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GIORNATA DELLA MEMORIA: PER EVITARE CHE SI PRODUCANO IN FUTURO NUOVE TRAGEDIE.

par PCL Pavia

Publie le giovedì 26 gennaio 2017 par PCL Pavia - Open-Publishing

Come ogni anno il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, giornata con la quale si ricordano le vittime della Shoah, le vittime di Auschwitz, le vittime del delirio nazista che ha insanguinato di lacrime e sangue il secolo scorso. Giornata in cui si pratica il giusto ricordo di chi ha patito sulla propria pelle le tragedie della dittatura nazifascista.

Questa memoria deve essere finalizzata a una pedagogia tesa ad evitare che in futuro tornino a ripetersi tragedie, istruire le nuove generazioni in modo che esse siano vaccinate rispetto a possibili ricadute come quelle avvenute nel novecento.

Talvolta, però, si utilizza la Giornata della Memoria, o comunque del passato, per giustificare, ancora una volta, i rapporti di forza del presente, per giustificare la presenza illimitata della potenza stelle e strisce che ci ha liberato dal nazifascismo e che ora diventa in qualche modo legittimamente permanente sul nostro territorio con le sue più di 200 basi militari.

Furono anche i sovietici a liberare l’Europa dai nazifascisti, aspetto che viene totalmente rimosso.

Paradossalmente la “memoria” tende a capovolgersi in una “ideologia dell’oblio mediale” dove, in giornate specifiche, si ricordano, giustamente, certe tragedie e vittime delle guerre riducendo ,così, l’intera storia del novecento come teatro degli orrori.

In questo modo si rimuove completamente il fatto che il novecento è stato anche il secolo del lavoro, è stato anche il secolo dei diritti sociali conquistati dai lavoratori, ciò che naturalmente in maniera niente affatto neutra, oggi tende a essere dimenticato perché in qualche modo “l’ideologia della Memoria” tende a prescrivere ai dominati un grande imperativo:” non provate mai più a cambiare il mondo, non provate mai più a rovesciare il rapporto di forza perché ogni volta che lo si rovescia si produce necessariamente Auschwitz o i Gulag”.

Occorre valorizzare la memoria, la giusta memoria, quella che non usa le vittime come materiale umano da capitalizzare ideologicamente, in questo modo uccidendo una seconda volta , ma quella invece che rispetta le vittime ricordandole, facendo valere in maniera pedagogica la memoria per evitare che si producano in futuro nuove tragedie.