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LA FOTOGRAFIA DI UNA "GENERAZIONE DI GOVERNO"

par Franco Astengo

Publie le venerdì 24 aprile 2015 par Franco Astengo - Open-Publishing

CINISMO IN LUOGO DI PRAGMATISMO, ASSENZA DI ETICA: LA FOTOGRAFIA DI UNA” GENERAZIONE DI GOVERNO” di Franco Astengo

Gli avvenimenti di questi ultimi giorni, con riferimento alle tragiche vicende del Mediterraneo ma non solo, confermano la possibilità di formulare un giudizio di fondo su questa nuova “generazione di Governo” che, in maniera assolutamente spregiudicata, ha conquistato il potere in Italia operando nel senso di un trasformismo deteriore, di un’esaltazione della personalizzazione della politica e dell’individualismo competitivo, di una concezione della governabilità che tende ad annullare il concetto di rappresentatività politica, distruggere i corpi intermedi, ridurre i partiti a semplici comitati permanenti di tipo elettoralistico con frequenti incursioni con elementi posti al di fuori della legalità, come ha ben dimostrato la vicenda di “Roma Capitale” e non solo.

Beninteso il tipo di analisi che si cerca di avanzare in quest’occasione, pur nella sua assoluta stringatezza, non intende muoversi assolutamente sul terreno della “questione morale” ma intende occuparsi precipuamente degli elementi di natura politica.

In questo senso pare proprio che il necessario concetto di pragmatismo, ingrediente indispensabile in qualsiasi logica di governo, è stato sostituito da quello di un vero e proprio “cinismo”: il modo con il quale gli esponenti del governo italiano hanno accolto, proprio ieri, l’esito del Consiglio Europeo straordinario svoltosi a Bruxelles dimostra proprio questo passaggio.

E’ soltanto attraverso un’espressione di cinismo che è potuto essere accolto un esito che praticamente, nell’indifferenza dei governi e delle istituzioni europee, condanna a morte migliaia e migliaia di migranti che dall’Africa nera tentano di sottrarsi alla guerra, alla fame, alle malattie.

A questa “generazione di governo” è assente, inoltre, qualsiasi riferimento etico inteso nel senso di muoversi (come prevede la stessa analisi politica liberaldemocratica di stampo anglo-sassone) all’interno di un quadro di orientamento generale, di direttive complessive per perseguire un obiettivo di fondo.

L’obiettivo di fondo, invece, nel nostro caso non c’è: anzi può essere configurato semplicemente nella detenzione e nella conservazione del potere.

Queste argomentazioni, ben suffragate dai fatti, ci fanno quindi ribadire quanto affermato all’inizio: cinismo in luogo di pragmatismo, assenza di etica.

La definizione di “generazione di governo” non intende rappresentare un fatto che individui una questione d’età anagrafica: ma comprende l’insieme di una presunta classe dirigente che, indipendentemente dall’età e dalle (complesse) precedenti esperienze, ha mutuato questa estremamente negativa idea del sopraffare il concetto di dialettica politica sostituendolo con l’assolutismo del potere.

Oggi è il 25 Aprile: l’esempio più lampante nella storia d’Italia della capacità di operare, da parte di una classe politica, avendo davanti a sé l’idea di fondo di una finalità generale: quella della responsabilità politica del riscatto di un’intera nazione.

Riscatto ottenuto con grandi sacrifici e una visione del futuro.

Oggi siamo alla miseria dell’immediatezza individualistica.