Home > Adda passà a nuttata

Adda passà a nuttata

par zag(c)

Publie le domenica 11 maggio 2014 par zag(c) - Open-Publishing

Sembra ieri e invece son passati vent’anni circa. Vent’anni fa si scoperchiava il vaso di Pandora e fu Tangentopoli. Ma i conti non si fecero fino in fondo. Si aprì quel vaso, ma fu messo in fretta un coperchio altrimenti il lezzo poteva portare alla fine del sistema. E fu come quando si prendono in maniera non corretta gli antibiotici. Si distrugge apparentemente i sintomi apparenti, ma non il male.
E questo continua a covare e a costruire anticorpi capaci di rigenerarlo più attivo ed immune di prima.

La Corruzione incominciò dapprima a mostrarsi come circoscritto. Era solo questione di uomini, di mele marce, di pochi e non come crisi del rapporto capitalista. Era determinato come “soggettivo” e non “oggettivo”, del sistema stesso. E da questo ha cominciato a costruirsi intorno una serie di legittimazione tale da diventare legalità. Dalla scomparsa del reato di falso in bilancio, all’accorciamento dei tempi per la prescrizione a tutte una serie di cavilli , norme e regolamenti tutti in una unica direzione.
E’ stata istituita l’ANAC ( Autorità nazionale anticorruzione) sulla spinta di sollecitazioni delle commissioni europee, della riprovazione mediatica per sopire i fatti che via via si scoprono. Ha vari compiti di controllo e prevenzione. Ma non è stata prevista nessun potere coercitivo o di intervento diretto . Può indagare, verificare, controllare, ma non di intervenire.

E si badi, a leggere attentamente gli atti del Parlamento, che non fu solo opera di qualcuno al Potere, ma avviene con la complicità di tutti, in maniera più o meno palese. Perché sistemica è l’esigenza.
La Corruzione è diventata , in questi anni il mantra. E’ diventato sistema culturale. Non è solo una questione che tocca solo strati della popolazione, ma la attraversa in maniera trasversale, sistemica appunto. Si certo in maniera semplicistica si è voluto far credere, e ancora si continua a battere questo chiodo, che essa sia endemica e solo al ceto politico. Che solo i politici abbiano una predisposizione a questa pratica e a questa “dipendenza” “Tutti a casa” ci ripetono. Riproporci che spazzata via questo concentrato di sporcizia, la casa ritornerebbe linda e pulita come “pria”. Oppure che sono solo , ancora una volta e a dispetto della quotidianità dei fatti accertati, questione di pochi malfattori. Di piccoli mariuoli.
Non è così!
Insieme ai politici , dietro ed accanto ad essi vi è un sistema , una intreccio che si è costruito, ri-costruito, in questi anni di “assopimento”, fatto di burocrati, impiegati, imprenditoria diffusa e non , costretti o no comunque consenzienti a sottoporsi al dio Corruzione. Se si vuol campare, se si vuol “vivere”. O partecipi al banchetto, o sei fuori e manco più ci si fa caso. E’ del tutto normale. Un detto delle mie parti recita che non si comincia a banchettare se tutti non hanno la forchetta in mano.
O siedi al tavolo con la forchetta in mano o sei fuori stanza!
Per cui la richiesta di mazzetta non è più il corpus del reato. Non è reato, non solo, non è più scambio illegale o addirittura illecito, e non è più mazzetta. Diventa solo scambio di favori, normalizzato e regolamentato , quasi. E il sistema diventa sistema integrato , permeato tanto che è più presente fin dai livelli più basse delle istituzioni.
E’ più presente( diffuso) a livello del assessore comunale o regionale che a livello di ministro , più a livello di tecnico del comune dell’urbanistica, del impiegato comunale al catasto, dell’impiegato dell’ASL addetto all’ufficio acquisti o anche solo di vigile urbano o di semplice appuntato dei carabinieri, o di impiegato allo sportello, non importa quale.
Certo maggiore è l’opera maggiori sono gli appetiti, e non c’è “Grande opera” che non nasconda fatti di questo genere. L’ultimo esempio l’EXPO, ma non dimentichiamo il sistema TAV , la riunione del G8 in Italia, il dopo terremoto dell’Aquila, e di tutte le altre ricostruzioni e via di questo passo.
D’altra parte basti prestare attenzione alle dichiarazione dei politici , ma non solo loro, quando vengono beccati con il sorcio in bocca. “A mia insaputa” , oppure “ho fatto solo un favore ad un amico” quasi ingenuamente recitano. E non è solo o soltanto un modo ingenuo o farlocco per difendersi.
In molti casi è la verità. Si è dentro l’ingranaggio che non ci si fa più caso. Il meccanismo è talmente automatico che funziona da solo.
Mi confessava un “amico” camionista, che quando viene fermato dalla polizia stradale è quasi automatico per lui avere dentro la patente un biglietto da cinquanta Euro. Infatti non esce per strada senza due o tre biglietti di quella taglia.
Quasi mai succede che il biglietto gli viene restituito

Ed è per questo che parlare di società civile staccata dal ceto politico è solo un depistaggio.

Il ceto politico è lo specchio della società. E’ il precipitato del senso comune generalmente e mediamente diffuso. E il sistema elettorale centra ben poco. Questo al massimo può determinare il sistema di riproduzione o di controllo del potere.
Ne è a dimostrazione, un piccolo esempio.
Dall’ultima scoperta da parte della magistratura, si scoprono personaggi già condannati per corruzione nella cosiddetta “prima repubblica”. Ebbene sono gli stessi presenti anche in questa seconda fase. Gli stessi. Condannati per corruzione e continuano imperterriti a gestire e mediare atti pubblici e della pubblica amministrazione. In questo non vi è nessun anticorpo, nessuna riprovazione sociale, nessuna riprovazione a nessun livello. Ma d’altra parte se un ex presidente del consiglio, un “padre della Patria” come ama definirli lui stesso, condannato per frode fiscale e continua a dettare l’ordine del giorno della politica, che governa in compartecipazione non ufficiale con l’attuale presidente del Consiglio, vuol dire che questo è lo specchio della società. Se milioni di italiani ( in calo per fortuna ma non per i suoi trascorsi penali, ma per vicende di diatribe interne e di lotta intestine di potere) continuano a votarlo vuol dire che esiste una partecipazione simbolica fra l’operato dell’uno con il pensiero degli altri. Una simbiosi del comune sentire e percepire.
Tutto questo non è l’anomalia nel nostro sistema , ma è la normalità. Nessuno ( o solo pochi paria) lo avverte come “anormalità”, al massimo come risultato “dell’eccezionalità del momento”
Come finirà questa ultima ondata di lezzo che avanza?
Non vi date pensiero. Adda passà a nuttata.