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IL BANCHIERE DEI POVERI E IL MICROCREDITO

Publie le martedì 16 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Economia-Budget Internazionale Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

L’Onu, riconoscendo il ruolo della microfinanza nello sradicamento della povertà, ha dichiarato il 2005 «Anno internazionale del microcredito».

Il lavoro da fare e’ enorme: pensiamo solo che, di tutto il credito erogato dal sistema bancario mondiale, solo poco piu’ del 5% va alla popolazione povera del pianeta.

Si chiama microcredito l’erogazione di piccoli prestiti a persone non bancabili.

Esclusione economica vuol dire esclusione sociale, vuol dire emarginazione. Per molti significa morte precoce o grave sofferenza di vita. Per molti diventa assenza di futuro e rischio del presente.

Il salto dalle ’persone che si arrangiano’ alla microimpresa e’ un salto culturale importantissimo. Diventano meritevoli di fiducia e di credito anche singoli, gruppi o famiglie che, pur non potendo fornire garanzie creditizie tangibili, possono cosi’ avviare una propria attività lavorativa che diventa motore di crescita e di sviluppo sociale, civile ed economico, per loro stessi e per tutto un territorio.
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"Il microcredito permette ai poveri e agli scalzi di accedere a una opportunità che di solito e’ esclusivo appannaggio dei ricchi. Accade cosi’ che quegli aspetti della societa’ che sembravano rigidi, fissi e inamovibili comincino a diventare piu’ fluidi, e attraverso lo sviluppo economico le persone si affranchino da tutto un insieme di ingiunzioni e regole".
(Muhammad Yunus, Graamen Bank)
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“Educare all’eticita’ vuol dire far vedere il rapporto stretto tra chi deposita il denaro e chi lo usa”
(Daniela Guerra)
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Dobbiamo per questo ricordare uno dei personaggi piu’ famosi del nostro tempo: Yunus, detto il banchiere dei poveri.

Ho sentito Yunus parlare nell’aula magna dell’universita’ di Bologna, un luogo enorme con una capienza eccezionale pieno fino a scoppiare di giovani entusiasti.
Yunus e’ del Bangladesh, e’ piccolo e di pelle scura, viene da uno dei paesi piu’ poveri del mondo ma ha potuto laurearsi in economia e studiato e insegnato anche in America. Appartiene dunque a un mondo di benestanti e questo richiamo e’ d’obbligo, visto che la struttura sociale del suo paese non consente contatti tra caste superiori e poveri e crea un condizionamento mentale per cui la compassione per i piu’ poveri e’ culturalmente fuori luogo e sono esclusi contatti e interessamenti da parte dei benestanti verso i sofferenti. A maggior ragione le idee di Yunus sono rivoluzionarie. Ma i pregiudizi non vigono solo in Asia; esiste nei sistemi economici e finanziari di tutto il mondo un altro feroce pregiudizio: l’intangibilita’ e autoprotezione della classe piu’ potente, per cui il potere spetta a chi ha il denaro e il denaro e’ difeso da chi ha saputo attrarlo, in questo sistema le banche sono al servizio del potere e concedono denaro solo a chi ne ha gia’ in abbondanza, estromettendo da qualunque finanziamento chi ne manca: i poveri.
In questo sistema la ricchezza perpetua richezza, la miseria resta nella miseria.
Tutto cio’ che sta attorno: leggi, regole, strutture, usi, costumi, pubblicita’, cultura, informazione, partiti, programmi.. sono solo formalmente diversi, ma sostanzialmente perpetuano questo sistema.

Yunus e’ un economista e un docente universitario di economia, dunque avrebbe dovuto, in base ai pregiudizi economici dominanti nel globo, curare solo gli interessi dei piu’ ricchi. Per questo la sua decisione di prestare denaro ai poveri ha costituito una vera inversione di rotta, infrangendo un doppio pregiudizio, un pregiudizio religioso del Bangladesh, un pregiudizio molto piu’ grave dei sistemi creditizi mondiali.
Ma Yunus infrange un terzo pregiudizio: fa i suoi prestiti alle donne, perche’ le donne sono piu’ serie, piu’ affidabili, curano maggioramente la famiglia, si preoccupano dei figli, vogliono un futuro migliore, mantengono la parola data, hanno meno vizi, non dissipano denaro, ma se ne hanno lo investono utilmente.

All’inizio Yunus non si era nemmeno reso conto dell’innovazione del suo esperimento eppure esso era geniale, tanto che e si e’ allargato a tutti i paesi del mondo.

Dice: “E’ una vergogna che nel mondo esista ancora tanta poverta’. C’e’ un diritto umano, di tutti, ovunque, a non vivere nella poverta’. Il Bangladesh e’ un paese a nord est dell’India, uno dei paesi piu’ poveri del mondo, la fame tocca il 50% della popolazione, il Bangladesh e’ la meta’ dell’Italia ma ha 130 milioni di abitanti, la piu’ alta densita’ del mondo, le terre sono fertilissime tanto che si potrebbero fare anche 4 raccolti l’anno, ma cataclismi di ogni genere lo colpiscono, carestie, alluvioni...le persone muoiono per la strada, la miseria e’ gigantesca. Ci sono continue calamita’ naturali, l’ultima inondazione si e’ abbattuta sui dei terzi del paese che sono stati sott’acqua per dieci settimane con l’acqua che scorreva a fiumi e copriva i tetti delle case. Le frustrazioni aumentano giorno per giorno. Nel 1971 il paese si e’ staccato dal Pakistan con grande entusiasmo ma le sciagure lo hanno messo in ginocchio. “

Yunus insegnava all’universita’, faceva grandi piani di sviluppo per paesi ricchi, ambiziosi piani triennali o quinquennali che richiedevano trilioni di miliardi, progettazioni affascinanti... accanto a lui, nel villaggio, la gente moriva di fame. Due mondi. Yunus non era cieco e sordo e alla fine si e’ chiesto se si poteva fare qualcosa.
La base di ogni sviluppo economico sta nella finanza, ma la finanza e’ nata per i ricchi. Anche l’Europa e’ nata per i ricchi, l’europa delle banche, poi delle multinazionali, non ancora dei popoli, fatti per i ircchi sono i grandi organismi internazionali: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, il WTO o organizzazione moindiale del Commercio... E’ dall’inizio dell’era industriale che ci dicono che lo sviluppo del mondo e il benessere e il progresso dipendono dai finanzieri e dagli imprenditori, essi diventano sempre piu’ ricchi, perche’ allora la miseria del mondo aumenta? Anche nell’Italia attuale le rendite finanziarie diventano sempre piu’ abbondanti, segnano anche un aumento illusorio del PIL, perche’ allora i salari e gli stipendi in termini reali diminuscono? Perche’ la disoccupazione aumenta? E perche’ il neoliberismo, applicato all’Europa, ha segnato l’immiserimento di tutti i popoli europei? C’e’ qualcosa di distorto nel sistema dominante che fa pensare che siano erronee le sirene del capitalismo.

Yunus usci’ dalla sua ricca universita’ e ando’ nel villaggio, chiese ad ogni persona di cosa avesse bisogno per riprendersi dalla miseria e le risposte riguardavano piccole cose: dei semi, una vanga, una capra.., piccole cose per sopravvivere che richiedevano piccole somme. Alla fine risulto’ che 42 persone sarebbero sopravvissute meglio con un totale di 27 dollari. Ne fu colpito. Si senti’ di colpo stupido: nelle sue lezioni ragionava in termini di trilioni di dollari, grandi piani quinquennali di sviluppo.. e a quei poveri sarebbe bastato cosi’ poco! Ero un esimio accademico che si riempiva la bocca di megateorie e non aveva la piu’ pallida idea di cosa fosse la comune miseria. In media ognuno chiedeva meno di un dollaro! E allora decise un esperimento: “Presi quei 27 dollari dalle mie tasche per salvarli dagli usurai ma non feci un atto di carita’ bensi’ un prestito. Mi avrebbero reso quei soldi un tanto alla settimana. La risposta fu l’entusiasmo. Allora pensai che se avevo fatto felice quella gente con cosi’ poco, potevo fare molto di piu’, e esposi la mia idea alle banche, facendomi anche garante dei prestiti, ma mi risero in faccia, dissero che cio’ non avrebbe risolto niente, che quei poveri, affamati, si sarebbero riempiti la pancia, avrebbero pagato i debiti e poi sarebbe ricominciato tutto come prima, erano inaffidabili, e poi nessuna banca fa prestiti, neppur minimi, a chi non e’ gia’ ricco e non puo’ dare garanzie o non ha forti appoggi politici. Allora decisi di fare da solo, e mandai i miei studenti nei villaggi, perche’ non deve essere l’uomo che va alla banca, ma la banca che va nella casa del povero.
Poche regole semplici. I prestiti cominciarono, furono fatti alle donne, e i soldi tornarono puntualmente indietro e alimentarono altri prestiti e piccole economie ripresero. Malgrado i risultati, le banche non erano convinte, erano ben radicate ai loro schemi irremovibili, se mi fossi appoggiato a loro sarei sempre stato dipendente dall’incredulita’ del sistema. Cosi’ nacque, nel 1976, la Grameen Bank, la banca gestita e posseduta da poveri. Non sapevo molto di finanziamenti e banche ma qualche volta non sapere aiuta perche’ la conoscenza puo’ rendere ciechi. Le regole sono nate via via che si dovevano risolvere problemi. Guardo come fa una banca tradizionale e poi faccio il contrario. Le banche tradizionali danno ai ricchi, io vado a cercare chi meno ha. Le sedi bancarie sono pompose, la banca del villaggio e’ piccola e modesta. I funzionari fanno porta a porta, vanno dai clienti, uno per uno, una volta la settimana. Se nelle banche l’iter burocratico ’ lunghissimo, firme autenticate, bolli, scartoffie...qui ci sono piccoli contratti, nessun strumento legale.
Ci basiamo sulla fiducia e i nostri clienti sono donne.
Cosi’ a due conclusioni:
 LA POVERTA’ NON E’ CREATA DAI POVERI
 I POVERI SONO CAPACI COME QUALSIASI ESSERE UMANO
 TUTTI GLI ESSERI HANNO UN POTENZIALE CHE POSSONO ESPRIMERE
 IN OGNUNO C’E’ LA CAPACITA’ DEL SUO AUTOSVILUPPO
Io credo che : LA POVERTA’ SIA STATA CREATA DAI NOSTRI SCHEMI CONCETTUALI .
I poveri sono come bonsai, che potrebbero diventare alberi altissimi ma sono costretti a restare piccoli, E’ la societa’ dei potenti che vuole questo, che limita il potenziale di sviluppo dei poveri per mantenere certe forme di potere (sia economico che religioso).
I poveri ricevevano prestiti da me, con cui compravano una mucca o dei semi o degli strumenti da lavoro e ricominciavano a sperare.
Ma per accelerare il cambiamento occorreva l’informazione. Allora ho chiesto al governo la licenza per mettere su dei telefonini mobili. Mi hanno riso in faccia. A che possono servire dei telefonini in un paese che per il 90% non ha elettricita’, dati a poverissime donne di villaggio totalmente analfabete? E cosa ci puo’ fare un povero di un cellulare? A chi vorrebbe telefonare? Ma io dicevo: un telefono serve, senza comunicazione non c’e’ progresso, i numeri sono dieci, li impareranno. E cosi’ e’ stato. I cellulari vanno a luce solare e sono collegati col satellite. La donna analfabeta del villaggio imparava subito a usare il telefonino, imparava i fusi orari, i prefissi locali e internazionali, diventava l’unico telefono accessibile del villaggio, guadagnava per questo servizio, era felice e orgogliosa, mandava i figli a scuola. Noi facevamo borse di studio per far studiare i figli delle nostre clienti, molti si sono laureati. La cosa si e’ diffusa anche nelle citta’. Dopo sei mesi ho fatto un giro per controllare le prime 30 donne e le donne-telefono erano state bravissime. Il marketing dell’informazione sottostima gli esseri umani e la loro voglia di riscatto. Oggi la Grameen Bank e’ la piu’ grande societa’ di telefonia mobile di tutto il nordest asiastico. 11.500 donne forniscono questo servizio a 20.000 villaggi. Ogni singola donna guadagna al mese fino a 500 dollari al netto delle spese.
Cosi’ ora sto pensando a internet. Mi ridono di nuovo in faccia, dicono: come puo’ una vecchia donna analfabeta usare un computer? Ma io so che potra’ e che ci saranno presto le internet-ladies.
L’effetto cascata ha coinvolto le famiglie, i figli, e la Bank vuole che essi vadano a scuola e finanzia i loro studi e da’ fondi pensionistici. Grazie alla Grameen Bank un terzo degli utenti ha abbandonato la soglia della poverta’.
La Grameen Bank lavora da 30 anni, ha toccato meta’ dei villaggi, ha fatto prestiti a 12 milioni di poveri, ha esportato un modello di microcredito in tutte le parti del mondo e non solo nei villaggi piu’ sperduti ma anche nella grandi citta’.
Ma se basta una sola istituzione finanziaria per fare tutto cio’, immaginiamo l’effetto moltiplicatore su tutto il mondo.
La poverta’ deve essere debellata. Se non lo si fa e’ perche’ non lo si vuole! Gli ostacoli non sono nelle risorse o nelle tecnologie, ma nella volonta’ politica.
I quattro principi della Banca Grameen sono: disciplina, unità, coraggio e impegno costante in tutti gli ambiti della nostra esistenza. I clienti si impegneranno in questo:
2 Porteremo la prosperita’ nelle nostre famiglie.
3 Non vivremo in case diroccate. Ripareremo le nostre case e cercheremo quanto prima di costruirne di nuove.
4 Coltiveremo ortaggi tutto l’anno. Molti ne mangeremo, e venderemo quello che ci resta.
5 Durante il periodo del trapianto, metteremo a dimora quanti piu’ germogli possibile.
6 Faremo in modo di non avere troppi figli. Limiteremo le nostre spese. Ci cureremo della nostra salute.
7 Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per avere modo di provvedere alla loro istruzione.
8 Sorveglieremo la pulizia dei nostri figli e dell’ambiente in cui viviamo.
9 Costruiremo e useremo le fosse biologiche.
10 Berremo l’acqua dei pozzi profondi. Se non ne avremo la bolliremo o la disinfetteremo con l’allume.
11 Non chiederemo una dote per il matrimonio di nostro figlio, ne’ pagheremo una dote per il matrimonio di nostra figlia. Rifiuteremo la pratica del matrimonio tra bambini.
12 Non commetteremo ingiustizie e ci opporremo a che altri le commettano.
13 Investiremo collettivamente al fine di aumentare i nostri redditi.
14 Saremo pronti ad aiutarci reciprocamente. Se qualcuno e’ in difficoltà ci mobiliteremo in suo aiuto.
15 Se apprendiamo che in un centro si contravviene alla disciplina, interverremo personalmente per ristabilirla.
16 Introdurremo l’esercizio fisico in tutti i nostri centri. Parteciperemo collettivamente agli incontri organizzati.

Muhammad Yunus e’ un economista che non ha ragionato da banchiere. E’ un candidato al Nobel.
Oggi il microcredito e’ riconosciuto dai massimi organismi mondiali.
Oggi il microcredito finanzia oltre 41 milioni e mezzo di poveri nel mondo che dal 1997 (anno del primo censimento) aumentano del 38 per cento ogni anno..
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, l’80% della popolazione mondiale ottiene solo il 5,4% del credito erogato dal sistema bancario internazionale. L’esclusione finanziaria è presente anche nei paesi ricchi: secondo l’indagine sui bilanci delle famiglie di Banca d’Italia, in Italia oltre 2 milioni 900 mila famiglie, il 14,1% del totale, non accedono ai servizi bancari.

Al summit di Washington del 1997 hanno partecipato ONG, intermediari finanziari e imprese impegnate nel sociale, gruppi di base del Nord e del Sud del mondo, agenzie delle Nazioni Unite, Governi nazionali, istituzioni internazionali. L’obiettivo e’ raggiungere 100 milioni di famiglie.
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"E’ un peccato il non fare niente col pretesto che non possiamo fare tutto".
(Winston Churchill)
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“La vita e’ un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme (e noi potremmo farne parte)”
(Italo Calvino)
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Nel 2000 i maggiori premi Nobel per la pace, stilarono una dichiarazione affinche’ parte degli armamenti mondiali fosse convertita in aiuto alla poverta’ e in progetti di sviluppo nel Sud del Mondo. Centinaia di miliardi di dollari sono buttati ogni anno dai governi mondiali per le guerre e questa cifra tende solo ad aumentare. Dobbiamo vedere con vergogna la soddisfazione dei nostri presidenti per l’aumento della vendita di armi. Dobbiamo vedere con vergogna la Chiesa aumentare le spese per la sua autocelebrazione, la pompa, lo sfarzo, la manifestazioni per grandi masse, la propaganda. Nulla di tutto questo migliorera’ il mondo. Invece di ridurre la proliferazione atomica, i motivi di conflitto, la propaganda settaria, la pubblicita’ ingannevole, le speculazioni finanziarie, la corruzione dei potentati dovremmo ridurre queste masse sempre piu’ grandi di denaro che sono dilapidate senza beneficio per il mondo e convertirle in progetti degni dell’uomo e della sopravvivenza del pianeta. Riducendo della meta’ solo le spese militari, saremmo probabilmente piu’ sicuri, piu’ felici, e con un futuro migliore.
I governi e le chiese ignorano cosa sia la sobrieta’ e, per affermare la loro potenza, dilapidano somme enormi che potrebbero essere messe a disposizione dello sviluppo delle aree di poverta’ del nostro mondo.
Siamo dominati dalla propaganda e dalla morte.
Sono attive nel mondo migliaia di testate nucleari, se ne ricaverebbero tonnellate di uranio arricchito che puo’ essere convertito a fini civili, costituendo un importante "dividendo" per la pace. Il disarmo e’ frutto della giustizia e della sicurezza comune della gente. Promuovere il disarmo significa agire sulle cause e privilegiare la conversione delle coscienze e delle intelligenze.
Isaia aveva detto: "...forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci..." (Is.2,4). A livello mondiale, questo e’ compito delle Nazioni Unite. E se l’ONU non e’ funzionale, lo si renda migliore! Anche l’Unione Europea deve perseguire questo obiettivo politico e anche l’Italia.
Le armi e le esibizioni propagandistiche devono essere convertite in progetti di aiuto per il terzo millennio.

Il mondo non si salvera’ se non inizieremo a vivere in modo piu’ sobrio. Ma i partiti, i governi e le chiese devono dare l’esempio e non fare a gara tra loro per sperperi sempre piu’ grandi. C’e’ qualcosa di demoniaco in questa dilapidazione di denaro e di risorse. Non di grandezza e munificenza e di sfarzo ha bisogno il mondo ma di pace e di vita sostenibile.

I microprogetti sono della strade per aiutare il Sud del Mondo, ma anche in Europa ormai il Sud del mondo e’ presente, il microcredito e’ una delle nuove strade promossa non più solo da ONG e da privati, accettata dai Governi che disarmano e dalle Istituzioni Internazionali. Il microprogetto arriva capillarmente alle persone povere nel mondo e rispettando la loro dignita’ offre loro strumenti di autosviluppo nella pace che tutti auspichiamo.

Viviamo in un periodo storico speciale, perche’ abbiamo tutti i mezzi e tutte le risorse per risolvere i problemi nel mondo. Vogliamo puntare alla speranza, ridisegnando il mondo partendo dai giovani e dai poveri. Per questo milioni di volontari non bastano. Occorre una volonta’ politica migliore.