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Sinistro Draghi

par InfoAut

Publie le giovedì 5 febbraio 2015 par InfoAut - Open-Publishing
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Giovedì 05 Febbraio 2015

Draghi “l’americano” (buono), Draghi che la Bce come la Fed per rilanciare la crescita, Draghi l’anti-Merkel, Draghi così anti-austerity che piace a sinistra…ha deciso di chiudere il rubinetto della liquidità alle banche greche non accettando più in cambio titoli di stato ellenici. Entra così a gamba tesa, ancor prima che la partita abbia formalmente inizio, nella trattativa del governo di Syriza con la Ue. Una mossa che punta a mettere in seria difficoltà finanziaria il governo di Atene esercitando una forte pressione politica convergente con quella di Berlino.

Dunque, il governo Tsipras deve continuare a trattare con la trojka, deve continuare con le “riforme di struttura”, non deve neanche porre la questione dell’haircut (taglio) del debito greco. Solo a queste condizioni, ribadite dal ministro delle finanze tedesco nel suo incontro assai poco diplomatico con quello greco, l’Europa è disposta a “aiutare” la Grecia.

Se neanche questo basta a far riflettere chi “da sinistra” ha salutato con favore il Qe della Bce come presunto viatico alla fine delle politiche di austerity…In realtà, il Qe è una creazione di debito basato sul travaso delle ricchezze dalla società e dal lavoro a favore della finanza di cui deve garantire lo scorrazzare indisturbato (anche a prescindere dagli aspetti geopolitici nel rapporto Usa-Europa).

Quanto ai falsi amici di Tsipras collocati nelle capitali europee, basterebbe la dichiarazione dell’ineffabile Renzi degna del miglior gesuitismo: «La decisione della Bce sulla Grecia è legittima e opportuna dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno ad un tavolo in un confronto diretto e positivo che, andando oltre una concezione burocratica tutta rivolta all’austerità, sia capace di rispettare e far rispettare gli impegni presi e di guardare con maggiore fiducia e determinazione ad un orizzonte europeo fatto di crescita e investimenti». Scusare il lungo cinguettio. Per quanto riguarda invece il falso amico d’America, che conta un po’ di più, il suo calcolo accompagnato da mielose profferte filoelleniche è che l’Europa continui a produrre debito (e a garantirlo), non certo che cambi politica economica, e comunque vedremo dove finiranno le sue avances (in funzione anti-tedesca) se qualcuno altro dal fronte orientale dovesse farne ad Atene di effettivamente sostanziose…

Cosa può succedere adesso? I margini di azione del governo greco nella trattativa da riaprire con la Ue sono divenuti strettissimi. Berlino continua probabilmente a essere disponibile a concedere un qualcosina ad Atene – riscadenzamento, tassi di interesse più bassi – ma solo a condizione che non ci sia nessun cambio di direzione effettivo nelle politiche greche. Soprattutto, vanno subito tagliate le gambe al governo Syriza, a che non possa vantare alcun successo politico, e bloccate in anticipo le eventuali tentazioni di imitarlo.

altPer Syriza i giochi si sono subito fatti duri. Spazi effettivi anche solo per una ricontrattazione soft, tipo quella prospettata pochi giorni fa dal ministro Varoufakis, non sembrano essercene. A meno che entri in gioco la variabile mobilitazione dal basso (questa sera almeno 10.000 persone sono scese in piazza ad Atene a sostegno del governo) che permetta all’esecutivo greco di resistere alle pressioni. Tra non molto si vedrà nei fatti che l’unico modo efficace è di alzare il tiro.

Il terreno dello scontro è già dato: all’interno del paese, su chi deve pagare la crisi; in Europa, per imporre il punto di vista che il problema non è fare ulteriori debiti per una fantomatica “crescita”, se pure, sui vecchi binari, ma è il debito come dispositivo succhia-ricchezze (a dirlo, seppur timidamente e con l’illusione di un New Deal europeo, è lo stesso Tsipras); al di là dell’Europa, verso Russia e Oriente, per affrontare anche la dimensione geopolitica del ricatto economico e contro i venti di guerra sempre più minacciosi che la crisi sta evocando.

Rispetto a chi teme o, all’opposto, spera che a questo punto l’alternativa sia tra cedere o abbandonare l’euro, si può dire pur senza garanzie di successo che c’è un terreno altro, più radicale. A chi qui, ed è la maggioranza, ha paura di finire come la Grecia è bene far presente che rischiamo grosso proprio se non ci muoviamo al più presto dal basso a supporto dei greci, di noi stessi e di un futuro comune.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/13870-sinistro-draghi

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Messaggi

  • I GRECI DICONO CHE IL GIOCO IN GRECIA E’ SEMPLICE

    DI GEORGIOS

    comedonchiscotte.org

    Ieri la gente e’ scesa in strada a migliaia a piazza Syntagma, davanti al parlamento. Stessa storia anche in altre città del paese. Non c’è stato nessun tipo di organizzazione e nessun canale televisivo greco ha coperto l’evento. L’organizzazione e’ stata spontanea coi social media ed alcune radio sparse per il paese non in mano ai privati (residui dopo la chiusura della ERT, la TV pubblica, nella capitale). Avreste dovuto sentire la gente parlare in queste emittenti radio. Da quando si e’ saputo il ricatto di Draghi una corrente elettrica ad altissimo voltaggio ha fatto insorgere e fumare dalla rabbia tutto e tutti. Che sono molto incazzati.

    Lo slogan principale e’ stato:

    “Non siamo ricattabili, non soccomberemo, non abbiamo paura, non facciamo un passo indietro, vinceremo”.

    Nei social media si legge: “Ieri sera il capo-banchiere Draghi ha deciso di fare il gioco della Merkel e di ricattare ancora una volta il popolo greco ed il suo nuovo governo. Non soccomberemo a questo nuovo ricatto. La democrazia ha parlato e tutti la devono sentire. L’era della Grecia in ginocchio e dei governi ubbidienti e’ finita”.

    E’ vero: Il gioco in Grecia si e’ fatto cosi complesso per loro che rischiano di perdere il controllo. Ci stanno tutti dietro: La UE, gli americani, i vecchi politici e i loro partiti, perfino certi dirigenti di alcune correnti di SYRIZA, i banchieri, gli avvoltoi, i quisling che tremano nell’eventualità di un cambiamento fuori controllo, ma fatto sta che non hanno in mano la situazione come prima. In fisica si chiama equilibrio instabile. Da quale parte cadrà il pallino?

    Ed e’ allora che il gioco per la gente diventa semplice. Io ne sono convinto: anche facile.

    A Berlino, fuori dal ministero della finanza, un po’ prima dell’incontro tra Schaeuble e Varoufakis c’erano dei cartelli con su scritto: “Cominciamo dalla Grecia, cambiamo l’Europa”.

    Il clima che si respira ti fa ubriacare. Arriva l’ora. O e’ già arrivata?

    Certo, negli uffici del potere hanno altri progetti. Il punto però e’ riuscire a cavalcare il drago. Il che non e’ detto.

    Georgios

    Fonte: www.comedonchisciotte.org

    6.02.2015