Home > La vittoria della democrazia imposta

La vittoria della democrazia imposta

par Antonio Recanatini

Publie le lunedì 24 novembre 2014 par Antonio Recanatini - Open-Publishing
4 commenti

La bassa affluenza in Emilia e Calabria è una grande vittoria della democrazia imposta. Badate, i giornali di regime parlano di disaffezione alla politica, non a caso usano toni strambi e caritatevoli per definire il crollo degli ideali e la sfiducia incolmabile dei cittadini verso la classe politica. Difficilmente ci saranno approfondimenti e giornalismo d’inchiesta sul non voto, leggeremo piccoli appunti sui quotidiani, sentiremo interviste a caldo o lunghi monologhi in tv, nient’altro, statene certi.
Disertando le urne il dissenso prende le distanze dalla politica tradizionale, decide spontaneamente di non scegliere. L’inaffidabilità dei politici che calcano la scena ha avuto la meglio, infatti non mancheranno i monologhi dei comici, in fondo agli italiani piace la satira, piace l’ironia sul malessere che l’affligge, non a caso viene trasmessa a dismisura. Pensate, i monarchi concedevano al solo giullare di corte la satira, consideravano la satira un mezzo fondamentale per propagandare l’abulia. I giullari, benché qualcuno voglia rivalutarli come rivoluzionari, nella maggioranza dei casi appartenevano alla corte, non al popolo.
Rispetto il non voto, chi sceglie di non votare ha sempre buone ragioni, magari personali, ideologiche o altro, mi amareggia non poco ammettere che non esiste un partito capace di riunire il dissenso, l’abulia e la sfiducia di questo tempo.
Il dramma è tutto qui!

Messaggi

  • Al punto in cui siamo, un 60 e passa percento che non vota, penso che di buone ragioni per non farlo non esistano proprio, le definerei piuttosto un rifiuto di assumersi responsabilità e non volere delegare altri ad averle.
    Questa moda del movimentismo a sinistra che rifiuta il voto non produce altro che baratri, e soprattuto fa il gioco delle destre reazionarie, xenofobe e padronali.
    Allora diciamolo chiaro e tondo: pur essendo presenti nel panorama politico formazioni di chiaro "stampo" comunista il popolino non se la sente di "sopportare" una vera politica di sinistra.

    • Francisco, parliamo di opinioni personali, il vero disastro è il risultato, sicuramente l’appiattimento politico non è solo colpa del popolino. Non è colpa nostra se viviamo in una nazione di santi e non di rivoluzionari

    • Non a caso riconoscevo che la maggioranza ci evita come la peste, e vabbé... il paese è quello che è!
      Però mi chiedo come mai a ogni tornata elettorale ci si scioglie in commenti (anche se sacrosanti) e che al pari della vulgata dei media di regime ci si ragiona su e si analizza il risultato elettorale.
      Ora la prassi imposta dal sistema, che "invita" l’avente diritto a disertare le urne ha buon gioco più che mai, lasciando in mano a pochi il potere decisionale e il legiferare... si dirà che il voto è l’espressione massima del sistema borghese coccolato dal capitale, ebbene, una volta disertatolo evitiamo almeno di non rimpiangerne le conseguenze!
      Se poi vogliamo affrontare la libertà delle opinioni personali penso che da dentro si agisce meglio che da fuori, soprattutto se fuori tira una bruttissima aria, un’aria che fornisce vento in poppa a tutti i fascismi.
      Si può essere comunisti in maniera diversa? Non credo, anche se a volte una sorta di "compromesso" sembrerebbe più una capitolazione o asservimento addirittura. Ma è una mia modestissima opinione, ripeto.
      Abbiamo bisogno del partito, e farlo nuovo coi tempi che corrono è un’iperbole, ma il partito c’è (paradossalmente anche uno a caso con falce e martello) allora sarebbe sufficiente entrarci e rimanerci, soprattutto per non lasciarlo in mano a quattro gatti... ovvio che non sto parlando del PD, sia chiaro.
      Il vuoto lasciato dall’astensionismo non è di chi è schifato dalla malapolitica, mai come oggi il becero qualunquismo ha pane per i suoi denti nello scegliere nell’urna, non s’è mai saziato tanto e non manca mai l’appuntamento al voto.
      Da comunisti dovremmo sapere cosa serve per farne una buona politica, la propagandata "disaffezione" è un’invenzione di questo sistema, c’è invece un gran bisogno di confronto e alleanze politiche a sinistra, fuori dal PD e da SEL ovviamente.
      Stiamo permettendo impunemente a piddini di dirsi di sinistra e ai suoi avversari di definirli tali, e questo non può che essere foraggio per la destra fascista e reazionaria.
      Fare i duri e puri non serve a nessuno, tantomeno a noi... anzi.
      E poi, una volta per tutte, cerchiamo di non sperare in derive rivoluzionarie, non son tempi e a nessuno, probabilemente a ragione, vien voglia di un bel bagno di sangue... qui come metti il naso fuori di casa ti storpiano, allora sarebbe più produttivo intrufolarsi al pranzo e poi casomai far diventare indigeste le pietanze, fino ad avvelenargliele.
      Un saluto... comunista.

    • perché nelle sezioni non si organizzano delle discussioni in merito, perché crediamo che il dibattito politico sia solo quello della tv... evitando il confronto saremo molto più limitati.