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MMT, INFLAZIONE E OCCUPAZIONE

par Tony

Publie le martedì 28 febbraio 2012 par Tony - Open-Publishing
9 commenti

“Gridano al pericolo inflazione, poiché le migliori condizioni economiche dei lavoratori li porteranno a spendere di più, immettendo molto denaro in giro (inflazione = molto $ in giro e pochi prodotti); come già spiegato più volte in precedenza, l’inflazione è l’unico limite vero alla spesa a deficit ma si controlla agevolmente con l’aumentata produzione derivante da quella spesa,” (Barnard, come anche in seguito, se non specificatamente segnalato)

Agevole? Vediamo un attimo di quanto agevole sia.

Assunzione principale:
Lo Stato stampa moneta priva di rischio e la spende per aumentare la produttività fino alla piena occupazione.

Implicazioni:
1) il premio per il rischio;
2) limite alla produttività;
3) profitto.

Scenario 1.

Lo Stato acquista 20 prodotti a 1€ ciascuno; l’imprenditore ne produce esattamente 20 e paga i lavoratori 18€ ricavandone un profitto di 2€; lo Stato mette in vendita i prodotti esattamente a 20€; i lavoratori non acquistano tutti i beni; allo Stato resta un invenduto di 2 prodotti del valore di 2€.

Nell’esercizio successivo lo Stato chiede la fabbricazione di 16 prodotti a 16€ (18 era la domanda, ma ce ne sono 2 a magazzino); e cosi fino a zero quando lo Stato non chiede più niente; resteranno i profitti nelle mani dell’imprenditore (2€ per ogni esercizio); lo Stato non avrà debiti perché stampa moneta.

Continuiamo col procedimento per assurdo, anche se in realtà questo non succede così linearmente. Ne vedremo le implicazioni in seguito.

Dopo una serie di esercizi all’imprenditore resterà il maggior profitto, i lavoratori ritorneranno alle condizioni preesistenti. Supponiamo che l’imprenditore investa una parte dei profitti (beni di lusso, nuovi macchinari, qualsiasi cosa…). Altri imprenditori che offriranno questi servizi si accorgeranno della maggior liquidità sul mercato e chiederanno, ovviamente, un prezzo maggiore: INFLAZIONE!!!

Supponiamo anche che l’imprenditore non investa niente, mette i soldi in banca e chiede un interesse privato. Ovviamente, con una liquidità cosi ingente, le banche offriranno un interesse pressoché nullo, ma allo stesso tempo offriranno anche mutui e prestiti personali a piccoli interessi, cosi che i lavoratori saranno invogliati a chiedere finanziamenti (case, macchine, consumi…). La maggior circolazione della moneta e maggior richiesta di consumi, che nel frattempo la quantità di beni non è stata ancora soddisfatta, provocano INFLAZIONE!!!

Tra privati, imprenditori e lavoratori, si crea una spirale fino a trovare un punto di massimo con la moneta in circolazione (a prescindere dalla moneta sovrana o meno). QUESTO E’ UN PUNTO CHIAVE.

Scenario 2.

Lo Stato acquista a 20 e vende a 18 per continuare a smaltire tutti i prodotti. Effettivamente, i lavoratori non tornano alla condizione preesistente e il gioco si perpetua all’infinito, ma se le condizioni tra privati del punto precedente provocano inflazione, le condizioni attuali le aggravano ulteriormente per via della maggior liquidità.

Scenario 3 (quello reale).

L’imprenditore massimizza il profitto e minimizza i costi: sulla richiesta di beni da parte dello Stato l’imprenditore modifica le sue scelte di produzione, che potrebbe anche dismettere una parte meno profittevole della produzione antecedente al deficit spending dello Stato reimpiegando una parte di lavoratori del processo produttivo vecchio, anche perché la maggior liquidità in giro gli permetterà un aumento dei prezzi (shock economico negativo), riconvertendolo di conseguenza OGNI VOLTA CHE ARRIVANO NUOVE RICHIESTE; PUNTO FONDAMENTALE!!!

Lo Stato a questo punto dovrà incrementare ogni volta le sue richieste per supplire alla dismissione del vecchio processo: DOMANDA ESPONENZIALE DELLO STATO. Il limite si raggiunge quando l’imprenditore produce interamente per lo Stato: vi rendete conto della GRAVITA’ di un tale approccio??? Poi, si ritorna a quanto detto di sopra sulla circolazione di moneta tra privati e un ulteriore aumento dell’inflazione.

Per garantire la piena occupazione, come abbiamo visto, lo Stato aumenta le sue richieste esponenzialmente, dove l’inflazione spiazza la maggior produttività tornando sempre al punto di partenza, finendo col produrre interamente per lo Stato. Quest’ultimo alla fine controllerà tutta l’economia del paese che apparentemente resterà solo sulla carta in mano ai privati: FASCISMO, o se volete, la “terza via”, o “né destra, né sinistra”!!!

La storia ne è piena di esempi (vedi Tony 27^02^12 16^35) di questo genere, quando la cartamoneta costava di meno della carta da parati!!!

Io penso che questi esempi bastino e avanzano, non dovendo neanche entrare nel merito sul premio per il rischio e la sua importanza, anche perché l’ho già fatto in passato. Vedi Tony 09^02^12 14^06.

Il punto fondamentale resta il profitto (una parte del pluslavoro), l’unico degno di un approfondimento sostanziale e con tutti gli annessi e connessi come la gestione dell’impresa. Non per niente leggo in giro che i principali proponenti di MMT e Positive Money siano in maggioranza destroidi “acculturati”, per non dire indottrinati!!! Questo punto, già di per sé, dovrebbe far riflettere i più attenti.

Barnard in “Il Più Grande Crimine” tocca da vicino il significato dell’inflazione, ma lo snobba in modo impressionante:

“che la spesa a deficit dello Stato conterrà l’inflazione perché stimolando la ricchezza nazionale stimola anche la produttività (inflazione è troppo denaro in giro e pochi prodotti, nda). L’inflazione è in effetti l’unico limite possibile alla spesa a deficit del governo a moneta sovrana, e vi aggiungo due parole ancora per tranquillizzare. Essa Va tenuta d’occhio di sicuro, ma i limiti odierni imposti agli Stati Sono assurdi”

L’inflazione va tenuta d’occhio di sicuro, ma poi cambia discorso e si concentra sullo Stato??? Curioso l’approccio di Barnard!!!

E questo ritornello tra inflazione e produttività è continuo, anche quando cita i suoi mentori:

“L’unico limite è l’inflazione, ma se il governo spende per aumentare la produttività nel settore privato, allora l’inflazione non è più un problema” (Wray)

Quindi, lo ammette anche Wray, ma aggiunge la produttività. Abbiamo visto di sopra che la produttività centra fino ad un certo punto!!!

“limitare l’inflazione. Si è detto che: inflazione = troppo denaro in giro e troppi pochi prodotti. Se ciò accade, lo Stato tassa, si riprende i suoi soldi elargiti spendendo, e drena così l’allagamento di denaro per contenere l’inflazione.”

Ah, finalmente, lo Stato TASSA!!! Perché, lo Stato non potrebbe già oggi tassare il profitto non reinvestito??? Risparmiandosi così anche il controllo totale sull’economia???

Tutto il suo lavoro in seguito è un attacco continuo a Friedman, al neoliberismo, al neomercantilismo. Non si capisce bene se sia per una nuova “Bretton Woods” con moneta priva di rischio o per il controllo fascista della società??? Mistero!!!

Friedman ha le sue ragioni, come anche Smith e Ricardo, Pareto e Walras, ma non dal punto di vista liberista, le hanno da un punto di vista strettamente scientifico. Le loro teorie, riviste (di mooolto!!!) in un’ottica socialista, sarebbero più che valide, senza scomodare i vari neokeynesiani, nazisti e assimilati.

Saluti inflazionati

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Quali sono questi nuovi paradigmi???

Vediamo un attimo di che cosa si tratta.
Se ho ben capito, si tratta di ritornare alla moneta sovrana, stampare moneta tanta quanta ce ne sarebbe bisogno per non indebitarsi e magari per spiazzare il profitto causato dalla bassa concorrenza, che genera risparmi crescenti di pochi privati e debito pubblico e privato di tanti cittadini.

Questo significa che tutto il risparmio generato sarebbe compensato dalla moneta sovrana priva del tasso d’interesse. Questo significa anche che i privati (l’offerta), vedendo aumentare la domanda (in valore), aumenterebbero il valore della produzione. Questa si chiama spirale prezzi-salari e provoca un’inflazione CRESCENTE fino all’inflazione CRONICA. Anche le banche inizierebbero aumentando il tasso d’interesse almeno di qualche punto in più dell’inflazione: TASSI CRESCENTI NEL TEMPO.

Esempi di questo genere non mancano nella storia: si pensi al Brasile, ma si pensi anche all’ex Iugoslavia. Stampando moneta per eliminare il risparmio per non indebitarsi in un’economia aperta provoca inevitabilmente un’uscita di capitali: questo non fu il caso dell’ex Iugoslavia, l’economia fu controllata interamente dallo stato; fu il caso del Brasile, uno stato impoverito e ridotto all’osso, che solo dopo lo smantellamento dell’inflazione cronica (prezzi indicizzati su tutto all’inflazione) poté ritornare a crescere e attingere agli investimenti internazionali.

Tornare alla moneta sovrana e iniziare un percorso del genere significa, o controllare l’economia del paese (Iugoslavia, paese nazionalista), o impoverire tutti all’osso (Brasile del passato).

O poveri, o nazionalisti: questo insegna la storia e la scienza economica.

Stampare moneta sovrana in queste condizioni equivale per certi versi a tassare il risparmio, anche se tassare il risparmio, è più efficiente: impoverisce di meno la classe operaia. Ma, tassando il profitto in un’economia aperta, le imprese scapperebbero tutte, alla pari dell’esempio di prima: forse questa dovette essere la strada maestra nei paesi nazionalisti come Iugoslavia che, invece di tassare il risparmio dei ricchi (artigiani, piccoli imp., liberi professionisti e commercianti: l’allora classe borghese) preferì stampare moneta.

Perciò, non interessa la moneta in sé, interessa la GESTIONE delle imprese italiane. Esistono tre modi per gestirle: 1) privati (come adesso); 2) Stato (come in Iugoslavia); 3) autogestite (come da poco in Argentina).

Abbiamo visto che la gestione demandata ai privati è IMPOSSIBILE (vedi le ragioni di sopra: efficiente, ma inefficace)!!! Abbiamo anche visto che la gestione da parte dello stato è meglio di quella privata (è efficace, ma inefficiente), ma non eccelle!!! Non resta che la gestione collettiva dei singoli (autogestione: no privati e no stato): sarebbe efficiente (resta pur sempre un impresa privata, dei privati, e l’economia può rimanere aperta), sarebbe anche efficace (alla pari delle imprese statali, non ci sarebbero problemi di politica fiscale e monetaria: ASSENZA DI RICATTI).

La VERA SFIDA se uno vuol rappresentare il nuovo che avanza, visti i fallimenti dello stato, visti i fallimenti dei privati, non resta che la DEMOCRAZIA!!!

Quando parliamo di socialismo democratico e dell’esproprio proletare, parliamo proprio di questo. Non parliamo d’ideologie, parliamo di fare l’unica cosa giusta e doverosa per salvarci il culo che, altrimenti, la Grecia ci aspetta, o i nazionalisti dall’altra parte. Vedi un po’ cos’è che ti è più caro.

Tony 27.02.12 16:35

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OCCCU

1) assenza di tassi d’interesse e bolli
2) imposta fissa negativa
3) motivazione a spendere e donare e non di accumulare
4) creazione da parte degli individui e della comunità con il loro lavoro

Premessa

Cos’è la moneta, cosa misura e perché?

La moneta misura il valore del lavoro degli uomini. Venne creata per truffa, ma poi ci si rese conto che come misura del valore del lavoro facilita gli scambi.

La richiesta di moneta non è altro che un pagherò con il mio lavoro futuro. Acquistando una casa, o anche offrendo prodotti e servizi, la richiesta di moneta non è altro che un impegno con la comunità: voi mi date il vostro lavoro oggi e tutto in una volta e io vi ripagherò con il mio lavoro un po’ alla volta per un certo periodo di anni.

Per cui, se io fallisco (perdo il lavoro o i miei prodotti vengono sostituiti ad altri della concorrenza) non potrò più tornare il lavoro promesso. Quindi un rischio esiste ed è reale. La comunità si accollerà (per forza di cose, poiché neanche ammazzandoti non riceverà il lavoro promesso) i tuoi debiti da lavoro.

Se esiste un rischio ci si chiede se non sia più efficiente spalmarlo su tutta la comunità o soltanto su parte di essa? L’evidenza empirica dimostra che è più efficiente e più efficace se il rischio viene spalmato su tutta la comunità. Ma non si sceglie sempre la via comunitaria, a volte si fanno finanziamenti diretti anche con soltanto parte della comunità (azionisti, associazioni, familiari, amici).

A questo punto, un premio per il rischio di fallimento è d’obbligo, vuoi anticipatamente (in base all’evidenza storica pago subito: esempi di sconto bancario, tasso fisso…), vuoi concomittante (in base all’andamento mensile si modifica anche la mia parte: esempio il tasso variabile) o vuoi susseguente (alla fine di ogni disastro mi si chiederà una parte proporzionalmente: esempi di aumenti di capitale, aumenti di imposte e tasse…).

Si potrebbe anche optare di non pagare alcun premio per il rischio. Fenomeno molto diffuso: esempio aumento del debito per la spesa corrente (sia pubblico che privato), speculazioni, esenzioni e corruzioni. Non portano altro a quello che è sotto gli occhi di tutti (la crisi) e a un altro fenomeno molto conosciuto, la monetarizzazione del debito: significa stampare moneta in sostituzione del premio per il rischio.

Mentre sulle tasse, imposte, premi (riserva frazionaria e tasso ufficiale di sconto) si può fare una politica economica redistributiva e quindi equità e giustizia sociale, con la monetarizzazione questo non è più possibile poiché è una tassa sempre proporzionale, quando non è inversamente proporzionale (pagano di più i poveri poiché gli investimenti derivanti e accumuli cadono negli imprenditori e i lavoratori recupereranno soltanto una parte susseguendo l’ondata inflazionaria).

Questo è un punto IMPORTANTISSIMO!!!

Se a questo punto del discorso si conviene che la moneta provvista di un tasso di interesse è preferibile, ci si chiede cosa succede in occasione che sulla stessa moneta si speculi, cioè cosa succede se la comunità chiede un premio più oneroso del rischio stesso???

E’ un fenomeno generale è ben conosciuto che non riguarda soltanto gli istituti di credito, ma tutta l’imprenditoria in generale e non, riguarda anche tutti quei soggetti che risparmiano e non consumano (ottengono più di quanto hanno bisogno realmente). Vi è di più: sono individui ASSOLUTAMENTE LIBERI (è dir poco), in quanto possono permettersi di più di quanto immaginabile per loro.

Se ottengono di più della loro stessa libertà assoluta, ci si chiede chi paga???

Per non divulgarmi troppo in discorsi noti e stranoti parliamo del profitto e del plusvalore in generale.

Per cui, non è la moneta in sé un male, non lo è neanche l’interesse (è un bene!), sono gli accumuli (profitti e risparmi) il nostro male.

Torno a OCCCU.

1) Ampiamente spiegato di sopra.
2) Imposta fissa negativa. Da quello che ho capito nel paragrafo “Value creation & limitating accumulation” ti dico che è assolutamente disincentivante per l’economia: più alti saranno i compensi non da lavoro, più poveri saremo tutti, specialmente quando il reddito non da lavoro deriva da speculazioni a scapito della povera gente. E’ un concetto ampiamente dimostrato dai neoliberisti col quale io concordo, anche se è soltanto una mezza verità e va ampliata sulla disoccupazione in sé e sul benessere sociale in generale. Loro non l’hanno fatto, lo sappiamo, per ovvi motivi ideologici. Ma questo è una altro discorso.

Vi è un altro aspetto ancor più inquietante che si collega con la premessa, il non lavoro. Si assume che ognuno di noi faccia un lavoro prezioso per la comunità. Bene, e se qualcuno non lo facesse? E se fossero in tanti? Si ritorna al discorso sulla monetarizzazione del debito: cioè la comunità e specialmente i più poveri pagano al posto loro. Un non senso! Perché se è vero che un sistema del genere avrebbe dovuto favorire i più poveri.

3) Già spiegato nella premessa: CONDIVIDO. Ma ce l’abbiamo già una proposta in merito e guarda caso coincide con la teoria economica sulla tassazione progressiva di efficienza economica per garantire l’equilibrio economico e massimizzare il benessere sociale (detassare il reinvestimento e aumento esponenziale di imposte indirette per risparmi non reinvestiti e beni di lusso), quello proprio caro ai (neo)liberisti e mai applicato fino in fondo per ovvi motivi ideologici.
4) Già ampiamente spiegato nella premessa e nei punti precedenti: il valore della moneta tende sempre al valore del lavoro, sono le inefficienze artificialmente create che aumentano e aggravano (vogliono distorcere ma non ce la fanno -> crisi sistemica) questa eguaglianza.

Conclusioni

Il reddito di cittadinanza non è altro che un modo per rinviare il problema e continuare a schiavizzare il proletariato non offrendogli forza contrattuale tramite la piena occupazione. Dico rinviare il problema: il reddito di cittadinanza è un modo inefficiente e inefficace per affrontare il problema (lo dicono gli stessi liberisti), ma è anche meno peggio esserne sprovvisti.

Per cui, né gli uni, né gli altri non ragionano, propongono e ripropongono excamotage per non assumersi responsabilità. E lo possono fare perché la cittadinanza non conosce il meccanismo.

Com’è che dovrebbe funzionare?

“WIR”, un nome, una moneta. E’ la classica moneta in senso stretto ma con una sostanziale prospettiva: è regolata e decisa dagli stessi soggetti che ne usufruiscono, è AUTOGESTITA!!! Per cui sprovvista di profitto e secondi fini speculativi. Ha uno svantaggio unico: non ha corso legale, è puramente volontaria. Tant’è vero che degli imprenditori che si sono caricati di WIR incombevano in grosse difficoltà e alcuni fallirono. Allo stato attuale sono convenuti che il WIR senza corso legale è auspicabile in una misura del 30% sul totale. Comunque consente un risparmio notevole: immaginatevi con un abbattimento del 30% sul costo del vostro mutuo, o sul costo del denaro per manodopera e investimenti in generale. Non male.

Il presente modello WIR io lo vedo come un alternativa seria al modello attuale, come anche l’autogestione delle imprese in generale.

Bisogna anche ricordare ai fascistelli che di esempi socialisti ne esistono (come questo in Svizzera) e che funzionano alla grande.

Tony 09.02.12 14:06

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Messaggi

  • "Ah, finalmente, lo Stato TASSA!!! Perché, lo Stato non potrebbe già oggi tassare il profitto non reinvestito??? Risparmiandosi così anche il controllo totale sull’economia???"

    Le tasse sono più una questione morale che economica, nell’era della moneta moderna.
    Lo Stato dovrebbe anche tassare per questioni tecniche, ovvero a seconda dei bilanci settoriali di un determinato periodo.
    Voi siete la sinistra che lotta per i diritti dei lavoratori?

  • MMT non ha mai parlato di reddito di cittadinanza.Le monete locali solita invenzione di matrice austrica, non servono a nulla se non ad illudere i soliti 4 gatti di montagna.

    • @ Andrera

      Parlavo del reddito di cittadinanza quando parlavo sotto di OCCCU e non di MMT.

      La moneta locale "WIR" offre un esempio eccellente. Se funziona così bene a livello locale, figuriamoci dandole valore legale. Nel senso di una moneta legale (nazionale o sovranazionale) AUTOGESTITA, come anche tutta l’imprenditoria.

      saluti

  • "Friedman ha le sue ragioni, come anche Smith e Ricardo, Pareto e Walras, ma non dal punto di vista liberista, le hanno da un punto di vista strettamente scientifico. Le loro teorie, riviste (di mooolto!!!) in un’ottica socialista, sarebbero più che valide, senza scomodare i vari neokeynesiani, nazisti e assimilati."

    Mi piacerebbe sapere da quale punto di vista, se non da quello liberista, lei vorrebbe considerare le teorie dei suddetti signori. Oltretutto, le sue affermazioni riguardo alle appartenenze destrorse degli MMTers non potrebbero essere più lontane dal vero: sono, invero, la punta d’avanguardia del progressismo americano.

    http://www.democracynow.org/2011/10/19/former_financial_regulator_william_black_occupy

    • @ Jack

      L’MMT non tocca affatto la proprietà privata dei mezzi di produzione. E’ soltanto un modo per poter perpetuare all’infinito l’estorsione da pluslavoro. In assenza di deficit spendig il liberismo sarebbe morto e sepolto già negli anni trenta, in quanto fallito. Sarebbe fallito anche nel 2008 se non ci sarebbe stata quell’iniezione di liquidità, come saremmo falliti noi in Europa un mese fa se la BCE non avrebbe prestato miliardi all’1% alle banche europee per finanziare gli stati.

      E’ solo che la spesa a deficit non può proseguire all’infinito, proprio a causa degli interessi. A questo punto i neokeynesiani e non, cosa s’inventano per non far fallire il liberismo? L’MMT. stampare moneta priva di debito per non dover pagare gli interessi ormai insostenibili e salvare così il liberismo.

      Ricordiamo anche che la spesa a deficit fu un invenzione di Keynes. E’ solo che il debito pubblico USA era minimo (mi pare sia stato intorno al 14%). Adesso invece... Lascio a te le conclusioni.

      ***

      Se per socialismo (in senso stretto) intendiamo la socializzazione dei mezzi di produzione, allora ci si pone il problema di come dovremmo comportarci con il resto del Mondo, una volta socializzati i mezzi di produzione??? Ma ci si chiede anche come dovremmo comportarci tra di noi???

      A questo proposito vengono utili i concetti come efficienza economica e giusta tassazione, la massimizzazione del benessere, la bilancia commerciale in pareggio, il sistema bancario in equilibrio, il reinvestimento e lo sviluppo sostenibile...

      Che, altrimenti ripeto, non ci resta che la chiusura nazionale. Molto spesso il socialismo viene visto dall’alto, chiuso e statalizzato con le varie forme di nazional-socialismo in attesa di unione mondiale socialista. Io penso che il socialismo democratico sia seriamente possibile, appunto, socializzando all’interno e aprendosi e competendo all’esterno dove le teorie liberiste cadono di proposito. Si pensi soltanto all’economia internazionale come conoscenza: volendo o meno, anche Cuba in un certo senso è aperta e deve NECESSARIAMENTE comportarsi di conseguenza. penso che non sia difficile arrivarci.

      saluti

    • @ Tony

      Concordo in pieno con il fatto che il deficit spending abbia salvato il liberismo (recenti iniezioni di liquidità della FED e della BCE), così come concordo con il fatto che ormai sia il duopolio Stato-mercato a tenere in mano le redini del gioco: nel momento in cui il mercato, per sua natura, fallisce nel suo improbabile compito di allocare le risorse in maniera efficiente, arriva lo Stato a ripianare le falle.

      Il problema che hai sollevato, giustissimo, lo affronterei però da un altro punto di vista. L’utilizzo del debito pubblico come strumento di potenza non è in realtà niente di nuovo: nasce nel 1694 con la Bank of England e si perpetua anche con il sistema del gold standard, il quale è stato sempre opportunamente "drogato" dal sistema finanziario britannico per garantire la solvibilità infinita del duopolio Stato-finanza.

      E qui veniamo dunque al punto, cioè che esistono due modi per utilizzare il deficit spending: la politica del warfare e quella del welfare. Con la prima, si utilizza la "gallina dalle uova d’oro" per accrescere all’infinito la potenza dell’impianto industriale bellico: è in sostanza quello che hanno fatto Germania, Italia, Stati Uniti e molti altri negli anni ’30. Con la seconda, che purtroppo è sempre stata indissolubilmente legata alla prima - ma ciò non significa che non si possa isolarla - si utilizza il finanziamento pubblico per stabilizzare le infrastrutture, i salari, rimettere in moto i trend occupazionali.

      In altri termini, la MMT, come altre teorie post-keynesiane similari, è uno strumento, che può essere utilizzato in vari modi: vi possono essere utilizzi tirannici ed oligarchici, che mirano alla massimizzazione del pluslavoro; ma perché non vedere l’altra faccia della medaglia, ovvero il suo utilizzo ai fini della stabilizzazione e il miglioramento del welfare, che sono di per sè scopi democratici?
      Come hai sostenuto poi tu in chiusura al tuo commento, il liberismo mostra tutta la sua insostenibilità e instabilità negli scambi finanziari internazionali. Si potrebbe, perciò, combinare una politica nazionale improntata all’utilizzo della spesa pubblica, unicamente riversata nell’investimento pubblico a beneficio dei cittadini di quella nazione, con un sistema internazionale di clearing simile all’International Clearing Union proposta da Keynes negli anni ’40. Magari anche affiancando le monete nazionali, utilizzate senza limiti finanziari all’interno del Paese e soprattutto sottratte ai mercati finanziari, con una moneta di conto internazionale che applichi oneri crescenti sia ai debitori che ai creditori internazionali.
      Sono idee, ma che non precludono a priori l’utilizzo del deficit spending (mirato, chiaramente).

      Il prof. Bellofiore, ad esempio, propone un interessante interpretazione del post-keynesismo alla luce della teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto di matrice marxista.

      I punti d’incontro non sono poi cosi lontani!

    • @ Jack

      Io non escludo niente a priori, anzi! Spendere a deficit, io la considero una misura di estrema ratio, ma le necessità devono avere quel carattere di straordinarietà. Comunque, dopo che il movente straordinario si esaurisce deve entrare necessariamente in gioco l’efficienza economica, anche per risanare il deficit antecedente.

      Le crisi continue del liberismo non possono essere intese come straordinarie.

      Detto questo, tassando il risparmio e reinvestendolo garantisce di per sé l’efficienza economica. Allora perché "scomodare" la spesa a deficit?

      L’unica risposta che mi sono dato è quella di salvare il liberismo perché in un regime liberista non è possibile tassare il risparmio. Ovvio, le imprese scapperebbero all’estero; invece se le tassi in un sistema socialista non andrebbero da nessuna parte.

      Spendere a deficit è meno efficiente che tassare il risparmio (che nella stragrande maggioranza dei casi sono profitti accumulati, quando non sono elusioni o evasioni e solo marginalmente risparmi degli operai), ma hanno un efficacia uguale (è sempre lo Stato che decide come e quando investire).

      Se il risparmio fosse sempre reinvestito noi non avremmo crisi, allora perché inventarsi nuovi soldi quando ci sono già fermi sui conti correnti: 1.750.000.000.000€ fermi sui cc che non vengono e forse non verranno mai consumati (altrettanti finanziano il debito pubblico) e per il 50% sono frutto del profitto.

      Ovvio, se quei soldi non vengono spesi, i cittadini non potranno mai ripagare i debiti, così neanche le imprese. Cosa fa la BCE? Si inventa (inventa, perché non c’è nessun motivo di lavoro o investimento che li giustifichi) soldi per salvare le banche che falliscono in quanto le imprese e i cittadini non pagano il debito contratto. ASSURDO!!!

      Allora, prima di inventarseli i soldi (con interessi o senza interessi) prendili laddove ci sono, appunto tassa il risparmio non reinvestito o consumato. Tutto qui.

      saluti

  • Forse è meglio rispondere sul blog della persona che ha scritto gli articoli. Probabilmente qui non può rispondere.
    http://coscienza-di-classe.blogspot.it/2012/02/mmt-inflazione-e-occupazione.html