Home > ... > Forum 6138

> PRENDIMI TANTO GIA’ SONO STATA PRESA...

27 febbraio 2006, 14:46

A proposito di approfondimenti (sentenza alla mano)

Non è piaciuta neanche alle donne in toga la sentenza choc della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso di un patrigno che chiedeva di riconsiderare le attenuanti dopo la condanna per violenza sessuale, pur avendo abusato della figlia della sua convivente.. E, "perchè non si ripetano sentenze di questo tipo", le magistrate chiedono la presenza di giudici donna nei collegi che giudicano i reati di violenza e i delitti contro la persona.

In prima linea Simoetta Sotgiu, consigliere di Cassazione che invoca l’intervento del Csm. Ha detto all’agenzia Adnkronos: "I reati di violenza sono delitti contro la persona. E’ dunque auspicabile che di reati di questo tipo se ne occupi una sezione specifica, vale a dire quella che affronta i reati contro la persona". La sua idea,assicura, è stata appoggiata da tante colleghe al punto tale che sarà lei stessa a farsi portavoce della richiesta presso il Comitato consultivo.

Anche Luisa Bianchi, presidente dell’Associazione che raccoglie le donne magistrato (Admi) ritiene che, per evitare pronunce come l’ultima della Terza sezione penale della Cassazione, sia necessario "fare entrare più donne nel collegio giudicante". Un intervento del Csm in questa direzione, dunque, secondo Bianchi, "sarebbe ovvio e opportuno".

Una "battaglia giusta" rincara la dose Giuliana Civinini, consigliere di Md al Csm ed esponente del Comitato delle Pari opportunità: "si può pensare - dice - che lo spostamento dei reati di violenza ad una sezione che si occupa solo di reati contro la persona possa determinare una maggiore sensibilità nel giudicare i casi di violenza".

Detto, questo, aggiunge la Civinini: "ci troviamo di fronte a massime di esperienza che non vanno". E a sostenere l’opportunità che ad occuparsi di casi di violenza sia una sezione che si occupa di reati contro la persona, anche Evelina Canale, per tanti anni alla guida dell’Admi: "Non è una strada automatica ma ci sono gli strumenti che la rendono possibile".

Infine le donne magistrato affermano di "non riconoscersi nell’immagine di una corte di cassazione oscurantista e reazionaria".

Personalmente non so se la soluzione sia garantire la presenza delle donne in toga nelle sezioni giudicanti. Io non credo alle "quote". Certamente è ora di cambiare.

(dal blog di Cristina Mazzotti su repubblica.it)