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> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

11 maggio 2006, 12:24

Il bravo Keoma, pur in generale precisissimo, stavolta un errore di memoria l’ha fatto anche lui.

L’altro giovane di destra, oltre a Ramelli. ucciso in quel 1975, non era Stefano Cecchetti - storia, molto simile nella dinamica, di tre anni dopo - ma Mario Zicchieri, ucciso davanti la sede missina di Via Gattamelata, nel quartiere romano del Prenestino.

Colgo l’occasione di questo piccolo errore di Keoma per affrontare un altro elemento della "guerra civile strisciante" di quegli anni che non viene quasi mai esaminato ; l’implicazione, a vario titolo, in alcuni episodi di elementi e logiche malavitose.

Per la morte di Mario Zicchieri si è cercato disperatamente, quasi fino ai giorni nostri, di "incastrare" un gruppo di ex appartenenti a Potere Operaio della zona sud di Roma, alcuni dei quali saranno poi coinvolti nelle Br e nel sequestro Moro. Due lunghissime inchieste e un paio di processi hanno portato, in questo senso, ad un completo nulla di fatto.

Appare piu’ probabile invece, per una serie di circostanze - l’uso della lupara da una auto in corso, due "gambizzazioni" di esponenti della stessa seziona missina, avvenuti poco tempo prima, ed attribuiti alla "mala", l’assenza totale di rivendicazioni, l’assoluta assenza di notizie anche dai numerosi "pentiti" del lottarmatismo romano - l’ipotesi di una azione della malavita locale contro una sezione missina il cui ambiente non era affatto estraneo a "traffici" illegali di varia natura.

Il che non esclude in assoluto la "motivazione politica" ; nella stessa zona, negli anni successivi, un gruppo di malavitosi contrari al traffico delle droghe pesanti mise in piedi un vero e proprio gruppo di "vendicatori" dal nome politico "Guerriglia Comunista" che uccise piu’ di uno spacciatore.

Quanto l’uso di una sigla politica fosse in effettiva buona fede o "strumentale" non si è mai compreso fino in fondo.

Certo comunque il fatto che, soprattutto a Roma, la piccola malavita "ribelle" - ladri, rapinatori, "teppisti urbani", piccoli spacciatori di "fumo" - simpatizzasse in genere per l’ultrasinistra e ne condividesse ambienti e luoghi di raduno mentre invece la malavita organizzata di tipo "mafioso" - classico il caso della Banda della Magliana - avesse al contrario agganci ed implicazioni con la destra, oltre che spesso con gli stessi apparati dello stato.

E anche questa magmatica situazione influi’ spesso nella "guerra di strada" di quegli anni, non soltanto nella realtà romana.

Del resto, gli stessi fascisti, nella rappresaglia seguita alla morte di Zicchieri, se la andarono a prendere, non si è mai capito perché, con un giovane "lumpen" di S.Lorenzo, Antonio Corrado, e non con dei militanti politici veri e propri.

Questi aspetti, per una serie di interessi anche di tipo opposto tra loro, sono stati quasi sempre trascurati sia dalle indagini giudiziarie dell’epoca sia nelle ricostruzioni storiche, sia di matrice destrorsa che sinistrorsa.

Vanni