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NON MI PIACE CHARLIE, EPPURE SPERO RESISTA
par Antonio Recanatini
Publie le lunedì 12 gennaio 2015 par Antonio Recanatini - Open-PublishingNon ci tengo a essere Charlie
Vi vedo all’affannosa ricerca di una maglia
io non la metterei nemmeno fosse l’ultima.
Qualcuno dice che Charlie era libero di esprimersi
aveva coraggio, intuizione, genio e sregolatezza,
Io non considero coraggioso disegnare maometto alla pecorina.
Mi spiace, per me libertà di stampa significa
dire apertamente che la mafia è una montagna di merda,
dire che l’esportazione della democrazia è colonialismo,
dire che gli states e israele sono una minaccia per la pace
e non disegnare culi da violare, troppo spiccia.
Scusatemi, ma non ci tengo proprio a essere Charlie
non alzerò la penna per sconfinar con la matita.
Non vedevo genialità in Charlie, era scontato, quasi forzato
nulla a che vedere con la filosofia, la poesia e la pittura
non vedevo arte in Charlie, a limite una risata sotto i baffi.
Non condivido la morte e non condivido il battesimo di santi
neanche dei martiri, tanto meno dei divi con la matita.
Charlie non è nemmeno un esempio da seguire
dare risalto alle religioni è come proclamare il loro potere.
Non mi è mai piaciuto Charlie, nemmeno da ragazzo,
non mi sembrava satira e non vedevo nulla di illuminante,
eppure, con sofferenza e affanno, quasi contrariato
ritengo che Charlie debba esistere e resistere, ricominciare.
Voglio avere il diritto di criticare qualcosa di inutile,
voglio poter dire che quel giornale è una stronzata
discutere con chi l’adula, evitarlo giorno, dopo giorno,
però sapendo che in qualche parte esiste e respira bene.