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Roma - Fasciomafia ed immigrazione

par InformationGuerrilla

Publie le mercoledì 3 dicembre 2014 par InformationGuerrilla - Open-Publishing
2 commenti

Ma possibile che nessuno, nel vortice delle notizie arrivate oggi da Roma, nota la contraddizione principale ?

Questi sono al 95% fascisti ... c’è pure qualche piddino, a dimostrazione della assoluta caduta di dicotomia almeno nella politica di potere ed affaristica ... ma i fascisti sono preponderanti nella vicenda .... c’è tutto il gotha della destra extraparlamentare dei settanta e degli ottanta .... e pure gente passata per Forza Nuova e Casa Pound .... alcuni di questi, arrestati o comunque indagati per questa inchiesta, Alemanno in testa ma non solo lui, ad esempio anche tutto il giro degli ex di Avanguardia Nazionale di cui facevano parte sia Mancini che Carminati, solo due settimane fa manifestavano a Roma contro il "degrado" e la "criminalità" attribuiti alla presenza di rom ed immigrati ... qualcuno di loro era andato pure, al seguito della Meloni o di Borghezio, a cercare di "farsi bello" a Tor Sapienza nei giorni caldi .... e poi scopriamo che tra gli "affari" principali che faceva la fasciomafia a Roma c’era la gestione dei campi nomadi e dei centri di accoglienza per immigrati richiedenti asilo ...

“Con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga” diceva per telefono il camerata Buzzi al camerata Carminati ...

Meditate, gente, meditate ....

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  • Gli affari sporchi di "quelli di sopra"

    Sabato 06 Dicembre 2014

    Quando qual­cuno stre­pita in nome della sicu­rezza, si sente inva­ria­bil­mente odore di cor­ru­zione. Vi ricor­dare Penati, lo sce­riffo di Sesto san Gio­vanni ossessionato dalla lega­lità e sal­vato dalla pre­scri­zione? E che dire di Bossi, l’uomo che si faceva rifare la casa con i rim­borsi elet­to­rali, men­tre sca­gliava la Lega con­tro gli immi­grati? La storia d’Italia degli ultimi ven­ti­cin­que anni abbonda di epi­sodi come que­sti. L’ipotesi di fondo è sem­pre stata che i tutori della legge e dell’ordine voles­sero deviare l’attenzione del pub­blico su capri espia­tori facili facili. Ma ora, la straor­di­na­ria vicenda della cupola romana per­mette di aggiu­stare il tiro.

    Andiamo con ordine. Una gang gui­data da uno della Magliana si infil­tra nell’amministrazione locale in col­la­bo­ra­zione con uomini delle coo­pe­ra­tive «rosse» e del terzo set­tore. Que­sta gente di «sotto» col­la­bora nella terra di «mezzo» (ter­mi­no­lo­gia di Tol­kien presa da qual­che nostal­gico dei campi Hob­bit) per fare affari con quelli di «sopra», ovvero poli­tici fasci­sti, pid­dini e pidiellini incar­di­nati nei luo­ghi di potere. La mera­vi­gliosa foto­gra­fia in cui si vede Poletti par­lare cheek to cheek con Buzzi, l’omicida redento, davanti ad Ale­manno, descrive per­fet­ta­mente la compagnia: terzo set­tore, destra, sini­stra, ammi­ni­stra­tori locali e, sullo sfondo, uno della banda Casa­mo­nica. E qual è il busi­ness di que­ste alle­gre tavo­late? L’accoglienza dei rifu­giati, la gestione dei campi rom, la spaz­za­tura e le case sfitte, insomma i pro­blemi umani e sociali delle periferie.

    E ora fac­ciamo qual­che passo indie­tro. A metà novem­bre i fasci­sti aiz­zano la gente di Tor Sapienza con­tro i rifu­giati, i quali sono col­pe­voli solo di essere tali. Per la cro­naca, anche la donna che avrebbe subito lo stu­pro è stata coin­volta negli inci­denti, non si sa se pic­chiata dai cele­rini o dai con­cit­ta­dini (i quali non saranno fasci­sti, ma nem­meno fur­bis­simi, visto che accu­sano del «degrado» quelli che non c’entrano pro­prio, cioè gli stra­nieri). Pochi giorni dopo, Casa­Pound e Blocco stu­den­te­sco mani­fe­stano davanti a una scuola, impe­dendo l’accesso ai bam­bini rom. E poi, nel giro di una set­ti­mana, esplode la bugna di mafia Capi­tale. Coincidenze?

    Non c’è biso­gno di essere com­plot­ti­sti per com­pren­dere che l’ossessione dell’emergenza ha pro­dotto denaro sonante. Ale­manno si è cir­con­dato di fasci­sti affa­ri­sti. Ma già Rutelli e Vel­troni alimentavano la para­noia sgom­brando gli inse­dia­menti e lan­ciando cam­pa­gne con­tro i romeni e rom. Ora salta fuori che sgom­brare era un dop­pio affare per i cor­rotti del comune. Chiuso un campo, se ne apriva un altro, e poi lo si faceva mar­cire, inta­scando i soldi delle rette di adulti e minori, lucrando sui pasti e lasciando la gente tra i topi, in con­tai­ner ghiac­ciati d’inverno e bol­lenti d’estate. Natu­ral­mente, se que­sti pove­racci accen­de­vano un fuoco, il quar­tiere pro­te­stava con­tro il puzzo.

    Alla luce di tutto que­sto, l’ipotesi ini­ziale va cam­biata. Le destre mani­fe­stano con­tro gli stra­nieri, facen­dosi rap­pre­sen­tare magari in tv da ragaz­zetti inva­sati. L’emergenza cre­sce. A que­sto punto, pezzi del terzo set­tore si atti­vano. I soldi fini­scono nelle tasche di gang­ster e poli­tici. E le vit­time devono scap­pare dai quar­tieri scor­tate dalla poli­zia. Per ritro­varsi magari in un Cie, in cui qual­cuno di una coo­pe­ra­tiva li sot­to­pone a una doc­cia con­tro la scab­bia. Que­sta è l’Italia.

    Alessandro Dal Lago

    tratto da http://www.dirittiglobali.it

    • DESTRA E "SINISTRA" RUBANO INSIEME SUGLI ZINGARI

      Sto seguendo, un po’ distrattamente visto che ho molto lavoro, la vicenda di Roma.

      E quello che ho capito finora è questo.

      Esiste gente che si trova sotto casa da un giorno all’altro un migliaio di Rom senza arte né parte, in immense distese mantenute con i soldi pubblici. E quindi votano a Destra perché sperano che la Destra “rimandi” i Rom nella loro mitica patria, la Zingaria. O se non in Zingaria, almeno a Zagarolo.

      Esiste invece gente che trova brutto prendersela con un povero disgraziato senza arte né parte,e vorrebbe che lo Stato investisse soldi per “accoglierlo” e “integrarlo”. E quindi votano a Sinistra. Dove per “Destra” e “Sinistra” intendiamo quelle realmente esistenti, quelle che ci passa il convento del sistema elettorale attuale.
      Tra un’elezione e l’altra, gli elettori delle due parti si insultano iperbolicamente sul Libro de’ Ceffi.

      Ora viene fuori che quelli che la somma di questa gente ha votato si sono messi d’accordo per guadagnare cifre strepitose con i soldi pubblici, creando una via di mezzo tra campi di concentramento, focolai di delinquenza e luoghi di ozio e abbandono in cui mettere i Rom, più se ne mettono meglio è.

      Nel libro scaricabile gratuitamente su Internet, Campi Nomadi Spa, leggiamo un chiaro riassunto del risultato:

      “Ventiquattro milioni, tanto costa all’Amministrazione comunale di Roma escludere dalla città 8.000 persone di cui più della metà sono minori. Un flusso di denaro pubblico necessario ad alimentare tre tipi di miseria:

       la misera assistenza dei “campi nomadi”, alla quale ci si abitua e per la quale negli anni, chi la subisce ne risulta assuefatto;

       la miseria di forme contrattuali e compensi attribuiti agli operatori sociali che lavorano nei “campi nomadi” ai quali, in tempo di crisi, è difficile se non impossibile rinunciare;

       la miseria morale di quei rappresentanti istituzionali che negli ultimi anni hanno costruito la propria fortuna politica giustificando, in nome dell’”emergenza nomadi”, un così alto dispendio economico a discapito della promozione di reali percorsi di inclusione sociale”

      Quante lezioni – ad esempio sulla “spesa pubblica” che per i conservatori è sempre uno spreco, per i progressisti è la chiave magica per risolvere i problemi. Oppure sulle “forze di mercato” come panacea per i mali dell’umanità: l’immenso mercato della miseria umana funziona e fa girare la sacra economia proprio mantenendo la miseria.

      Come al solito, in questi casi, funziona il sistema dei confini: si mandano i Rom il più possibile lontani dai quartieri della gente che conta, ma sempre dentro i confini del Comune, perché la capitale è ovviamente una vacca ben più grassa da mungere del Comune, poniamo, di Tivoli.

      Si sfrutta il fatto che la gente odia i Rom, per rappresentare i Rom come una sorta di emergenza ambulante, da domare come un’alluvione: e il bello di questa emergenza è che la si può far durare per generazioni. Anzi, peggiore è la toppa che si mette in emergenza, più a lungo durerà l’emergenza stessa.

      Si sfrutta poi anche tutta la retorica dell’accoglienza e la disgrazia di giovani disoccupati dalle ottime intenzioni, da inserire precariamente in cooperative dai fini splendidamente sociali, legati alla Lega delle Cooperative, cioè al sistema storico di potere della Sinistra italiana. In intimo rapporto con tutto l’apparato della Destra romana, a partire dalla corte di miracoli che Gianni Alemanno aveva tessuto attorno a sé.

      E si ricorre a quello che possiamo chiamare in senso ampio il sistema TAV, cioè l’utilizzo di fondi pubblici da incanalare direttamente verso interessi privati. Un sistema che evita le vecchie tangenti illegali di una volta, e quindi ciò che emerge è solo la punta dell’iceberg: politici e imprenditori possono spolpare fino all’osso il paese senza nemmeno commettere un reato. Chi finisce male, in questo giro, non è chi ruba, ma chi non tiene perfettamente i libri contabili.

      In questo, un tocco tutto romano è offerto dai coattoni-camerati-strozzini anni Settanta (che non devono essere più tanto giovani) che assicurano protezione fisica alle cooperative che operano “a favore delle fasce deboli”. Mentre magari i loro ignari amici partecipano a cortei proprio contro l’apertura di campi Rom.

      Però non sono questi delinquenti dai capelli bianchi a costituire la vera notizia. Infatti, potremmo riassumere il punto fondamentale con un titolo molto semplice:

      “Nella capitale d’Italia, Destra e Sinistra rubano insieme sugli zingari”.

      E rubano somme enormemente più grandi di quelle che qualche ladruncolo Rom potrà mai sognare.

      Miguel Martinez

      Link: http://kelebeklerblog.com/2014/12/04/destra-e-sinistra-rubano-con-gli-zingari/