affari sovranazionali, sono responsabili della crisi finanziaria. Tuttavia, ciò non impedisce di cogliere e denunciare la reale natura della crisi in corso, le cui cause ultime risiedono nelle disfunzioni e nelle caratteristiche che sono connaturate al sistema stesso.

      Aggiungo ulteriori commenti per puntualizzare il mio pensiero in materia di "complottismo".

      Il vero manuale delle teorie complottiste, condotte fino all’esasperazione, è il “Mein Kampf” di Adolf Hitler o anche gli scritti di Alfred Rosemberg.

      Molte frasi dei loro testi, considerate isolatamente, appaiono addirittura come estremismi di sinistra. Anche dopo l’eliminazione di Einrich Romma (la notte dei lunghi coltelli in cui fu liquidata l’ala populista e “socialisteggiante” del nazismo) Hitler mantenne sempre (in maniera intenzionale) l’equivoco sulla vera natura del suo partito (il Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi) e conservò come simbolo la bandiera rossa.

      Oggi, il fine ultimo di queste dietrologie è di occultare o mistificare la reale natura delle crisi capitalistiche, e di questa crisi in modo particolare, per non scaricare le colpe sul sistema capitalista. Il quale, a seguire queste ipotesi fino in fondo, potrebbe funzionare benissimo se non fosse sabotato da presunti cospiratori, ossia da congiure giudaiche, piuttosto che massoniche, o di altra origine. Siamo ancora agli untori di Manzoni e tali congetture sono pericolosissime perché distolgono l’attenzione dalle vere ed irrisolvibili (almeno nel quadro capitalistico) cause della crisi.

      Il capitale finanziario cosmopolita è un’entità anonima e impersonale. E’ pur vero che vi sono personaggi che fanno praticamente parte di quasi tutti i consigli d’amministrazione delle principali banche d’affari del mondo, e ciò può appunto ingannare il giudizio, ed è pur vero che le banche riescono in qualche modo ad imporre un indirizzo uniforme alla finanza internazionale, ma questo dato di fatto è molto più un prodotto dei complessi meccanismi che esse gestiscono e che non possono cambiare, piuttosto che il risultato di una cospirazione planetaria vera e propria.

      Come si vede chiaramente, le banche per coordinarsi sono costrette a stipulare accordi su accordi, a condurre trattative estenuanti, a risolvere conflitti su conflitti. Molto spesso si coalizzano tra loro, ma ciò riguarda solo alcuni obiettivi ben definiti, non il governo della totalità dei processi.

      Le banche e i comitati d’affari hanno interessi comuni che magari gestiscono insieme, ma non funzionano come un centro cospirativo: ricordano piuttosto una banda di ladri che sono d’accordo su chi derubare, ma che poi ciascuno tenta di prendersi la parte più cospicua del bottino. Ma nell’odierna crisi del capitalismo finanziario, sono esse stesse trascinate a provocare rimedi che finiscono per aggravare il male medesimo.

      Se è giusto parlare di capitale finanziario internazionale, considerando l’insieme dei fenomeni e le loro concatenazioni, ciò non significa affatto che vi sia un progetto cospirativo unificato ed organico, come credeva Adolf Hitler. E come sostengono i suoi numerosi epigoni, di ieri e di oggi.

      Il punto critico dell’analisi che bisogna elaborare, è la proletarizzazione massiva che porta ad un sottoconsumo sempre più esiguo, ovvero alla miseria di massa, ma questa è (per l’appunto) l’irreversibile conseguenza del dominio (che non vuol dire una congiura) del capitale finanziario.

      Lucio

    • guardate che per buttare giu lo zar,i banchieri hanno finanziato anche la rivoluzione russa,e hanno anche finanziato hitler.chissa perche in certi paesi si vuole nazionalizzare le banche.chissa perche?

    • La solita disinformazione, fatta apposta per demonizzare chi usa il proprio cervello, magari usando la rete libera ed indipendente. E’ curiosa questa corsa a sottovalutare il pericolo costituito da organismi come il FMI, (perchè non viene mai nominato da te caro Lucio Garofalo), oppure i comitati d’affari vedi l’ultimo articolo di Repubblica non certo Eurasia in merito al pugno di società che controllano il mondo. Come non guardare con sospetto alla completa rimozione del disastro economico iniziato ai primi anni del 2000 e sviluppatosi in America, grazie a titoli spazzatura, bolla immobiliare e credito ai prvati impazzito.No, fa comodo equiparare ai nazisti, chi ormai in misura sempre maggiore ha capito che se questa società è ormai fuori controllo e cerca in tutti i modi di far pagare il conto alle classi sociali più indifese, le responsabilita’ sono sotto gli occhi di tutti, con nomi e cognomi, senza andare a cercare richiami storici all’infinito, che non portano a colpire nessun colpevole. Definire complottisti coloro che denunciano le storture di un sistema economico fuori controllo, gestito da un pugno di societa’ e uomini, di cui lo stesso Monti fa parte, significa nascondersi dietro le ideologie, non usarle per far capire al popolo ed al proletariato che tutto questo avviene in base a meccanismi ben precisi, all’imposizione per esempio mediante del trattato di Lisbona, di un Europa solo economica e militare, senza che le persone siano state informate sui rischi della perdità della propria identitaà nazionale, cosa diversa dal nazionalismo fascista reazionario. Continuando a mistificare la realtà si diventa complici di governi, che come in Grecia, Italia ed ultimamente in Spagna fanno credere che la crisi si risolva solo con l’oppressione dei ceti deboli.Fate nomi e cognomi, invece di diffondere menzogne , il vero compito della sinistra è questo, non creare divisioni tra compagni. Infine , se a breve scoppieranno ulteriori conflitti nel mondo, invece di mettere in croce personaggi pur discutibili,come Saddam, Gheddafi, Assad torniamo come ai tempi del Vietnam ad usare le parole giuste, ed invece di esportazione di democrazia parliamo di rivolte fomentate dall’imperialismo americano e dalla lunga mano israeliana.Non lasciamo alla destra parole d’ordine, che fanno parte della nostra storia.

    • Il problema non è fare nomi e cognomi, quelli cambiano. Il punto è comprendere e far comprendere il sistema. Altrimenti si arriva al paradosso che il sistema è giusto ma è sbagliato come viene controllato o chi lo controlla.

      Sulle sciocchezze di muriel sulla rivoluzione russa tralascio, basta studiare e non farsi inculcare superstizioni da para nazistoidi.

      Sull’identità nazionale devo contraddirti. L’identità etnica o quella nazionale non esistono ma sono frutto di creazioni da parte dei poteri dominanti o forti. Posso portarti l’esempio della ex Jugoslavia dove l’unica differenza era quella di religione, ma siccome all’epoca una guerra d religion non era concepibile si crearono differenze ad arte. Oppure la vicenda tra Hutu e Tutsi. Questa fu creata dai colonizzatori europei. La differenza tra queste 2 (in realtà 3) compagini era di censo (agricoltori e possesori di bestiame). Gli europei (e poi i nazisti) decisero di scegliere come loro interlocutori i più ricchi arrivando a trovare in questi delle differenze etniche e perfino delle discendenze ariane. Consiglio in tal proposito di leggere Ugo Fabietti, Identità etnica.

      Cmq non va sottovalutata la finanziarizzazione dell’economia e il salto di qualità effettutato dal capitale ma bisogna stare attenti a non distogliere lo sguardo dal sistema capitalistico che ha creato questa situazione e non i singoli personaggi o gruppi segreti.

    • Più che d’accordo con fronte rosso, aggiungo però che se il pianeta è gestito da finanza e armi al servizio di pochi i servi, coscienti e non, che li spalleggiano e vegetano su tale andazzo sono molti, troppi se consideriamo i 7 miliardi di umanoidi che mi circondano, e il problema più grosso è che la maggioranza di questi ha introiettato un modo di vivere e di essere che non fa che rinforzare e legittimare certi poteri.
      Nessun uomo singolarmente può controllare tanto potere, sarebbe il più colossale insulto alle nostre intelligenze quant’anche misere... questi sono rappresentanti di un sistema che gode di largo sostegno in vasti strati delle popolazioni tutte, ma negargli la responsabilità nella gestione socio economica imperante è fuorviante: decidono e come!
      Quando "complottano" (perché questo questo fanno) obbediscono a ordini che recepiscono anche dalle masse, che avranno sì cervelli sfrittellati e fascistoidi, ma ne ricavano ciò di cui credono abbisognare, perché così sono state allevate.
      Saluti comunisti...

    • Concordo con Mirko e colgo l’occasione per ribadire e puntualizzare alcuni concetti.

      Il principale modello teorico contemporaneo delle teorie cospirative è precisamente Adolf Hitler e il Mein Kampf rappresenta una sorta di “catechismo” per i suoi epigoni.

      Senza correre il rischio di esagerare si potrebbe definire il Mein Kampf come una “bibbia” o “testo sacro”, la fonte d’ispirazione originaria a cui attingono le dietrologie complottiste di matrice nazista, o cripto-nazista. Ma lo stesso Hitler si ispirò a sua volta ad un libro intitolato L’ebreo internazionale, il problema più importante del mondo, scritto da Henry Ford, il noto imprenditore americano. Nel Mein Kampf Hitler cita testualmente varie frasi tratte da questo libro, che esercitò un’influenza notevole nei confronti della cultura antisemita del XX secolo e, soprattutto, dell’ideologia nazista. Ricordo che, nel 1938, Henry Ford fu insignito con l’Ordine dell’Aquila Tedesca.

      La ragione del successo del Mein Kampf di Hitler era soprattutto di ordine propagandistico. Tutta la dottrina hitleriana è ossessionata dalla propaganda e dalla mistica incentrate sul complotto giudaico-demoplutocratico per il dominio del mondo.

      Ma la tesi centrale della cospirazione esoterica di matrice giudaica, discende dall’opera di Alfred Rosenberg, il quale era convinto di rinvenire una prova documentaria a favore delle sue idee nei famosi Protocolli di Sion. Non a caso, Hitler nutriva una passione viscerale per l’occultismo, l’esoterismo, il misticismo, la magia, così come era suggestionato dall’importanza e dal fascino della propaganda ideologica e, come tutti i grandi demagoghi della storia, amava la retorica populista.

      Al di là delle concezioni deliranti di Hitler e Rosenberg, credo che il successo delle ideologie politiche di provenienza esoterica o complottistica, ma più in generale delle dietrologie mistiche ed occultistiche, si spieghi in virtù della loro “ingenuità” (e, aggiungerei, ottusa pericolosità) semplicistica, vale a dire in virtù della loro capacità rassicurante e persuasiva, fornendo all’immaginario collettivo una sorta di facile e comodo “capro espiatorio”, identificabile in presunti, reali o immaginari “cospiratori” e “sabotatori” che agiscono per pregiudicare, corrompere o dominare il sistema, che siano gli Ebrei piuttosto che i massoni, oppure gli “untori” di manzoniana memoria.

      In materia di complotti e trame segrete, la storia offre numerosi esempi di congiure di palazzo, tradimenti ed episodi cospirativi più o meno celebri, dai tempi degli antichi imperatori romani ad oggi, dall’assassinio ordito contro Giulio Cesare ai casi di regicidio più recenti, ai tentativi falliti contro lo stesso Hitler, così come nei riguardi di Mussolini, ma le trame “oscure” del potere non sono riducibili a vicende di questo tipo, che in realtà servono a mistificare la realtà delle cose, semplificando o banalizzando la ricostruzione e la narrazione storica sul potere politico-economico. La cui natura è indubbiamente più complessa, profonda, estesa ed articolata di quanto le ottuse e farneticanti dietrologie esoteriche lascino supporre. Il potere vigente nel quadro del capitalismo, si pensi alle grandi banche d’affari, alle corporation multinazionali, alle famigerate società e ai “mostruosi” comitati d’affari e di potere che fanno capo al capitale finanziario cosmopolita, al di là dei singoli nomi e delle singole soggettività, a prescindere da ogni comoda narrazione mistica o esoterica, è costituito da un’entità anonima estremamente complessa ed articolata, difficilmente identificabile in una sola, “onnipotente” personalità, o in un insieme di individui potenti, criminali e privi di scrupoli, ed è tantomeno rappresentabile in un centro cospirativo unitario ed organizzato su scala mondiale, come si tende a credere nell’immaginario collettivo.

      A mio modesto avviso, il problema più inquietante consiste nel fatto che questo genere di ricostruzioni ideologiche e rappresentazioni esoteriche fanno presa anche presso ambienti e movimenti politici di sinistra, e non da oggi. Basti pensare che le stesse Brigate Rosse coltivavano una visione complottista del potere, riassunta efficacemente nello slogan dello “Stato Imperialista delle Multinazionali” (il S.I.M.).

    • Il problema è capire se di fronte all’insorgere della protesta dei proletari il complesso del capitale finanziario è o meno in grado di coordinarsi, oppure se una iniziativa forte del proletariato può accentuarne le divisioni e le contraddizioni interne. Se si trattasse di un centro cospirativo la domanda non avrebbe senso e, per sconfiggerlo, servirebbe allearsi con una parte della borghesia. Ed ecco svelato il trucco delle tesi complottiste...

    • Esiste un ENORME problema con il sito comedonchisciotte, fa la propaganda di molti siti fascisti e nazisti un po di tutta l’Europa e degli USA, basta guardare i links proposti nella colonna a destra...

    • Qualche problemino esiste pure su altri siti, come Indymedia, visto che un tizio non bene identificato mi ha accusato di essere un "venduto" (a chi lo sa soltanto lui) per il solo fatto di aver sostenuto, in perfetta buona fede e con onestà intellettuale, le mie opinioni in materia di complottismo. Ecco a cosa porta il farneticante atteggiamento dei fanatici di teorie esoteriche e dietrologiche: ad insinuare sospetti e veleni, a lanciare accuse infondate, a vedere nemici ovunque, a scorgere il marcio anche laddove non esiste affatto...