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Poletti e l’art. 18: «Non serve abolirlo basta il contratto di inserimento»

par zag(c)

Publie le lunedì 18 agosto 2014 par zag(c) - Open-Publishing

L’intervista che ha rilasciato il ministro Poletti lunga ed articolata rappresenta il maggior contributo che si potesse dare per capire che questo governo ha poche idee per come uscire dalla crisi , ma che queste sono ben confuse. Ma chiaro invece è l’obbiettivo di colpire i ceti a basso e medio reddito, ma soprattutto a reddito fisso, certo nella sua determinazione. Se l’intervista fosse stata fatta a Renzi non ci avremmo capito nulla, mille sarebbero stati i botti pirotecnici, le fughe iperboliche, su buoni propositi, su temi divaganti, su concetti astratti e fumosi ecc. ecc .
Ma Renzi è un politicante, Poletti solo parte in causa , in conflitto d’interessi essendo esponente ed ex presidente della Lega delle cooperative

Ma veniamo al succo. L’intervista integrale naturalmente la potete trovare qui
La parte migliore è quella relativa all’art 18. E spiega che se avessero chiesto la sua abolizione per legge avrebbero scatenato una guerra santa e non avrebbero portato a casa nulla. Invece cosi lo si svuota , lo lasciano la dov’è, ma lo rendono inapplicabile. E’ la stessa strada intrapresa dai governi precedenti ora si tratta di dare il colpo finale eliminando di fatto le assunzioni a tempo indeterminato. L’art 18 rimarrà la dov’è e nessuno ci farà più caso. Già così oggi quell’articolo interessa solo il 2,4 % delle aziende. Infatti nulla obbliga quell’imprenditore che volesse assumere a farlo a tempo indeterminato. Ma , ribadisce il ministro, si deve rendere più conveniente l’assunzione a tempio indeterminato e far in modo che possa essere conveniente confermare il rinnovo dopo i tre anni. Come? E’ nei nostri propositi, ancora non abbiamo deciso
Bene ministro.
E alla domanda di come risolvere la disoccupazione giovanile la più alta in Europa il ministro risponde che questo problema è al centro delle loro preoccupazioni, infatti sono propensi alla Garanzia Giovani.( Youth Garantee Cosi si dice in Europa e lui lo ripete) In cosa consiste? E’ nei nostri propositi., Ci stiamo pensando E’ solo una questione di reperire risorse Un problema mica da niente Caro ministro!

E gli ammortizzatori universali, affinché nessun giovane o donna incinta rimanga più senza tutele? E’ nei nostri propositi. dovrebbero pagarlo le imprese, ma anche la fiscalità generale. Ci stiamo pensando E’ solo una questione di reperire risorse Bene ministro

E il problema dei futuri pensionati, quelli che non hanno più lavoro , ma non hanno raggiunto ne l’età pensionabile, né raggiunto, avendo passata una vita da precario, gli anni necessari per maturare la pensione e si aggiunga anche che con l’attuale stato dell’economia i contributi si stanno rivalutando in negativo? ( I contributi versati vengono rivalutati in funzione del tasso di inflazione ( e siamo in deflazione) e in rapporto al PIL( e siamo al PIL =0) . Nel 2013 il tasso di rivalutazione è stato del -0,24% ) È un tema che abbiamo in lavorazione, E’ nei nostri propositi, ancora non abbiamo deciso ma è strettamente legato alle risorse.
Le risorse intanto si possono raccogliere, è stato detto dal governo, attraverso il contributo di solidarietà da parte di chi percepisce le pensioni d’oro Quelle per intenderci al di sopra dei 10mila euro e queste sono solo 11.600 Beh, risponde il ministro tutto dipende da dove si mette l’asticella Più si abbassa l’asticella più risorse si reperiscono. Giusto ministro, in fondo lei proviene dal mondo della solidarietà , il mondo delle cooperative, lei è più favorevole alla cooperazione fra lavoratori e impresa , al fatto che tutti i lavoratori devono contribuire e sacrificarsi per il bene delle imprese e per i più sfortunati. La solidarietà propria del mondo delle cooperative!
E cosi via lungo tutta la lunga intervista.
Insomma l’idea che ne viene fuori è che il ministro , ma tutto il governo, non ha le idee chiare , anzi non ne ha proprio di come uscire dalla recessione . Una valanga di propositi , tutti confusi, misti fra demagogia, populismo , vaghi nella loro efficacia. Ma soprattutto tutti privi di coperture di risorse ne di idee di come e dove reperire queste risorse. Sono alla ricerca affannosa di nuovi fronti sui quali tagliare, come se ormai non si fosse capito che i tagli alle famiglie e alle piccole e medie imprese, ai lavoratori e pensionati non fa altro che peggiorare la spirale verso il buco nero. Siamo ormai all’orizzonte degli eventi, oltre il quale non si vede più nulla, si intuisce solo che c’è qualcosa ma che ha il sapore dell’amaro.

Leggere attentamente l’intervista è molto istruttivo . Meglio di cento discorsi di Renzi.

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