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> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

12 febbraio 2006, 16:20

Procediamo con ordine.

Caso Verbano: è una questione diversa. Il riferimento è preciso. La signora Verbano è intervistata per la trasmissione Omnibus in cui Telese, Bianconi e Valerio Fioravanti discutono in studio di Cuori neri. Scalzone in collegamento satellitare interviene da Parigi ma segue male il dibattito. Per l’occasione la madre racconta che lei non sapeva, non poteva immaginare che…. E’ evidente che il dolore che ha subito, il trauma stesso delle modalità della morte la spingano ad angelicare il figlio, rimuovendo la circostanza che i fascisti lo avevano assassinato in quanto quadro rivoluzionario impegnato nella controinformazione e nell’antifascismo militante. Per l’occasione Oreste afferma che non è giusto tirare in mezzo i familiari (che hanno tutto il diritto di essere partigiani) come fonte di verità storica e di diritto. E’ un suo antico argomento - come dovresti sapere - contro l’uso che il partito della fermezza ha fatto dei familiari delle vittime per negare la soluzione politica (ma mai contro la scarcerazione dei pentiti)… Telese in un’intervista accusa a torto Oreste di avere offeso le madri. Oreste era stato rispettosissimo e proprio il discorso della madre di Verbano confermava la correttezza del suo enunciato: solo questo mi interessava chiarire.

Caso Traversa: non c’è questione. L’ho raccontato io per primo. Il commando era composto tutto da fascisti. Lo citavo solo per dimostrarti che mentre mi accusi di “revisionismo” anche tu mi usi come fonte. Il fatto è che Fascisteria è un’enciclopedia e io non posso rispondere dell’uso + o - corretto che se ne fa (nel tuo caso è corretto).
I morti. Sono una quarantina. Lo so che è un’enormità. Ma tanti sono. Con una curiosità. Parecchi sono vittime del “fuoco amico”. Molte delle azioni di avanguardia sono a loro volta rappresaglie riconducibili alla logica del “colpo su colpo” che tu dovresti ben conoscere avendo militato neli anni ’70.

Ecco un catalogo preciso:

uccisi dai compagni in scontri di piazza o tafferugli occasionali: 6
Ugo Venturini - volontari nazionali - Genova - gennaio 1970
Giuseppe Santostefano - Cisnal - Reggio Calabria luglio 1973
Carlo Falvella - Fdg - Salerno - luglio 1972 - accoltellato in una rissa dall’anarchico Marini
Emanuele Zilli - Cisnal - Pavia novembre 1973 - aggredito mentre viaggiava in motorino
Cecchin - Fdg - quartiere Trieste maggio 1979 - inseguito da attacchini del Pci cade e muore dopo 20 giorni di agonia
Paolo Di Nella - Fdg - quartiere Africano - febbraio 1983 - pestato durante un attacchinaggio

uccisi dai compagni in azioni di avanguardia: 14
fratelli Mattei - figli segretario Msi Primavalle - marzo 1973 - dissidenti di Potop candidati a fondare la colonna romana delle Br (rappresaglia per l’agente Marino)
Mazzola e Giralucci - Msi - Padova - giugno 1974 Brigate rosse
Mikis Mantakas - febbraio 1975 - Fuan - Prati - ex di Potop passato alla lotta armata (dopo giorni di scontri per il processo di Primavalle)
“Cremino” Zicchieri - Lotta popolare - settembre 1976 - Predestino - Fca (rappresaglia per rinvio a giudizio per l’omicidio Mantakas)
Sergio Ramelli - Fdg - Milano marzo 1975 (morto ad aprile) sdo Avanguardia operaia
Cesare Pedenovi - Msi - Milano aprile 1976 - atto di nascita di Prima linea (rappresaglia per Amoroso)
Roberto Crescenzio - simpatizzante - Torino ottobre 1977 - carbonizzato dopo un assalto a colpi di molotov contro un “bar di fasci” - sdo di Lotta continua per il comunismo (rappresaglia per Walter Rossi)
Angelo Pistolesi - Msi, partecipante al raid di Sezze con Saccucci - Portuense, dicembre 1977 - Nuovi partigiani (rappresaglia per Sezze)
Bigonzetti e Ciavatta - Fdg - Acca Larentia - gennaio 1978 - nuclei armati per il contropotere territoriale
Cecchetti - simpatizzante - fuori al bar di Monteverde - gennaio 1979 - non ricordo la sigla (rappresaglia per le 5 donne ferite a Rcf)
Angelo Mancia - segretario Msi Talenti - marzo 1980 - compagni organizzati in volante rossa (rappresaglia per Verbano)

uccisi dalla polizia in scontri di piazza: 3
Citro - Giovane Italia - rivolta di Battipaglia - aprile 1969 (difendeva il lavoro degli operai del tabacchificio)
Stefano Recchioni - Fdg - Acca Larentia gennaio 1978 (gridava la sua rabbia contro i due camerati ammazzati dai Nact))
Alberto Giaquinto - Fdg - Centocelle - gennaio 1979 (assaltava una sezione dc per onorare i morti di Acca Larentia)

Uccisi dalla polizia in conflitti a fuoco: 5
Giancarlo Esposti - Ordine nero - Pian del Rascino - maggio 1974 (in realtà giustiziato come Mara Cagol dopo la cattura)
Alessandro Alibrandi - Nar - Labaro - dicembre 1981 -
Giorgio Vale - Nar - Appio Latino - maggio 1982 - ufficialmente è un suicidio: in realtà è il bis di via Fracchia, giustiziato nel sonno
Elio Di Scala - Nar - estate 1994 - rapina in banca al Portuense
Valerio Viccei - Ordine nero, pentito - ucciso mentre preparava l’assalto a un furgone nella primavera 2000

Uccisi da bottegai durante rapine: 2
Salvatore Vivirito - Avanguardia naz. e poi Ordine Nero - da un gioielliere - maggio 1977 Milano
Franco Anselmi (Nar) - Monteverde - da un armiere - Monteverde marzo 1978

Morti in altre circostanze: 5
Armando Calzolari - tesoriere del Fronte nazionale di Borghese - trovato annegato in un pozzo poche settimane dopo la strage di piazza Fontana su cui aveva annunciato rivelazioni
Riccardo Manfredi - Quex/Fronte carceri - caduto dal treno in un tentativo di evasione nel 1978
Riccardo Minetti - Avanguardia nazionale (figliastro di Delle Chiaie) - suicida in carcere nell’aprile 1978 (un anno dopo nell’anniversario della morte il fratello uccide un militante del Pci a coltellate)
Martino Traversa - simpatizzante Msi - ucciso mentre lavorava come dj in una radio di Bari, nel marzo 1981, in un’azione di propaganda armata da un commando di neofascisti appartenti a un’aggregazione rosso-bruna
Nanni De Angelis - Terza posizione - ottobre 1980 - suicida in carcere dopo un brutale pestaggio della polizia (i medici avevano autorizzato il trasferimento in centro clinico non in carcere)

Uccisi dai camerati: 7
Francesco Mangiameli - Terza posizione - Roma settembre 1980 - ucciso dai Nar per un regolamento dei conti interno
Luca Perucci - ex Tp poi Fdg quartiere trieste - ucciso nel gennaio 1981 dai Nar perché testimone d’accusa nell’inchiesta contro Tp
Ermanno Buzzi - accusato della strage di Brescia - ucciso nell’aprile 1981 nel carcere di Novara da Tuti e Concutelli perché confidente e corruttore di minorenni (omosessuale?)
Giuseppe De Luca - Fdg - Roma estate 1981 - ucciso dai Nar per una “sola”
Marco Pizzari - fiancheggiatore di Tp/nar - ucciso dai Nar nell’autunno 1981 perché accusato della soffiata che ha portato all’arresto di Nanni De Angelis e Ciavardini
Mauro Mennucci - Fnr - ucciso a Pisa nel giugno 1982 dai Nar per la soffiata che ha mandato in galera Tuti
Carmine Palladino - Avanguardia nazionale - estate 1982 - carcere di Novara - ucciso da Concutelli perché sospettato di aver “cantato” Vale.

E siamo a 42, non contando Alvares (Fronte nazionale di Tilgher) ucciso in circostanze misteriose, nel marzo 2000, secondo la principale ipotesi investigativa nel quadro di traffici di armi tra ex Nar e malavita milanese. Se escludiamo Viccei e Di Scala, morti dopo gli anni di piombo, scendiamo a 40. Ben 19 più dei 21 enunciati da Telese. Ma se si volesse applicare il criterio delle intenzioni degli autori (usato per Cecchetti e Crescenzio), allora bisognerebbe aggiungere due scambi di persona:
il vicino di casa ucciso al posto del segretario del Msi Flaminio, Rosci, nel marzo 1980 dai compagni organizzati per il comunismo (rappresaglia a distanza per il ferimento di Sirio Paccino, rimasto paralizzato durante un assalto al Msi Flaminio, a sua volta rappresaglia per i morti delle “giornate di aprile” del 1975)
il passante ucciso al posto dell’avvocato avanguardista Giorgio Arcangeli nel dicembre 1979 al quartiere Trieste da Valerio Fioravanti (organizzatore Sergio Calore): una rappresaglia per la soffiata che portò all’arresto di Concutelli (in realtà Calore copriva e continuò a coprire il vero “infame”, Paolo Bianchi).

E ho lavorato a memoria, senza consultare l’archivio. E quindi può darsi che qualcuno me lo sono scordato. Ma l’enormità c’è tutta. Proprio perché io non accetto la logica che divide i caduti in buoni e cattivi, innocenti e colpevoli. Ed è una scelta politica di segno opposto a quella che mi si attribuisce: nessun revisionismo, anzi proprio l’atteggiamento invocato da Persichetti, il rispetto della verità effettuale.

Ugo Maria Tassinari