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Roma - Punti verdi, cuori neri, conti che non tornano

par InformationGuerrilla

Publie le sabato 6 dicembre 2014 par InformationGuerrilla - Open-Publishing
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Un altro filone interessante ....


“Ahò, hai saputo che con i Punti Verdi prendi i soldi e scappi?” La frase non è l’ennesima estrapolazione di una intercettazione dell’inchiesta della procura di Roma sul “Mondo di mezzo”, ma – secondo quanto riferisce il Corriere della Sera di due anni fa – il passaparola che circolava tra faccendieri e imprenditori romani nell’epoca della giunta Alemanno.

A confermare che quello era l’andazzo, c’è la telefonata intercettata tra il faccendiere fascista Gennaro Mokbel e il boss della malavita del litorale Fasciani. Il primo prospetta al secondo che con i Punti Verdi Qualità si possono fare un sacco di soldi. Ma poi c’è la caduta di Alemanno da sindaco e l’affare perde pezzi e colpi, anche sotto il peso di ben quattro inchieste della magistratura che sarebbe bene, a questo punto, che venissero incrociate con l’inchiesta sul Mondo di mezzo.

L’idea dei Punti Verde Qualità nasce però con la giunta Rutelli e si consolida con quella di Veltroni, dentro quel cosiddetto e maledetto "Modello Roma" che ha dannato l’anima a tutta la sinistra romana, inclusa quella radicale. Il progetto è di creare spazi sportivi e ludici anche nelle periferie, su suoli pubblici, con concessione di 33 anni ai privati che li realizzano, con garanzia del Comune sui mutui alle banche. In cambio, oltre alle attività private a pagamento (piscine, campi sportivi etc.) i privati si impegnano a realizzare giardinetti, spazi per i giochi attrezzati, panchine per i cittadini. Sulla carta è un compromesso tra interessi pubblici e privati che dovrebbe favorire entrambi, in realtà la sproporzione tra i benefici per i primi e i secondi balza subito agli occhi.

Di questo esperimento di “collaborazione” tra pubblico-privato, dei 76 progetti varati in questi diciotto anni, solo sedici sono stati portati a termine su 423 ettari di verde attrezzato a disposizione del pubblico. Secondo alcune fonti nove cantieri restano aperti, venti progetti sono rimasti un disegno urbanistico (spesso già finanziato), ventuno sono da delocalizzare, dieci sono stati abbandonati. Negli ultimi cinque anni sui singoli “Punti verdi” ci sono stati finanziamenti bancari garantiti dal Comune di Roma per 265,6 milioni di euro, un importo che si è rivelato di gran lunga superiore alle effettive necessità (è utile ricordare che il Comune è garante del 90% degli importi finanziati sotto forma di prestito). Altri 360 milioni erano stati garantiti dalle giunte di centrosinistra (Rutelli e Veltroni), ma il Comune di Roma ha scoperto più recentemente che il buco nei conti si era allargato a 625,6 milioni. La tesoreria del Campidoglio ( gestita in solido da Bnl , Montepaschi ed Unicredit ) è dovuta intervenire di corsa per coprire 11,5 milioni di rate di mutui bancari non versate dai privati, ma un dossier interno ha segnalato scoperti da parte degli imprenditori-assegnatari pari ad 80 milioni. La nuova giunta comunale di Marino ha allestito una sorta di commissione speciale proprio per cercare di capire qual è la situazione in questo verminaio.

Sul piano giudiziario le inchieste della magistratura sui “Punti verdi” hanno prodotto finora quattro arresti nel marzo 2012. In carcere finirono gli imprenditori e soci Massimo Dolce e Marco Bernardini (ex ufficiale della Guardia di Finanza), il funzionario comunale Stefano Volpe e la sua compagna, anche lei al Dipartimento Ambiente, Anna Maria Parisi. Il processo si è svolto a maggio di quest’anno. Ci sono poi stati quattordici gli indagati per corruzione, truffa aggravata, falso ideologico e falsa fatturazione. Dieci sono stati rinviati a giudizio di recente: cinque imprenditori della mala-destra e cinque tra funzionari comunali e architetti pubblici. Gli strumenti di corruzione secondo i pm erano auto di lusso, gommoni alla fonda all’Argentario, smartphone o televisori consegnati direttamente a casa.

La Guardia di Finanza ha poi perquisito quattordici aziende romane, dalla quale risultano certificazioni di finti lavori per consentire agli assegnatari di aree pubbliche di prendere finanziamenti comunali, girati poi su conti privati. Diversi filoni giudiziari, ancora, stanno per produrre nuovi risultati. Due richieste di rinvio a giudizio sono arrivate anche per otto Punti verdi infanzia. Un’altra inchiesta della procura di Roma sui Punti Verdi ha messo gli occhi su quattro aree: Tor Sapienza, Spinaceto, Parco Feronia e Parco Kolbe.

Il “bubbone” dei Punti Verdi è esploso nel periodo della Giunta Alemanno. Nell’ottobre 2010 il consigliere regionale del Pd, Enzo Foschi presentò una esposto in cui denunciava che dodici “Punti verdi” erano riconducibili a parenti e amici d’area politica di Antonio Lucarelli, già leader romano di Forza nuova, e poi capo segreteria della giunta Alemanno, Durante la giunta Rutelli, nel 1995 Lucarelli, poi portavoce di Forza Nuova poi imprenditore e contemporaneamente consigliere municipale della Destra di Storace ed infine capo della segreteria del sindaco Alemanno, dava vita, con i cugini Emiliano e Giampaolo, alla Mondo Verde sas e nel dicembre 1996 – quando la giunta Rutelli approvò definitivamente la delibera 4480 sui “Punti verdi” – la società di famiglia ottenne due terreni: uno alla la Torraccia, l’altro su via Nomentana all’altezza di San Basilio. Ma alla fine degli anni Novanta, Antonio Lucarelli lascia la Mondo Verde, i suoi cugini-soci faranno altrettanto tra il ’99 e il 2000.

E qui viene il bello, anzi il brutto e il cattivo. Perché l’ amministratore della società diventa Silvio Fanella, il cassiere di Gennaro Mokbel, ucciso a revolverate questa estate nella sua casa della Camilluccia da un commando di fascisti-killer tra cui il notissimo Egidio Giuliani. Mentre nella primavera del 2006 la società Mondo Verde, che nel frattempo aveva acquisito altre due aree (Ponte di Nona e il Parco di Villa Veschi), cambia nuovamente di mano e diventa proprietà di Fabrizio Moro, un ingegnere amico di Lucarelli. Il direttore dei lavori in tre delle aree gestite da Moro – la Torraccia, Nomentano-San Basilio e Ponte di Nona, è risultato essere Giancarlo Scarozza, il cognato di Gennaro Mokbel.

Ma anche sull’area destinata a Punti Verdi Qualità di Parco Kolbe spunta un altro nome della galassia nera. In questo caso la Procura ha indagato Andrea Munno, titolare della società Edil House ’80 srl, anche lui un passato nei gruppi neofascisti e una solida amicizia con l’ex sindaco Alemanno. Nella contabilità della Edil House ’80 srl, sono state rinvenute diverse fatture gonfiate.

Il ricorrere di alcuni personaggi, le connessioni, l’ambiente, rendono interessante, per chi volesse indagare a fondo sul malaffare nella Capitale, dare un’occhiata anche a questo “ramo d’azienda” del Mondo di mezzo.

Messaggi

  • Il caso dell’asilo a Ponte di Nona

    Venerdi 24 ottobre, i cittadini del quartiere periferico di Ponte di Nona – protagonista alcuni mesi fa di un pogrom strumentalizzato dai fascisti contro gli immigrati ma rintuzzato dall’iniziativa dei sindacati di base e dei comitati di quartiere - avevano occupato per alcune ore l’asilo nido "Primo Mazzolari" costruito da anni nel quartiere ma mai aperto, mentre più di 700 famiglie sono in lista di attesa per iscrivere i bambini negli asili nido.

    Obiettivo della protesta, sostenuta dall’USB, spingere il Comune di Roma ad aprire la struttura, costruita sul Punto Verde Qualità, in grado di ospitare fino a 140 bambini e pronta da anni.

    La domenica successiva, 26 ottobre, era stata annunciata la consegna simbolica delle chiavi dell’asilo al Presidente del VI Municipio, a segnalare l’intento di restituire la struttura al quartiere, con l’obiettivo di vedere presto realizzato un nuovo servizio.“

    Ma in serata nel quartiere era intervenuta la polizia in assetto antisommossa, chiamata dalla società EuroVivai di proprietà dell’ingener Fabrizio Moro (ex proprietario della società Mondo Verde ceduta a suo tempo dal segretario di Alemanno, Lucarelli, finita nelle mani di Silvio Fanella - il cassiere di Gennaro Mokbel- ucciso questa estate alla Camilluccia da un commando di killer fascisti, Ndr), ed aveva sgomberato l’occupazione.

    Ma proprio quell’atto aveva fatto venire fuori l’ennesimo episodio oscuro sulla gestione dei Punti Verde Qualità a Roma. Ad esempio la società EuroVivai, a cui la giunta comunale aveva dato la concessione, non ha realizzato il centro anziani previsto dalla convenzione con il Comune in base alla quale gestisce il Punto Verde Qualità di Ponte di Nona. Non ha aperto l’asilo nido. Non ha realizzato la manutenzione del parco. Ha aperto però una gigantesca sala di slot machine ed una palestra private, mentre chiede i soldi al Comune per aprire l’asilo. Ma non è tutto, perchè a presiedere lo sgombero insieme alla polizia c’era anche l’ex membro della segreteria di Alemanno, il fascista Lucarelli, coinvolto nella vicenda dei Punti Verde Qualità (come segnala l’articolo pubblicato da Contropiano sabato 6 dicembre). Lucarelli si è presentato a Ponte di Nona con la celere dicendo che la sua società sarebbe pronta ad aprire l’asilo nido ma a 600 euro al mese e che per abbassare i prezzi chiederà i soldi al Comune!

    I Disoccupati di Ponte di Nona organizzati hanno risposto: Primo: fuori i truffatori da Ponte di Nona; Secondo: apertura dell’asilo nido comunale utilizzando i Fondi Europei della Regione stanziati proprio per gli asili nido.

    I Disoccupati Organizzati stanno costituendo una Nuova Associazione di Promozione Sociale alla quale potranno essere affidati i tanti lavori di cui il quartiere ha bisogno: la gestione del verde, la manutenzione delle case popolari, i servizi alla persone, la gestione dei rifiuti, l’asilo nido. Ponte di Nona ha bisogno di tutto ma non di faccendieri e fascisti.

    Il gruppo comunale del Movimento 5 Stelle aveva presentato sulla situazione dei Punti Verde Qualità a Ponte di Nona, una interrogazione urgente al fine di fare chiarezza sulla convenzione che il Comune di Roma ha stipulato con la società EuroVivai per la realizzazione e gestione del Punto Verde. Secondo il gruppo Capitolino dei 5 Stelle l’Amministrazione avrebbe infatti dato in concessione alla società un’ area di sua proprietà di ben 100.000 mq nel quartiere di Ponte di Nona. In cambio la EuroVivai si sarebbe impegnata con il Campidoglio per realizzare delle opere di riqualificazione e di manutenzione dell’area verde. Eppure, scrivono i 5 Stelle "a tutt’oggi la società firmataria della convenzione per il PVQ di Ponte di Nona non ha adempiuto ai propri obblighi, cioè nessuna delle opere previste all’art. 10 della convenzione è stata realizzata, ne tantomeno le opere di manutenzione del verde". Ma se le opere previste non sono state realizzate, dice l’interrogazione,"Da una visione panoramica della zona - scrivono i 5 Stelle - tramite un noto motore di ricerca internet sembrerebbe che nell’area limitrofa o adiacente il suddetto PVQ sia sorto un locale denominato ’Venezia Bet Palace’ che svolge attività di Casinò, Slot machine e scommesse".