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L’esportazione della cosiddetta ’democrazia’ americana

Publie le sabato 13 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti Governi USA Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Johan Galtung (Fondatore dell’International Peace Reserch Institute, docente di Studi sulla Pace all’Università delle Hawaii, direttore di Trascend, un programma dell’ONU per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, Premio Nobel alternativo 1987) ci fa notare che, in 111 anni, dal 1890 al 2001, gli USA hanno prodotto ben 134 interventi bellici, in media uno l’anno, e, nel decennio dopo la fine della Guerra Fredda, addirittura 2 secondo la teoria che, via via che un impero si espande, occorre un maggior numero di interventi a sua protezione.

William Blum nel suo libro "Stato Canaglia: una guida all’unica superpotenza Mondiale" ci spiega i particolari di questo secolo di violenza statunitense. Le guerre provocate dagli USA hanno prodotto un enorme numero di vittime, danni e distruzioni in tutto il globo. A suo confronto quel che puo’ avere fatto un bin Laden e’ ben poca cosa.

Per ogni guerra fatta dagli USA si sarebbero potute trovare soluzioni alternative. Invece i governi americani hanno sempre preferito la strada della violenza, con bombardamenti, assassini di capi di stato, tortura. In molti casi gli attacchi sono stati a governi o personaggi di cui gli USA si erano serviti per precedenti attacchi e tra questi Pol Pot, Noriega, Saddam, Aidid e Bin Laden.

Mettiamo in conto anche che ci sono 23 paesi dove gli USA hanno falsato le elezioni, interferendo nei processi democratici: Italia, Libano, Indonesia, Vietnam, Guyana, Giappone, Nepal, Laos, Brasile, Repubblica Dominicana, Guatemala, Bolivia, Cile, Portogallo, Australia, Giamaica, Panama, Nicaragua, Haiti, Bulgaria, Russia, Mongolia, e Bosnia.

Inutile pensare che una tale ondata di violenza e sopraffazione non abbia lasciato una parallela voglia di vendetta. Possiamo dire a ragion veduta che non esiste nazione odiata nel mondo quanto gli Stati uniti d’America, e questo odio oggi si sta trasferendo anche sui suoi alleati, Inghilterra e Italia.

Nessuna meraviglia che, proseguendo l’atteggiamento di Berlusconi di collusione USA, siamo anche noi nel mirino di futuri attentati come complici della piu’ corrotta, violenta e prevaricatrice potenza del mondo.

Il primo centro dell’intervento violento degli USA e’ stato l’Asia orientale (Corea, Vietnam, Indonesia... Iran).

Il secondo e’ stato l’Europa orientale (inclusa l’Unione Sovietica), e poi la Serbia e Macedonia.

Il terzo e’ stato l’America Latina, partendo da Cuba.

Il quarto in Asia occidentale, Palestina, Iran, Libia, Libano/Siria, Iraq, Arabia Saudita, Afghanistan.

Gli USA si pongono altezzosamente sopra tutti i Paesi del mondo come se avessero un diritto divino alla supremazia globale. Considerano la loro violenza una forma di punizione lecita, che deve essere subita in modo inerme dagli altri popoli.

Alla violenza bellica dobbiamo aggiungere la violenza strutturale del sistema economico americano, in quanto il neoliberismo non e’ che una forma di sfruttamento violento del mondo a uso e consumo di poche multinazionali, per una realta’ fittizia in cui tutto e’ monetizzato, in cui il profitto e il potere sono gli unici valori, il dollaro e’ la valuta base e gli interessi americani gli unici interessi validi.

A causa di questa perversione politca e economica, gran parte della popolazione mondiale e’ vessata da guerre, governi corrotti e fame, vive con meno di un dollaro al giorno, non puo’ soddisfare i bisogni fondamentali ed e’ destinata a morte precoce. Centomila persone muoiono ogni giorno per denutrizione e mancanza di medicine. Di queste morti il governo americano e’ direttamente responsabile. E che tutto cio’ sia perpetrato attraverso l’uso di una retorica democratica e cristiana desta anche piu’ orrore.

Non e’ lecito pensare che tutto questo non susciti odio contro i governi americani.

Oggi il governo neocon, che i cittadini americani hanno voluto rieleggere, ha messo in crisi tutti i grandi organismi di pacificazione e di salvaguardia del mondo, ha aggredito la legislazione internazionale rifiutandone le regole, ha aumentato la minaccia del terrorismo con i suoi interventi sciagurati, ha peggiorato l’incombenza dell’inquinamento globale, ha distrutto due stati del medio Oriente e ne sta minacciando altri due (Iran e Arabia saudita), ha messo molti stati africani in una situazione di sfruttamento e di guerre permanente, ha innescato nuovamente la spirale della proliferazione atomica.

Abbiamo un quadro di una violenza spaventosa che si lancia nel futuro e che aggredisce o controlla, tramite organi come la CIA, tutto cio’ che puo’ apparire ostile alla potenza americana, ponendo al vertice degli organismi internazionali i peggiori neocon bushiani.

Non troviamo in questo nulla che possa lontanamente riguardare una visione democratica, ma ogni atto puo’ essere attribuito a un potere avido e incontrollato che non ha remore, ne’ morali, ne’ religiose, ne’ di civilta’ umana.

Gli stessi attributi negativi purtroppo ricadono su coloro che avvallano e fiancheggiano il violento operato di questa cattiva potenza.

Risulta chiaro dall’esame dei fatti storici che qualunque movimento progressista e’ stato, per per cio’ stesso, inviso agli USA, che hanno sempre fatto di tutto per distruggerlo. E poiche’ progressismo si identifica con democrazia, ecco che la nazione, presunta sentinella della democrazia del mondo, e’ in effetti la piu’ acerrima nemica della democrazia.

Sulle bocche dei governi USA e dei suoi fiancheggiatori qualunque sostanza di democrazia e’ totalmente sparita e abbiamo piuttosto la sua bestemmia.

Si chiama progressista qualunque politica voglia l’equa distribuzione delle risorse economiche alla societa’ e il soddisfacimento dei bisogni di base per la maggioranza dei poveri. Ogni volta che una politica progressista si e’ affacciata in uno stato del mondo, la reazione USA nei suoi confronti e’ stata violenta e distruttiva.

Il mondo continua ad aumentare il grado di immiserimento e di ingiustizia a causa di questo brutale progetto colonialista, che gli USA rivendicano spacciandolo per “espansione della democrazia”, ed e’ evidente che nessuna delle coartazioni, economiche, politiche o belliche, imposte dai governi USA sugli altri stati ha prodotto mai un accrescimento di democrazia e che invece si sta perpetuando un brutale progetto imperialista di colonizzazione del mondo, che fa degli USA il paese terrorista per eccellenza.

Meravigliarsi se tutto questo produce ondate di odio verso gli americani e i loro alleati (al momento Inghilterra e Italia) risulta puerile. Scandalizzarsi degli attentati e’ addirittura inutile. Anzi la meraviglia dovrebbe essere che gli attentati verso gli USA e i suoi alleati non siano in numero molto maggiore.

In ambito interno gli USA hanno plagiato gran parte dei cittadini facendo loro credere che stanno vivendo in un paese ingiustamente minacciato che ha diritto di difendersi, questa e’ anche la tesi che e’ stata rivenduta dai media nei paesi alleati. L’ignoranza, la paura, e un continuo martellamento mediatico hanno falsato la realta’ oltre ogni evidenza. Una parte ancor piccola della societa’ americana si rende conto, come si era resa conto al tempo della guerra del Vietnam, che l’America non e’ una potenza attaccata ma una potenza attaccante, ma occorre che questa chiarezza si diffonda ulteriormente. Purtroppo le emozioni sono molto piu’ facilmente gestibili di quanto non maturi la consapevolezza razionale, ed e’ sulle emozioni che i media dei paesi occidentali fanno leva per tenere le popolazioni a un livello di sub-coscienza e di irrealta’.

Oggi, a livello planetario, un numero sempre piu’ grande di voci si alza dal movimento dei movimenti, dagli intellettuali impegnati, dai veri democratici per denunziare la follia della violenza politica ed economica, della guerra permanente, dei progetti colonialisti, del mercato neoliberista, della brutalita’ degli organismi economici che controllano il mondo. Da tempo un nuova opinione pubblica porta avanti una visione di pace, di integrazione, di rispetto reciproco. Ma i media continuano ad alimentare una situazione di ignoranza storica e di inconsapevolezza etica, perche’ questo fa il gioco di governi non democratici e spesso anche delle loro opposizioni.

Gli stessi americani clonati cominciano a sentire l’alito dell’odio di tanti popoli che l’America ha messo in ginocchio, coartato e sfruttato. Sentono che l’immagine del loro paese nel mondo e’ a pezzi e che la propaganda retorica non sta sortendo gli effetti voluti ma e’ sopraffatta dalla realta’. Lo spauracchio del terrorismo/comunismo li tiene uniti e continua a essere sbandierato da demagoghi antidemocratici, ma esso suona sempre piu’ come una campana fessa di fronte ai crimini americani che i governi americani hanno perfettamente e intenzionalmente voluto. Di tutti questi crimini i cittadini americani sono stati complici, consenzienti o ignari.

Al di la’ della propaganda un numero sempre piu’ ampio di persone, anche fuori dai campi di battaglia e dai lager americani, si sta rendendo conto che la prima potenza del mondo ha portato avanti solo una enorme politica di sfruttamento indiscriminato e di brutale violenza. In questa politica non c’e’ stato posto per la legalita’, la giustizia, il rispetto.

A causa della violenza diretta americana sono morte 6 milioni di persone solo in Corea, Vietnam, Indonesia.

A causa della violenza indiretta e segreta americana almeno altri 6 milioni di persone sarebbero morte a causa di operazioni segrete americane a partire dalla Seconda Guerra Mondiale (dati CIA).

A causa della violenza strutturale dell’economia neoliberista americana stanno morendo 100 mila persone al giorno.

Questo ci puo’ dare una pallida idea del male che i governi americani fanno al mondo, e di quanto la parola ‘democrazia’ sia, sulle loro bocche una bestemmia.