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Se Bertinotti non boccia la Costituzione europea

Publie le sabato 23 ottobre 2004 par Open-Publishing

Europa Partito della Rifondazione Comunista Parigi

de Guido Iodice

Più che di contenitori bisogna discutere di contenuti. E c’è n’è uno che divide la sinistra: la nuova Costituzione europea. Bocciarla è sbagliato, ma serve darle un’anima. Una modesta proposta per una battaglia comune: un "Bill of Rights" per l’Europa

Dice Fabio Mussi a Fausto Bertinotti - in un articolo su “Liberazione” - che per l’oggi è inutile discutere di “nuovi contenitori”, mentre apre a una discussione sui contenuti. Anche Achille Occhetto - su “l’Unità” - chiede di partire dal “progetto” prima di parlare delle “cose” e delle “case”.

Hanno ragione. Immaginare nuovi partiti come reazione alla nascita della Federazione riformista, rischierebbe di riproporre gli stessi errori e le stesse dinamiche del Triciclo. Allora, il punto di partenza va ribaltato e la discussione portata su un terreno diverso. Vale a dire quello dei contenuti, dei programmi, delle idee. In effetti Bertinotti da tutto questo era inizialmente partito, ma poi il dibattito più recente ha subito una torsione non inaspettata ma potenzialmente dannosa.
Torniamo ai contenuti, dunque.

Negli ultimi mesi, questo giornale online ha apprezzato spesso le posizioni di Rifondazione. Ora ce n’è una sulla quale non siamo proprio d’accordo. Parliamo della contrarietà del Prc al Trattato di Costituzione dell’Unione europea. Domenica si terrà a Roma una manifestazione di Sinistra europea - il partito continentale di cui Rifondazione è promotrice e di cui Bertinotti è presidente - per chiedere la bocciatura del progetto che verrà firmato in Campidoglio a fine mese.

Intendiamoci, la critica di Sinistra europea è fondata, fino a un certo punto. Si tratta in effetti di un testo che ha un impianto liberale, in molti parti anche liberista. Non somiglia neppure a una Costituzione, essendo composta di molte centinaia di articoli che si occupano persino di quote commerciali. Non è l’immagine di una Europa sociale e politica in cui la sinistra possa pienamente identificarsi.

Bene, tutto vero. Ma quella Costituzione è solo questo? No. E’ anche la Carta dei diritti di Nizza, che ha un forte impianto sociale. E’ anche un passo avanti verso l’Europa politica, un punto fermo che stabilisce la supremazia dell’Unione sui singoli Stati e ridisegna le istituzioni europee in un senso più federale di oggi.

Non è abbastanza, ne conveniamo. Si poteva fare di più, si doveva fare di più, soprattutto per dare maggiore peso al Parlamento. Ma se questa Costituzione venisse bocciata, siamo sicuri che nascerebbe un’altra Costituzione possibile, come recita lo slogan della manifestazione di Sinistra europea? Probabilmente no. Il risultato sarebbe un’involuzione verso l’Europa delle piccole patrie. Dall’Unione di Stati nazionali, si regredirebbe a una confederazione sfilacciata, senza una sovranità sopranazionale. Cadrebbero le istituzioni, resterebbero le quote latte.

Insomma, mutuando l’espressione che Bertinotti usò in occasione della caduta del governo Prodi, difficilmente si produrrebbero “equilibri più avanzati”.

Le posizioni di Rifondazione sono ovviamente legittime e trovano spazio anche nella sinistra riformista. In Francia, per fare un solo esempio, il Partito socialista si sta spaccando proprio su questo punto. L’errore, però, è forse proprio quello di vedere la Costituzione come scritta una volta per tutte, mentre sarebbe meglio considerarla un “work in progress”.

Forse Rifondazione dovrebbe compiere una nuova svolta. E proporre a Sinistra europea, ma anche al Partito del socialismo europeo e alle altre forze progressiste, di uscire dal dibattito “Costituzione sì, Costituzione no” costruendo nel processo di ratifica un insieme di proposte comuni da avanzare nei singoli paesi. Così come accadde per la ratifica della Costituzione americana, in cui gli Stati edificarono quel “Bill of Rights” che ancora oggi - nonostante siano passati più di 200 anni - è considerato un modello per le democrazie di tutto il mondo.

E’ possibile pensare a qualcosa di simile per l’Europa? Può essere proprio la sinistra - quella radicale e alternativa che si riunisce domenica e quella riformista che, sempre a Roma, si vedrà il giovedì successivo - a fare propria questa battaglia? Se fosse così, allora il cammino verso la costruzione di contenuti comuni avrebbe compiuto un passo in avanti davvero notevole.

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=2036&numero=127