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Nichi Vendola : "Le primarie non siano una lotta per la leadership”

Publie le martedì 6 settembre 2005 par Open-Publishing
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Alice incontra Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, al Festival Lilliput di Fidenza:

“Non m’importa chi dirigerà il centro sinistra. Il suo problema è quale idea di società esprime. Violenza, Europa, primarie”.

Violenza

Non abbiamo mai fatto una critica ontologica della violenza. E’ giunto il tempo che la politica e la cultura mettano a tema la critica della violenza, che non può essere esorcizzata con i riti di bontà, ma deve essere guardata in faccia.

Oggi la scena mondiale è occupata da due sistemi che ci soffocano, il sistema della guerra infinita e il sistema del terrorismo, che portano a un clima di emergenza planetaria. Questo fa sì che la democrazia perda spazi e voce e porta ad una società del controllo permanente. Nel nome della libertà si rinuncia a pezzi di libertà. La novità del presente è questa. La violenza principale è nell’esercizio del potere come separazione tra governanti e governati, come separazione dai bisogni delle persone.

Chi governa deve invece sapere ascoltare i bisogni di tutti e in particolare degli ultimi e superare questa divisione. Il territorio deve essere protagonista insieme alle istituzioni del governo di un territorio.

Discorso di Pera al Meeting di Rimini

Pera getta via due aspetti fondamentali della cultura laica, ossia il pluralismo e lo stato sociale, senza i quali una parte crescente di popolazione è destinata a essere emarginata.

L’Europa è uno spazio di equilibrio corporativo, la cui Costituzione non è nata dall’incontro dei popoli. Questa Europa è un continente che perde i rapporti col passato e col futuro. Nasce morta, per il Mediterraneo, che è un cimitero di migranti, mentre l’Europa si barrica e legalizza i CPT. Ma chi ci salverà, se non i migranti?

L’unico principio di realtà è quello di chi annuncia la pace, il bene è riscoprire una vocazione di pace, meticcia, ed alla multiculturalità di un continente che solo così può rilanciare un proprio ruolo nel mondo.

Primarie

Se si tratta di contesa sulla leadership le primarie sono un fatto di nessun significato. Il problema del centro sinistra è quale idea di società, di giustizia sociale esprime, non chi fa il leader. E i problemi pressanti sono quelli del precariato: In Puglia 20.000 giovani laureati ogni anno scappano a lavorare altrove, il 90% dei ragazzi tra i 18 e i 30 anni ha rapporti di lavoro voluti dalla legge Biagi. Il lavoro diventa una condizione ansiogena e si vive permanentemente ricattati.

Ci sono stati 1.258 morti nel 2004 per incidenti sul lavoro, il lavoro è un rischio permanente. La questione morale è questa. Non m’importa chi dirigerà il centro sinistra, ma se questo sarà un progetto politico che lotta contro la solitudine coatta delle persone, che nasce dalla precarietà del lavoro, ma anche da altre precarietà, come quelle degli spazi urbani, dove crescono a dismisura le periferie, e dei rapporti tra le generazioni. Sogno un centro sinistra che cominci a essere il terreno su cui si aggregano solitudini.

Se le primarie diventano l’occasione di un dibattito che possa crescere, allora sono un momento positivo.

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