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23 febbraio 1986 a Milano Luca Rossi e’ ucciso da un poliziotto...

Publie le mercoledì 23 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Polizia Partito della Rifondazione Comunista Parigi Storia

Il Manifesto - 25 febbraio 1986

L’assassinio casuale

Un poliziotto litiga con due automobilisti.
Spara e uccide un ragazzo che passava.

"Fatalita’ dannata": e’ l’epitaffio che il capo della squadra mobile milanese, Achille Serra, riserva alla morte del ventenne Luca Rossi. Il giovane, militante di Dp, e’ spirato alle 3.30 di ieri all’ospedale Niguarda. Un proiettile Beretta 92S gli ha trapassato il fegato, stomaco e milza. A sparare, un poliziotto in borghese fuori servizio. Voleva fermare due "teppisti". Ha fermato, per sempre, un ragazzo che stava correndo per prendere l’autobus.

di Manuela Cartosio e Bruno Perini

MILANO. "Non e’ il primo e non sara’ neppure l’ultimo a morire cosi’" dice il padre di Luca, Carlo Rossi, "succedera’ finche’ i poliziotti useranno le armi per delle stupidaggini". Oppone una calma apparente alla tragedia. La moglie Adele, invece, piange. I Rossi stanno in via Varchi 1. Luca, con l’amico Dario Embi, e’ uscito di casa domenica alle 21.40.

Volevano finire la serata da Sergio Tosini, come tante altre volte. Dovevano prendere il filobus 91, all’incrocio tra piazza Lugano e via Bodio; si mettono a correre perche’ lo vedono arrivare. Intanto il filobus 90, che viaggia in senso contrario, copre parzialmente la visuale ai due amici. Due colpi e Luca cade a terra. Li sentono, da casa, anche i signori Rossi: non ci fanno caso. Li informa, dieci minuti dopo, un vicino; si precipitano a Niguarda. Rivedranno il figlio solo morto.

Cosa e’ successo? Questa la ricostruzione dei fatti fornita in questura. Un agente (27 anni, da tre mesi in forza alla Digos) sta andando in auto a comprare un gelato per la famiglia. Vede due giovani (eta’ apparente 25 anni) scendere da un 500 rossa e dirigersi verso una Golf nera. Cercano di tirar fuori in malo modo l’uomo dalla guida. L’agente interviene qualificandosi. La Golf si allontana; i due prima lo insultano, poi lo picchiano, quindi risalgono sulla 500 con l’intenzione di mettere sotto il poliziotto. A questo punto gli spari. Come dice il dottor Serra, uno dei proiettili "va ad incocciare" contro un giovane che stava andando a prendere l’autobus. Il proiettile estratto dal corpo di Luca e’ ammaccato; "forse perche’ lo ha colpito di rimbalzo" dice il dirigente della squadra mobile. La "ricostruzione" non e’ altro che il racconto dello sparatore, in stato di choc e con una prognosi di 10 giorni per percosse.

Per la squadra mobile non ci sono testimoni "utili", a 15 ore dall’accaduto gli investigatori non avevano ancora rintracciato i conducenti dei due filobus in transito. Delle due auto nessuna traccia, neppure un brandello di targa. Ma annotare il numero di targa non e’ il primo riflesso condizionato di un poliziotto? Evidentemente, viene prima il grilletto.

Luca Rossi era un militante di Dp dall’80; faceva lavoro politico alla Bovisa e all’universita’ statale, era iscritto a filosofia. Era un ragazzo alto, magro e biondo. Gli piaceva la musica; da venti giorni aveva trovato una supplenza, il primo lavoro della sua vita.

Comunicati di protesta e di denuncia sono venuti dalla Fgci e dal Coordinamento degli studenti medi milanesi. A Roma una delegazione di parlamentari demoproletari si e’ recata ieri pomeriggio dal ministro degli interni.

A Milano, Dp ha organizzato un sit-in silenzioso di fronte alla questura. Per questa mattina chiama allo sciopero gli studenti milanese, con concentramento in piazza Santo Stefano. Presente Dario Embi, ieri pomeriggio Dp ha tenuto una conferenza stampa. "Ci sentiamo emotivamente coinvolti - ha detto Guido Pollice - sottolineando che si stia minimizzando l’accaduto. La questura parla di incidente. Noi consideriamo gravi proprio questo tipo di incidenti, mettiamo sotto accusa un clima fatto di perquisizioni e armi spianate. Sono episodi che avvengono troppo di frequente a Milano.

Ieri Luca e’ stato ricordato dalla redazione di Aula Magna, la trasmissione autogestita dagli studenti in onda al pomeriggio a Radio Popolare. Da quel microfono era uscita parecchie volte la voce di Luca.


il Manifesto - 26 febbraio 1986

"Contro la morte assurda"

Scuole deserte, studenti in sciopero per Luca Rossi, ucciso per sbaglio da un poliziotto. 10 mila in corteo.

Gli studenti medi milanesi hanno aderito in massa allo sciopero di protesta indetto da Democrazia ProIetaria per l’uccisione "accidentale" del ventenne Luca Rossi. In 10.000 hanno attraversato le vie del centro di Milano, da piazza Santo Stefano (luogo "sacro" del ’68) a piazza della Scala. Momenti di tensione in corso Monforte, di fronte alla Prefettura. Gli autonomi hanno cercato di "dirottare" il corteo alla Questura. Alla fine, ci sono andati da soli.

di Manuela Cartosio

MILAN0. Sui fianchi del pulmino che da’ l’andatura al corteo, c’e’ la faccia di Luca. Lineamenti decisi, kefiah al collo. Sotto il suo mezzo sorriso, delle scritte: "Una vita spezzata, perche’?"; "Anche questa e’ metropoli, invece di lavoro la morte"; "Lo stile di vita milanese... dopo tante promesse questa e’ la reaita’". Il primo striscione e’ colorato e anonimo: "Cosi viene ucciso un giovane di 20 anni a Milano, addio Luca".

Poi quello della sezione Bovisa-Dergano di Dp, dove Luca militava. La prima insegna di scuola spetta all’Itsos di Bollate, dove Luca aveva studiato, "da giovane" vien da dire. Mamma e sorella di Luca si fanno tutta la manlfestazione. dal primo passo all’ultimo. Anche Dario, il ragazzo che domenica sera correva con Luca per acchiappare un autobus in arrivo. Un poliziotto in borghese, intervenuto per sedare una lite stradale, ha colpito Luca per sbaglio. A due giorni dal fatto, la versione dello sparatore resta l ’nica ufficialmente a disposizione. Non e’ una ipotesi maliziosa pensare che alla squadra mobiie trovare i "litiganti" non stia particolarmente a cuore. Dario cammina da solo, fuori dal cordoni; interrogarlo significa specchiarsi nelle sue lacrime. Chissa’ quante volte, in questi due giorni, si deve essere chiesto: "Perche’ Luca e non io?". Regge una lunga bandiera di Dp: sopra ci ha legato una sciarpa nera. Calza anfibi da manifestazione molto sofferti; sicuramente Luca ne aveva un paio identici.

Due le anime del corteo. La prima parte, dove e’ concentrata Dp, tace a lungo, grida per dlre che "le nostre idee non moriranno mai", accenna in sordina l’internazionale. La seconda, separata da un cordone del servizio d’ordine di Dp, si apre con uno striscione degli autonomi: "Disoccupazione, galera, lutto: pagherete caro, pagherete tutto"". Qui gli slogan sono plu’ duri, vecchio stile. Sorprende sentirli gridare dai manifestanti con il look piu’ moderno.

I ragazzi dell’85, sparpagliatl un po’ a caso lungo il corteo, si riconoscono dallo slogan: "Cittadino cerca di capire come a 20 anni sia facile morire".

In fondo come tradizione vuole, la Lega comunista rivoluzionaria e gli anarchici del ponte della Ghisolfa Quelli della Quarta Internazlonale avevano la sede proprio nel cortile dl Luca; lo ricordano bambino, precipitarsi nella loro sede dopo la strage di Brescia.

Di fronte alla Prefettura un cordone di poliziotti in borghese e un altro di Dp. Lancio di monetine; si rompe una finestra e il vetro, cadendo, ferisce al viso una ragazza. Mani in forma di P38 e piu’ irridenti dita medie puntate verso l’alto. Gorla, Molinari e Torri salgono a parlare con il Prefetto Vicari.

Parole commosse, distanti dal comizio ma anche dall’orazione funebre, chiudono la manifestazione sotto Palazzo Marino. Parla Gigi, compagno di Luca all’universita’; il segretario milanese della Loc ricorda che due settimane fa Luca aveva ricevuto risposta positiva alla domanda di obiezione di coscienza. Sandro Barzaghi, segretario provinciale di Dp ed ex insegnante di Luca, dice che "deve essere fermata la cultura di morte che dalla legge Reale arriva all’emergenza; bisogna smilitarizzare la polizia e cambiare i modelli di comportamento improntati alla violenza". Nico Colonna, della sezione Bovisa di Dp vuole che ""il ricordo di una persona stupenda non diventi una foto ingiallita".