Home > Piccoli interrogativi

Piccoli interrogativi

par Mondo Sostenibile

Publie le lunedì 4 agosto 2014 par Mondo Sostenibile - Open-Publishing

Eccoci! Siamo giunti nell’era dell’Homo Comfort, soggetto capace di superare i limiti            dell’esperienza corporea delegando alla tecnologia la fatica di trasformare, sfruttare e           limitare la natura, a discapito dell’innata attivazione percettiva dei sensi che ha            accompagnato e caratterizzato l’uomo come specie, con tutte le sue molteplici           espressioni culturali. In quest’epoca si è soliti interpretare le strutture culturali e sociali della società             affermando come modelli di riferimento fondamentali i concetti di “Stato­nazione”,          l’individualismo, la crescente intensificazione delle interazioni globali, il predominiodei          processi economici, la perdita di valore delle relazioni umane, omettendo untrascurato            ma cruciale punto di vista. Parliamo del fenomeno della COMODITA’ e come questo             influisca sull’Umanità. Quali sensi prevalgono? Quali vengono assopiti?  La società di oggi è stata abituata a nonaveredubbisul            fatto che lastoriatecnicasiaun’evoluzionepositiva.Ciò         ha comportato la mancanza di un’analisi critica del        concetto di comodità e sulle conseguenze sensoriali       che gli attuali modelli di consumo generano.Siassistea          un impatto collettivo di apparente appagamento      sensoriale che spiega il consenso pacificato      dell’Umanità contemporanea verso le istituzioni di      governo e verso l’incessante crescita produttiva.  Non si vuole demonizzare la comodità o dire che sia un           male ma si intende mettere in luce il contributo che il           nostro stare “comodi” fornisce al mantenimento dell’ordine stabilito. Ogni giorno assistiamo a un’esaltazione della tecnologia che ci induce a credere che il              nostro percorso evolutivo sia giusto, benefico, vantaggioso, morale e utile. I promotori della tecnica, i politici, gli economisti e la finanza difendono la bontà di               questo sistema, ovviamente, e noi, piegati dai mezzi di informazione convenzionali che            con ossessionante monotonia ci ricordano che questo è il sistema giusto, assistiamo            passivamente al nostro declino di essere umano. L’occhio critico viene rimpiazzato da            una falsa coscienza. Gli apparenti benefici sensoriali prodotti dalla “comoda tecnologia” hanno contribuito          alla nostra inerzia di fronte a gravi disastri ecologici e al progressivo sgretolarsi degli              equilibri storici del rapporto fra uomo e natura, sorvolando su disgrazie mai sofferte             dall’Umanità, archiviati come tragici errori (guerre, disastri industriali, inquinamento). Non solo. Siamo abituati a giudicare le popolazioni che non hanno accesso alla             tecnologia come contesti sociali “sottosviluppati” o “primitivi”, fuori daltempo.Spesso           
vengono massacrate, recluse, sedentarizzate e infine urbanizzate in nome dello          sviluppo tecnologico.  Siamo pronti a saccheggiare e uccidere intere nazioni per affermare il nostro nuovo status di Homo Comfort!  Considerare l’attuale trasformazione come sviluppo è un’amorevole esaltazione che         l’Umanità si concede: dà a tutti una facile elevazione morale ma rende più difficile              individuare ciò che si è perso in questo processo. E’ questa incapacità sociale di farsi domande capaci di mettere in dubbio il confortante              principio fondamentale della crescita benevola e continua che fonda l’avanzamento          tecnologico. Ma quali saperi avremoadisposizionesel’attualesistematecno­economicocollassasse           e i congegni attuali smettessero di funzionare?