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Noi sconfitti loro vincitori effimeri

Publie le giovedì 16 giugno 2005 par Open-Publishing
1 commento

Dazibao Religioni Referendum

don Vitaliano Della Sala*

Tra i maggiori sconfitti nel referendum appena conclusosi, vi è sicuramente il concetto voltairiano "non condivido la tua opinione ma sono pronto a dare la vita perché tu possa esprimerla".
Invece i referendum sono stati vinti dal peggiore egoismo. E
dall’astensionismo. Non dal cardinal Ruini o da "Scienza e vita", ma
dall’apatia, dal disimpegno politico e civile, dal menefreghismo; hanno contribuito a questa fasulla vittoria i bacchettoni e i talebani di casa nostra.

Ha perso, ormai in modo irreparabile, l’istituto referendario stesso e con esso l’unico modo che abbiamo per partecipare direttamente alla vita civile e politica del nostro Paese. E con il referendum ha
perso anche la democrazia. Altri più esperti di me, faranno dotte
analisi sul senso politico del risultato referendario, su quanto questo peserà sugli equilibri interni dei due schieramenti, sugli errori del Ministero dell’Interno, sul quorum e sulla necessità di mantenerlo, se abolirlo del tutto o misurarlo in base alle percentuali di votanti delle elezioni precedenti.

Una cosa è certa: in una democrazia vera, non
possono essere i menefreghisti a decidere per tutti, non si può
permettere ad una maggioranza di disinteressati alla politica, che è la
maggioranza di coloro che non sono andati a votare, di decidere per
tutti gli altri, altrimenti il "partito degli astensionisti" dovrebbe
contare anche nell’assegnazione dei seggi parlamentari: se ci sono 1000
seggi da dividere, il 25% dovrebbe essere assegnato all’opposizione, il
45% alla maggioranza, il resto dei seggi, cioè quelli che corrispondono
alla percentuale di coloro che si astengono, dovrebbe restare...vuoto! Se
coloro che non votano "decidono" i referendum, dovrebbero "decidere"
anche in materia di leggi, di programmazione e di bilancio dello Stato;
e un giorno si potrebbe così anche arrivare ad eleggere il "vuoto", di
uno dei seggi assegnati agli astensionisti, alla seconda o terza carica
dello Stato, che forse potrebbe risultare anche migliore di quelle
attuali!

Abolendo l’anacronistico quorum si deciderebbe esclusivamente tra chi si
esprime attraverso il voto e si stimolerebbe chi non vota a farlo.
Ovviamente io difendo la libertà personale ad astenersi dal voto, che è
un sacrosanto diritto di ciascuno. Ma considero immorale e incivile
l’invito, fatto agli elettori da personalità religiose e politiche, di
non presentarsi ai seggi elettorali per non far raggiungere il quorum:
questo costituisce un’aperta istigazione a violare la segretezza del
voto, presidio indiscusso di ogni sistema democratico, altro sconfitto
in questa competizione. Alcuni miei amici che vivono in monastero, mi
hanno confessato che sarebbero andati a votare volentieri ma hanno
temuto ritorsioni da parte dei superiori, visto l’ordine di non recarsi
alle urne, la cui osservanza è particolarmente controllabile quando si
vive in ambienti ristretti.

C’è un’altra vittima di questi referendum, ed è la laicità dello Stato,
che ne esce schiacciata da una gerarchia cattolica invadente e
impicciona, che vuol far sentire sempre più il proprio peso nella vita
politica del nostro Paese, come ai "bei tempi" di Gedda e della peggiore
Dc.; alla faccia di quella parte di sinistra che, per illusori calcoli
elettoralistici, ha fatto finta di non scorgerne i segnali premonitori -
che da tempo sono sotto gli occhi di tutti - e, sempre più prona, ha
esagerato in apprezzamenti e sviolinate nei confronti dei vertici
cattolici. Il nostro Paese e i cattolici stessi hanno bisogno di Pastori
che, come affermava don Tonino Bello, "non usino i segni del potere ma
il potere dei segni", che si pongano al sevizio della politica e del
Paese e non si servano di questi per accrescere il proprio potere:
"Compito dei vescovi - afferma il Concilio Vaticano II nella Lumen
Gentium - è indicare valori, non imporre ai credenti scelte che
competono alla coscienza e alla fede di ognuno, proprio perché il
cristianesimo non è mai stato solo potere e lotta fra poteri. Il Vangelo
e la profezia hanno incessantemente animato la crescita dell’umanità
lungo l’asse dei valori democratici, fra cui il primato della coscienza,
il pluralismo, l’etica della responsabilità".

La Chiesa di base, le comunità e le parrocchie, i fedeli cristiani
laici, escono particolarmente sconfitti da questa competizione
referendaria: essi, come sempre, non sono stati né consultati, né
coinvolti nelle decisioni della gerarchia cattolica; essi sono quelli
che hanno perso di più. Ora dovremo abituarci a vedere i fastidiosi
volti gongolanti e pavoneggianti degli effimeri vincitori, certi però,
che il pavone quando, "pavoneggiandosi" appunto, apre a ruota la sua
bellissima coda...scopre il culo!

*parroco rimosso di Sant’Angelo a Scala

Messaggi

  • Mi permetto una riflessione
    ho sentito diverse opinioni in merito al non raggiungimento del quorum tutte valide, magari non condivisibili, ma espresse liberamente.
    e da profano, da uomo qualunque, da signor nessuno in una società dell’apparenza e dell’apparire a tutti i costi, vorrei esprimere una mia opinione ...
    è vero che si necessita di una riforma dell’istituto referendario
    è vero che i referendum spesso sono stato un mezzo abusato, e questo non giova
    è vero che spesso il referendum è stato inutile, perchè ciò che il popolo aboliva, veniva ripristinato con altro nome (vedi finanziamento pubblico ai partiti), e questo non giova
    è vero che si hanno ministri della repubblica italiana che disconoscono la repubblica stessa, che non festeggiano il 2 giugno dicendo che per loro non è festa, ma lo stipendio dallo stato lo prendono però
    è vero che l’italiano ha problemi concreti e contingenti che spesso porta i suoi pensieri altrove
    è vero che c’è una crisi in atto fortissima, che tutti i deputati a risolverla minimizzano
    è vero che la politica ormai è su un’altro pianeta rispetto alla gente comune
    è vero che l’astensionismo è la resa della mente di fronte al pensiero
    ma dico solo una cosa
    noi italiani, per pigrizia o per comodo, preferiamo lasciar pensare altri al posto nostro
    è ora che la gente inizi a ragionare con la propria testa e impari a valutare e ponderare tutte le opinioni espresse
    la disfatta referendaria non mi stupisce, perchè l’italiano non sa che il referendum è l’unico mezzo che gli resta per vivere attivamente la democrazia, per esprime la propria opinione in assoluta libertà
    non lo sa perchè nessuno lo ha mai spiegato e si guardano bene dal farlo
    tale disfatta però è solo l’ultima di una serie impressionate di segnali che mostrano una inesorabile e tragica apatia del popolo italiano, che sta tornando indietro verso un moderno medioevo ....
    per quel che mi riguarda sono e resto orgoglioso di essere italiano e non smetterò mai di lottare per poter continuare ad esprimere le mie idee, nella speranza che l’italiano si svegli da questo torpore e apatia e torni ad essere parte integrante e principale della repubblica
    ai posteri dire se questa mia sarà una speranza o una mera utopia

    massimiliano