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> Anche ad ammissioni totali (provate)..

16 novembre 2005, 19:26

Cara Doriana,

qui c’e il rischio di riaprire vecchie polemiche che in passato ci hanno visto contrapposti, ma per me i termini della questione sono sempre gli stessi.

La "coscienza" , da un punto di vista marxista originario cioe’ di prima che una serie di sovrastrutture culturali di importazione sovietica ne alterassero di molto la concezione, nasce prima di tutto come "coscienza dei propri interessi materiali".

La questione sta tutta qua, dall’ aver voluto dividere a tutti i costi le lotte sociali, per forza di cose un po’ "corporative" e legate ad interessi materiali diretti, dalla "solidarieta’" con gli altri oppressi, sia quelli con altri problemi diversi dai propri da risolvere sia quelli di altre nazionalita’.

Questo ha finito per creare per molti compagni e compagni in perfetta buona fede un approccio alla politica di tipo "umanitario", "missionario", quasi unicamente "etico" e assolutamente non "di classe".

Con tutte le conseguenze del caso.

Mentre invece un approccio "solidale" si sviluppa esclusivamente dopo aver preso "coscienza" che solo in modo collettivo si possono risolvere i propri "bisogni" materiali.

Non che la guerra in Iraq non tocchi anche nostri interessi materiali contingenti.

A parte la paura di attentati in stile Spagna e Inghilterra ( che e’ un interesse materiale ben concreto !), vogliamo negare, ad esempio, che prima l’ embargo e poi la guerra all’ iraq hanno avuto pesanti ripercussione nei prezzi petroliferi, con l’ effetto indotto su tutti i prezzi al consumo ?

Eppure questo argomento sacrosanto non e’ stato quasi mai agitato dal movimento contro la guerra, probabilmente perche’ considerato "poco nobile" e appunto "corporativo".

Col risultato che ci si e’ mossi in milioni soltanto in occasione di grosse spinte "emozionali" ( prima dell’ inizio della guerra, poi per la visita di Bush, poi per i sequestri delle due Simone e poi di Giuliana con l’ uccisione di Calipari ) ma senza avere una continuita’ di mobilitazione nei momenti appunto meno "emozionali".

Non che il fosforo su Falluja non sia una questione anche emozionale, ma non si e’ dato nemmeno il tempo di farla salire "l’emozione" !

Aggiungi poi a tutto questo le polemiche amene su violenza e non violenza ( come se esistesse in italia qualcuno che teorizza seriamente l’ uso della violenza politica !), i dibattiti astrusi su "con la resistenza irachena senza se ne ma" ( pure con Zarqawi ? ), le logiche tardogruppettare e politiciste di molti che hanno finito per disamorare un sacco di gente ecc. ecc.

Nello specifico poi della manifestazione di lunedi’ a Roma mi sembra si sia sbagliato tutto : i tempi di indizione, la propaganda, il giorno, l’ orario.

Poi mancavano, per motivi svariati e diversi, componenti importanti del movimento, la Cgil, i Disobbedienti, i centri sociali romani, gli studenti, il movimento di lotta per la casa, tutti impegnati in altri appuntamenti di varia natura nello stesso giorno.

Sostanzialmente e’ stata la manifestazione dei Cobas, di Rifondazione e del Pdci, con la significativa presenza, ormai abituale a Roma, di parecchi cittadini americani residenti nella capitale.

Con queste promesse non e’ nemmeno andata malissimo, alle 17,30 ( cioe’, a proposito dell’ orario sbagliato, un ora e mezzo dopo l’ora di inizio ufficiale !) erano presenti, secondo la stessa questura, circa mille persone.

Certo bisogna fare ben altro, ma credo bisognerebbe anche riflettere su un modo di essere del movimento no-war che ha ormai oggettivamente "esaurito la spinta propulsiva" di due anni fa.

E questo nonostante tutti i sondaggi ( da cui pure le ridicole convulsioni in materia di Berluskaiser ) diano per addirittura aumentata tra gli italiani l’ opposizione alla guerra.

Ciao, Keoma.