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> L’antifascismo militante e quello di maniera

14 marzo 2006, 11:24

Nulla di nuovo sotto il sole.

Vittoria ha sicuramente ragione nell’analisi piu’ generale.

Ma, senza offesa, il suo linguaggio, il suo modo di porsi sloganistico sono il classico atteggiamento che non contribuisce a fare chiarezza.

E’ innegabile che dai settanta ad oggi di acqua sotto i ponti ne e’ passata parecchia e che certe consapevolezze di massa non sono piu’ cosi’ diffuse ; basti pensare, per chi frequenta Indymedia, a quanti compagnucci in perfetta buona fede, spesso anche "estremisti" nelle posizioni, poi indulgono pesantemente a credere alle cazzate macroscopiche di presunti "storici" che leggono le storie degli anni settanta come "provocazione".

E allora penso che, per farsi capire, bisogna usare un altro linguaggio, magari terra terra magari semplicemente "umano".

E allora l’immagine reale, tracciata sia da Enrico che da Keoma, di questo pugno di ragazzotti dell’estrema periferia milanese, dei compagni di Dax, di quelli che da mesi si prendono, nell’indifferenza generale pure della sinistra istituzionale, le coltellate dei fascisti e le mazzate dei carabinieri e’ molto piu’ utile ed efficace di un proclama politico sulla storia del movimento di classe e sull’infamia storica innegabile del Pci e di quanto gli girava intorno.

Anche il paragone che qualcuno fa tra i ragazzotti di Corso Buenos Aires e i cosiddetti "black blok" di Genova regge poco ; li’ c’era una tattica precisa, si portavano a termine azioni sicuramente discutibili evitando come la peste il contatto con le cosiddette forze dell’ordine.

E cosa ancora peggiore, ci si faceva scudo di un enorme corteo di oltre centomila persone.

I ragazzotti di Milano invece sono andati maldestramente ma anche coscientemente allo scontro frontale. sono andati scientemente al massacro, facendosi arrestare alla media allucinante di uno su quattro.

Solo per questo meriterebbero un maggiore rispetto, perlomeno "umano", da parte di tanti facili critici moralisteggianti. Oltre che una piena e totale solidarieta’, sempre "umana" prima ancora che politica.

Poi ovviamente, sarebbe stupido negarlo, non puo’ essere quella la pratica quotidiana, non si puo’ invocare il martirio come prassi politica.

Ma certo non possono ergersi a maestri di antifascismo quelli che hanno scientemente deciso di non contrastare minimamente una immonda manifestazione di nazisti come quella di sabato pomeriggio a Milano.

Pure io sono uno di quelli che votera’ il 9 aprile ma non puo’ esserci tattica elettorale che tenga rispetto ad una infamia di questo tipo.

Liberta’ per i compagni arrestati ! Nessuno spazio ai fascisti !

Vanni