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Il debito pubblico è debito privato

par zag(c)

Publie le giovedì 17 aprile 2014 par zag(c) - Open-Publishing

Strano a dirsi, ma sul Sole 24 Ore stanno incominciando a farsi luce qualche spiraglio di economisti con onestà intellettuali. Vito Lops ha pubblicato un articolo, abbastanza lungo, ma semplice ed esplicativo, in cui dimostra ciò che da sempre si sapeva e insegnavano i fondamentali di economia e economisti di scuola classica e marxista. Il debito pubblico , cosi come è stata congegnata la politica della UE, deriva da debito privato.
Si certo questo assioma , qualcuno, lo faceva derivare dai mille salvataggi di Banche medio grandi che altri paesi europei e non, hanno effettuato o stampando moneta ( per quelli che potevano) o attraverso meccanismi strani e complessi per poi alla fine far pagare sempre a pantone. Non solo questo. In Italia , per esempio, questi salvataggi cosi massicci non si sono avuti e quelli che si sono fatti sono a fronte di prestiti e non a fondo perduto come è avvenuto per altri paesi.

Non è solo questo che potrebbe essere inquadrato in alcuni momenti particolari ed emergenziali.
Qui si tratta di effetto strutturale che porta il debito privato a trasformarsi in debito pubblico. Questo sistema regolamentato si chiamava Target (Target sta per Trans-European Automated Real-time Gross settlement Express Transfer system) più morbido e meno automatico, per poi sfociare nel Target2 più automatico, informatizzato e più drastico.
Già Keynes , che sicuramente non si può annoverare fra gli economisti di scuola marxiana, con la sua proposta dell’International Clearing Union e con il Bancor ( moneta fittizia e di scambio commerciale) poneva il problema conseguente al cambio a parità fissa già alla Conferenza che poi dette vita al sistema di Breton Woods. La teoria e i fondamentali economici insegnano che fra paesi disomogenei dal punto di vista di capacità produttiva e di struttura economiche industriali , il cambio a parità fissa accresce le differenze e le disomogeneità. I paesi più forti diventano più forti e quelli deboli più deboli.
I costruttori politici della UE e dello suo strumento monetario l’Euro , lo sapevano , erano consci , ma confidavano nella politica che sarebbe riuscita a domare l’economia e a consentire la completa integrazione. Prodi, il massimo teorico di questa teoria, lo ha confessato più e più volte.
L’articolo del Sole 24 Ore spiega bene come funziona il sistema di compensazione ( appunto denominato Target 2). Lo sbilanciamento fra le merci acquistate nei paesi aderenti alla UE vengono compensati nel momento stesso dell’acquisto, attraverso un conto di riserva che ogni banca commerciale ha presso la BCE. Conto che serve per prelevare da parte della banca creditrice dal conto della banca debitrice la somma che il privato del paese importatore ha speso per comprare la merce prodotta dal paese esportatore. Alla fine il privato ha la sua bella merce acquistata, la banca del paese importatore ha visto in automatico decurtato l’equivalente somma sul suo conto riserva a favore della banca del paese esportatore. Più un paese esporta, più il sistema bancario vedrà il suo conto riserva aumentare a discapito della banca del paese importatore e quindi la banca potrà utilizzarli per investire in titoli o per estendere credito ai propri clienti . Chi è garante che la banca debitrice paghi? La BCE. Infatti in questa direzione è quello che è stato fatto dalla Bce a partire dal 2010. Perché se il banco salta il creditore resta con le pive nel sacco
Come può avvenire il risanamento delle compensazioni?
1) Il paese importatore vende un bene di pari valore al paese esportatore creando lo stesso meccanismo al contrario e azzerando i saldi Target 2 tra il sistema finanziario esportatore e quello importatore;
2Il paese esportatore utilizza il surplus di riserve per acquistare titoli italiani
3) interviene la Banca centrale europea erogando liquidità aggiuntiva a favore del paese importatore

Quello che si è verificato è stata proprio l’opzione numero due. I saldi risultavano in equilibrio, ma in realtà dietro c’è un forte squilibrio perché in buona sostanza la Germania vende prodotti al Sud Europa e compensa la posizione creditoria nel sistema Target 2 acquistando titoli di Stato del Sud Europa (Grecia, Italia, ecc.). Il credito Target 2 della Germania determinato dalla vendita del bene fisico viene compensato dal debito Target 2 determinato dall’acquisto di titoli del Sud Europa.

Il credito Target 2 della Germania nei confronti dell’Italia è oggi intorno ai 500 miliardi. Il sistema di pagamenti attraverso cui oggi transita un controvalore giornaliero di circa 2mila miliardi di euro e che, tecnicamente, non prevede limiti. Per il riequilibrio si punta più sulla riduzione della capacità di spesa per le famiglie italiane abbassando i consumi e i salari, più che sulla virtuosità del sistema di import/export. Quel poco di incremento dell’export si è avuto in Italia puntando sulla riduzione del costo del lavoro ( tra i più bassi in europa) più che sulla capacità di innovazione e ricerca e sul valore aggiunto delle merci. Il mantra quindi per importare di meno e per esportare di più tale che si possa raggiungere l’equilibrio della bilancia di pagamenti , definirsi “virtuosi”, è basato sulle spalle dei lavoratori che da soli devono pagare il costo

Se si è a conoscenza del meccanismo perverso del Target 2 si potrà comprendere come sia aleatorio e fuorviante il dibattito politico in Italia tutto centrato sul costo della politica, sulla corruzione di questo o quello, sulla eliminazione di questo o quell’istituto di democrazia e partecipazione dei cittadini, di come sia solo uno specchietto per illusi le 80 Euro una tantum e solo per alcuni lavoratori dipendenti.

Per una grande parete ci vuole un grande pennello!

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