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Sui fatti di Londra: intervista appena rilasciata da Agnoletto

Publie le martedì 19 ottobre 2004 par Open-Publishing

Forum Sociale

[La trascrizione è artigianale di poco fa. Siccome è un confronto, seppur a
distanza, serve a dare qualche elemento in più. MT]

RCDC: Una sua valutazione del Forum Sociale Europeo

AGNOLETTO: "Una edizione difficile del FSE. Ma si sapeva che era
complicata. In Inghilerra al sinistra antiliberista è frastagliata e non ha
esperienza di iniziative unitaria come in Italia, ovvero quelle che hanno
permesso una modalità di forte coesione come quella del Genova Social Forum
dopo il G8 del 2001. C’è da dire anche che rispetto a 6 mesi fa, però,
nonostante i conflitti interni al comitato inglese, le cose sono
migliorate. Parlano i numeri: 25.000 persone, molti giovani, temi dei quali
si parla poco (GATS) e la possibilità di preparare campagne".

RCDC: Il movimento non è riuscito a portare a casa obiettivi concreti

AGNOLETTO: "Questo è il secondo punto. C’è da valutare un contesto politico
generale. Siamo a Londra, due anni dopo Firenze. Allora lanciammo una
grande manifestazione contro la guerra. Oggi la guerra c’è e non è conclusa
e il movimento non è riuscito a ottenere l’obiettivo di fermarla. Ma
questo ci porta al terzo punto, vuol dire che il problema è che il
movimento si deve dare l’obiettivo di grandi campagne che perseguano
quotidianamente questi obiettivi.
Esempio: per maggio 2005 come potremo organizzare decine di migliaia di
obiettori fiscali? E’ possibile il boicottaggio delle multinazionali di
guerra? Come diminuire le spese militari in Europa? Riusciamo a fare in
modo che a maggio alla WTO l’Europa si opponga alla privatizzazione di
acqua e sanità"

RCDC: Non si diceva già a Firenze?

AGNOLETTO: "A firenze c’erano già alcune campagne, ma il collegamento tra
neoliberismo e guerra non era ancora diffuso nella coscienza generale. Per
questo il movimento francese anche a Porto Alegre ha fatto resistenza nel
metterlo al primo punto e sconta il fatto di aver sostenuto i bombardamenti
nei Balcani. A Parigi si è cercato di definire della campagne e non si è
riuscito. Quello che viene fuori dal FSE di Londra è che si dovrebbe
mettere insieme la capacità più politica del movimento del sud europa con
la capacità di fare campagne del nord europa. Altrimenti continueremo a
marciare divisi"

RCDC: Come può fare il movimento a inserirsi in maniera funzionale nelle
politiche dei singoli stati europei?

AGNOLETTO: "il movimento deve riuscire a contrastare le agende politiche
dei governi punto su punto. C’è un problema di monitare l’agenda dei
governi. Ma non significa che il movimento deve strutturarsi come movimento
politico. Deve mantenere la sua autonomia come si è fatto con la
manifestazione del 30 Ottobre. Una scadenza già fissata da tempo.
Nonostante questo il centro sinistra ne ha fissato una successiva. E’ stato
giusto confermare il 30 Ottobre"

Voci di Vittorio Sergi: Gli organizzatori del FSE ci hanno indicati come
obiettivi dell’arresto e non hanno detto una parola. Di chi parlo? Le sigle
sono note. Il partito laburista inglese, partito di guerra. Ken Livingston
vi è rientrato dopo essere stato eletto ed ha finanziato e blindato il FSE.
Poi ci sono i rappresentanti del gruppo di continuità del forum europeo:
Attac, doversi partiti social democratici. Anche rifondazione comunista e
Agnoletto che mantengono una ambiguità

AGNOLETTO: "Credo proprio che questo compagno ha detto cose di cui non è a
conoscenza. E mi spiace quando il dibattito politico viene
strumentalizzato.
Ai primi fermi ero nel corteo vicino alla testa, mi ha telefonato don
Vitaliano che mi ha detto che una trentina di italiani erano stati fermati
a 5 kilometri da noi. Mi ha telefonato anche Michele di Palma dei giovani
comunisti che era con loro. Sono subito intervenuto presso la polizia, in
quanto europarlamentare, e ci sono state frenetiche telefonate alla fine
delle quali capo mi ha detto erano stati rilasciati e accompagnati alla
manifestazione. Successivamente sono giunte altre notizie di fermi. Nuovo
contatto con il capo della polizia che si è rifiutato di dire dove erano,
ma solo che li avrebbero prima interrogati e poi rilasciati. Alle 16.15
un’attivista inglese mi ha fatto sapere che erano stati rilasciati ma non
era vero. Io giorno dopo, appresa la notizia che erano ancora fermati
mentre dovevo ripartire per l’Italia, ho chiesto a Musacchio di occuparsi
della cosa. Non sapevo neanche di quale area erano, ma era nostro dovere
intervenire per ottenere quello che si poteva.

Io non so che rapporto hanno queste aree con gli organizzatori del forum.
Io non credo, ma non ho dati, che ci sia un rapporto tra contestazione e
fermi. Non ho dati. Ero altrove. Se vogliamo fare una discussione politica,
facciamola, e partirei da questo. A differenza di quello che c’è stato a
Firenze e a Parigi, il peso dell’amministrazione comunale è stato forte. Al
di là delle posizione di Livingston io penso che debbano avere un altro
ruolo. Giovedì l’apertura l’ha fatta Livngston in termini istituzionali ed
è stato sbagliato nonostante ci fossero altre personalità del movimento. E’
un errore da parte del comitato organizzatore inglese. Sull’altro lato,
però, dobbiamo dire che il controforum è fallitto. Haidi Giuliani l’ha
detto su Liberazione, al suo dibattito c’erano 30 persone. Non penso che ci
siano state chiusure. Ma la critica della istituzionalizzazione è fondata,
e vuol dire che la presenza delle amministrazioni deve essere rimessa in
discussione a livello locale e internazionale se non è capace di assicurare
mantenere l’indipendenza del forum. Ma questo vuol dire anche porsi il
problema di trovare alternative."