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PER LA QUINTA VOLTA,SCIOPERO GENERALE CONTRO BERLUSCONI

Publie le domenica 28 novembre 2004 par Open-Publishing

Lavoro - Disoccupazione Sindacati Scioperi

Battere la finanziaria. Per la quinta volta sciopero generale contro Berlusconi
di Giampiero Rossi

Martedì è il giorno della grande la mobilitazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil contro la finanziaria e dello sciopero generale di quattro ore contro una manovra che i sindacati (e non solo) definiscono «ingiusta sbagliata e inadatta» alla gravità della situazione economica e sociale del Paese. È la quinta volta che le rappresentanze sociali scelgono la prova di forza contro la politica economica del governo Berlusconi. Ma si tratta anche di uno scontro che nelle ultime ore si è arricchito di ulteriori elementi di attrito: la decisione di rimodulare le aliquote Irpef bocciata dai sindacati come «iniqua, inutile e sbagliata» che sottrae solo risorse agli investimenti premiando i più ricchi e gli evasori fiscali. E su tutto la “concertazione”, il dialogo promesso più volte dal governo, ma mai decollato. «La pazienza è finita. Non abbiamo mai potuto discutere. Non ci hanno mai convocato», scandiscono compatti i leader di Cgil, Cisl e Uil che ribadiscono la necessità di «una manovra alternativa che rilanci l’economia rafforzando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, con misure in favore degli ultra settantacinquenni e degli incapienti,con iniziative efficaci e concordate per la riduzione dei prezzi e il contenimento delle tariffe». E anche «che faccia fronte alla crisi produttiva e occupazionale con politiche industriali mirate e selettive in favore della competitività, in favore del Mezzogiorno».
Per questo, dunque, martedì il paese si ferma e accompagnerà lo sciopero generale con oltre 70 manifestazioni di piazza mentre alcune categorie raddoppieranno la protesta. Università, ricerca, poste, farmacie, ristorazione collettiva e tutto il pubblico impiego, in attesa da nove mesi del rinnovo del contratto, dai ministeri agli enti pubblici, dalle regioni agli enti locali, dalla sanità alle agenzie fiscali, incroceranno le braccia per 8 ore. Ma l’appuntamento di domani sarà anche l’avvio di una lunga stagione di lotta. «Non ci fermeremo qui. Non è che l’inizio», spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil che hanno già stilato un primo programma a 360 gradi. Si riparte , infatti, già il 18 dicembre a Roma con una manifestazioni unitaria sull’immigrazione cui seguiranno presidi sindacali con cui scandire le fasi finali dell’approvazione della legge finanziaria. E dal prossimo anno due assemblee unitarie di quadri e delegati convocate a Roma e a Milano, saranno chiamate a fare il punto sul Mezzogiorno e sulle crisi industriali in atto. Anche lo slogan scelto dà il senso della sfida che i sindacati lanciano al governo. «Costruire il nostro futuro» è la parola d’ordine adottata, ma è la stessa dell’ultimo sciopero generale, quello del 26 marzo scorso. Come per dire che «nulla è cambiato», al centro della protesta era allora la politica del governo, dal fisco al caro vita, dal lavoro alle pensioni, e ci resta ancora oggi. I leader sindacali, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti chiuderanno le manifestazioni organizzate il 30 a Milano, Venezia e Torino. Alla manifestazione di Bologna parteciperà Sergio Cofferati «perché trovo ragionevoli e condivisibili le loro richieste, utili per i lavoratori e i pensionati e anche per tutta la città».
Per quanto riguarda le modalità di partecipazione delle diverse categorie allo sciopero generale, nel pubblico impiego, ministeri, parastato, Regioni ed Enti locali si fermeranno per l’intera giornata, così come i dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Quattro ore di stop, invece, per la sanità privata. Insegnanti e personale scolastico terranno assemblee di due ore, mentre il personale di Università e Ricerca si asterrà dal lavoro per tutto il giorno. Uffici postali chiusi per otto ore, sportelli bancari fermi per la mattinata. Le ferrovie si fermeranno quattro ore dalle 9 alle 13, gli aerei dalle 12 alle 16. Il trasporto pubblico locale si fermerà invece con modalità diverse da città a città, ma verranno rispettate le fasce di garanzia. Mentre le navi ritarderanno di 4 ore la partenza. Quattro ore di stop per gli addetti ai servizi legati all’erogazione di acqua, luce, gas (ma dalla protesta è esentata la produzione di energia) e per i lavoratori delle telecomunicazioni e della televisione. Per quanto riguarda l’informazione, i poligrafici di quotidiani e agenzie di stampa si astengono dal lavoro per l’intera giornata oggi, mentre non scioperano i giornalisti.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=39387